LE SEPHIROTH NETZÂ E HOD

 

La settima Sephirâ si chiama Vittoria o Trionfo e sembra scaturire come l’effetto naturale dell'irraggiamento della Bellezza. L'ottava Sephirâ si chiama Gloria od Onore (Eliphas Lévi dice Eternità). Tra l'onore e la gloria corre la stessa differenza che passa tra la vittoria ed il trionfo; sia la Vittoria sia la Gloria rappresentano il possesso di un bene, il Trionfo e l'Onore manifestano questo possesso. La Vittoria e la Gloria derivano entrambe dalla Bellezza e la esprimono in rapporto ai domini di loro competenza; l'una e l'altra né emanano distintamente; La gloria, infatti, può irradiare direttamente dalla bellezza senza la necessità di affermare la propria potenza con una vittoria. La gloria, tuttavia, ha una sua ragione d'essere in ciò che indica come il potere di vincere, perciò la vittoria si trova implicitamente elargita dalla gloria. La vittoria, al contrario, non presuppone la gloria ma soltanto la forza e qui costatiamo come la forza assoluta emani dalla matrice che sa temperare la Grazia e il Rigore, nella sovrana potenza della Misericordia. La forza suprema è, dunque, quella che sa insieme aiutare e, nello stesso tempo, farsi ammirare.

Netzâ e Hod sono chiamate anche le colonne del Tempio Jakin e Boaz, le quali, secondo le opere di Knorr, indicano: la prima l’affermazione e la seconda il vigore (diremo il consolidamento). Nel corpo dell'uomo sephirotico Netzâ e Hod costituiscono le cosce; esse, come le colonne, sono dei supporti ma anche delle articolazioni, dei compassi. Sembra, quindi, che è proprio in queste due Sephiroth che bisogna ricercare i principi dello Spazio e del Tempo, della Creazione e dell’Evoluzione, dell'azione e della resistenza. Le cosce sono le prime giunture dell'arto che sostiene e che fa muovere. Ora, mentre una gamba sostiene il corpo, l'altra lo fa avanzare, così la Vittoria si alterna con il piacere della vittoria, vale a dire la Gloria. La Gloria si veicola quando la Vittoria è conseguita e non prima. La Sephirâ Hod, che esprime le aspirazioni dell'inferiore verso il superiore, corrisponde a questa celebrazione della Vittoria che è poi l'Onore.

La Vittoria ha il carattere d’unità concentrata sotto forma dinamica: essa separa, frantuma, divide, soltanto per sottomettere la diversità all'unità del potere. L'Onore, al contrario, ha qualche cosa di più dispersivo, è certamente la concentrazione dell'ammirazione di tutti verso un solo oggetto, ma qui l'unità procede da un concorso, ha, in altre parole, per origine una pluralità. La Vittoria presenta, quindi, un carattere attivo e maschile, l'Onore, un carattere passivo e femminile. Queste due Sephiroth sono opposte l'una all'altra come la percussione all’eco, o come la Produzione alla Propagazione. Saranno questi i due poteri concentrati a garantire il Fondamento.