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© Federico Pignatelli

Informazioni sulla Sezione

 

Versetto

Soggetto

 Il vuoto e l'etere

f.15a

Vi si narra il primo atto di trasformazione, operata dal Re celeste, del vuoto in un etere luminescente.

Le letture di Jean de Pauly, Scholem, Carles Mopsik, Moises Cordovero e Simeon Labi.

 La luce dello Zohar

f.15a - 15b

Commento a Daniele XI,3 "Coloro che saranno stati saggi rifulgeranno simili alla luce del cielo, e quelli che avranno istruito nella via della giustizia, brilleranno simili a stelle per l'eternità".

Lo Splendore dei Saggi

f.15b - 16a

I saggi sono paragonati ai punti vocali, come questi servono per rendere armonica la parola, i Saggi sono necessari per rendere armonico il nostro rapporto con Dio.

La terra era Tohou e Bohou

f.16a

Commento a Genesi I,3: "E la terra era vuota e desolata". Lo stato primitivo e confuso della Creazione.

Misteri della Creazione

f.16b

Commento a Genesi I,3: "E Élohïm disse: che la luce sia fatta". Viene spiegato come la creazione si opera per il tramite della volontà del misterioso Infinito. Si illustra come soltanto per quanto concerne la creazione delle opere in dettaglio è utilizzato, per la prima volta, la parola. Il Verbo, quindi, si manifesta soltanto per la creazione dei dettagli, laddove la creazione della materia indistinta, fu operata antecedentemente alla manifestazione del Verbo. É questo il motivo per cui non si trova, nei due primi versetti del Genesi in cui è esposta la creazione della materia in generale, la parola Vayomer (disse).

Due varietà di luci

f.16b

Commento a Genesi I,5: "E Élohïm chiamò la luce giorno". Esaminato il significato della parola "chiamare" e della doppia qualità della Luce. Il mistero della doppia qualità è simbolizzato dai tre punti vocali: Holem ( . ), Schoureq (…) e Hireq ( . ). Il Punto centrale rappresenta il seme sacro, senza il quale la fertilità non sarebbe possibile. Con l’unione della luce attiva del lato destro e di quella passiva della parte sinistra (inclusione che si opera nella Colonna centrale) appare la base del mondo chiamata Tutto, così indicata perché essa unisce tutte le luci, quella del lato destro e del sinistro.

Che il firmamento separi le acque dalle acque

f.17a-17b

Commento a Genesi I,6: "E Élohïm disse: che il firmamento sia in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque": Riferimenti all'antagonismo esistente tra la sinistra e la destra, armonizzato dalla colonna centrale simbolizzata dal terzo giorno della creazione.

Che le acque di sotto il cielo si riuniscano in un solo luogo

f.18a-18b

Commento a Genesi I,9 introducendo i gradi sephirotici tramite i quali è possibile l'accesso al palazzo superiore in cui risiede il Punto Supremo che racchiude in se stesso il principio maschile e quello femminile.

Germogli, dalla terra, l'erba

f.18b-19a

Commento a Genesi I,11: "Che la terra produca germogli, erbe che producano seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con seme, ciascuno secondo la propria specie". Spiegazione della parola Behèma.

E furono delle luci

f.19b-20a

Commento a Genesi I,14: "E Élohïm disse: Che siano delle luci". Spiegazione e commento della parola "Meoroth" (luce). Accenni al Piccolo volto.

Il Sole e la Luna

f.20a-20b

Genesi I,16: "Élohïm fece due grandi luminari". In questo passo i due astri vengono messi in relazione con i due nomi misteriosi, "Élohïm" e "Yhvh".

Le due fiaccole

f.20b-21a

Prosegue il commento a Genesi I,16 con l'analogia delle "due fiaccole"; quella che sale in alto chiamata "Fiaccola di Luce" e l'altra che scende in basso chiamata "Fiaccola di Fuoco", la quale esercita il suo potere soltanto nei giorni feriali. Ecco il motivo dell'invocazione alla Luce al termine dello Shabath

La lettera Aleph e le tre ipostasi divine

f.21a

Dissertazione sulla lettera Aleph con riferimento alla sua grafia. Spiegazione delle tre ipostasi divine, percepite sotto forma di luci, da Abramo, Isacco e Giacobbe.

