Zohar Foglio 244b - 254b

(pag. 277 - 293 IV Volume)

 

[... 244b] Rabbi Shimon disse: una tradizione c'informa che gli Heikhaloth celesti, luoghi in cui si manifesta la gloria del Santo, baruk ha-shem, sono di due specie. Ve ne sono alcuni in cui domina la parola, ed altri in cui istruisce il dominio, l'intenzione.

Quelli superiori sono della seconda categoria, giacché hanno lo scopo di manifestare la Gloria dell'alto nell'alto, fino all'Infinito, luogo in cui si trova l'Essenza di tutte le intenzioni e di tutti i pensieri e in cui non c'è alcuna parola.

Considerate quanto si è detto a proposito di questi Palazzi, vale a dire, essere disposti in maniera tale, che gli inferiori sono legati ai superiori. Riflettete, quando Mosè pregò per Israele, recitò una lunga preghiera, mentre per sua sorella ne declamò una breve (Numeri XII,13): "Dio, guariscila!" e nulla più. Lui, era il capo della casa e vi comandava, [245a] per cui non aveva necessità di una lunga preghiera, due parole erano, per lui, sufficienti. Lo scopo di tutti gli Heikhaloth celesti è quello di conservare la Shekhinah in questo mondo inferiore.

Rabbi Shimon sollevandosi dichiarò: Felice la tua sorte Adamo, elevato fra tutte le creature del mondo, perché il Santo, baruk ha-shem, ti pose sopra di tutte, e t'introdusse nel Paradiso, preparandoti sette dimore in cui procurarti le delizie superiori. Così com'è scritto (Salmi XXVII,4) "... per vedere le delizie di Dio e frequentare i suoi Heikhaloth".

Le "delizie di Dio" sono i sette Palazzi in alto; "i suoi Heikhaloth", i sette firmamenti in basso. Queste sette dimore superiori costituivano un diadema che t'incoronava mentre passeggiavi nel Giardino dell'Eden. Ed eri un essere perfetto, fin quando non ti lasciasti sedurre dal cattivo serpente, e cacciato dall'Eden, portasti la morte sulla terra. Abbandonasti le delizie celesti, lasciandoti trascinare nelle basse passioni chiamate "veleno del serpente". Abramo il Pio, venne e rettificò il mondo riconducendolo nella Fede sacra, ristabilendo, così, l'unione fra i cieli in alto e quelli in basso.

Il primo Palazzo è la sede della Fede, è là il Principio del mistero della Fede; ed è grazie a questo Hekhal che i veri profeti ebbero, come in uno specchio senza macchie, le loro chiare visioni. Tale è il senso delle parole: "In principio in cui il Signore parla ad Osea...". Queste parole significano che Dio accordò ad Osea il primo grado della visione.

Nel dominio del demonio esiste un Palazzo analogo, di cui diremo in seguito, da cui ci si guarda bene dall'addentrarvisi, perché insudicia tutti coloro che soltanto vi si avvicinano, come accadde a Noè, per esempio, che entrandovi si ubriacò (confuse). La prostituta che Dio raccomandò ad Osea sottintende questo Palazzo; perché Dio esigeva che il Profeta vi entrasse prima di salire in quello superiore corrispondente.

Un angelo di nome Tahariel vigila sulla porta di quest'edificio sacro; esso rassomiglia ad un fuoco, come del resto anche tutti gli altri capi ed angeli che, salendo in tale Hekhal, recano nelle loro mani fasci di fiamme.

Gli "Arconti" di questo Palazzo portano il nome di [245b] "Maestri d'occhi". Quando un'anima è degna, entra in questo luogo, altrimenti respinta è afferrata da un'infinità di legioni che la scaraventano nello Schéol in cui è punita per un periodo di dodici mesi.

