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PROBLEMI DELL'UOMO MODERNO

 

Uno degli indirizzi scientifici più fecondi che animano oggi la nostra cultura è quello di estendere il concetto di evoluzione alla gamma più ampia possibile dei fenomeni umani, dal campo strettamente biologico ai problemi della morale e della religione, al pensiero, alla scienza.

L'evoluzione dimostra l'esistenza di un ordine progressivo tra materia, vita e mente ed uno stretto rapporto tra di esse.

É un movimento che va dal meno complesso al più complesso, ove però il più complesso - la mente - è anche il più integrato.

Ma se alla crescente complessità delle unità organizzative materiali corrisponde una crescente complessità ed un innalzamento qualitativo della mente, tale processo di sviluppo non è affatto uniforme: dopo un periodo di progresso graduale si giunge a un punto in cui si verifica una improvvisa alterazione dell'equilibrio, che permette l'affiorare di nuove qualità e attività.

Uno di questi scatti fu il passaggio dalla materia “non vivente” a quella vivente; un altro, che ebbe luogo molto più tardi e che ci interessa da vicino, fu il passaggio dall'ominide all'uomo, passaggio caratterizzato dal pensiero concettuale e dall'aggiunta della coscienza di sé stessi alla coscienza.

Tale nuovo stato di essere si è evoluto e continua a evolver si con una accelerazione che non ha confronti nelle fasi di vita pre-umana ed oggi è giunto alla soglia di un terzo passaggio che dovrà portare l'umanità alla fase consapevole ed intenzionale, quella in cui l'uomo, non più spinto dalla necessità esterna, dirigerà coscientemente la trasformazione creatrice dell'universo.

L'umanità, quindi, non si trova oggi in una crisi negativa, ma solo sul limitare di una nuova soglia ed il suo compito odierno sta nel prendere pienamente coscienza dello stato evolutivo raggiunto per essere in grado di elaborare su di esso un sistema di principi informatori e di conseguenze pratiche che sia valido per tutta la comunità umana.

È necessario che l'uomo conosca le proprie possibilità: questo è il suo più potente strumento per progredire.

Dobbiamo studiare le possibilità umane, fare una sintesi di tutto quello che sappiamo sulle capacità creative dell'uomo, e poi divulgare il più possibile i risultati, integrando la conoscenza umana intorno ad una concezione generale del destino dell'uomo in un corpus unitario, indipendente dalla nazionalità, dal la razza, dalla religione e da altri particolarismi.

Effettivamente, il cammino percorso in meno di una generazione è stato immenso. Un tempo le tradizioni familiari, nazionali, fideistico-religiose, quando non degenerarono nelle ideologie più perniciose, alimentavano e guidavano l'impulso evolutivo dell'umanità.

Oggi la spinta data da queste forme tradizionali va visibilmente diminuendo, sia perché tali ideologie sono state superate, come è avvenuto per il nazionalismo che, almeno in una parte del mondo, sta cedendo il posto ad una concezione più unitaria dei popoli, sia perché per alcune di esse si sta verificando una realizzazione degli obiettivi. É chiaro per esempio che, per quanto la giustizia sociale resti una delle maggiori preoccupazioni in tutti i paesi, un grande cammino si sta compiendo verso una più equa distribuzione della ricchezza e della cultura.

Nelle religioni d'altronde i comandamenti di carattere morale, che hanno sostenuto l'uomo nel suo cammino evolutivo impedendogli di essere succubo dei sensi e degli istinti, hanno una minore presa coattiva sulla società odierna che, essendosi liberata dalla necessità di obbedire ciecamente ed essendo giustamente gelosa della libertà conquistata, desidera capire prima di agire.

Le regole morali infatti, anche se sono state utili all'uomo di un tempo, hanno avuto il lato negativo di creare, proprio con la continua insistenza sulla peccaminosità dell'appagamento degli istinti, una quantità di repressioni dalle quali solo oggi una parte della società comincia a liberarsi.

Lo stesso discorso può farsi per il lato dottrinario delle religioni in cui il dogma, da esse definito come “mistero” inconoscibile, non ha più nulla da dire all'ansia di ricerca dell'uomo moderno, cui è più congeniale l'idea di una verità conquistata attraverso una visione scientifica e sperimentale del mondo e della vita.

Religiosi, politici e filosofi non hanno più una spinta e quindi si sono cristallizzati o nel loro egoismo e nelle conquiste del potere e del benessere individuale, oppure si disperdono in un intellettualismo che non trova via di uscita.

L'unica classe privilegiata che possiede ancora una forza potente è quella formata da coloro che si dedicano alla scienza, poiché lo scienziato non si appaga mai e, per la sua stessa formazione mentale, si trova sempre a contatto con nuovi problemi che lo stimolano a procedere per soddisfare il suo desiderio di sapere.

La scienza ha due funzioni strettamente connesse una con la altra: sviluppa sia la comprensione che il controllo; allarga la comprensione che l'uomo ha del mondo, tanto quello della natura esterna, quanto quello della sua natura interna. Di conseguenza tutto quello che nell'evoluzione psicosociale può essere convenientemente definito avanzamento e progresso, è dovuto all'aumento e al miglioramento della conoscenza.

