Facciamo l'uomo

 

 

 

 

È scritto (Genesi I,26), ed Élohïm disse, facciamo l’uomo, e altrove è anche scritto (Salmi XXV,14), il Signore svela i suoi segreti a quelli che lo temono.

L’Antico degli Antichi fece ascoltare la sua parola: Shimon, Shimon, disse, cosa significa questo versetto? Chi dice ad Élohïm, facciamo l’uomo? Che cosa significa, qui, la parola Élohïm?. Appena l’Antico dei Giorni ebbe terminato di parlare, disparve, e Rabbi Shimon non lo vide più.

Giacché Rabbi Shimon aveva inteso la voce chiamarlo, Shimon, Shimon e non Rabbi Shimon, rivolto ai suoi colleghi disse: è evidente che chi domanda è il Santo, baruk ha-shem, di cui la Scrittura dice (Daniele VII,9), e l’Antico dei Giorni si assise, è giunto, quindi, il tempo di esaminare il mistero racchiuso nel versetto del Genesi, il quale, certamente, non doveva essere divulgato prima di oggi. Ora abbiamo ricevuto il consenso a farlo.

Rabbi Shimon, iniziò, allora, una delle sue assemblee con la parabola seguente  (Be-re'šit Rabba VIII), c’era una volta un Re, il quale si proponeva di costruire degli edifici. Esso aveva un architetto, il quale non eseguiva nulla senza la sua preventiva autorizzazione, come è scritto (Proverbi VIII,30), ero il suo architetto.

Il Re è la Saggezza superiore dell’alto. Il Re del basso è la Colonna Centrale. Élohïm è l’architetto celeste chiamato Madre dell’alto. Esso è anche l’architetto del basso, ed è lui ad essere indicato, in questo caso, con Schekhina del basso.

Come una donna non è autorizzata a fare qualcosa senza la preventiva approvazione del proprio marito, ugualmente tutti gli edifici furono creati per via d’emanazione. Il Padre indirizzò il Verbo alla Madre: che la tale e la tale altra cosa siano fatte, e subito furono eseguite, come è scritto (Genesi I,3), ed Élohïm disse, che la luce sia, e la luce fu, in altre parole, il Verbo ordinò ad Élohïm,: che la luce sia; il padrone del palazzo ordina e l’architetto subito esegue. Per cui tutti gli edifici furono creati per via d’emanazione, come è scritto: che il firmamento sia, e in seguito: che siano dei corpi luminosi, e tutto fu rapidamente eseguito.

Quando si giunge al mondo di separazione, in altre parole quando si giunse a questo stato del mondo, in cui le cose sembrano separate le une dalle altre, l’architetto propone al Padrone degli edifici: facciamo l’uomo a nostra immagine e a nostra rassomiglianza. Il Padrone dei Palazzi rispose: certo è cosa buona il farlo, ma finirà con il peccare contro di te, perché esso è un insensato, ed è scritto (Proverbi X,1), il figlio saggio rende lieto il padre, il figlio stolto contrista la Madre. Interloquì la Madre: giacché la colpa dell’uomo rattristerà la Madre e non il Padre, voglio crearlo a mia immagine. Per questo la Scrittura dice: ed Élohïm fece l’uomo a sua immagine, giacché il Padre non volle parteciparvi.

Che cosa riferisce la Scrittura quando l’uomo peccò? Essa riporta [22b]: io vi assicuro che è a causa dei vostri peccati che vostra Madre è stata ripudiata. Il Re rivolto alla Madre ricordò: non ti avevo avvisato che l’uomo avrebbe finito con il peccare contro di te ?. Allora l’uomo fu scacciato e la Madre con lui. Per questo è scritto: il figlio saggio rende lieto il Padre, il figlio stolto contrista la Madre. Con le parole, il figlio saggio, la Scrittura sottintende l’uomo in via emanativa, mentre con le parole, il figlio stolto, l’uomo in via creativa.

A queste parole, tutti i colleghi di Rabbi Shimon si alzarono esclamando: Rabbi, Rabbi, esisterebbe, dunque, una contrapposizione tra il Padre e la Madre, giacché l’uomo è, dal lato del Padre, nella via emanativa e creativa in quello della Madre ?. Rispose Rabbi Shimon: amici! Amici ! non è ciò che ho detto. L’uomo di emanazione è costituito di un principio maschile e di uno femminile, i quali emanano dal Padre e dalla Madre, come è scritto: ed Élohïm disse: che la luce sia, e la luce fu.

Con le parole, che la luce sia, la Scrittura indica l'elemento dell’uomo che emana dal Padre, vale a dire il principio maschile, e con le parole, la luce fu, rivela quello che emana dalla Madre, in altre parole il principio femminile. Per questo l’uomo fu creato con un doppio aspetto (Talmud, Berakhoth 61a,ede Eroubin 17a). L’uomo di emanazione, però, era già dotato di immagine e somiglianza; fu la Madre Celeste che volle provvedere l’uomo del mondo di creazione di un'immagine e di una rassomiglianza.

Ora, le due luci celesti emanati dal Padre e dalla Madre, sono chiamate, nella Scrittura, luce e tenebre; l’immagine, vale a dire il corpo dell’uomo, doveva ugualmente essere costituito dalla luce attiva, emanate dal Padre, e dalla passiva, chiamata tenebre, emanata dalla Madre. Considerato però che il Padre aveva anticipato, alla Madre, che l’uomo avrebbe peccato nel mondo di creazione, rifiutò di associarsi con Lei per la realizzazione dell’abito, vale a dire del corpo dell’uomo. Per tale motivo, la luce creata nel primo giorno della creazione, fu immediatamente nascosta dal Santo, baruk ha-shem, per i tsaddîqîm (i giusti), e le tenebre, anche create nel primo giorno, nascoste per gli empi, come è scritto (I Samuele II,9), e gli empi saranno ridotti al silenzio nelle loro tenebre. Considerato che fu a causa delle tenebre che l’uomo finì con il peccare contro la luce, il Padre non volle associarsi alla creazione dell’uomo del basso. É questo il motivo per cui fu la Madre a dire al Padre, facciamo l’uomo a nostra immagine, in altre parole, ad immagine della luce, e a nostra rassomiglianza, vale a dire di luce passiva, chiamata tenebre, la quale serve da veste a quella attiva, così come il corpo serve da abito all’anima, infatti, è scritto (Giobbe X,11), mi hai rivestito di pelle e di carne.

Tutti i colleghi di Rabbi Shimon, provarono una grande emozione ed esclamarono: felice la nostra sorte, fortunati ad essere stati giudicati degni di ascoltare queste parole, che nessuno, fino ad oggi, aveva ancora udito.