Il custode della porta di questo Hekhal lascia entrare, sia le preghiere della "Comunità", come pure, se però recitate in maniera conveniente, quelle di un singolo uomo. La preghiera inadeguata viene, invece, raccolta e conservata da un altro spirito, posto in un cielo inferiore, chiamato Sahadiel. Se l'uomo che l'ha recitata, in seguito fa penitenza, anche questa si emenda, e, se pur tardivamente, risalirà fin presso il Re sacro, ma se l'uomo non si ravvedrà mai, la sua preghiera sarà gettata al demonio.

Sopra di questa porta, ne esiste un'altra, custodita dallo stesso Santo, baruk ha-shem, essa si apre tre volte il giorno [1], ed è riservata alle lacrime dei penitenti che vi sono raccolte; e mentre tutte le porte del cielo vengono chiuse, questa non lo è mai. Un angelo di nome Rahmiel collocato su di una ruota sostenuta da seicento possenti Hayoth, raccoglie queste lacrime modellandone una corona.

Le lacrime versate in basso, per la distruzione del Tempio, sono sempre custodite, come anche quelle piante in alto; poiché anche là se ne versarono per questo infausto evento, infatti, è scritto (Isaia XXXIII,7): "Gli angeli hanno sofferto di fuori, e quelli di pace hanno pianto amaramente". Queste lacrime sono mescolate con quelle che si versano per la morte di un giusto o di un pio; ma in avvenire (Isaia XXV,8): "Dio asciugherà le lacrime su ogni volto", in altre parole, quelle piante in alto, e "affrancherà il disonore del suo popolo".

Tra gli altri, è presente, in questo Hekhal, uno spirito chiamato Satoutria, il quale diffonde luci in tutte le direzioni, proprio come le faville emanate da un lume [246a]. Le anime che giungono dal settimo Palazzo sono accolte da questo spirito, il quale bada a quelle maschili, che emanano dal lato destro, mentre un altro, chiamato Adiria Sanoughia Sanighia si cura di quelle femminili, che provengono da quello sinistro.

Le anime ritornando dal mondo inferiore, si ritrovano in questo Hekhal, e quelle maschili s'uniscono nuovamente con le femminili, e quando ciò avviene si producono delle scintille che si propagano in tutte le direzioni. Sono queste faville a generare le ruote di cui si parla nella visione di Ezechiele. Si trovano sotto la direzione di un Hayà chiamato Bazaq, il quale origina un firmamento che si estende sopra della testa dei Cheroubim.

Bazaq è incaricato al vaglio delle preghiere e dei meriti acquisiti grazie lo studio, notturno, della Legge. All'alba, esso, fissa queste preghiere e tali studi al firmamento chiamato "Libro dei Ricordi", in cui sono librate anche le stelle, la luna e gli altri corpi celesti, infatti, è riferito (Malachia III,16): "E fece scrivere nel libro dei ricordi".

Quattro ruote celesti, poste sopra dodici colonne, sono dirette da altrettante guide: Ahaniel, Qedoumiel, Malkhiel, Jahadounhi, le quali custodiscono, nelle loro mani, le chiavi del nome sacro. Questi quattro angeli sono, infatti, rivelati dalle lettere del nome [246b] Adonaï custodito da Sandalphon, capo dei carri, mentre Bazaq conserva i monogrammi del nome sacro Jéhovah.

Jahadounhi, rivelato dall'unione di questi due nomi sacri, si trova ugualmente in tale Palazzo, ed è uno spirito originato dall'aggregazione di altri due soffi, così come avviene per il colore che si evidenzia nella rifrazione dei raggi solari quando questi dardeggiano sull'acqua; compartecipa, in altre parole, di entrambi i lati, ai quali serve da tratto di unione per completare il Nome sacro. Al centro di questo Hekhal s'erge una Colonna chiamata Adrahaniel, la quale introduce al secondo Palazzo e vi trasferisce le preghiere.

Il secondo Palazzo, più misterioso del primo; è il soggiorno della Fede. Ha tre porte custodite da un angelo di nome Ourphaniel il quale regna sulle tre direzioni: il Sud, il Nord, e l'Est.

