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SAMEKH “La Fine è innestata nel Principio”

Forma La Samekh possiede una forma circolare. Al negativo il cerchio rappresenta uno stato di chiusura mentale, di eccesso di sicurezza nelle proprie idee. Al positivo, la Samekh è un invito a rendere più “circolare” il nostro modo di pensare, diventando più oggettivi, più eclettici, meno campanilisti nei nostri giudizi. Significa imparare il senso di ciclicità della vita, aprirsi al lontano, superando continuamente i vecchi orizzonti, significa aprirsi al trascendente. Il cerchio è anche quello della ruota, strumento di viaggi e d'esplorazione. Nel suo livello più alto, la forma della Samekh rappresenta lo spazio vuoto rimasto nella Luce Infinita dopo lo Tzimtzum (Restrizione), spazio che era di forma circolare. In esso era rimasta un”Impressione” della luce che lo aveva riempito. La Samekh rappresenta la potenza della consapevolezza di scoprire le tracce di quell'impressione”, cioè le prove dell'esistenza di una essenza perfetta, divina, nascosta dietro le apparenze illusorie di questo mondo imperfetto e limitato.

Nome Samekh significa “sostegno”, “appoggio”. Dopo la “caduta” della Nun viene l'appoggio della Samekh. Dice il versetto: “Il Signore sostiene tutti coloro che cadono” (Salmo 144,14). Il cerchio rotola ma non cade. Anche nei momenti più difficili o tragici è possibile contattare una dimensione di appoggio sicuro. Samekh significa anche “pone”, “appoggiare”, specie nel senso dell'imposizione delle mani che conferisce l'ordinazione, il trasferi mento del potere sacerdotale o spirituale da una generazione all'altra.

Numero Sessanta. É il numero di ogni totalità circolare, ogni stato che può garantire sicurezza e protezione, come afferma il Cantico dei Cantici (3,7): “Sessanta prodi la circondano”. La “lei” sottintesa dal versetto è la coscienza del sapiente, dell'illuminato. Essa è costantemente difesa da un cerchio invalicabile, chiamato “una cinta di mura di fuoco”. Inoltre, una certa quantità di una sostanza, se messa in contatto con una quantità sessanta volte superiore di un'altra sostanza, perde la sua individualità e si cancella nella seconda. É dunque il numero della influenza della collettività sul singolo. Sessanta era il numero degli anni di Isacco quando gli nacquero i due gemelli: Giacobbe ed Esaù. Essi rappresentano le due metà del cerchio: quella superiore, destinata a diventare la dimora della santità, e quella inferiore, destinata a cadere preda delle forze dell'oscurità.

 

 

 

AIN “La Luce degli Occhi”

Forma La forma della Ain indica delle radici che entrano in profondità, sino ad unirsi in un ceppo comune. Ciò rappresenta la radice comune di tutte le anime e di tutti i popoli. Tuttavia, risalendo alla superfice, i rami si separano e si sviluppano in direzioni diverse. Inoltre, i due punti in alto raffigurano gli occhi, e le linee convergenti sono i nervi ottici. In Qabalah l'occhio è il simbolo della sapienza, e quindi la Ain è la lettera che più d'ogni altra rappresenta il desiderio di sapienza. Nell'anima umana essa trasmette la forza di proseguire per la strada che porta a tale dono preziosissimo. La forma della Ain ricoda anche quella di una valle, posta tra due ripide pendici. Chi si impegna nella scalata della piramide sociale deve mantenere buoni contatti col fondo valle, o rischia di isolarsi.

Nome Ain significa “occhio”. É l'occhio della percezione oggettiva e profonda, necessario per emettere un giudizio equilibrato. Deve diventare “l'occhio buono”, cioè la capacità di vedere soprattutto bene e positività intorno a sé. È l'occhio dell'anima, che cerca la visione di Dio. É l'occhio di Dio, chiamato “Peqicha”, “Apertura”, in quanto è singolo e non si chiude mai. Ain in ebraico significa anche “sorgente”. Essa è la capacità di entrare nel profondo della realtà, alla ricerca di acque di vita. Le sorgenti si trovano nel fondovalle. Qui c'è un invito a non allontanarsi troppo dalla senzazione del basso e dall'umiltà.

Numero Settanta. È il numero dell'età della vecchiaia. La sapienza vera viene acquisita soltanto nell'età più matura. In essa c'è la forza necessaria per vincere i processi di decadimento intellettuale, di isolamento e progressivo esaurimento dell'energia vitale. La sapienza è la radice della vera vita, e può rendere la vecchiaia la più bella di tutte le età. Settanta è il numero della pluralità collettiva. Esistono settanta nazioni, con settanta lingue diverse. Il nucleo originario di Israele era costituito dai settanta discendenti di Giacobbe che scesero con lui in Egitto. Il Sinedrio aveva settanta membri. Questo numero dunque rappresenta anche la piena capacità di giudizio.

 

Aleph Beth Ghimel Daleth Vaw Zain Cheth Teth Yud Caph

Lamed Mem Nun Samech Ain Phe Tzade Koph Resh Shin Tav