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L'Evoluzione

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L'EVOLUZIONE

 

Se questa terra non ha senso per se stessa, se la sofferenza del mondo non ha un senso per il mondo, se si tratta soltanto di un luogo di passaggio per purgarsi di qualche assurda colpa, allora nessuna beatitudine estrema, nessun paradiso finale scuseranno mai questo inutile interludio: l'uomo non ha bisogno di entrare nella materia se il fine è quello di uscirne, l’uomo non ha bisogno della morte, né della sofferenza, né della ignoranza, se questa sofferenza, questa morte, questa ignoranza non hanno un loro preciso significato in se e per se.

Il concetto di evoluzione dà finalmente un senso alla storia della umanità poiché dalla constatazione dell'evoluzione deriva la visione della storia come processo orientato, ciò che era incompatibile con la concezione statica del mondo proprio del dogma fideistico-religioso.

La ricerca non consiste nell'evadere in beatitudini cosmiche, ma di trovare qui, sulla terra, la via che riconcilia in una unica coscienza la libertà dell'intelligenza, l'immensità vivente del cosmo e la gioia di un'anima individuale in una vita più vera.

Il vero cambiamento di coscienza è quello che cambierà le condizioni del mondo e ne farà una creazione nuova.

Ogni insegnamento è errore fin tanto che non si traduce in una pratica e in un atto.

Se noi vogliamo trasformare le condizioni del mondo, ovvero le cosiddette leggi naturali che governano la nostra esistenza, e se vogliamo operare questa trasformazione attraverso il potere della coscienza, dobbiamo prima di tutto lavorare nel nostro essere individuale alla ricerca della nostra finalità.

Ogni essere ha vita ed intelligenza relativa alla sua finalità: per una nuvola, la finalità è pioggia e acqua, per un seme dar vita ad una nuova forma.

Ogni essere è inesorabile ricercatore del suo fine.

Lo studio infatti di ogni cosa esistente ce la rivela organizzata per la “finalità” che le è inerente e provvista dell'energia sufficiente per realizzarla.

Ma finalità e energia, più il complesso di leggi per cui esse reagiscono l'una sull'altra, rivelano un”'intelligenza” relativa a ciascuna forma, quindi non a caso, ad esempio, un atomo è diverso da un altro per numero di elettroni, a seconda dell'elemento che ha per “fine” di costruire.

E ciò vale per ogni forma esistente.

Questa forza di finalizzazione (o volontà intelligente) su scala umana prorompe difatti costante, quando nulla vi si oppone. Ma la società cosiddetta civile si è costituita in modo da contrastarla con innumerevoli fattori limitativi (educazione, ambiente, religione, cultura, politica ecc.) per cui essa resta variamente compressa, spesso insorgendo anche sotto forma di nevrosi caratteristiche, validamente oggi studiate dalla psicanalisi.

Perciò l'uomo che cerca coscientemente la propria finalità ne scopre i caratteri quanto più si spoglia dalle sovrastrutture impostagli e quanto più si osserva negli impulsi costanti e critici nei quali si fa vivo il suo essere vero.

Il metodo più drastico per raggiungere tale conoscenza è costituito da un complesso di pratiche tendenti ad “isolare” dalle impressioni sensorie più gravi questo fattore recondito fino ad ottenere, attraverso una forma cosciente di autonomia dall'organismo somatico e dall'io posticcio, la messa in evidenza del proprio essere centrale.

Ma tali metodi, senza una sapiente direzione, possono condurre ad uno stato di labilità di coscienza per cui, smarrendo il senso della propria identità, invece di conseguire la conoscenza postulata, si cade in stati di passiva confusione mentale.

Tuttavia ammettendo che vi sia un processo sicuro per raggiungere la conoscenza della propria finalizzazione, analogo al processo di disintegrazione atomica (che ci offre la certezza scientifica, sul piano materiale, della possibilità dissociativa di un complesso organizzato) non è lecito supporre anche un processo altrettanto scientifico, ma reintegrativo, degli aggregati esistenti, secondo una finalità posta dall'uomo e non dalla natura?

E se possibilità di finalizzazione e il suo contrario esistono, sul piano fisico (per esempio la chimica) perché non dovrebbe essere possibile ciò anche all'uomo per la sua integrazione attraverso una via rigorosamente scientifica?

Sarebbe dunque vero il teorema alchemico della possibilità trasmutatoria della materia dell'uomo?

