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"I Rivestimenti dell''Anima"

Forma Le tre linee costituenti la Hey rappresentano le tre dimensioni dello spazio: altezza, larghezza, profondità. É la nascita di un idea nel mondo fisico, la sua entrata nel campo tridimensionale. É la lettera dell'auto espressione, della volontà di rivelare e rivelarsi. L'anima non può venir conosciuta se non indossa dei rivestimenti. I suoi tre rivestimenti più importanti sono: pensiero, parola, azione, le tre linee della hey. La Hey nella consapevolezza umana è la forza che la spinge a nascere e a rinascere, a manifestarsi nell'immanenza del mondo esterno, ad attualizzare le sue qualità nascoste.

Nome Hey è un grido di pena (Ho!), quello della nascita fisica. É il dolore dell'anima, che è una goccia di infinito, quando alla nascita si accorge di essere scesa nelle ristrettezze del corpo, con tutti i suoi bisogni fisici. É anche il dolore del distacco da grembo materno per entrare nel mondo dell'oggettività e dell'indipendenza. Ma Hey è anche un'esclamazione di sorpresa piacevole, la scoperta inaspettata di un qualcosa di buono. É la gioia dell'esistenza libera ed indipendente, della realizzazione dei talenti individuali. Infine Hey è H!NE = “Ecco!”, la scoperta della presenza salvifica di Dio anche nel mondo fisico e nelle contraddizioni della storia. Qui la Hey diventa la lettera della rinascita nel mondo spirituale.

Numero Cinque. É il numero della forza dell'autoespressione (la quinta casa in astrologia). Si riferisce anche alla capacità di parlare. É l'età in cui si incomincia a studiare l'Alef-Beit, la chiave per comprendere l'intera Torà, che ha infatti cinque libri.
É un numen ambivalente, poichè può esser connesso con le cinque dita della mano sinistra, che rappresenta le forze del giudizio e della severità, ma anche con quelle della mano destra, quella dell'amore e della compassione.

Cinque è anche il numero dei livelli nei quali si può esprimere l'anima: Nefesh (Anima animale), Ruach (Spirito o anima libera), Ncshamoiz (Anima superiore); Chaiah (Anima cosmica), Yechidah (Anima divina).

 

 

 

VAV “Estensione ed Unificazione"

Forma La Vav assomiglia ad un pilastro, uno dei dodici pilastri principali, incaricati di sostene re la realtà fisica, vincendo la sua tendenza alla disgregazione. La Vav convoglia quindi l'idea di forza e stabilità, e quella della verticalità essendo una colonna che unisce cielo e terra. Essa suggerisce anche la figura di una persona eretta, o meglio, della colonna vertebrale, lungo la quale discende il seme umano, dal cervello all'organo sessuale. La Vav è infatti la lettera della fertilità considerata come l'estendersi della vita umana.  É la lettera dell'unificazione, considerata come l'incontro armonico degli opposti maschili e femminili. Nel suo senso più alto la Vav è il Pilastro centrale dell'Albero della Vita, chiamato anche Il “Sentiero d'Oro". É infatti la via più diretta verso l'unione con la sorgente di tutta la vita.

Nome Pur essendo una linea diritta, paradossalmente “Vav” in ebraico significa “gancio”. Ogni elemento costituente la realtà possiede dei ganci che lo connettono con ogni altra parte o dettaglio. Al negativo ciò indica un eccesso di possessività della personalità, che si aggrappa agli altri. Al positivo invece è la capacità in noi di stabilire rapporti durevoli, gli uni con gli altri. La Vav quindi è la fase stessa del Tiqqun o “Rettificazione”, nella quale si supera la separatività tipica della creazione, intessendo una rete di legami e di scambi.

Numero Sei. I Sei giorni della creazione. È il numero dell'estendersi graduale di una idea astratta nello spazio e nel tempo. È il numero dell'attività e del lavoro necessari per acquisire controllo creativo sulle dimensioni fisiche. Sei è anche il numero delle emozioni fondamentali dell'essere umano, chiamate: Amore, Timore Compassione, Sicurezza, Semplicità, Verità. Esse sono chiamate “misure”, in quanto la Vav, il cui aspetto ricorda quello di un asta per misurare, è la lettera che ci dà la capacità di valutare esattamente dove ci troviamo nella nostra scala di sviluppo, misurando oggettivamente la nostra emotività: fino a che punto siamo in grado di amare, oppure fino a che punto siamo ancora schiavi delle emozioni negative.

 

 

Aleph Beth Ghimel Daleth Vaw Zain Cheth Teth Yud Caph

Lamed Mem Nun Samech Ain Phe Tzade Koph Resh Shin Tav