Che il firmamento separi le acque dalle acque.

 

 

 

È scritto (Genesi I,6): E Élohïm disse: che il firmamento sia tra di loro e separi le acque dalle acque.

La Scrittura espone, qui, la creazione in modo dettagliato,per dare esecuzione alla regola ermeneutica concernente la specie preceduta e seguita dal genere (Vedere nota al foglio 16b).

Il mistero della separazione delle acque di spiega in questa maniera: la disarmonia si prospettava dal lato sinistro, tanto è vero che fin quando esisteva soltanto quello destro, questa non era in essere. Tuttavia, a causa dell’emergenza del centro, si costituirono due lati, uno destro e uno sinistro, ed è quest’ultimo che origina il contrasto ed è sempre da lui che ha genesi l’inferno (Gehinom).

Nella propria saggezza Mosè, studiando l’opera della creazione, accertò questo contrasto, comprese che esisteva una disarmonia tra il lato destro e quello sinistro e che è proprio quest’ultimo a causarla; accertò, inoltre, che da questa conflittualità l’inferno ha la sua certa origine . Quando la Colonna centrale, simbolizzata dal terzo giorno della creazione, si interpose trai due lati, mise in comunicazione le due parti in contrapposizione facendo venir meno questa conflittualità. L’inferno discese in basso e il lato sinistro si mescolò con quello destro e la perfetta pace fu, così, raggiunta.

La disputa che al momento della creazione il lato sinistro istituiva con il destro, trova analogico accostamento con quella che Core ebbe con Aronne (Numeri XVI).

Mosè, avendo già penetrato il mistero della creazione, si disse: conviene, imitando quanto osservato nella creazione, rimuovere la disarmonia tra il lato destro e il sinistro, interponendomi fra le parti in conflitto. Non riuscendovi però,  a causa di una resistenza ostinata del lato sinistro, concluse: la contrapposizione fra Core ed Aronne non è della stessa natura di quella studiata nella creazione.

Rifiutandosi alla pace proposta da Mosè, Core dimostrò, infatti, che la sua disputa non aveva come proposito quello di contribuire alla gloria del cielo ma al contrario vi si opponeva e così facendo negò quella pace che, al momento della creazione, fu invece istituita tra il lato sinistro e quello destro della Colonna centrale. Ravvisando che Core negava questo mistero della creazione, Mosè entrò in collera, come è scritto (Numeri XVI,15): Mosè entrò in una grande collera. Esso entrò in collera per non essere riuscito [1] a ricomporre la disputa, ma anche a causa del disconoscimento di Core del mistero della creazione.

Ecco il motivo per cui il passo scritturale aggiunge la parola grande, proprio per indicare che la collera di Mosè aveva due radici.

Core, in verità, negò tutto [17b] sia la pace dell’alto sia quella del basso, così come è scritto (Numeri XXVI,9): Quando si ribellarono contro il Signore.

La disputa di Schamaï e Hillel, aveva per oggetto la gloria del cielo e rammentava la contrapposizione che, al momento della creazione, il lato sinistro aveva con quello destro. Il Santo, baruk ha-shem, gradì la loro discussione, circostanza che determinò la pace fra essi, tanto che le loro opere gli sono sopravvissute, proprio come l’opera della creazione. Core, al contrario, si ribellò contro lo stesso cielo, pretendendo che la pace tra il lato destro e il sinistro non fosse mai istituita e che, quindi, il lato dell’inferno fosse più possente di quello destro; ecco il motivo per cui, attaccandosi al lato sinistro, precipitò nell’inferno.

[2] Il mistero seguente si trova nel Libro di Adamo: quando la luce passiva del lato sinistro, indicata nella Scrittura con la parola oscurità, si unì nella colonna Centrale a quella attiva del lato destro, sterminate legioni celesti, supponendo l’esistenza di un contrasto tra una luce e l’altra si schierarono con quella sinistra predisponendosi a ribellarsi contro quella del lato destro. Quando la Colonna centrale rese manifesta l’unità perfetta di Dio, le buone legioni abbandonarono la contesa e si sottomisero, cosa che non fecero quelle cattive le quali proseguirono nella disputa dando nascita all’inferno.

Considerato che in origine la ribellione esisteva anche nelle buone legioni, la discordia si introdusse nel mondo. Nondimeno, considerato che la disputa primitiva delle buone legioni non era ispirata da alcun sentimento di rivolta, quanto introdotto nel mondo anche gli rassomigliava, nel senso che ha per solo scopo la gloria del cielo e che, conseguentemente, essa finisce con lo sparire come quella delle legioni celesti che la provocarono (Talmud, trattato Aboth V,17; consultare anche Minhath Yehouda foglio 22a).

