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Abbiamo visto le concezioni profonde che si liberano dal pensiero di Cordovero sulle considerazioni puramente speculative della Qabalah. Questa tendenza, che si presta alla concezione filosofica dell'essere, sarà molto meno accentuata nello sforzo originale e costruttivo di Luria. Le sue idee sono di ordine molto più pratico. Egli non è più il metafisico inquieto che, a forza di meditare e di interrogare l'insondabile, il trascendente, giunge a poco a poco a sollevare il velo dei misteri: è il visionario che crede di avere già penetrato i loro arcani e adesso aspira solo a vivere in questo mondo soprasensibile, ad agire, a compiere atti sorprendenti. Per questo, Luria non ha scritto: egli assomiglia così a tutti coloro che hanno compiuto grandi azioni nel mondo: Gesù, Socrate, ecc.

Seguiamo le tracce significative di questo iniziatore il cui interesse psicologico è considerevole.

Isaac Luria Levi, soprannominato Ari (Leone), nacque a Gerusalemme nel 1534 e morì a Safed il 5 agosto 1572. Discendeva da una famiglia ebrea tedesca. Nell'infanzia perse il padre e fu ospitato dallo zio, molto ricco, Mordekhai Francis, che gli fece studiare il Talmud e la Qabalah. Fu un allievo brillante negli studi rabbinici. Sposò sua cugina all'età di quindici anni. Allo studio arido e austero del Talmud, che acuisce lo spirito, preferì i sogni e perfino le divagazioni del misticismo. Si sentì particolarmente attratto dallo Zohar, che la stampa diffondeva dappertutto. Era sinceramente convinto che quest'opera fosse l'opera autentica di Simeon ben Yochai e contenesse rivelazioni divine. Talora, nel fervore della sua immaginazione, credeva di vedere di fronte a sé il profeta Elia, il rivelatore per eccellenza dei misteri, e i maestri dell'antichità, Rabbi Akiba, Rabbi Simeon ben Yochai stesso ecc., con cui si intratteneva.

A venti anni lascia la giovane moglie e va a condurre vita eremitica in un luogo solitario sulle rive del Nilo. Durante sette anni di solitudine, vide la sua famiglia solo il Sabato, parlando solo in ebraico e dicendo solo l'indispensabile. Finì così col perdersi nel sogno e negli accessi di estasi.

Nel 1569, Luria tornò in Palestina e, dopo un breve soggiorno a Gerusalemme, andò ad abitare definitivamente a Safed, già celebre per i suoi cabalisti e in particolare per la fiorente scuola di Cordovero. Luria fu dapprima un discepolo di quest'ultimo e non tardò a farsi conoscere. Dopo la morte di Cordovero, riuscì a riunire attorno a sé degli adepti entusiasti per divulgare la sua dottrina. Questa dottrina, che si confondeva con quella di Cordovero, tendeva a stabilire una nuova base per il sistema morale del mondo. I discepoli si dividevano in due classi: i novizi, ai quali egli spiegava gli elementi fondamentali della Qabalah, e gli iniziati, depositari del suo insegnamento segreto e delle sue formule di invocazione e di scongiuro. Il più iniziato e il più favorito di tutti fu Chayim Vital di Calabria (15431620), più anziano del maestro, il cui padre era emigrato dall'Italia in Palestina. Questo Chayim Vital, mistico ardente e irrequieto, aveva una conoscenza superficiale del Talmud e della Qabalah, ma era dotato di una immaginazione fervida e si interessava appassionatamente a tutto ciò che era eccentrico. Quando Luria venne a Safed, Chayim Vital abbandonò l'alchimia, a cui per due anni e mezzo aveva chiesto il segreto della fabbricazione dell'oro, per le divagazioni della Qabalah. Insieme, i due mistici si recavano in luoghi isolati e si attardavano presso le tombe. Luria si intratteneva con l'anima di Simeon ben Yochai e di altri famosi dottori. Egli incaricava il suo discepolo preferito di evocare gli spiriti con formule che gli insegnava e che consistevano in certe trasposizioni delle lettere del nome di Dio.

Prima di essersi legato a Vital, Luria era poco conosciuto. Il prestigio della scuola di Cordovero dominava ancora nella cerchia cabalistica. Vital, abilissimo, faceva molto chiasso attorno al nome di Luria: vantava la sua intelligenza straordinaria e il suo dono di rivelazioni favorite da Dio. Così Luria si accattivò numerosi partigiani fedeli, che si separarono, con le loro famiglie, dalla comunità principale e formarono un gruppo distinto, cosa che provocò la creazione di una nuova setta ebraica per quel che concerne i riti e le cerimonie religiose. Il Sabato, Luria si vestiva di bianco per ricordare il colore delle anime pure e si copriva di 4 abiti in onore delle 4 lettere di cui si compone il nome di Dio. Con le sue rivelazioni e il suo insegnamento, Luria cercava, in definitiva, di diffondere la credenza “di essere il Messia discendente di Joseph, precursore del Messia uscito dalla razza di David”. Tuttavia ne parlava ai suoi discepoli solo misteriosamente, ma era del tutto convinto che l'epoca messianica era cominciata con la seconda metà del secondo millennio (a partire dalla distruzione dei tempio di Gerusalemme), ossia l'anno 1568.

