Il presente lavoro ha, mediante una ricostruzione delle fonti il più possibile meticolosa, coniugata alla proposizione di una teoria che non sembra del tutto campata in aria, - e questo, scrivendo di Massoneria, appare già un discreto successo - tentato di lumeggiare gli angoli bui che tuttora sussistono nella storia dell’Ordine.

L’impostazione seguita, come più volte si è rimarcato, è stata essoterica e non esoterica, tuttavia alcuni rimandi, alcuni accenni, al simbolismo muratorio ed all’esoterismo massonico fanno capolino in quest’opera.

Si tratta, sia chiaro, di distrazioni volute: il rischio di cadere nell’aridità, trattando certi temi, è forte, e determinati richiami servono a rammentare che il cuore della Libera Muratorìa, che è una società iniziatica, è e sarà sempre l’esoterismo.

Ho grande rispetto per quei fratelli che vedono la nostra antica Confraternita come una generosa associazione di volontariato, - forti dell’importanza decisiva che in essa è data alla Carità -, o magari come una scuola di laicità [1], memori del ruolo da essa svolto nel nostro Paese per l’affermazione dell’indipendenza e per la fine del potere temporale dei Papi. Tale rispetto, tuttavia, non può esimermi dall’esprimere a riguardo il mio dissenso.

La Massoneria è un Ordine di tipo tradizionale, in cui è proibito parlare di politica e di religione; giova ripeterlo, perché quando nei Templi quei fratelli così coinvolti negli accadimenti del loro tempo, dimenticano i Landmarks e le Costituzioni, lì sta l’origine della nostra decadenza come società di iniziati, o peggio della nostra rovina.

Dappoichè la trattazione volge al termine, tirare le fila degli argomenti illustrati può essere utile.

Per farlo, una volta ricostruita la storia delle origini della Fratellanza fino all’introduzione del Terzo Grado e dell’Arco Reale, richiamo alla mente di chi legge la nozione stessa di Libera Muratorìa.

La definizione del che cosa sia la Libera Muratorìa, che nei secoli ha trovato maggior fortuna è senza dubbio la seguente: “un peculiare sistema di morale, velato da allegorie ed illustrato da simboli [2]; in apparenza, una definizione perfetta.

In apparenza. In realtà in questa definizione vi è un errore macroscopico, sopravvissuto a secoli di meccanica ripetizione di una formula così accettabile da essere condivisa da tutti.

Il simbolo, per sua intima natura, non illustra alcunché, anzi. Il suo fine manifesto è celare agli occhi dei profani il proprio vero significato, evocandolo nei cuori e nelle menti dei veri iniziati.

La celebre frase che riassume il what is del nostro Ordine va pertanto riformulata in altro modo: “un peculiare sistema di morale, velato da allegorie ed evocato da simboli”.

Analizzando nuovamente questo periodo, che ha già subito una preliminare modifica, balza all’occhio un concetto: la Muratorìa è innanzitutto un peculiare sistema di morale. É la verità. L’educazione massonica -che ha triplice valenza: spirituale, sociale e tradizionale -, le cui pietre di confine sono gli antichi Landmarks, rappresenta giustamente qualcosa di cui andare orgogliosi.

In un’era di disorientamento culturale, di desertificazione valoriale, non è un caso che l’età media di chi entra in Massoneria diminuisca [3] anno dopo anno: il metodo massonico appare una pietra solida alla quale ancorarsi in tempi di burrasca, e di questo si può e si deve andar fieri.

Nonostante ciò, un approccio esclusivamente etico-morale, appare inadeguato a contenere in sé l’essenza della Libera Muratorìa.

Per tale ragione la definizione poc’anzi riprodotta, non è soltanto imprecisa nel merito, è soprattutto insufficiente.

Insufficiente a contenere quel quid che rende la nostra Istituzione una società di iniziati, i quali vivono sì secondo un’etica fortificata nei nostri Templi, ma lo fanno, una volta giunti alla Maestria, recando dentro di sé la forza incrollabile di Hiram Abif, - caduto per non venir meno al suo impegno di lealtà, per non tradire la parola data -, uomini nel mondo ma non del mondo.

Colui che si rialza dal sepolcro riaprendo gli occhi, vede la realtà come la pellicola di un film che viene riprodotta, ed alla quale riservare un’attenzione misurata ma non più smodata, ormai certo che il suo vivere da quel giorno in poi sarà diverso, diverso per sempre.

É per questo che il fratello  Giacomo Casanova, definiva il segreto massonico per sua natura incomunicabile: chi l’ha appreso non lo rivelerà neppure al suo fratello di Loggia più caro, poiché così deve essere, e fintanto che questi non avrà penetrato il vero significato del Terzo Grado, il velo invisibile che gli è posto  sugli occhi permarrà.

Quando infine il Maestro diverrà Hiram dentro di sé, non limitandosi ad impersonificarlo una volta nella sua vita, allora squarcerà le tenebre che lo circondano, principierà a vedere davvero, quasi fosse la prima volta.

Infine, esaltato dall’esperienza mistica della scoperta del nome segreto dell’Altissimo ricevuta nel Sacro Arco Reale, si sentirà completo, eleverà i suoi occhi “a quella splendente Stella del Mattino, il cui sorgere porta pace e salvezza a tutti i fedeli ed ubbidienti membri della stirpe umana”, e brillerà anch’egli, di una Luce invincibile, per l’eternità.

 

Roma, anno massonico 6007, ebraico 5767, di grazia dell’era cristiana 2007.

 

 

[1] Che la situazione dell’Italia sia a riguardo peculiare, non vi è alcun dubbio. La coabitazione del Presidente di turno di una Repubblica aconfessionale e del Capo del più piccolo Stato sovrano del mondo, il Vaticano, il quale è al tempo stesso il leader religioso di un miliardo di cattolici nel mondo è in determinati frangenti piuttosto complicata. Ma non è sufficiente l’esistenza di una situazione pur complessa a farci dimenticare quali sono i compiti propri della nostra Istituzione, e quali non lo sono.

[2] Rinvio alla spiegazione che, anche in riferimento alla natura della Fratellanza ed ai suoi fini caritatevoli e morali dà Nigel Beaven, nel suo La pratica di ogni virtù morale e sociale, in De Hominis Dignitate, n. 6 , 2007.

[3] L’età media diminuisce al punto che in Inghilterra è esploso il fenomeno delle University Lodges, ovvero Logge composte prevalentemente da studenti universitari. La Gran Loggia Unita d’Inghilterra ha intelligentemente sostenuto la diffusione di queste Logge (già presenti ad Oxford, Cambridge, Sheffield, Birmingham), che stanno dando nuovo lustro alla Massoneria regolare, mediante una policy che consente di non pagare le quote di Gran Loggia a coloro i quali ne fanno parte.

 

Indice della sezione

Premessa - Le Teorie Mistico Religiose - Le Teorie Cavalleresche - Le Teorie Operative -

Le Teorie Politiche - Primo Scisma e riforma della Massoneria - Secondo Scisma e nascita degli Antients -

Costituzioni a confronto - Introduzione del Terzo Grado - L'Arco Reale - Considerazioni conclusive -