Mosè Giacobbe e Giuseppe

f.21a-21b

Citati solo come introduzione alla spiegazione dei sei lati dell'Albero Sephirotico; lati strettamente correlati tra di loro, come lo sono, appunto, secondo la Tradizione Mosè e Giacobbe. Racconto e commento del trasporto delle ossa di Giuseppe fuori dall'Egitto.

Facciamo l'uomo

f.22a - 22b

Rabbi Shimon commenta Genesi I,26 spiegandolo con il Salmo XXV,14: "Il Signore rivela i suoi segreti a coloro che lo temono". Vi si accenna all'Antico dei Giorni.

Io sono proprio Io, e Élohïm non è assolutamente con me

f.22b-23a

Rabbi Shimon commenta questo passo del Deuteronomio XXXII,39 ipotizzando due ipostasi presenti nell'essenza divina che si parlano l'un l'altra.

Preghiera del povero

f.23a-23b

La preghiera che si accenna in questo passo, e che secondo lo Zohar giunge dinanzi a Dio prima di quelle di tutti gli altri uomini, è quella facoltativa che si recita la sera senza lo sposo; per cui essa è, in qualche maniera, considerata "povera". I Filatteri.

La Preghiera

f.24a

Commento alle prescrizioni tradizionali contenute in Berakhoth foglio 12a e 12b.  Commentato il divieto di interrompere la preghiera per qualsiasi motivo. I Filatteri.

Eléh

f.24b

Genesi II,4: "Quelli (Eléh) sono i figli dei cieli e della terra". Si sottolinea che, ovunque è presente nella Scrittura la parola Eléh, quanto segue alla parola non ha attinenza con quanto precede. Nel caso specifico il passo deve essere interpretato con il Tohou del secondo versetto.

Guerra ad Amalec

f.24b - 25a - 25b

Viene spiegato il passo di Esodo XVII,16: "La mano del Signore si leverà dal suo trono contro Amalec e Dio gli farà la guerra di generazione in generazione". Sono spiegate le parole "di generazione in generazione" con riferimento alle cinque categorie di esseri decaduti. 

Non pioveva

f.25b-26b

In questo passo è trattato il contenuto di Genesi II,9 con un passo precedente II,5: "Il cielo e la terra furono creati prima che tute le piante dei campi fossero germogliate dalla terra e prima che tutte le erbe della campagna fossero spuntate; perché il Signore Dio non aveva fatto piovere e non aveva ancora creato l'uomo per lavorarla". Vi si accenna al primo e al secondo Messia.

Sei pietre trasparenti

f.26b

Rabbi Eléazar chiede spiegazione a suo padre delle parole di Rabbi Aquiba: "Quando arriverete vicino a delle pietre trasparenti e risplendenti, non gridate acqua! acqua! perché vi esporreste ad un grave pericolo". Sono esaminate la parole di Genesi II,10: "Usciva un fiume dall'Eden", che sono interpretate in maniera duplice. Una lettura fa riferimento all'Albero della Vita, che ancora non è ricoperto di scorza estranea alla sua essenza, un altra, ricollegandosi ai versetti che precedono, fa invece riferimento alle Tavole ricevute da Mosè.

L'Eden

f.27a-27b

Rabbi Shimon commenta il versetto di Genesi II,10: "E Yhvh Élohïm prese l'uomo e lo mise nel giardino dell'Eden affinché lo coltivasse e lo custodisse". Commentate dettagliatamente le parole "prese l'uomo" con accostamenti analogici alla divisione in quattro canali del fiume che sgorga dall'Eden. Analogia tra questi quattro canali e i quattro elementi.

La collera e l'idolatria

f.27b

La collera, secondo lo Zohar, ha la stessa portata metafisica di colpa, riconosciuta per l'idolatria. L'uomo ne è messo in guardia. Il concetto è rafforzato commentando il passo di Genesi IX,6: "Chi sparge il sangue dell'uomo, dall'uomo il suo sangue sarà sparso, perché ad immagine di Dio Egli ha fatto l'uomo".