Suoi sottoposti sono due capi, incaricati di ricevere le anime degli uomini giustiziati in seguito di sentenza emessa da un Tribunale, o uccisi dai gentili. Questi due "Arconti" celesti, imprimono i volti di simili infelici sul loro abito di fuoco, mostrandoli, in seguito, al Signore, il quale li affilia tra i perseguitati dai popoli pagani. Ourphaniel ha una coppa colma di luce e di vita, che offre agli afflitti, chiamata "Coppa di Consolazione"[247a].

Come il lato santo ha degli Heikhaloth, dei capi, degli spiriti e degli angeli preposti al bene, anche quello impuro possiede dei Palazzi, delle guide, e dei principi immateriali preposti al male. Ad un lato corrisponde esattamente l'altro: lo spirito del male collima con quello del bene.

Questo secondo Palazzo porta il nome di "Luce splendete" (Zohar), giacché lo spirito Ourphaniel vi diffonde una luce delineata dalla combinazione tra quella che scende dall'alto e quella del basso. É per questo bagliore il riferimento della parola Haschmal, nella visione di Ezechiele; tale lemma indica l'angelo Ourphaniel.

Quando un'anima giunge in questo Hekhal, una guida, incaricata alla custodia delle vesti degli angeli e chiamata Tzadeqiel, la riceve accompagnandola dinanzi ad Ourphaniel, il quale decide dell'abito più consono, subordinandolo alle opere compiute in questo mondo inferiore. In seguito è condotta presso il fiume di fuoco, nel quale tutte devono immergersi per essere purificate. A volte accade che immergendosi, in questo fiume, qualche anima vi bruci completamente e non ne esca più. Se è meritevole riemerge, e, rivestita del proprio abito, è consegnata al grande sacerdote Michaël, che l'offre in olocausto all'Antico dei Giorni, alla cui presenza soggiornerà per l'eternità. Beata l'anima giudicata degna di un simile favore!

L'unione dei due spiriti [Tzadeqiel e Ourphaniel] genera i Seraphïm dalle sei ali, i quali reggono il mondo e santificano il Signore tre [247b] volte il giorno. Sono particolarmente severi nei loro giudizi; tanto che la più piccola mancanza di un giusto, viene, da questi, immediatamente contestata come una grave colpa, come quella, per esempio, di farsi servire da un uomo che ha studiato le sei serie della Mischnah.

Sopra questi Seraphïm, dal volto d'aquila, c'è un Hayà chiamato Saphiel, il quale custodisce tutte le chiavi della Saggezza. É lui che reclama a Dio la ricompensa per tutti quelli che s'applicano allo studio della Legge sacra. Infatti, è proporzionatamente al grado del sapere conseguito dall'anima in questo mondo inferiore che, essa, è ricompensata in alto. Questi Seraphïm, hanno il compito di distruggere quelli tra loro che, generati dal cattivo serpente causa della morte di ogni cosa nel mondo, hanno aspetto di ofidi.

Sopra Saphiel, quattro ruote sono allineate verso le quattro direzioni del mondo. Quella posta verso oriente si chiama Hniel, la ruota rivolta verso il Nord Quarschiel, Ezriel quella a Sud e quella girata verso Ovest, Aniel.

Da questo Hekhal discende il dono della profezia, accordato ad ognuno secondo il proprio grado di conoscenza. Ad uno è donata la chiara visione, all'altro una confusa, ad un altro ancora una visione in sogno [248a]: ma nessun profeta non ebbe mai immagini tanto nitide, quanto Mosè, il quale attingeva direttamente alla sorgente stessa.

Il terzo Palazzo, più luminoso dei due precedenti, ha quattro porte aperte sulle direzioni del mondo, e un custode su ciascuna di loro. Sulla prima porta si trova Maliel, il quale, preposto ai decreti emanati dal Tribunale del Re, legge prima di consegnarli ai propri sottoposti. Ha come vassalli due amanuensi, uno a destra, chiamato Schamschiel, l'altro a sinistra, di nome Qemovel.

