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KHAF “Corona della Salvezza”

Forma Ricorda quella di una Corona (Keter). È la totalità dell'esistenza trascendente che circonda l'universo fisico; è il campo di forza al di là di stelle e galassie, e di ogni altro corpo celeste, quasars inclusi. Nell'anima rappresenta il trascendente, il supercosciente. In Qabalah è la Luce Avvolgente, quella parte della Luce perfetta degli albori della creazione che non ha trovato posto nei confini del cosmo, e che è rimasta “a distanza”, ad avvolgerci e a proteggerci.

Nome Khaf significa “cucchiaio”, “palmo della mano”. É il nome di uno strumento semicircolare. In Cabalò il cucchiaio è soprattutto lo strumento che serve per raccogliere l'incenso e per offrirlo sull'altare. L'offerta dell'incenso era il centro del servizio del Tempio di Gerusalemme, simbolo del sacrificio più gradito, della preghiera più accettata, dell'ascesa delle proprie passioni e della loro trasformazione in un qualcosa di nobile e profumato. L'incenso contiene il segreto della vita eterna. Kaf significa anche “copricapo”, “cupola”, “corona”. È all'origine della capacità di essere sempre consapevoli della presenza di un qualcosa che ci sovrasta, del trascendente. Kaf inoltre ha il senso di “influenzare”, “forzare”, “costringere”. Se realizziamo la presenza del Divino sopra di noi, ci sentiremo sempre obbligati a scegliere il bene e non il male.

Numero Venti. Giuseppe fu venduto per venti pezzi d'argento. Ciò rappresenta il pericolo di tradire l'aspirazione al Divino, al trascendente, in cambio della luce contenuta all'interno della creazione, dell'immanente. É il rischio di abbandonare la corona della santità per una corona unicamente politica e mondana. 20 è anche il valore del “mezzo sheqel” d'argento che ogni ebreo doveva portare al Tempio una volta all'anno. Questo gli ricordava che egli era soltanto una metà di una realtà, e che aveva bisogno d'incontrarsi con l'altra metà per sentirsi completo (la Kaf è un semicerchio). Nel suo aspetto più elevato 20rappresenta l'unione delle dieci Sephiroth della Luce diretta (dall'alto al basso) con le dieci Seflrot della Luce Ritornante (Dal basso all'alto). É quindi l'unità perfetta dell'alto e del basso.

 

 

 

LAMED “La Torre che vola nell'Aria”

Forma La Lamed è la più alta delle lettere dell'Alef-Beit. Essa è l'origine di ogni aspirazione a liberarsi dalla grossolanità e dalla pesantezza per innalzarsi nelle sfere celesti. Al negativo ciò può limitarsi ad un romanticizzato idealismo, viziato da false pretese emotive; al positivo invece diventa un'ascesi spirituale, compiuta non in modo privato e segreto, ma tramite un mutato atteggiamento nel campo dei rapporti interpersonali. La Lameil è all'origine di ogni forza ascen sionale che ci porta a superare le leggi di gravità e a scoprire la vastità della libertà dello spirito. La sua forma è stata inoltre connessa con la Scala di Giacobbe (Sul/am), la cui base toccava la terra e la cui cima arrivava al cielo, e lungo la quale gli angeli salivano e scendevano. Tutto ciò è un bellissimo simbolo di unificazioni degli opposti. Non a caso la forma della Lamed indica un semicerchio ed una retta.

Nome Lamed vuoi dire sia “insegnare” (lelasned) che “imparare” (lilmod). È innanzi tutto attraverso l'opera dell'intelletto applicato allo studio della verità rivelata che ci si può innalzare. Inoltre, insegnare ed imparare sono la stessa identica cosa. Non si può studiare da soli, ma si impara solo quando si riesce a condividere quanto già studiato. E con questi termini non ci si riferisce ad una sola attività razionale, poichè la parola LAMED forma l'acrostico “Lei' Mevin Da'at = Cuore che Comprende la Conoscenza”. La conoscenza della Lamed è dunque quella del cuore, che unifica emozione ed intelletto. Lamed è la forza che fa scendere l'erudizione dalla testa al centro del cuore, colorandola della giusta tonalità emotiva. In tal modo la frattura mente- sentimento, tipica della nostra società, viene sanata. La conoscenza della Lamed è “da'at”, termine usato anche per descrivere il rapporto sessuale tra marito e moglie. La Lamed dunque ha molto a che fare con l'unione maschile-femminile.

Numero Trenta è il numero della forza, senza la quale la “torre non potrebbe volare”. Trenta è l'età in cui una persona incomincia ad avere peso socialmente, e la Lamed rappresenta l'entrata piena ed oggettiva nella rete dei rapporti sociali più complessi. 30 è anche YJI-IEH SARA, la terza persona singolare del futuro del verbo essere. È la promessa che la personalità sta realizzando le potenzialità mostrate nella giovinezza, e in futuro farà ancora meglio.

 

Aleph Beth Ghimel Daleth Vaw Zain Cheth Teth Yud Caph

Lamed Mem Nun Samech Ain Phe Tzade Koph Resh Shin Tav