Un fenomeno, peraltro, è degno di attenzione: ciò che avviene durante una seduta ipnotica fra il soggetto e il suo ipnotizzatore. L'ipnotizzato può sentirsi sano o malato, lucido o ubriaco, perchè il suo organismo sensoriale e mentale è “isolato” dalla sua volontà intelligente e posto al servizio della volontà intelligente del suo ipnotizzatore.

L'isolamento è dunque possibile e se tutto ciò non è fantasia di romanzieri, allora si può anche supporre che quanto avviene tra ipnotizzato e ipnotizzatore possa essere applicato da soggetto e oggetto riuniti in un stesso individuo tuttavia giunti a tale grado di separazione da consentire all'uno il comando dell'altro.

Questo significa finalizzarsi e sfinalizzarsi a volontà e praticamente essere signore di se stesso: auto-determinarsi.

Ciò che dall'atomo all'universo è vero per ogni norma organizzata, è vero anche per l'uomo, tenute in debito conto le analogie e le corrispondenze, perchè la legge è costante in alto, in basso e nel mezzo.

Uno dei progressi più notevoli del pensiero evoluzionista in questi ultimi tempi è stata la sempre maggiore importanza riconosciuta alla funzione della mente nel processo evolutivo, poiché il comportamento può influenzare il valore dei cambiamenti genetici ereditari e addirittura modificare l'ambiente. Quindi, se ad imitazione della natura una finalità viene costituita che faccia opera di maschio, con i suoi mezzi di sviluppo e di nutrizione (mentale) che fanno opera di femmina, l'energia o volontà intelligente relativa al compimento del fine inesorabilmente si manifesta nell'organo di realizzazione (soma).

Ma il maschio e la femmina, cioè la finalità ed il mezzo nutritivo di sviluppo, devono essere veramente assolutamente tali, perchè se i poli della corrente non sono uno positivo e uno negativo, la scintilla non scocca, come l'amore non divampa creativamente tra i sessi, se essi non sono veramente opposti, ogni altra attrazione rientrando nella inversione e nella degenerazione.

Ecco perchè l'auto-creazione di una mente più equilibrata e di una volontà cosciente che comanda il proprio organismo psico-fisico è la più difficile delle prove.

Avere, possedere, sentire la coscienza propria e integrarla al punto da sottrarsi all'ambiente immediato e ai pregiudizi storici e culturali è opera che passa i limiti delle nature comuni, delle nature e dei caratteri stereotipati sui modelli di classe determinati dall'ambiente sociale con il quale siamo continuamente in stato di dipendenza.

L'integrazione dell'uomo incomincia quando la personalità cosciente combacia con la coscienza del centro psichico e sopramentale.

Il sopramentale è un potere prima di ogni altra cosa: è il potere diretto dell'intelligenza sulla materia. Quando parliamo di poteri ci aspettiamo soltanto delle cose fantastiche, ma non è questo il vero potere: quando il sopramentale agisce, non si tratta di sconvolgimenti straordinari quanto piuttosto di un'azione tranquilla, che spinge il mondo e ogni cosa del mondo verso la sua perfezione attraverso tutte le maschere dell'imperfezione.

Il potere sopramentale non opera con il miracolo, né con la violenza, non ci sono miracoli, ci sono soltanto fenomeni di cui ignoriamo il processo e per colui che guarda c'è solo l'intervento del determinismo di un livello superiore nel determinismo di un livello inferiore.

Lo spirito morale o religioso sbaglia quando condanna il potere in sé come una cosa che non si deve né accettare né ricercare, con il pretesto che è per natura corruttore e cattivo. Nella maggior parte dei casi questa opinione è giustificata apparentemente, ma non di meno si tratta di un pregiudizio sostanzialmente cieco e irrazionale: per corrotto e male impiegato che sia (come d'altronde lo sono l'amore e la conoscenza), il potere è un fatto evolutivo e si trova quaggiù per un uso evolutivo.

La volontà, cioè il potere, è il motore del mondo; che si tratti della forza di conoscenza, della forza d'amore, della forza di vita, della forza di azione e della forza del corpo, il suo carattere fondamentale è sempre evolutivo.

É l'uso che ne fa il bruto, l'uomo o il titano del mondo dell'ignoranza che deve essere respinto per far posto ad un'azione più alta e naturale (benché sia ancora sopranormale per i più), un'azione guidata da una intelligenza interiore all'unisono con i valori universali.