Fin quando le sentenze rimangono nelle sue mani, sono ancora passibili di modifica e di abrogazione; ma dal momento in cui giungono ai reggenti del primo Palazzo, i castighi sentenziati divengono ineluttabili. Questi sovrani li trasmettono, infatti, senza indugio a Sangadiel, capo "dell'altro lato" quello impuro del rigore, il quale sosta presso la porta del primo Hekhal, attorniato da molte legioni, attendendovi solo di ricevere un decreto per eseguirlo celermente senza pietà. Considerato il suo zelo [248b], Dio incarica, però, un "Arconte" di conservare le sentenze, per un certo tempo, prima di rimetterle a quelli del primo Hekhal; questa prima porta volge verso il lato Sud.

La seconda, che apre invece verso Oriente, è la signora della vita e della morte, perché è da là che le sentenze pertinenti sono promulgate. Essa è custodita da Gazriel, il quale ha due aiutanti, Sanouria e Adiel; uno per i decreti di vita, l'altro per quelli di morte. Rimane chiusa tutti i giorni della settimana, aprendosi, soltanto, il dì dello Shabath e il primo di ogni mese. Nel giorno del Grande Perdono [2], invece, rimane sbarrata fino alla preghiera dei vespri, poi, si apre, e Sanouria e Adiel, si dispongono sui suoi lati, tenendo nelle mani il primo i decreti di vita l'altro quelli di morte.

Dalla terza porta, posta a Nord, procedono le malattie, le sofferenze e la povertà. Quando è chiusa alla preghiera di un uomo, la malattia, la sofferenza e la povertà, lo opprimeranno fin quando non farà penitenza. É custodita da Qaphziel il quale ha, come sottoposto, un rettore di nome Iriel, incaricato di comunicare ad Ascora, un capo del lato impuro, la sorte degli uomini condannati alla malattia o alla povertà.

É Ascora che fa' ammalare i ragazzi di età inferiore ai tredici anni, mentre, quelli d'età superiore e fino ai venti, sono soggetti al potere di Aghirison, il soffio tentatore che nasce dallo stesso "Serpente", artefice della morte in tutto il mondo. Dopo i venti anni, la sorte dell'uomo è delegata al Serpente stesso, chiamato Angelo Sterminatore ; però, mentre gli spiriti incaricati di colpire i bambini [249a], s'interessano esclusivamente a quelli di cui hanno ricevuto autorizzazione, e non ad altri; il Serpente colpisce, a volte, anche senza approvazione, infatti è scritto (Proverbi XIII,23): " E vi sono degli uomini che scompaiono senza giudizio". Questo è il motivo per cui, a volte, l'Angelo Sterminatore è indicato, persino, come: "Molto buono", infatti, sopprimendo un uomo prima che questo pecchi, gli impedisce di degenerare.

La quarta porta, che apre verso Occidente, configura la casa delle guarigioni. Un soffio di nome Padiel la custodisce.

É da là che si dispensano tutte le guarigioni nel mondo, ed in cui ascendono le suppliche di tutti gli ammalati e di tutti i sofferenti, ed è proprio Padiel, chiamato anche "Angelo difensore fra mille" perché circondato da dieci centinaia di suoi simili, a far salire queste implorazioni a Dio.

Le anime riconosciute degne, entrano per quest'uscio e sono radunate da uno spirito di nome Zahariel, nato dal seme sacro che, chiamato "Luce", cola come olio dal mondo superiore. É scritto, infatti: "Ho preparato la luce al mio unto".

Le anime, prima d'immergersi nel "fiume di fuoco", sono unte da Adiel ed in seguito offerte in olocausto. Considerato che il seme dell'alto è composto di tre colori, ne deriva che la luce filtrata da questa porta, è il prodotto dell'unione di questi tre colori. Da lei scaturiscono, poi, i ventidue raggi, che corrispondono alle ventidue lettere dell'alfabeto con cui sono segnate le anime.