La scienza non è semplicemente scoperta di fatti preesistenti; è anche e soprattutto creazione di qualcosa di nuovo, è un sistema che si corregge e si amplia da sé e che aspira ad unificare l'esperienza. L'affermarsi della mentalità scientifica ha portato con sé un altro fattore importante di evoluzione psicosociale, costituito dalla diffusione dell'istruzione e della cultura, fattore che è stato favorito nel suo sviluppo in maniera determinante dal progressivo diffondersi della ricchezza. L'uomo ha dovuto soddisfare il suo ventre prima di potersi dedicare al nutrimento della propria mente ed è perciò che i popoli oggi più evoluti economicamente sono anche i più avanzati sul piano culturale.

 

Su questo concetto consultare il documento del F:. Paolo Lucarelli

Riempire il ventre vuotare la mente

 

Si può perciò ipotizzare un futuro non troppo lontano in cui, superato in tutta la terra il problema della fame, l'umanità potrà crearsi, attraverso l'incremento della cultura, la possibilità di comprendere quale sia l'obiettivo dell'evoluzione e come esso debba essere realizzato.

Ma tale possibilità di comprensione può essere raggiunta solo se ti formi un concetto sull'attuale posizione dell'uomo come prodotto dell'evoluzione universale, chiarificando il significato dell'esistenza umana e di conseguenza quello della tua stessa specifica funzione individuale nella società e nell'ambiente.

Occorre, perciò, che tu sia in grado di riconoscere sia gli errori del misticismo religioso che quelli della comune concezione materialistica della vita. Quest'ultima, con le sue investigazioni analitiche dal campo psicologico a quello fisico, ha percorso un enorme cammino, sradicando superstizioni, credenze, etiche secolari e collettive, senza però indicare nuovi permanenti valori, poiché basa l'esplicazione della verità solo sull'apporto dei sensi esteriori e sulla ragione superficiale, rivelandoci un mondo che sembra senza scopo e privo di significato.

La forma religiosa devozionale e il misticismo, pur essendo come si è detto, fattori di equilibrio morale, cadono d'altra parte nell'eccesso opposto, affermando che la percezione sensoria e la ragione, frutti della millenaria evoluzione della specie umana, sono illusorie.

Trascinati perciò da un fideismo idolatrico e passivo, alterano la visione della realtà e della vita, predicando che il miglioramento dell'uomo non può compiersi che per grazia di un Dio in cui l'uomo proietta la sua necessità di sottrarsi alla paura e all'ignoranza, di un Dio nato dal desiderio di trovare una spiegazione, irrazionale e istintiva, ma rassicurante, agli interrogativi molteplici della vita stessa (soprattutto i fenomeni della natura e della morte).

La religione, per l'uomo moderno, potrà essere valida soltanto se adotterà un metodo scientifico e fornirà in un contesto scientificamente ordinato una riformulazione delle concezioni, dei miti e riti tradizionali in una terminologia esatta, spoglia da qualsiasi dogmatismo fideistico, ma anche da insufficienti interpretazioni meramente naturalistiche, storico-filosofiche o comunque culturalistiche; una indagine completa del mondo interiore dell'uomo, in un grande piano di esplorazione della mente con una nuova definizione del “divino” libera da tutto ciò che può far pensare ad esseri soprannaturali esterni e applicabile concretamente al miglioramento dell'essere. umano. Il primo segno dell'uomo nuovo è dunque il suo risveglio alla mancanza di qualcosa che né la scienza, né le religioni, né la vita di tutti i giorni gli danno. Egli ha tutto da scoprire, da sviluppare continuamente.

Ciò che accetti come una verità definitiva, spesso non è che una esperienza incompleta della verità.

Chi cerca una verità integrale deve concepire la materia e la psiche come un tutto unico e non come due cose distinte: bene-male, cielo-terra, per cui non vi è salvezza senza mutilazione, mentre esse non sono che aspetti diversi della materia unica in continua evoluzione:

  • le forze sono materia

  • la luce è materia

  • l'energia elettrica è materia

  • il pensiero è materia

  • la simpatia è materia

  • l'odio è materia

  • l'amore è materia, e, come materia-energia, anch'esso si evolve, dal coito animalesco fino alle forme di unione più generose totali ed integranti.

Il segreto che l'uomo deve scoprire non è una verità teorica, ma un potere reale della psiche sulla materia: è questo segreto pragmatico che devi trovare sperimentalmente avendo nello stesso tempo il coraggio di liberarti da tutte le sovrastrutture culturali, religiose e moralistiche.

Solo allora l'essenziale potrà emergere.

Se osserviamo lo sviluppo dell'essere umano, si può dire che a diciotto anni giungiamo ad un punto fermo, che le nostre vibrazioni maggiori sono stabilite e che intorno ad esse si avvolgeranno indefinitamente, in strati sempre più spessi, levigati, raffinati, i sedimenti di una eterna medesima cosa dalle mille facce che chiamiamo "cultura" o "noi stessi": in poche parole siamo chiusi in una costruzione che può essere di piombo e senza spiraglio o slanciata come un minareto, ma sempre chiusi, ronzanti, monotoni, uomini in una pelle di granito o in una statua di vetro, diventati una macchina incosciente, conseguenza dell'educazione ricevuta.

Il primo movimento che devi compiere è quello di spezzare l’immagine abituale che hai di te stesso e conoscere la tua materia interiore, fondo invisibile della tua vita di veglia, che sottoporrai alla tua investigazione per essere poi in grado di trasformarla in una auto-creazione guidata dalla tua intelligenza cosciente.