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ALEPH “Unione degli opposti”

É la soglia tra il manifesto e l'inconoscibile. Foneticamente è un soffio appena percettibile, come quello emesso un istante prima d'incominciare a parlare.

Forma: Due punti ed una linea, due Yud ed una Vav. Il punto in alto rappresenta le acque superiori, il fluire della conoscenza pura ed illuminata, che è paragonata all'acqua poiché sa fertilizzare i cuori e le menti di coloro che si aprono a riceverla. Il punto in basso sta per le acque inferiori, il domininio dell'emotività umana, affettiva ed istintuale, coi suoi moti a volte sereni a volte tuibinosi. Le acque inferiori possono essere pure acque di sorgente ma anche torbide acque di paludi, a seconda del grado di sviluppo della personalità. La linea (Vav) che unisce i due punti è il segreto del Firmamento. Agli occhi del miscredente il firmamento è il confine del cosmo, uno schermo che isola il mondo inferiore e lo chiude in una gabbia sigillata, ove domina l'eniropia, la legge dell'aumento inesorabile del disordine. Agli occhi del fedele e del pio invece il firmamento è il canale che concentra, trasforma e trasporta le acque superiori in quelle inferiori, cioè che fa scendere in basso gli insegnamenti della coscienza superiore e cosmica. É anche il canale che fa salire le acque inferiori, purificate dal lavoro su se stessi, dall'ascesi, dallo studio della verità, dalla preghiera.

Nome ALEPH significa “insegnare”, come in: “ALEPHkha Chok/vnah” = “Ti insegnerò la sapienza” (Giobbe 33,33). É la promessa di Dio di insegnarci la sapienza perfetta. ALEPH significa anche Aluf = “Capo”, “campione”. Nella creazione esiste un ordine gerarchico, e Dio (Ahcfo shel olam) possiede l'assoluta sovranità, ed è il controllore e sovrano supremo del cosmo. ALEPH significa anche “armenti”, “moltitudine di mucche”. Ciò ci insegna a riconoscere l'unità che sottende la molteplicità della creazione inferiore, animale. Si tratta di scoprire la scintilla di santità presente anche nel regno del male.

Numero UNO. L'unità assoluta di Dio. ALEPH è la lettera che meglio di ogni alta rappresenta l'unità e l'unicità del principio creatore. ALEPH è anche “l'uno che si conta”, il valore inestimabile dell'individualità e dell'unicità dell'anima umana. Uno è la base e la chiave di ogni alto numero. Un grande maestro, il Baal Shem Tov, ha detto che ogni numero non è altro che la ALEPH che conta se stessa all'infinito.

 

 

BEIT “La Casa della Scelta”

Forma L'archetipo di tutti i recipienti, simbolo dell'origine della capacità ricettiva. Un recipiente chiuso da ire lati (Alto, Basso, Destro) e aperto da un lato (Sinistro), per dare la possibilità al male di esistere, e quindi anche alla libertà di scelta. Indica i due possibili modi di conoscere Dio: quello essoterico (aperto) e quello esoterico (chiuso).

Nome Beh signica “casa” ( la casa dell'universo, la casa della beatitudine (BE OSHER = Permutazione delle sei lettere della parola BERESHJT = "In principio", la prima parola della Torà). L'universo intero è la casa di Dio, e noi siamo i Suoi coinquilini. Beit è la prima lettera della Torà, e questo onore le è stato dato poichè è l'iniziale della parola “hrakha” = “benedizione”, e il mondo deve incominciare con una benedizione. Si riferisce anche al lato femminile dell'anima, alla sua capacità di ricettività e disponibilità.

Numero DUE . Beit è la lettera della dualità, l'origine della pluralità. Il lato negativo, separativo ed isolatore della dualità viene superato quando si riconosce in essa il recipiente destinato a contenere l'unità. Due è il segreto dell'anima dell'essere umano realizzato, seconda solo a Dio. In ebraico NESHAMA = “Anima”, contiene le stesse lettere della parola M!SHNE = “Secondo”. Il numero due si riferisce anche a Dio, che è chiamato “il paradosso di tutti i paradossi”, in quanto esiste in due stati opposti simultanei, sfidando ogni definizione e dogma. Tuttavia la Sua essenza ultima è al di là della dualità.

 

Aleph Beth Ghimel Daleth Vaw Zain Cheth Teth Yud Caph

Lamed Mem Nun Samech Ain Phe Tzade Koph Resh Shin Tav