Questi raggi [249b] generano un santo Hayà, chiamato Athiel, che ha insieme sembianze di leone e d'aquila. Sopra questo Hayà, vi sono quattro ruote governate da altrettanti angeli, dotati ognuno di otto ali, e chiamati: Hadiel, Jahadriel, Ahadourir, e Asimonah, sono i reggenti della guerra. Giammai guerra fu dichiarata qui in basso senza che le stelle o gli altri corpi celesti, preposti alla custodia delle nazioni belligeranti, non lo avessero fatto a loro volta.

Dal terzo Palazzo del lato oscuro si manifestano due spiriti: Aph e Hemà, i quali generano, a loro volta, tutti quei principi immateriali impuri che, percorrendo il mondo, si prodigano a corrompere gli uomini distogliendoli dalla via della verità, ostinandosi in particolar modo, con la persona che si prepara a compiere una buona azione. Quaranta di loro, si attivano per far pronunciare all'uomo parole sconce ed oscene.

Un simile individuo è bandito per quaranta giorni, durante i quali la sua preghiera è rifiutata, mentre una voce, echeggiando in tutti i cieli, dichiara: guardatevi da quel tale, esso è messo al bando per aver pronunciato parole oscene, segnando, così, la sua anima. Anche durante il sonno, la sua anima, essendogli sbarrate le porte del cielo, non s'eleva in alto. Ci protegga Dio da un simile uomo!

La ruota che gira intorno a questi quaranta spiriti, si spinge nel suo movimento fino alla regione chiamata (II Re XVI,28): "Tha ha-Zatzim", luogo in cui si radunano gli angeli chiamati Haschmalim, i quali muniti di armi, difendono Israele [250a] dai popoli pagani.

Da qua il nome ha-Zatzim, che significa appunto correre; infatti, su questa ruota si affrettano numerose legioni, le quali a volte si presentano come portatrici di gioia, altre volte di tristezza. Proprio come i corridori di Assuérus (Ester III,15), i quali recavano messaggi a Suse, a volte fausti a volte infausti.

In questo Palazzo turbinano dodici ruote dirette da alcuni Seraphïm di duplice colore: bianco e rosso, in altre parole, di Clemenza e di Rigore. Felice il destino di chi riesce a far giungere la propria preghiera fino a questo Palazzo; poiché da qua si trasfonde al quarto, dove compare dinanzi allo stesso Santo, sia lodato il suo nome.

La Scrittura indica la magia con il nome di Haber, che significa anche amico; infatti, l'uomo che la pratica richiama uno spirito impuro, il quale, proprio come fa un compagno, gli si attacca, però questo amico ben presto si muta in nemico; depauperandolo delle benedizioni e causandone la morte. Anche nel lato santo esiste un amico, che colma l'uomo di benefici sia in questo sia nel mondo a venire. Quest'amico, è il capo degli angeli [250b] chiamati Erelim, i quali censiscono le buone opere e le intenzioni degli uomini; rammentano, nei luoghi superiori, sia i viaggi intrapresi per una pia causa, sia gli onori resi ai trapassati; ricordano, infine, le azioni riprovevoli che si aveva in intenzione di compiere ma, dominando lo spirito tentatore, ci si è astenuti dall'eseguire.

Il primo giorno dell'anno sedendo nel suo tribunale, Dio osserva attraverso le finestre del cielo, da dove giunge la Clemenza in questo mondo. 

(Salmi LXXXIX,16) "Fortunato il popolo che sa suonare lo Shophar" [251a], perché è il suo suono, emesso proprio nel primo giorno dell'anno, a frantumare il Rigore. Il capo custode delle finestre del cielo, chiamato Ichiriel, lascia salire nella casa della preghiera in alto, le voci di tutti quelli toccati da compassione per l'indigenza dei poveri.