Abbiamo detto che Luria non ha scritto nulla o perlomeno assai poco. Il suo sistema cabalistico ci è rivelato per esteso da Chayim Vital, che ha potuto riunire le note dell'insegnamento che egli dava ai suoi discepoli. Queste note sono state l'oggetto di molte opere, in particolare Etz Chayim, in sei volumi. Questo libro, copiato solo in un certo numero di esemplari, circolò solo fra i discepoli ed era proibito diffonderlo all'estero sotto pena di scomunica. Così questi scritti restarono per un certo periodo in Palestina. Essi passarono tuttavia in Europa e furono pubblicati a Zolkiev nel 1772 da Satanow. In quest'opera erano esposte insieme la Qabalah speculativa e soprattutto la Qabalah pratica che è il fondo originale di Luria.

Luria considerava lo Zohar come un sistema filosofico completo, che presenta un'unità perfetta nelle sue diverse parti concatenate in modo logico. Il suo pensiero speculativo non sembra differire molto da quello di Cordovero e di altri teologi della Qabalah. Si distingue notevolmente nella definizione delle Sephiroth e nella teoria degli agenti intermediari chiamati parzufim ( da pròsopon, volti). Egli dimostrò come, secondo lo Zohar, Dio ha creato il mondo con l'aiuto dei numeri (Sephiroth), come la divinità si è rivelata sotto forme materiali o come si è ripiegata su se stessa per far uscire il finito dall'infinito. La sua teoria della creazione è molto confusa. L'idea relativa alla penetrazione della luce attraverso i dieci cerchi (Sephiroth) o i dieci vasi (kelim) dinamici, che racchiudono un punto centrale di spazio vuoto, non sembra chiara; egualmente per quel che riguarda l'idea della trasformazione delle Sephiroth in “volti”(parzufim) per le emanazioni successive. Queste trasformazioni avevano lo scopo di estendere il compito della luce infinita solo alle tre prime Sephiroth considerate come pura sostanza (1). La prima Sephirà Kether diveniva l'esistenza potenziale di tre teste del Macroprosopom (Erek Anfin); la seconda Sephirà Chokhmah diveniva il principio attivo del maschio chiamato “Padre”(Abba); la terza diveniva il principio passivo della femmina chiamata “Madre”(Imma). Le sei Sephiroth infrante (vasi spezzati nel senso dinamico e in quello astratto) erano considerate come “Figlio”(Zachar), capace di produrre il principio attivo del maschio e il principio passivo della femmina. La decima Sephirà Malkhuth era considerata come “Figlia”(Bat).

Luria dichiara che Dio creò questi cinque volti in luogo delle Sephiroth, perché al principio della creazione il bene e il male non esistevano ancora. Questi volti si trovano in ognuno dei quattro mondi (emanazione, creazione, formazione, azione) che rappresentano l'universo materiale.

Il sistema psicologico di Luria è fondato sulla Qabalah pratica, inseparabile tuttavia dalla sua dottrina metafisica. Egli pensava che le cinque anime: Neshamah, Ruach, Nefesh, Chayyah, Yechidah, emanassero dai cinque “volti”di cui abbiamo parlato. La prima anima è la più alta e l'ultima la più bassa. Appoggiandosi così sullo Zohar, egli pretendeva che le anime “rappresentassero la stretta alleanza del finito con l'infinito. Tutte le anime chiamate ad apparire in questo mondo, sono state create contemporaneamente ad Adamo, ma emanano da forme o da organi più o meno nobili a seconda della distinzione che devono ricevere”. Il cervello, gli occhi, le orecchie, le mani, i piedi hanno la loro anima speciale. Ognuna di queste anime è una “emanazione”o una scintilla (nisus) di Adamo. Ma in seguito al peccato originale, il bene e il male, ossia le anime superiori e le inferiori, si sono frammisti, così che gli esseri più puri portano oggi in sé un elemento cattivo, o sono coperti da una “scorza”(kelipà). Il mondo tornerà completamente buono solo quando le conseguenze del peccato originale saranno scomparse (2); in altre parole, quando il bene e il male saranno stati nuovamente separati. “Le più cattive anime del serbatoio sono state riservate ai pagani mentre le migliori sono passate nel popolo ebreo”; tuttavia “né i pagani sono completamente cattivi, né gli Ebrei sono completamente buoni”. La situazione morale tornerà quella che era prima del peccato originale solo con l'arrivo del Messia. E affinché questo grandioso avvenimento possa attuarsi, è necessario che le anime, soprattutto quelle degli Israeliti “passino per diversi corpi di uomini e di animali e talora vivano addirittura nei fiumi, nei boschi e nelle pietre”. Qui la dottrina della metempsicosi forma il centro del sistema di Luria. Tutte le anime, quali che siano le persone in cui sono state incorporate, anche quelle degli uomini pii, sono condannate a passare per altri corpi, perché Luria pensa che attualmente nessun uomo fa sempre il bene e, di conseguenza, nessuna anima è in grado di essere perfetta.

