Frutto del fascino esercitato nel diciottesimo e nel diciannovesimo secolo dalla tragedia dei Templari e dai nobili ideali degli ordini cavallereschi più famosi su molti fratelli sono le teorie cavalleresche, ufficialmente introdotte nel corpus dell’Istituzione dal chevalier Ramsay con il suo già citato Discourse,e generatrici di higher degrees tuttora fiorenti, appaiono oggi senz’altro abbandonate da una storiografia massonica minimamente rigorosa, anche se non mancano convinti assertori dell’intreccio tra templari e massoni, la cui prova indicano nei disegni e nelle incisioni contenute nella bellissima cappella di Rosslyn di proprietà dei St Clair, nobili scozzesi nella cui genealogia troviamo tanto i primi quanto i secondi.
Appare di un certo interesse, tuttavia, un approfondimento legato al revival templare avvenuto nel diciottesimo e diciannovesimo secolo.
Se in ambito libero muratorio l’esempio più noto è la Stretta osservanza templare, di larghissimo successo fino alla sua evoluzione, dopo il convento di Wilhelmsbad, nel Rito scozzese rettificato, non può tacere sul curioso fenomeno di riorganizzazione, anche al di fuori delle logge, dell’ordine del Tempio. Furono proprio tre liberi muratori di una loggia cavalleresca parigina a realizzare concretamente il progetto.
“Nel momento particolarmente convulso della storia massonica costituito dagli anni della Rivoluzione francese, non tutti sono d'accordo sull'assunto (più tardi pacifico nelle obbedienze e nei riti massonici maggioritari) secondo cui il complesso dei gradi templari costituisce solo una parte del sistema massonico e deve rimanere subordinato alla massoneria nel suo insieme. In una loggia parigina, quella dei Cavalieri della Croce, si comincia a sostenere che non è affatto così. Se la leggenda templare è vera, se le corporazioni britanniche dei liberi muratori sono "interessanti" solo in quanto al loro interno dal secolo XIV sono nascosti gli eredi dell'Ordine del Tempio, ne consegue che l'Ordine del Tempio è precedente alla massoneria, e che dunque devono essere le organizzazioni massoniche a subordinarsi a quelle (neo)templari e non viceversa. L'origine di questa controversia risale a un avventuriero attivo negli anni della Rivoluzione francese, l'ex seminarista Bernard-Raymond Fabré-Palaprat (1773-1838), che nel 1804 dichiara di avere scoperto - insieme con i suoi fratelli della citata loggia dei Cavalieri della Croce - documenti che proverebbero una successione ininterrotta di "Gran Maestri" templari clandestini dalla soppressione del 1307 fino al 1792 (l'anno in cui sarebbe morto, massacrato a Versailles dai giacobini, l'ultimo Gran Maestro "nascosto", il duca Louis Hercule-Timoléon de Cossé-Brissac). I Cavalieri della Croce dichiarano che un documento, asseritamente ritrovato nel cassetto di un mobile del duca, autorizza la loggia a procedere all'elezione di un nuovo Gran Maestro una volta passata la tempesta rivoluzionaria. Così, nel 1805, la loggia nomina Fabré-Palaprat Gran Maestro (inizialmente "provvisorio") e ricostruisce l'Ordine del Tempio. L'idea di un Ordine del Tempio autonomo (indipendente cioè - a differenza dei gradi templari - dalla massoneria) piace, ed interessa lo stesso Napoleone Bonaparte (1769-1821) che autorizza una solenne cerimonia nel 1808”.
L’Ordine del Tempio, con ogni probabilità rifondato - e non riscoperto - nel 1804 dal Fabre-Palaprat, continua ad esistere, con alterne fortune, ed in modo avventuroso, anche oggi. Per assurdo, dunque, se l’epopea dei templari viene interpretata nelle logge massoniche in senso allegorico e morale, sono stati dei fratelli ad aver ricreato, due secoli fa,l’Ordine neotemplare più longevo in assoluto.