Il quarto Hekhal serve per il giudizio fausto e infausto; vi si deliberano, infatti, le ricompense per i Giusti e le punizioni per i colpevoli. Esso si articola in quattro strutture diverse, ma tutte indicate con lo stesso nome del Palazzo. É custodito da uno spirito chiamato Zacouth-El, che è poi anche il nome dello stesso Hekhal, mentre le quattro strutture sono protette da altrettanti angeli; ; due incaricati di accordare ricompense ai Giusti, gli altri di infliggere punizioni ai colpevoli.

Il primo degli spiriti incaricati alle ricompense, chiamato Zacouth, è segnato dalle tre lettere yud, Hé, vav. Quando queste tre lettere s'uniscono [251b], proprio come fa' l'uomo con la donna, gli imprimono il sigillo menzionato [Quello costituito dai tre monogrammi del Nome sacro]. Questo Palazzo ha quattro porte: la prima è presidiata dal capo Gazriel, il quale comunica le decisioni celesti al sottoposto Sansania. Alcuni spiriti, che a volte odono la sua voce, si affrettano qui in basso per comunicare agli uomini i decreti dell'alto; missione che generalmente eseguono in sogno, per cui si tratta d'accadimenti che matureranno in breve tempo. Queste visioni, a volte, sono necessarie ai re di questo basso mondo, incaricati di guidare e amministrare i popoli. Del resto, solo fin quando vissero in Israele i Profeti, fu il vaticinio a fare da guida agli uomini; oggi sono le visioni in sogno che vi ovviano.

Presso questa porta sostano anche gli "angeli custodi", alcuni dei quali sono incaricati di proteggere gli uomini, vegliare su di loro preservandoli dalle aggressioni del demonio e da qualsiasi accidente, altri, invece, sono delegati a favorire quanti decidono di convertirsi. Il demonio ha, ugualmente, spiriti preposti [252a] a trascinare nel sudiciume, chi decide di conformarsi al lato impuro.

Presso la seconda porta, posto sul lato destro, si trova Dahariel; comandato di far entrare tutte le buone azioni degli uomini. Nella terza, sul suo lato sinistro, c'è Gadiel, incaricato, invece, di far salire i peccati e le cattive opere degli umani. Sulla quarta il capo Mazuia, custodisce la bilancia, sui cui piatti sono pesate le azioni degli uomini. Ognuno dei due piatti è sorvegliato da un angelo.

Mazuia ha quaranta giorni per procedere alla pesa, per cui le preghiere che l'uomo innalza al cielo, sono prese in considerazione soltanto dopo tale periodo, ; e soltanto se la sua condotta sarà stata dabbene, la bilancia penderà in proprio favore e le suppliche esaudite, altrimenti non saranno prese in considerazione. Di sotto a lui, [252b] sulle quattro direzioni del mondo, sono altrettanti Seraphïm di fuoco: Saraphel, Baraquel, Qarischiel e Qadoumia. Quando essi si muovono, proiettano fasci di luce che attivano le settantadue ruote da cui sgorga il "fiume di fuoco". Innumerevoli scintillii che, da questo, si propagano, sono diffusi a profusione da migliaia di angeli, tanto che ogni uomo ne riceve una parte, ma proporzionalmente al proprio modo di sedere in tavola.

Nel quarto Palazzo si decide su ogni cosa, eccettuato quanto concerne i figli, i mezzi di sussistenza e la qualità della vita, poiché queste sono situazioni che dipendono dal "destino". Vi sono giudicati anche i malati, e se vi si delibera che uno debba guarire [253a], riceve la forza vitale dal mondo in alto.

Il quinto Hekhal illumina quelli inferiori ed è a sua volta reso luminoso dalla Fede. Ha una sola porta custodita da Synigouria, il quale petisce, dinanzi al Signore, in favore degli uomini sottraendoli, così, all'influenza dell'altro lato. Qua si trova anche uno spirito, generato dall'unione di altri quattro, chiamato Souria, il quale manifesta quattro colori: bianco, nero, giallo e rosso. É alla testa di altri suoi simili e si trova nelle grazie del Signore, tanto che tutti i misteri dell'alto gli sono confidati. É chiamato anche "Amore", ed è per tale motivo che questo Hekhal si chiama anche "Palazzo dell'amore". Dalla distruzione del Tempio, nessun'anima vi è più entrata, e quando quelle che vi si trovano saranno, fino alle ultime, tutte discese sulla terra, il Re Messia verrà e realizzerà l'unione del Palazzo superiore [il settimo Hekhal] con quello inferiore [il primo Palazzo], tra El e Shaddaï.