La ricerca dell'integrazione non può rifiutare le opere della vita e appagarsi solamente di una esperienza interiore, essa deve entrare all'interno al fine di cambiare l'esterno.

La ripetizione abituale di un certo numero di vibrazioni che ci sono per così dire, coagulate intorno ad un individuo, gli danno una struttura apparentemente stabile; egli dice di obbedire alla “legge” della sua natura, ma questa legge non è più ineluttabile del fatto di passare per una strada piuttosto che per un'altra nel rientrare a casa: sono semplici abitudini.

Così per il cosmo intero, tutte le nostre leggi fisiche dette ineluttabili sono abitudini coagulate che non hanno nulla di ineluttabile e possono dissolversi appena si voglia cambiare circuito, cioè cambiare coscienza.

Una legge ordinaria è semplicemente un equilibrio stabilito dalla natura, è una stabilizzazione di forze, è una traccia sulla quale la natura ha preso l'abitudine di lavorare per ottenere certi risultati: Se si cambia coscienza anche la traccia cambia necessariamente.

Questi cambiamenti hanno segnato tutta la nostra storia evolutiva, a cominciare dall'apparizione della vita nella materia che ha modificato l'indirizzo evolutivo della materia; poi l'apparizione del mentale nella vita, che ha modificato l'indirizzo vitale e materiale.

Il sopramentale, o l'intelligenza cosciente della sua finalità è un terzo cambiamento che modificherà il mentale, la vita e la materia.

Fondamentalmente il processo consiste nel liberare l'intelligenza che è contenuta in ogni elemento. Non sconvolge l'ordine dell'universo, non fa nessuna violenza, applica soltanto il suo potere a disperdere l'oscurità, affinché essa dia la sua luce.

Tutti i nostri effetti fisici e quelle “abitudini” che noi abbiamo codificato sotto forma di leggi non sono niente altro che un supporto per la manifestazione delle forze che sono dietro, esattamente come in una operazione magica sono necessari certi diagramma rituali, certi ingredienti, certe formule, perché le forze invocate possano manifestarsi.

C'è un fatto forse sconcertante per la scienza che non giudica che in base alla realtà grossolanamente visibili, ed è che ogni nostra realtà fisica, qualunque essa sia, è rivestita di una realtà interiore che è la sua causa e il suo fondamento.

Non esiste il più piccolo elemento materiale che non abbia il suo doppio interiore, a cominciare dai nostri organi fisici. La scienza analizza i fenomeni, mette in equazione la gravitazione, il peso, la fissione degli atomi, ma non studia che l'effetto, mai la causa vera.

Se, come abbiamo detto, la scienza moderna ha finito per constatare che materia e energia sono convertibili l'una nell'altra: E=mc2, è la sua grande scoperta, essa non ha visto che questa energia è una intelligenza, che questa materia, è una intelligenza e che lavorando sull'intelligenza si può lavorare sull'energia e sulla materia.

Per trasformare la materia in energia la scienza conosce solo procedimenti fisici che producono enormi temperature. Ma se si conosce il fuoco fondamentale, che è la base dell'energia e dell'intelligenza-forza, si può assorbire la materia e arrivare volontariamente a questa trasmutazione senza ridurre il proprio corpo allo stato di torcia vivente. Ciò si realizza con una tecnica alternante intrasogettiva producente una trasformazione della sostanza materiale e mentale attraverso proiezioni successive in una iperconcentrazione materio-energetica, la quale genera una destrutturazione di un quantum energetico subito posto al servizio di una nuova ristrutturazione a direzione unica, ponente l'essere in sincronia con l'asse evolutivo preferenziale del continuum spazio-tempo universale.

Se come diciamo, l'evoluzione dimostra l'esistenza di un ordine progressivo tra materia, vita e mente, con rotture dell'equilibrio precedente che permettono l'apparizione di superiori stati qualitativi, ti sarà chiara la possibilità di applicare volontariamente tale legge all'essenza umana in un processo continuo di auto-creazione a termine fisso, formula che si ritrova nei riti e nei simboli mitologici e religiosi, e che attende di essere scoperta da chi non si fa suggestionare dall'ignoranza sacerdotale o dalla miopia preconcetta della scienza “ufficiale”.

La nescienza della materia è una coscienza velata, involuta; è una coscienza sonnambula che contiene in maniera latente tutti i poteri.