Come si possono far scomparire al più presto le conseguenze funeste del peccato originale? Il mezzo che Luria preconizza è forse la parte più originale della sua teoria: è l'associazione delle anime. Un'anima, anche purificata, che ha trascurato di compiere qui in basso “qualche dovere religioso, è costretta a scendere nuovamente dal cielo per associarsi all'anima di un vivente e riparare le sue omissioni”. Inoltre, a volte, le anime di uomini pii e giusti tornano sulla terra con l'intenzione di sostenere altre anime incerte e aiutarle a perfezionarsi. Queste associazioni (gilgul) avvengono solo fra anime parenti, ossia originarie dello stesso organo o della stessa scintilla adamica. In questo senso, le anime omogenee possono esercitare un'azione reciproca l'una sull'altra; mentre le anime eterogenee si respingono a vicenda. Da questa teoria risulta che la dispersione di Israele fra gli altri popoli è capace di salvare il mondo: le anime purificate dei pii Israeliti si uniscono alle anime di altri credenti per renderle più perfette.

Accanto alla trasmigrazione e all'associazione delle anime, Luria distingue il loro sesso. Le anime femmine possono abitare talvolta in corpi maschi e viceversa. Il matrimonio è armonico se la coppia che si unisce ha anime che si confanno. I loro figli saranno virtuosi. Altrimenti vivranno in cattivo accordo e la loro posterità si condurrà male. Notiamo che questa teoria fu funesta per certi adepti. Molti cabalisti ripudiavano le loro mogli alla minima difficoltà col pretesto che vi era un errore nella loro unione. Abbandonavano così la moglie e i figli e si sposavano più volte, senza occuparsi dei figli ottenuti da queste unioni successive.

Luria si vantava di possedere il segreto per evocare gli spiriti buoni e costringerli ad entrare di nuovo nel corpo dei viventi e a rivelare “quello che sapevano dell'aldilà”. Era convinto che il possesso di questo segreto gli assicurasse il potere di condurre “il regno del Messia e di ristabilire l'ordine nel mondo”. Del resto, come abbiamo detto, “credeva di avere lui stesso l'anima del Messia e si diceva incaricato di liberare il suo popolo”. Questo mistico, molto portato al sogno e all'estasi, vedeva dappertutto spiriti e ascoltava le loro voci, nel mormorio dell'acqua, nello stormire degli alberi, nel gorgheggiare degli uccelli e nello scoppiettare del fuoco. Vedeva “le anime staccarsi dal corpo al momento della morte e slanciarsi verso l'alto”; le vedeva anche uscire dalle tombe. Questo grande evocatore di spiriti, familiare con le tombe, viveva nel passato. Come abbiamo detto aveva frequenti colloqui con personaggi biblici e talmudici, e in particolare con Simeon ben Yochai, il preteso autore dello Zohar.

Più pratico che teorico, più portato all'applicazione delle formule sotto forme diverse (macerazioni, digiuni, ecc.), Luria diede nascita a varie scuole o sette mistiche, soprattutto a quelle della Polonia. In questo senso la posizione di Luria è molto diversa da quella di Cordovero. Non tanto l'universo, preso nell'insieme dal punto di vista metafisico, lo preoccupa, quanto l'uomo, meta suprema dei suoi orientamenti mistici. Nella speculazione relativa all'assoluto, alla divinità pura di Cordovero, l'uomo non sembra avere nessuna parte. Per Luria è il contrario: l'uomo non è solo un prodotto della divinità ma ne fa parte. Questo “microcosmo”è in rapporto immediato con tutto ciò che è di ordine trascendente. Il meccanismo prodigioso dell'armonia universale può dipendere dalla sua volontà. Per questo Luria preconizzò, nel dominio pratico della preghiera, delle kavvanoth (intenzioni, concentrazioni di spirito) per stabilire una corrispondenza intima tra l'Essere supremo e l'uomo.