Da qua emana la luce che, a causa del proprio mulinare in ogni direzione, è chiamata "Spada Turbinante" [253b]. Quando la fame imperversa sulla terra, è questo Palazzo che, aprendo la sua porta, fa discendere il nutrimento agli uomini. Il reggente prepostovi, ha alle sue dipendenze migliaia di angeli, alcuni dei quali chiamati "Uva", altri "Datteri", altri ancora "Fichi" ecc... tutti incaricati di petire la causa degli uomini.

Il sesto Palazzo è chiamato "Hekhal della Clemenza", perché è il luogo in cui si raccolgono le preghiere e le invocazioni degli uomini. Ha sei porte, di cui quattro aperte sulle direzioni del mondo, una quinta verso l'alto e l'ultima verso il basso. Raziel [3] è il custode di queste porte, custodia che estende anche su tutti i misteri superiori, quelli che, in altre parole, sono trasmessi soltanto da bocca ad orecchio, ed esclusivamente nel momento in cui i gradi celesti s'uniscono e si fondono. Questi misteri non saranno mai divulgati! Soltanto nel momento in cui si aprono le porte di questo Hekhal, tutti gli spiriti e tutte le legioni degli angeli comprendono che il tempo della Clemenza è giunto.

Sul lato sud di quest'edificio si distingue una gran luce che ricopre tutto il mondo; è Michaël, il grande difensore di Israele. Ogni volta che "l'altro lato" proferisce una requisitoria contro Israele, questi immediatamente, ne assume la difesa, patrocinandolo, così, dalle accuse del suo nemico. Al tempo della distruzione di Gerusalemme, la colpevolezza di Israele era così grave che l'arringa di Michaël non fu in grado di prevalere sulla requisitoria del demonio.

Sul lato nord del Palazzo si distingue un'altra luce, è Gabriel che porta insieme, mali e rimedi ; mentre quella che si scorge sull'ala di Est, è Raphaël il quale reca riparo per tutti i mali. Infine, la luce del lato ovest è Nariel, sintesi delle tre precedenti. Ognuna di queste quattro luci, [254b] cui corrispondono i quattro elementi del mondo inferiore, si parcellizza in innumerevoli raggi minori, e ognuno, qui in basso, ne riceve conformemente alla propria condotta di vita.

Gli Zelatori, i Profeti, i Maestri della Legge ricevano la luce da questo Hekhal, e benché essa sia unica, non è percepita, però, dagli uomini... identica. Se il canale, tramite il quale questa luce scende qui in basso e in cui scorre, è terso, anche la luminosità giungerà pura; ma se, al contrario, è ostruito di terra, questa scenderà torbida. Ciò motiva quanto si diceva prima: come una luce unica possa apparire diversa a soggetti differenti. Infatti, uno vi trova la gioia, un altro la tristezza, uno la vita e un altro ancora la morte, uno il bene, un altro il male, uno il Paradiso l'altro l'inferno. Questo Hekhal è la quintessenza di tutti gli altri.

Stranamente, a questo punto, lo Zohar interrompe l'esposizione e riprende la descrizione del primo Hekhal; la traduzione nelle pagine che seguono.

 

 

Indice

foglio 38a - 39b foglio 39b - 40b foglio 41a - 41b foglio 42a - 45b (1)

foglio 42a - 45b (2) foglio 244b - 269a (1) foglio 244b - 269a (2)

foglio 257a - 257b

 

Torna ad indice Sepher ha-Zohar