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|  | Riforma della Massoneria Secondo parte della storiografia massonica, non sempre attendibile , i gradi dell’antica Brotherood preesistente alla Gran Loggia di Londra, erano sette. Pertanto, le violazioni agli usi ed alle Costituzioni storiche e legittime dell’antichissima Fratellanza, innumerevoli. Queste le principali, riportate in un lavoro già pubblicato da un fratello, e che mi limito a trascrivere: di aver ridotto a due (Apprendista e Maestro) gli antichi gradi operativi, che erano sette; di aver iniziato un Apprendista senza il noviziato di sette anni, od al minimo cinque, passandolo al grado di Compagno un mese dopo; di aver soppresso due dei tre Maestri che dirigevano la Loggia, contentandosi per la carica di Sorvegliante di semplici Compagni; di aver cambiato l'orientazione della Loggia, mettendo il Venerabile all'Oriente, mentre la tradizione operativa lo metteva all'Occidente; di avere (ma solo nel 1730) introdotto il grado di Maestro Massone con il rituale della morte di Hiram, che gli operativi non conoscevano affatto e che sembrava loro un rituale necromantico; di aver introdotto il grado di Ex-Venerabile, di cui non si vedeva l'utilità, facendo inoltre ombra all'autorità del Secondo Maestro, ossia il Primo Sorvegliante.
Dei rilievi riportati, mi sento di condividere soltanto, in quanto pienamente provabile, la critica concernente l’introduzione “arbitraria” del grado di Maestro, sulla quale ritornerò a breve. Storicamente sembra invece accertato che non già sette, ma piuttosto soltanto due fossero invece i gradi dell’antica Fratellanza.Se le critiche mosse ad Anderson e Desaguliers di aver stravolto la Craft originaria erano molteplici, ma anche discutibili, l’accusa di aver attuato uno scisma in piena regola, costituendo ex novo una Gran Loggia nel 1717, può oggi essere valutata come una semplice constatazione dei fatti. L’ira dei massoni dell’antica Fratellanza, che si spinse al punto da dare alle fiamme le Costituzioni storiche e gli archivi, pur di non consegnarli nelle mani di coloro che erano ritenuti dei mistificatori della Brotherhood, era causata dal fatto che essi vedevano stravolgere una corporazione che aveva funzionato egregiamente a tutela dei diritti e dei privilegi dei muratori, con regole semplici per gente semplice, e sulla base di valori solidamente cristiani, e finanche cattolici, più che graditi ai seguaci degli Stuart, speculativi, che operavano all’interno di essa . Non per caso Guenon e De Maistre, musulmano il primo e cattolico il secondo, - da punti di osservazione decisamente differenti - hanno sempre visto nella nascita della Muratorìa andersoniana una frattura con la Tradizione. Opinioni rispettabili, ma che non possono spingerci ad ignorare la realtà: la riforma della massoneria era la conseguenza diretta della Riforma protestante, mi si perdoni il gioco di parole, e della necessità di consolidare la nuova dinastia Orange e la nuova classe dirigente whig, pacificare il Regno, rendere alleata un’Istituzione fedele ad una dinastia ora in esilio, gli Stuart. Ma la nuova Gran Loggia rappresentò anche un sogno ad occhi aperti, un’utopia concretata, la “religione nella quale tutti gli uomini convengono” di Anderson una formidabile intuizione , che diede alla Libera Muratorìa il ruolo nella storia dell’umanità che essa ha assunto, superando barriere di classe e di religione plurisecolari. La Fratellanza interna, esistente già dal 1686 e che da tempo si era affiancata alla Craft operativa, era dunque apparentemente uscita sconfitta nello scontro con i riformatori, ma il tempo ha dato ragione a quest’ultima: non soltanto è in essa che la Muratorìa speculativa ha le sue reali radici, ma il blando deismo di Anderson, che intendeva mettere da parte il misticismo che la animava, è stato definitivamente sconfitto all’atto della nascita della Gran Loggia Unita d’Inghilterra, e della sua decisa opzione teista. Per comprendere fino in fondo quanto innovative fossero le idee alla base della nuova Gran Loggia, condivise o meno, si pensi soltanto al fatto che il primo Gran Maestro, Sayer , era un borghese, non un nobile. Nel 1717, ciò significava da un lato che il nuovo Ordine era visto dalle classi più agiate con diffidenza, dall’altro che però nelle Logge nulla doveva contare il censo e la ricchezza, e questa sì era una rivoluzione culturale, figlia tanto dell’illuminismo quanto del cristianesimo riformato e della sua teologia basata sul concetto di Chiesa assembleare e democratica. Lo scisma, dunque, ebbe successo, ma l’allontanamento dei fautori della nuova Fratellanza da alcuni costumi della vecchia, non fu accettato passivamente .Oltre alla distruzione delle vecchie Costituzioni, numerosi operativi si fecero iniziare nelle Logge, fermamente intenzionati a riaffermare il carattere cristiano della Craft. In particolare, questo fenomeno riguardò gli immigrati di origine irlandese, che peraltro erano anche di religione cattolica, il che accentuava l’ostilità della nuova elite protestante al potere anche nella Gran Loggia; i problemi non tardarono. Agli irlandesi ed agli scozzesi sempre più spesso veniva rifiutata l’iniziazione, e simili comportamenti, erano inaccettabili. Parallelamente, l’introduzione del Terzo Grado, inizialmente visto dai fratelli più devoti alla religione cristiana -cattolica o protestante in questo caso non contava - come una sorta di psicodramma a sfondo occultistico e dunque da ripudiare, non facilitava l’integrazione, anzi. I “vecchi” operativi, poi, semplicemente non comprendevano come quelle che erano da sempre definite Logge di San Giovanni, le loro Logge, fossero ormai divenute qualcos’altro. Del resto, però, comprendevano bene che le ultime vestigia del Mestiere erano così sopravvissute alla decadenza che già da tempo aveva colpito la Craft, falcidiata economicamente, e numericamente, dalla decisione del Sovrano dell’epoca di consentire ai muratori che giungevano a Londra di lavorare senza più iscriversi alla Company of Masons e dunque senza versare la fee prevista. | 
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