Creazione degli animali

f.27b-28a

Rabbi Shimon commenta Genesi I,25: "E Yhvh Élohïm modellò con la terra tutti gli animali dei campi e tutti gli uccelli del cielo". L'interpretazione, come del resto il riferimento biblico, è da intendersi in maniera allegorica: "gli animali dei campi e gli uccelli del cielo", sono i mentali, vale a dire quegli intellettuali i quali non conoscendo la dottrina, sono mancanti di Nephesch e Haià. 

E mise della carne al suo posto

f.28a-28b

Vi si narra, prendendo come elemento iniziale le parole della Scrittura: "E mise della carne al suo posto", dell'unione degli esseri celesti con le figlie degli uomini.

Scomparsa della predisposizione alla continenza

Vengono esaminate le parole di Genesi II,25: "E l'uomo e la donna erano entrambi nudi ma non arrossivano". Vi si citano gli esseri decaduti, quale causa scatenante la lussuria.

Abiti di pelle

Viene descritto il momento in cui Yhvh Élohïm dota l'uomo e la donna di abiti di pelle con cui si rivestono. Disquisizioni sulla parola "Hagoroth" (cintola).

Schélomoth

Spiegazione della parola Schélomoth, che indica il Re della pace, la cui residenza è certamente sulla terra, ma il suo regno è nei cieli. Dissertazioni sulla lettera Beth e sulla Sephirâ H'cmâ. 

E la terra era Tohou

f.30a-30b

Nel momento iniziale della creazione, gli elementi costitutivi non erano ancora operanti. Tutti erano mescolati al sedimento primordiale. Soltanto quando apparve il nome divino di 42 lettere, la creazione si arricchisce di forme più precise.

La luce era buona

Vi si commenta il relativo passo di Genesi con Berakhoth 56a e seguenti. Commento alla parola "Tob" (buona) con riferimenti alle nove Sephiroth inferiori.

Berechith bara Élohïm

Le tre parole iniziali di Genesi, vengono sviluppate con riferimento ai misteri contenuti nel versetto Numeri XV,18-19: "Quando sarete giunti nella terra che io vi donerò e avrete mangiato del pane di quel paese, offrirete al Signore le primizie della farina che impasterete".

La voce di Yhvh sulle acque

Il passo del salmo XXIX,3: "La voce del Signore è sulle acque; Dio maestoso ha tuonato; il Signore aleggia sopra una grande quantità di acqua", viene commentato e spiegato con dovizia di dettagli.

Quattro anelli d'oro

Soggetto di questo passo dello Zohar è Esodo XXV,27: "Gli anelli d'oro saranno al di sotto della cornice e serviranno a passarvi le aste destinate a trasportare le Tavole". Vi si argomenta sulla parola Nisghereth; "luogo segreto", in cui nessuno può entrare, tranne la persona incaricata all'accensione delle lampade. Analogia tra i quattro anelli e i quattro elementi.

La lettera Bethe le tre ipostasi divine

f.31a - 31b

Si disserta sulla seconda lettera dell'alfabeto sacro; paragonandola sia alla prima parola del Genesi "Berechith", sia con le Sephiroth Tiphereth e H'cmâ.

Il Timore di Isacco

Illustrato Deuteronomio IV,7: "Quale grande nazione ha la divinità così vicina a se, come il Signore nostro Dio è vicino a noi, ogni volta che lo invochiamo?". Distinzione fra l'Élohïm superiore e quelle inferiore, ribaditi come due aspetti dell'identica essenza.

Divieto di proferire parola sacrilega nel giorno di Shabath

La parola ordinaria è vietata nel giorno di Shabath, giacché è il solo Verbo che deve dominare in questo giorno sacro. Il Verbo prende esistenza dall'unione della luce attiva e di quella passiva, chiamata tenebre; il che è confermato dalle parole della Scrittura, che dice: "Scopre nelle tenebre ciò che è nelle profondità".