Nel mondo esiste, però, un altro genere di dissidio, originato dalla rivolta delle cattive legioni, le quali, nonostante l’evidenza, persistettero nella loro ribellione. Quest’ultima è della stessa natura di quella delle legioni che la hanno provocata, nel senso che trattandosi di una disobbedienza contro il cielo non si ricomporrà mai. È a causa di questi due generi di discordia che i Giusti si differenziano dai cattivi. La discordia dei Giusti è sempre della prima specie, mentre quella dei cattivi appartiene alla seconda. La disputa di Core fu inspirata dalla collera e finì con il condurlo all’inferno; mentre quella di Schammaï e Hillel avendo come scopo la gloria del cielo, finì con lo sparire. Ecco il motivo delle parole della Scrittura: E Élohïm fece il firmamento e separò le acque che erano sotto il firmamento da quelle che erano sopra; in altre parole separò l’archetipo della discordia che diede origine alle legioni celesti rimaste in alto da quelle che introdusse nel mondo, vale a dire quelle cattive rigettate nell’abisso; o meglio,tra la disputa motivata per amore di Dio, come quella di Schammaï e Hillel e quella indotta dall’orgoglio e la collera, come quella di Core. Quest’ultimo genere di disputa emana sempre dal lato sinistro.

La Scrittura usa la parola separare ( … e separò le acque… [Genesi I,7]), anche per la disputa di Core (Numeri XVI,9): … che il Dio d’Israele vi abbia separati dalla comunità… e altrove (Deuteronomio X,8): In quest’epoca Dio separò la tribù di Levi. La Scrittura ci suggerisce, con questo termine, che la disputa proviene sempre dal lato sinistro, perché nel Genesi la parola che esprime la separazione è riportata nel secondo giorno della creazione, rappresentazione del lato sinistro. Ci si potrebbe chiedere: considerato che la separazione, rappresentazione del lato sinistro, appare nel secondo giorno della creazione, come è possibile che sia la tribù di Levi, terza, ad aver provocato la disputa? Sarebbe stato più giusto indicare la tribù di Simeone, che è la seconda. La verità è che la tribù di Levi, benché terza era agli occhi di Giacobbe seconda [3].

La formula liturgica della Separazione (Vedere foglio 14b), che si recita alla fine dello Sabbath, ha come scopo quello di separare lo spirito che domina durante i giorni di lavoro da quello che regna in questo giorno santo. Al termine di Sabbath, una parte [4] dei cattivi spiriti lascia l’inferno con il proposito di conquistare gli Israeliti. Nel momento in cui questi, però, recitano il versetto (Salmi LXXXIX,7): E che l’opera delle nostre mani sia da te confermata, il cattivo spirito del lato sinistro [5] si allontana da essi e quando, sostenendo nelle mani il mirto e la coppa di vino, recitano la formula liturgica della Separazione, questi fugge e ritorna allo Še'ol, sua dimora, quella stessa di Core e dei suoi complici, così come è scritto (Numeri XVI,33): Scesero vivi agli inferi essi e quanto loro apparteneva.

Come il precipitare di Core nel Gehinom avviene soltanto dopo la separazione dagli Israeliti, come è scritto (Numeri XVI,21): Ritiratevi dalle tende di questi uomini empi, così quella degli angeli ribelli avviene soltanto dopo che gli Israeliti hanno pronunciato (alla fine dello Scabbath) la formula liturgica della Separazione[6] e questo perché lo Še'ol superiore, in cui sono eternamente arsi gli angeli ribelli, è simile a quello inferiore in cui precipitò Core, essendo quest’ultimo concretato sul modello di quello in alto.

La Scrittura dice: Che il firmamento sia in mezzo alle acque. La parola Élohïm è composta da El e haïam, che significano, rispettivamente, Dio e mare. Ora, considerato che la parola haïam è costituita dalle stesse lettere di iamah, la Scrittura ci da ad intendere che ogni disputa, simbolizzata dal mare, proviene da Dio quando ha per scopo la gloria del cielo; infatti El unito a haïam costruisce la parola Élohïm. Al contrario, quando la gloria di Dio non ha nessuna partecipazione alla disputa, El si distacca da Élohïm e ne resta iamah, che lascia intuire il grande oceano nel cui abisso è lo Še'ol, dimora dei cattivi spiriti. La disputa cessò al tempo della separazione delle acque, infatti, interponendosi fra esse, Élohïm funse da tratto di unione.

Le acque dell’alto, rappresentano la parte maschile, quelle del basso, la femminile (Vedere Mikdasch Mélekh a.1). Le prime sono chiamate Élohïm, le seconde Adonaï[7]; le prime sono simbolizzate dalla prima lettera hé del nome sacro Jéhovah ( hwhy ) mentre le altre dalla seconda.

La piena attuazione di questa unione (tra le acque dell’alto chiamate Élohïm e quelle [18a] del basso chiamate Adonaï) accadde quando Élohïm si stabilì, quale tratto di unione, fra esse.

Questa interposizione, benché avvenga il secondo giorno della creazione, ha successo (fine del contrasto) soltanto al terzo giorno. Infatti, la Scrittura non riporta, proprio perché l’antitesi era ancora operante durante il secondo giorno: E Dio vide che era cosa buona, come per tutti gli altri giorni della creazione. Tenuto presente che fu soltanto al terzo giorno che l’opera del secondo, vale a dire la soluzione completa dell’antitesi si conclude, la parola buona è utilizzata in questo giorno, quando la lettera w (vav), andando a collocarsi fra le due h (hé) del nome sacro yhwh , rende totale l’unione.

