di Nadav Crivelli

Ogni lettera dell'Alef-Beit ebraico è un vettore d'energia che agisce in modo triplice: tramite la sua forma, nome, valore numerico.

Unico tra tutti gli alfabeti del mondo, quello ebraico riunisce in sé una serie di insegnamenti profondi ed ineguagliabili, racchiusi nella triade: suono, forma, numero. Ogni lettera ha infatti un nome, che ha diversi significati compiuti nella lingua ebraica. Ad esempio, Alef significa "insegnare”, Beit significa “casa”, ecc.

Questi nomi convogliano direttive ed insegnamenti di vario tipo. Inoltre, lo stesso suono della lettera ha un grande potere “mantrico”, se cantato o intonato in particolari esercizi di meditazione.

La forma delle lettere agisce in modo sublimale sulla vista di chi la osserva o la visualizza, oltre a suggerire particolari associazioni simboliche, capaci di arricchire la sua sfera d'azione spirituale e psichica. Infine ogni lettera ha un valore numerico, dall'uno al quattrocento e ciò permette di identificare con precisione la natura e l'identità dei numeri e il loro influsso numerologico.

In definitiva le lettere dell'Alef-Beit agiscono sulla più importante triade cognitiva umana: Vista (forma della lettera), Udito (nome e suono della lettera), Intelletto (valore numerico). In Qabalah queste tre facoltà sono note col nome di Chokh,nah (Sapienza - Vista), Binah (Intelligenza - Udito), Da'at (Conoscenza - Intelletto).

Si tratta delle tre Sephiroth superiori dell'Albero della Vita e la loro unificazione è lo scopo dell'evoluzione umana e super-umana. A tale unificazione si riferisce il versetto:
la corda triplice non si spezzerà facilmente
che promette l'eternità assoluta della consapevolezza che sarà riuscita ad invecciare insieme a quelle tre funzioni fondamentali.

Lo studio dell'Alef-Beit ebraico è un esercizio altamente mistico, possibile a chiunque ricerchi con sincerità ed umiltà lo sviluppo della sua parte spirituale, per giungere ad una maggior unione con la Sorgente di ogni bene. Studiare cabalisticamente l'Alef-Beit non significa imparare il lessico o la grammatica ebraica, ma fare amicizia con le lettere, una per una, imparando a riconoscere la loro forma, nome e numero, aprendosi agli infiniti messaggi ed insegnamenti che esse hanno da darci.

Ci sono molte tecniche che permettono di dare più forza ed efficacia alla meditazione sulle lettere, ma il loro insegnamento è strettamente limitato al rapporto diretto tra maestro e discepolo. Più semplicemente, è molto utile interiorizzare prima i significati di ogni lettera. Ciò che segue è una succinta analisi delle 22 lettere, della loro forma, nome e numero, e degli insegnamenti principali ivi contenuti.

Si tenga presente, che al contrario di quanto affermano gli archeologi, la forma attuale delle lettere dell'Alef-Beit non è l'evoluzione di un alfabeto arcaico, ma è quella che aveva fin dai suoi inizi, la forma concepita dallo stesso pensiero di Dio e presente già sulle Tavolette che Mosé ricevette sul Sinai. Tale forma, per via del suo valore altamente esoterico, fu tenuta gelosamente nascosta per più di mille anni, e al suo posto vennero usate altre figure convenzionali (quelle ritrovate dagli archeologi). Solo dopo il ritorno dall'esilio di Babilonia, ai tempi di Ezra e di Nehemia, i maestri ritennero che era giunto il momento di rivelare la vera forma delle lettere, onde aumentare la discesa di influssi spirituali in un mondo sempre più malato e sempre più bisognoso d'aiuto. Per un motivo analogo, oggi si possono rivelare insegnamenti cabalistici da sempre custoditi nel segreto.

Dobbiamo inoltre mettere in guardia da false opinioni di esoteristi che si sono auto-dichiarati "cabalisti” senza nemmeno sapere l'ebraico! Secondo costoro, le lettere dell'Alef-Beit sarebbero derivate dai geroglifici egiziani o dagli alfabeti assiro-babilonesi. Sono supposizioni del tutto infondate e devianti, incapaci di spiegare il miracolo del sopravvivere della lingua ebraica nei millenni, mentre tutte le altre lingue o sono morte o si sono modificate al punto di non poter più venir riconosciute.

La verità e la vitalità nella tradizione biblica sono interindipendenti. Il Dio della Bibbia è il Dio dei viventi, non dei morti. La lingua ebraica si è mantenuta fedele a se stessa nei millenni ed è tutt'oggi parlata e studiata da milioni di ebrei e di amici d'Israele in ogni parte del mondo. Non c'è mai stato un momento nella storia in cui tale lingua non sia stata nota, studiata, amata, parlata. Nessun altro linguaggio, sacro o profano, esoterico o no, può dire questo di se stesso! Se la lingua ebraica, Dio proibisca, non fosse stato altro che un'imitazione di altre lingue antiche (spesso citate con tono esotico e misterioso da pseudo-esoteristi che nascondono la loro ignoranza dietro un velo di presunto mistero) avrebbe già da tempo fatto la loro fine, svanendo nella polvere del deserto!

Auguriamo a tutti buon studio, specie se riuscirete a liberarvi da eventuali opinioni preconcetti, per scoprire la novità di quanto verrà detto.

 

Aleph Beth Ghimel Daleth Vaw Zain Cheth Teth Yud Caph

Lamed Mem Nun Samech Ain Phe Tzade Koph Resh Shin Tav