Alleanza del giorno e della Notte

Riferimenti a Geremia XXXIII,25: "Se la mia Alleanza non fosse di giorno e di notte, non sarebbe possibile stabilire le leggi del cielo e della terra".

La clemenza di Dio

Rabbi Shimon commenta un passo della Scrittura: "E la clemenza del Signore sarà ampiamente diffusa su Israele, e il popolo di Dio apparirà dinanzi alle porte". Il Giusto è considerato come il tratto di unione tra la Terra e questo mondo eterno e sacro.

Separazione delle acque

La nozione del firmamento degli Hayoth, viene utilizzata in questo passo, per spiegare Genesi I,6: La separazione delle acque di sopra da quelle di sotto. Ruolo intermediario di questo firmamento.

Il corpo umano come il firmamento degli Hayoth

Rabbi Isaac, propone questa analogia ai propri "colleghi"; individuando l'elemento di separazione (fra sopra e sotto), nel diaframma umano.

L'arido Sole

Il passo della Scrittura: "E Élohïm da' all'arido sole il nome di Terra", viene spiegato con le parole del Deuteronomio XVI,3: "Per sette giorni mangerete il pane dell'afflizione".

Esseri viventi delle acque e della Terra

Rabbi Eléazar illumina il passo Genesi I,20: "Che le acque producano esseri viventi". Con una lettura stratificata lo collega al XXI: "Che la terra produca degli esseri viventi secondo la loro specie".

Leviatan e Lilith

f. 34a - 34b

Rabbi Eléazar individua, nei passi della Sacra scrittura, il momento creativo dei Mostri. Esseri che indica con il nome collettivo di Leviathan e Lilith. Indica il luogo della loro dimora: Le acque, le quali fungono anche da loro nutrimento.

Facciamo l'uomo

Rabbi Shimon, dopo meditazione e profonda riflessione esordisce: "Ho la certezza che nel momento in cui il Santo, baruk ha-shem, decise di creare l'uomo, tutti i mondi, sia superiori sia inferiori, furono scossi". Divagazioni sul tema.

I frutti selvaggi prodotti dall'uomo

Isaia LX,21: "Il giorno che avrete seminato, la vostra semenza produrrà soltanto frutti selvaggi", è letto in associazione al peccato commesso dall'uomo il giorno stesso in cui fu creato.

Il frutto dell'Albero, nel centro del giardino

Con una similitudine tra il frutto proibito e la donna, viene commentato Genesi III,3, utilizzando come soggetto introduttivo Proverbi V,5: "I suoi piedi discendono nella morte".

E Yhvh mise un segno a Caino

Il segno inciso sulla fronte di Caino, è una delle ventidue lettere sacre dell'alfabeto con cui sono redatte le Scritture. Rabbi Yehouda spiega il vero significato delle parole di Genesi IV,8: "E quando furono nei campi Caino si gettò su Abele e lo uccise". 

Va-Yhvh

f.37a - 37b

Distinzione fra il Capodanno celeste e quello terrestre. Il primo è il giorno in cui Dio accorda fecondità alle donne sterili. Si sottolinea che, le parole Va-Yhvh è utilizzata dalla Scrittura sottintendendo sempre il Capodanno celeste.

I tre Libri misteriosi

f.37b - 37b

Rabbi Abba, rispondendo a Rabbi Yessa che chiedeva lumi sul versetto di Genesi V,1: "Questo è il libro della genesi dell'uomo", si dilunga sul grande mistero dei Tre libri che, nel giorno del Capodanno Celeste, vengono aperti nel cielo. In nota viene riportato il quadrato che racchiude il mistero detto dei "Dodici Nomi".

Il mio soffio non resterà per sempre nell'uomo, perché egli non è che carne

f. 37b - 38a

Rabbi Aha e Rabbi Eléazar commentano spiegando Genesi VI,3. Rabbi Aha dice: "La luce che forma lo Spirito dell'Albero della vita, esce da questi (l'uomo) e rientra nell'Albero che racchiude la morte". I due maestri si soffermano ad esaminare le differenza fra spirito, anima e carne.