Tutto questo è contenuto anche nel racconto della separazione delle acque del Giordano (Giosué III,16): Le acque che scendevano dal monte si fermarono in uno stesso luogo, mentre quelle che andavano giù a valle defluirono nel mare, liberando un passaggio per gli Israeliti.

La Scrittura, per indicare la separazione delle acque, ripete cinque volte la parola firmamento, in quanto chi vive da ogni eternità li percorre e li dirige; del resto se la Colonna centrale non si fosse interposta fra esse, l’unione e conseguentemente la fertilità delle acque dell’alto e di quelle del basso, non avrebbe mai avuto luogo. Il tempo necessario per rendere questa unione feconda è di cinquecento anni (Vedere Talmud Tr. Haguiga e Sepher Yetzira cap. VI); tempo in cui le acque dell’alto e quelle del basso dovranno restare unite all’Albero della Vita che gli serve da tratto di unione.

Tutte le acque della creazione presero il corso e le direzioni che gli furono tracciate dall’Albero della Vita. Prima di procedere alla loro separazione, fu necessario unirle, dal momento che è possibile dividere soltanto quanto è unito, proprio come fece David, il quale prima riunì tutte le provviste per poi procedere a ridistribuirle, come è scritto (II Re VI,19): Ed egli le divise fra le truppe degli Israeliti ecc. e altrove (Salmi CIII,28): Tu lo provvedi, essi lo raccolgono ed infine è (Proverbi XXXI,15): Essa si alza la notte e divide il bottino tra i membri della sua casa.

Quando una controversia del lato sinistro si manifesta nel mondo, il rigore celeste interviene e le acque del lato sinistro si trasformano in un elemento secco, manchevole di umidità, il quale determina la nascita a due spiriti demoniaci, uno maschile femminile l’altro, i quali, a loro volta, generano legioni di demoni che circondano i fautori di questa cattiva controversia.

Questi due demoni sono simbolizzati dal prepuzio che occorre togliere con la circoncisione. Uno di questi è chiamato Epheh (vipera), Nahasch (serpente) l’altro, ma in realtà non sono che uno solo. Epheh, unitosi con Nahasch, dopo un periodo di sette[8] anni di gestazione, pone base alla propria discendenza. Qui è anche il mistero dei sette nomi dell’inferno e dello spirito tentatore.

Tutto ciò che emana dal lato sinistro, è un miscuglio di bene e di male, per cui è necessario affinché il bene sia puro senza alcuna presenza di male, che esso emani dal lato che costituisce la base del mondo, dal nome inciso di diciotto lettere, da cui proviene la rugiada della grazia e tutte le benedizioni di questo mondo.

 


 

[1] L’edizione di Francoforte riporta hyl wcyjkad lu al: Mosè non entrò in collera per la sua impossibilità a ricomporre questa controversia ecc. L’interpretazione che lo Zohar attribuisce alla parola dam sembra, tuttavia, contenere una doppia ragione per la collera di Mosè. Noi propendiamo per l’interpretazioni delle edizioni che riportano wcjkad lu: per non essere riuscito a ricomporre la controversia. Il commentatore Mikdasch Mélekn sembra essere dello stesso avviso. [Torna al Testo]

[2] Tutto il passaggio che segue le parole: Il seguente mistero si trova nel libro di Adamo, fino a: … come quella di Core, è riportato nell’edizione di Mantova in maniera molto diversa e non contiene riferimento alle legioni celesti. [Torna al Testo]

[3] Affermano, infatti, i commentatori che Ruben non era considerato come figlio di Lia, in quanto Giacobbe scambiando Lia per Rachele (Genesi XXIX,24) credeva Ruben figlio di quest’ultima. [Torna al Testo]

[4] Tra parentesi, le diverse edizioni riportano una variante: acyb anmm invece di acyb anyum. Secondo tale versione non sarebbe una parte, di cattivi spiriti a lasciare l’inferno, ma il capo.  [Torna al Testo]

[5] Le edizioni di Sulzbac e di Amsterdam, riportano fra parentesi: jlwac invece di alamc e secondo tale variante non si tratterebbe del lato sinistro, ma del lato dello Še'ol.  [Torna al Testo]

[6] Nella Edizione di Brody, in questo punto, si trova intercalata una nota a margine di Schebibé Nagah, concernente la Legge Orale e quella Tradizionale. In quella di Francoforte, questa stessa nota è posta qualche riga dopo. Da dire che essa è, comunque, completamente estranea al testo.  [Torna al Testo]

[7] Secondo una variante inserita, in tutte le edizioni, fra parentesi, il passo andrebbe letto: le prime sono chiamate Acque superiori ( }yalyu }yym ) e le seconde, Acque inferiori ( }yatt }yym ).  [Torna al Testo]

[8] Una variante fra parentesi, riferita in tutte le edizioni riporta }yubc (settanta), invece di hubc (sette).  [Torna al Testo]