Luria ha introdotto tutto un sistema mistico nei riti religiosi. Ogni parola, ogni sillaba delle preghiere prescritte nascondevano dei nomi di Dio. Il Sabato occupava il rango sicuramente più importante: tutto aveva il suo significato in questo giorno, le preghiere, la mensa, il minimo gesto. La giornata del Sabato era esaltata come la “fidanzata mistica”e si celebrava il suo arrivo con canti. Luria stabilì un secondo giorno di espiazione, lo Hoshanà Rabbà, il settimo giorno della festa dei Tabernacoli, che era un giorno di gioia. Lo stesso Joseph Caro, nel suo codice religioso Shulchan 'Arukh, non osò dare un senso mistico a questo giorno. In breve, vennero ordinate e codificate nuove cerimonie mistiche sotto il nome di Luria, lo Shulchan 'Arukh shel Ari.

Le idee di Luria, talora male applicate nel campo talmudico e nell' interpretazione della Qabalah, fecero un torto enorme alla vita religiosa degli Ebrei. Vedremo fra poco le sette che possono fare appello a questa dottrina. Le usanze (minhagim) prescritte da Luria, secondo l'osservazione di Graètz, a chi non è portato alle tendenze mistiche, si offrono al riso e inseriscono il ridicolo nelle cose più sante e più elevate.

Le stravaganti fantasie di Isaac Luria e le sue idee relative all'origine delle anime, alla metempsicosi, all'associazione delle anime, alla taumaturgia e alla credenza nella venuta del Messia non cessarono di turbare gli spiriti e di sviare i cuori. “I giovani leoncelli”, titolo dato ai discepoli di Luria, si dedicavano con molto zelo a divulgare leggende di carattere straordinario (3) e magico sul loro maestro.

Essi vedevano in lui il simbolo integrale della divinità, come più tardi per lo pseudo Messia Sabbatai Zevi. Per più di cinquant'anni (1572-1620), fino alla sua morte, Chayim Vital, il principale agente della propaganda lurianista, esercitò un dominio assoluto sulle anime credule della Palestina e delle regioni vicine. Israel Saruk diffuse le idee di Luria in Italia e in Olanda.

L'influenza di Luria sembra essere decisiva su molti distinti cabalisti: essi hanno potuto ispirarsi direttamente o indirettamente alla sua dottrina grazie all'intensa propaganda dei suoi discepoli zelanti e devoti.

Manasse ben Israel, maestro di Spinoza alla scuola del Talmud Torah, amico del pittore Rembrandt, uomo coraggioso che intraprese il difficile compito di dissipare i pregiudizi degli Inglesi contro gli Ebrei, si dava con ardore allo studio della Qabalah. Nel suo libro Speranza di Israele, opera scritta sotto l'impressione delle atrocità dell'Inquisizione, si trova egualmente, un po' alla maniera di Luria, la preparazione degli spiriti alla prossima venuta del Messia.

Mosè ben Mordechai Zacuto, abbreviato in Rmz (nato verso il 1635 e morto a Mantova nell'ottobre del 1697), condiscepolo di Spinoza, che fin dall'infanzia tendeva al misticismo, adottò la dottrina di Luria, alla quale fu iniziato da Beniamin ha-Choen allievo di Chayim Vital. Questo celebre cabalista non mancava certo di talento poetico. Compose quarantasette poesie liturgiche di carattere essenzialmente mistico. É anche autore di molte opere fra cui Iggerot ha-Remez, relativo alle lettere cabalistiche.

Ebbe una grande influenza insieme a un altro aderente al lurianesimo, Menachem Azaryà di Fano. Segnaliamo anche un estremista di questa dottrina, Chayim David Azulai (17241807), autore di Shem haGedolim. Le sue opere contengono in abbondanza la permutazione dei numeri.

Ormai il lurianesimo va degenerando in diverse sette di un carattere funesto per il giudaismo. Questa decadenza appare immediatamente nell'illuminismo di Sabbatai Zevi e dei suoi numerosi fautori il cui studio stiamo per affrontare.

 

 

1 - Si sa che questa divinità sefirotica è posta immediatamente in prossimità dell'En-Sof.

2 - A questo proposito, Luria preconizza la teshubà, il ritorno alla provvidenza divina. Secondo il processo del Notarikon, la parola teshubà si scompone così: giovane, sacco, cenere, pianto, lutto.

3 - Joseph Ergas, teorico razionalista della Qabalah al modo della scuola di Cordovero, era un luriano fervente. Nel suo libro Shomer Emunim, pag. 7, afferma che Luria è una grande luce, un grande ispirato dalla divinità.

 

 

Indice

Introduzione Il Pietismo di Safed La Scuola di Cordovero La Scuola di Luria

Sabbatai Zevi e i Sabbatiani Frank e i Frankisti Israel Baal Shem Tob e i Chassidim

Il Chassidismo di Beth-El Conclusioni