Il Giardino dell'Eden

Rabbi Shimon afferma che quando il Santo, baruk ha-shem, pose l'uomo nel Giardino dell'Eden, per condividere con Lui la sua Gloria, gli mostrò tutti i Misteri Supremi e tutta la Saggezza. 

I sette Palazzi.

Il passo, tradotto, si trova nel capitolo sciolto "Pirkhé Heikhaloth"

f.38a - 39b

Vi sono in alto sette palazzi che racchiudono il "Mistero della Fede; e ugualmente esistono in basso sette palazzi analoghi a quelli superiori. Dei sette palazzi soltanto sei sono accessibili alla comprensione dell'uomo, mentre il settimo è secreto e misterioso, giacché compartecipa della natura del cielo e della terra. Questo settimo palazzo è quello che Dio ha riservato per residenza agli uomini.

Descrizione dei sette Palazzi.

Il passo, tradotto, si trova nel capitolo sciolto "Pirkhé Heikhaloth"

f.39b - 41a

Segue la descrizione dei sette Palazzi con i loro custodi e le loro porte.

I fiori appaiono sulla terra

Rabbi Yossé commenta Cantico II,12: "I fiori appaiono sulla terra, il tempo del canto è giunto, e il verso della tortorella si è fatta ascoltare nel nostro paese". Il commento è impostato sulla descrizione dei sei gradi dell'eden Inferiore che corrispondono a quelli dell'eden Superiore. 

La terra era Tohou e Bohou

É qui introdotto il concetto della pre esistenza della terra come elemento. Sono enumerate le componenti che costituiscono la base del mondo: Tohou, Bohou, Tenebre, Spirito. Una rilettura del passo effettuata da Rabbi Abba, ipotizza questo mondo diviso in comparti, differenti ma analoghi a quelli in alto: Eretz, Adama, Ghée, Nesia, Cia, Arqa e Thebel il più grande di tutti.

Cia

Il passo, tradotto, si trova nel capitolo sciolto "Pirkhé Heikhaloth"

Rabbi Shimon considera la terra chiamata Cia, una delle sette in cui la Scrittura divide l'esistenza primordiale della Terra, e afferma citando Geremia II,6: "Una terra secca ed arida, immagine della morte", che è il luogo in cui si trova l'Inferno.

Le Terre superiori

Il passo, tradotto, si trova nel capitolo sciolto "Pirkhé Heikhaloth"

Come esistono sette regioni in basso, così in alto esistono sette luoghi situati uno sopra l'altro abitati dagli angeli superiori. Queste regioni sono collegate ed esistono grazie alla nostra terra Eretz.

Le sette Regioni

Il passo, tradotto, si trova nel capitolo sciolto "Pirkhé Heikhaloth"

Segue la descrizione delle sette terre dell'alto e degli angeli che vi dimorano.

I sette Palazzi

Il passo, tradotto, si trova nel capitolo sciolto "Pirkhé Heikhaloth"

Rabbi Shimon afferma che, nelle terre dei cieli, esistono sette Palazzi abitati da uno spirito superiore che racchiudono il mistero della fede. Ciascuno di questi edifici è posto in una delle sette regioni, le quali analogicamente corrispondono ai sette cieli superiori.

I sette Palazzi

Il passo, tradotto, si trova nel capitolo sciolto "Pirkhé Heikhaloth"

Segue la descrizione dei sette Palazzi e degli angeli superiori che vi dimorano.

Ancora sui sette Palazzi

Il passo, tradotto, si trova nel capitolo sciolto "Pirkhé Heikhaloth"

Rabbi Shimon, prosegue, affermando che esistono altri sette Palazzi sacri, attraverso le porte dei quali le preghiere degli uomini giungono fino al Maestro.

I sette Palazzi

Il passo, tradotto, si trova nel capitolo sciolto "Pirkhé Heikhaloth"

Segue la descrizione dei sette Palazzi superiori.