In ogni particella, in ogni atomo, in ogni molecola, in ogni cellula della materia vivono e agiscono, nascoste e sconosciute, l'onniscienza e la sovrana potenza: niente può uscire dalla materia che non sia già contenuto in essa.

Dietro il fuoco solare o nucleare, c'è il fuoco fonda-mentale che è la causa che sta dietro l'effetto, la forza iniziale dietro al supporto materiale degli atomi, le altre fiamme sono soltanto delle ramificazioni del suo tronco.

É questo fuoco che devi afferrare, esso è la vibrazione segreta dell'evoluzione, l'anima e il germe del mondo.

É l'intelligenza che emerge dal suo gigantesco oblio, lentamente, faticosamente, sotto forma di vita che cerca di sentire, che sente vagamente, imperfettamente, poi che comprende e lotta finalmente per comprendere sempre di più, per essere totalmente cosciente, libera immortale.

La nostra umanità è il punto di incontro cosciente del finito e dell'infinito; divenire sempre di più questo infinito nella nostra vita, tale è il nostro privilegio.

La tradizione religiosa, da quando degenerò, considera il corpo come un ostacolo, incapace di spiritualizzazione e di trasmutazione, un peso che trattiene l'anima nella natura terrestre e le impedisce di salire verso il suo completamento spirituale. Questo modo di comprendere il ruolo del corpo nel nostro destino conviene forse alle discipline che considerano la terra come un mondo di ignoranza e la vita terrestre come una preparazione al paradiso, ma è insufficiente per una scienza che concepisce una vita integra le sulla terra.

La trasformazione non è solamente un problema individuale ma terrestre, non è possibile una trasformazione individuale senza che né derivi una trasformazione collettiva.

Il giorno in cui le condizioni di evoluzione collettiva saranno sufficientemente avanzate, le difficoltà materiali attuali, che sembrano oggi insormontabili, si abbatteranno di colpo perchè nulla resiste alla forza concentrata di molteplici intelligenze coscienti dirette ed unite verso la realizzazione di uno scopo comune.

Occorre scoprire materialmente, sperimentalmente, l'unità sostanziale del mondo; non si può toccare un punto senza toccare tutti i punti, non si può fare un passo avanti o in alto senza che anche il resto del mondo faccia un passo in alto o in avanti.

Non è possibile una trasformazione individuale completa e durevole, senza la trasformazione del mondo intorno a sé.

A che serve una vittoria individuale se essa non è trasmissibile al resto del mondo?

Il ricercatore diventa il campo di una battaglia speciale, e ripete la stessa battaglia sullo stesso punto d'ombra combattuto dal resto degli individui umani, verificando in vivo il principio dell'unità sostanziale del mondo: se si cerca di correggere una sola vibrazione in sé, miriadi di vibrazioni reagiscono attivamente attraverso l'ambiente, modificandolo.

Ognuno di noi, attraverso la propria presa di coscienza è il costruttore e il redentore della terra.

É per questo che la vita sulla terra assume una importanza eccezionale.

É sulla terra che bisogna trasformarsi; è sulla terra che si va avanti e si realizza, è nel corpo che si riporta la vittoria.

Il tempo è venuto di scoprire la scienza e le formule racchiuse nei “misteri”, siano essi orfici, ermetici o alchemici, per concorrere allo sviluppo della civiltà umana tal quale essa è concepita sotto forma materialistica, innestando tra i suoi fattori di progresso l’'esponente della potenzialità animica e spirituale di tutti gli uomini.

Il fine non sta nell'ascensione dell'uomo al cielo, ma nella trasformazione della sua natura: è questo che l'umanità aspetta, una nascita nuova, un nuovo stato di essere che coronerà la sua lunga marcia oscura e dolorosa, e non una salvezza post mortem.

L'evoluzione è la conquista dell'intelligenza cosciente e della gioia, se diciamo amore, questa parola è falsata dai nostri sentimentalismi, dai nostri partiti, dalle nostre chiese, mentre quella gioia nessuno può imitarla.

É un Fanciullo che ride al sole, è una gioia che ama e che vorrebbe trascinare tutto con sé.

La gioia se noi abbiamo il coraggio di volerla - l'alloro, non la croce, la sapienza, non la fede - questo è il destino dell'umanità.

Allora l'evoluzione uscirà dalla notte per entrare nel ciclo del Sole.