I Seraphïm

Tra la descrizione del secondo Palazzo ed il terzo esiste una interruzione in cui sono discusse le parole di Isaia VI,2: "I Seraphïm erano accanto al trono, e avevano ciascuno sei ali". Anche gli Opanhim sono trattati.

La Luce appare

Rabbi Isaac, commenta il passo di Genesi I,3 che recita: "E Élohïm disse: Sia la Luce. E la Luce fu. E Élohïm vide che la luce era buona e separò la luce dalle tenebre".

Il giorno

Rabbi Yehouda spiega perché la Scrittura ripete per ogni giorno della creazione: "E fu sera e fu mattina". La sera proviene dalla parte delle tenebre, mentre il mattino da quella della luce, ed è soltanto dalla loro coniugazione che un giorno intero è formato.

Che la luce sia fatta

É in questo passo che la Scrittura con la parola "luce" sottintende gli angeli creati nel primo giorno dell'opera divina, quali emanazioni della luce superiore.

Germogli l'erba

Viene sottolineato che è proprio il germogliare, sulla terra, dell'erba che testimonia dell'unione feconda delle acque dell'alto con quelle del basso. Grazie alla pioggia, infatti, la fecondità si manifesta in basso. I saggi ne deducono che le acque in alto sono di origine maschile, mentre quelle in basso di origine femminile.

Élohïm in alto e Élohïm in basso

Distinzione, ad opera di Rabbi Yossé, tra l'Élohïm in alto chiamato "Vivente", e quello in basso senza appellativo, nonostante la Scrittura lo citi in maniera generica con il nome di "Tholdoth" (prodotti).

Le Luci nel firmamento

"Che le luci siano fatte nel firmamento del cielo", si commenta il passo facendo notare che la parola "Meoroth" è scritta in maniera incompleta. La parola indica la maledizione con cui fu colpita la terra, secondo le parole della Scrittura (Genesi III,17): "Che la terra sia maledetta a causa di ciò che avete fatto". 

Gli esseri viventi delle acque

Rabbi Eléazar commenta Genesi I,20 con l'analogia degli uccelli che volano sulla terra. Associa questi all'angelo Michel, le parole "che volano" a Gabriel, e "sulla terra" con il profeta Isaia.

L'uomo ad immagine di Élohïm

Viene illustrato il versetto del Genesi che recita: "Facciamo l'uomo a nostra immagine e a nostra rassomiglianza", intendendolo con l'uomo composto delle sei direzioni. Viene spiegato il motivo per cui la Scrittura utilizza per il terzo giorno della creazione, un superlativo "molto buono", e del perché nulla è detto a proposito del secondo giorno.

La Dottrina esoterica

Lo studio indefesso della dottrina è raccomandato; chiunque vi si consacri avrà la felicità di compartecipare al mondo futuro e avrà merito come se avesse lui stesso creato il mondo. Tutto ciò è affermato in Proverbi III,18: "É un albero di vita per chi ad essa si attiene e chi ad essa si stringe beato".

Ed Élohïm creò Shabath

f. 47b - 48a

In queste pagine viene commentato Genesi II,3: "Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò" in due maniere diverse. Una prima lettura fa riferimento al rispetto di Shabath per perfezionare l'opera del mondo. L'altra lettura è fornita da Rabbi Shimon con le parole di Deuteronomio VII,9: "Che mantiene la sua Alleanza e la sua misericordia per mille generazioni". Segue una disquisizione sulle opere create da Dio, con riferimenti alle anime, agli spiriti e ai demoni.  

La Tenda della pace

f.48a - 48b

Con tali parole lo Zohar intende commentare e spiegare il momento in cui la Santità di Shabath viene in esistenza al termine della creazione.

Yhvh-Élohïm crea la donna

Rabbi Shimon spiega Genesi II,22: "E Yhvh-Élohïm trasformò in donna la costola che aveva estratto dall'uomo, e la condusse innanzi a lui" con un passo di Giobbe XXVII,23: "Élohïm conosce (hebin) la sua via; è a conoscenza del luogo in cui essa abita".

Ascher e Ascherah

f.49a - 49b

Lo Zohar affronta il mistero delle componenti dell'essere umano. "É per valorizzare - vi si legge - lo spirito del Bene che Yhvh Élohïm creò l'uomo con una mescolanza di uno spirito del bene e uno del male. Quest'ultimo, infatti, è indispensabile a quello del bene giacché gli da valore in comparazione".

E la condusse all'uomo

Dalle parole del Genesi se ne estrae la prescrizione che è compito del padre e della madre della donna condurla sotto la tutela dell'uomo (sposo).

Le due Case

Rabbi Shimon, afferma che la Dottrina è collocata tra due Case, la prima delle quali, mistero supremo, è chiamata "Casa della grande Voce"; voce interiore, impercettibile ai sensi esterni, che si trasforma in una Hè silenziosa quando esce dalla bocca. Da questa (Voce) emana la seconda Casa la quale contiene la Dottrina esoterica, ed è chiamata "Casa della Voce di Giacobbe". A differenza della prima, quest'ultima è più vicina all'essere umano, per cui risulta più comprensibile.

Yhvh parla a Adoni

f.50b - 51b

Viene spiegato il passo del Salmo CX,1 e Giosuè III,11: "Yhvh dice a Adoni, siedi alla mia destra", introducendo il concetto dei gradi nella divinità. Primo grado Yhvh, secondo Adoni...

Il fuoco che divora e i due colori del fuoco

f.50b - 51b

Rabbi Shimon, spiega l'apparente contraddizione di termini, ma non di sostanza di due versetti del Deuteronomio; il IV,24 e il IV,4: "Perciocché il Signore Iddio tuo è un fuoco che consuma...". "Voi che siete rimasti attaccati al Signore, siete oggi tutti in vita". Sempre a proposito del "fuoco che divora", Rabbi Shimon ne esamina i due differenti colori, bianco e nero, o meglio blu scuro che associa alle lettere del Tetragramma.

La voce di Yhvh Élohïm

Commento a Genisi III,8: "Udirono, poi, la voce di Yhvh Élohïm che fu passeggiata nel giardino". Sottile disquisizione sulla  parola "mehalek" (che passeggiava) e "mithkalekh" (che fu passegiata).

Il Tabernacolo

Commentato Esodo XXXIV,30: "E Mosè prese il Tabernacolo, lo innalzò molto distante dal campo e lo chiamò Tabernacolo dell'Alleanza (moed)". Distinzione fra Tabernacolo e Tabernacolo dell'Alleanza 

L'uomo espulso dal Giardino

f.53b - 54a

Il passo in oggetto inizia con il commento di Genesi III,7: "E essi intrecciarono delle foglie di fico e se ne cinsero...". Poiché Adamo ed Eva si confusero con i piaceri di questo mondo, si coprirono con le foglie dell'Albero del Bene e del Male; e prosegue con l'interpretazione di Rabbi Eléazar del passo: "Va-igaresch eth ha-adam", ponendo l'accento sulla parola "eth", che normalmente viene tradotta con "uomo", ma in verità, afferma Eléazar, non sappiamo con esattezza chi allontana e chi è allontanato; è il Santo, baruk ha-shem, che allontana l'uomo, o è da intendersi il contrario?

Adamo conobbe Eva

f.54a - 54b

Vi si tratta di Genesi IV,1: "E Adamo conobbe Eva, ed essa concepì e generò Caino". Il passo è interpretato in diverse maniere dallo Zohar (inizio della sezione Miqueç e Tiqouné Zohar IX), tanto che Rabbi Abba afferma che settanta sono le possibili letture, e tutte veritiere.

Caino uccide Abele

f.54b - 55a

Quando Caino si gettò su Abele per ucciderlo, non sapeva, in verità, come afferrarlo per separare l'anima dal corpo. Lo uccise, allora, mordendolo alla maniera del serpente. Segue una diatriba tra Rabbi Yossé e Rabbi Isaac, sul luogo dell'espiazione di Caino, dopo la sua punizione. Il primo sostiene che questo luogo è la nostra terra, mentre il secondo sostiene che il luogo è da comprendersi per estensione, come terra inferiore sui generis.

Il libro della genesi di Adamo

f.55a

Commento a Genesi V,1: "Ecco il libro della genesi di Adamo". Rabbi Isaac vi racconta che il Santo, baruk ha-shem, mostrò ad Adamo tutti i vizi delle generazioni future, compresi quelli dei Saggi e dei Re di Israele. Quando giunse a David, sentenziò per la sua vita una breve durata; Adamo chiese, allora, di poter concedere a questo re un periodo di settanta anni della propria esistenza.

Maschio e femmina li creò

f.55b - 56a

Rabbi Shimon, pone l'accento sulla duplice natura del primo uomo, commentando Genesi V,2: "Egli li creò maschio e femmina"

Enoch sale al cielo

f.56b

Rabbi Yossé, a proposito della scomparsa di Enoch, afferma che vi sono dei Tsaddîqîm (Giusti) che, prematuramente, vengono presi da questo mondo, come se avessero commesso delle azioni riprovevoli. Questo è spiegato con la bontà del Santo, baruk ha-shem, il quale, prevedendo che delle azioni non meritevoli saranno, in tempi successivi, commesse da questi saggi, abbrevia la loro esistenza. Al contrario accorda ai peccatori una longevità, certamente non meritata, soltanto per dare loro l'opportunità di emendare le loro colpe 

La grande malizia degli uomini

f. 57a

Rabbi Yehouda, con riferimento al Salmo V,5: "Tu non sei un Dio che approva l'iniquità; lo spirito del maligno no dimora assolutamente vicino a te", commenta Genesi VI,5: "E Dio vide che la malizia degli uomini, che vivevano sulla terra, era grande e che tutti i pensieri del loro cuore erano sempre indirizzati al male".

Dio si pente di aver fatto l'uomo

f.57a - 58a

Genesi VI,6: "E Dio si pentì di aver fatto l'uomo, e fu colto da tristezza fino in fondo al suo cuore", è spiegato da Rabbi Yossé facendo notare che in questo versetto della Scrittura, si tratta dell'essenza divina chiamata "cuore", ma non dell'altra chiamata "spirito". L'interpretazione è contestata da Rabbi Isaac, il quale sostiene  che la parola \hg ha un doppio senso: "pentirsi" come "consolarsi". Il passo viene così letto: "E Dio si pentì del male che aveva pronunciato contro il suo popolo". Esodo XXX,14. Il passo prosegue con il commento di Rabbi Eléazar a Genesi VI,3: " Élohïm disse; il mio spirito non rimarrà, per sempre, con l'uomo, perché è carne.

I Decaduti

f.58a

"I decaduti erano sulla terra" (Genesi VI,4), Rabbi Youssé sottolinea che con la parola "decaduti", la Scrittura indica Aza e Azael, che il Santo, baruk ha-shem, precipitò dalle altezze in cui erano posti. Si solleva il problema di come questi esseri possano sussistere in questo mondo, e Rabbi Hiyà interviene affermando che simili esseri appartengono alla categoria di quelli che appaiono agli uomini sotto sembianze umane. Sono quindi degli angeli che possono modificare le loro sembianze e quando scendono sulla terra si materializzano, prendendo dei corpi.

Distruggere l'uomo

f.58a - 59a

"Sterminerò, di sopra la terra, l'uomo che io ho creato". Rabbi Yossé interviene sul tema proponendo una distinzione tra un proposito di vendetta, che è maturato in silenzio, e la punizione che Dio si preparava ad infliggere agli uomini; punizione che il Santo, baruk ha-shem, informò per tempo grazie a Noé, diverse volte. Il Sepher ha-Zohar prosegue e termina la sezion "Berechith", con l'intervento di Rabbi Yehouda, il quale commenta Salmi XLVI,9:" Venite e vedete le opere del Signore che fa dei prodigi (schamoth) sulla terra". Viene spiegato il significato della parola hazou (vedete) e hazouth (profezia)

 

Fine del Berechith

 

 


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