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I GRANDI INIZIATI

 

Riassumere o anche esporre in compendio un'opera come «I Grandi Iniziati», non è compito facile. Opera densa di contenuto ed eminentemente sintetica, profonda in ogni sua parte, spesso ricca di riferimenti o di richiami appena accennati, essa appare subito come una di quelle opere che vorrebbero essere ampliate, discusse e commentate passo passo, piuttosto che riassunte o compendiate.
Per questo ci è sembrato più utile - e in certo senso - anche più fedele agli intenti e allo spirito di questa conversazione - fare a meno della tradizionale esposizione riassuntiva dell'opera, cercando piuttosto di rendere il pensiero dell'Autore in quello che è veramente vivo, e centrale, senza imporsi la disciplina formale di un rapporto minuto e costante fra le pagine passate in rassegna e il tempo dedicato ad esporle.
Si tratta, in sostanza, di rendere il contenuto dell'opera nel modo più espressivo e fedele possibile; coglierne il nucleo centrale, non l'esteriorità; isolarne e goderne insieme la parte viva, tralasciando quella meno funzionale ed essenziale, che pur sussiste in qualsiasi libro.


Altra cosa che, sempre rimanendo in quest'ordine di idee, ci sembra indispensabile, è premettere, all'esposizione del contenuto, alcuni cenni generali, utilissimi per un orientamento di massima e quasi indispensabili per cogliere il filo conduttore dell'opera.
 

Ed eccoli senz'altro:
In primo luogo, non ci si lasci ingannare o fuorviare da quello ch'è il titolo principale dell'opera: «I Grandi Iniziati»; titolo, che potrebbe facilmente determinare e supporla come una galleria di biografie o di medaglioni o, comunque, di brevi monografie più o meno staccate l'una dall'altra. Assai più illuminante e fedele è, invece, il sottotitolo: «Cenni sulla storia segreta delle Religioni»

Di questo, infatti, si tratta, nella sostanza: di un'ispirata, geniale, palpitante storia delle religioni, condotta da un punto di vista tutto particolare, con rigorosa unità di criterio, tema e svolgimento; una storia, che capovolge - o almeno vuol capovolgere - molti, se non tutti i risultati e le interpretazioni, che ci sono consueti in questa materia, mirando appunto a mettere in luce quello che è il nucleo centrale e segreto delle singole religioni, per concludere che tale nucleo è a tutte comune e le unifica, le fa tutte egualmente vere e le sottrae alla caducità propria delle forme e dei dogmi esteriori in cui esse si manifestano alle moltitudini.


É, in ultima analisi, la Religione perenne, che si contrappone alle religioni contingenti, e, nell'atto stesso in cui le supera, le rende vere, e afferma la validità dell'esperienza religiosa come conoscenza totale ed eterna, come sintesi ed espressione massima della vita dello spirito.
Ma quale è questo centro recondito di ogni religione? In che consiste, in definitiva, questo nocciolo meraviglioso della vita religiosa dell'umanità, sintesi suprema di ogni possibile conoscenza, espressione della verità originaria ed eterna? Quale ne è il contenuto e il senso, quali proposizioni lo esprimono? La risposta a tali domande è nel vivo dell'opera e la troveremo, ricostruendone il contenuto.
 

E qui, per una necessaria economia di esposizione, basterà ricordare che in tutto il mondo antico, in Grecia come in Oriente, accanto ai culti ufficiali e pubblici, prosperarono forme di culto assai diverse, caratterizzate dall'essere riservate soltanto a coloro che vi erano «iniziati», ossia a coloro che, attraverso ben determinate istruzioni e pratiche rituali, erano ammessi ai segreti del culto e alla mistica partecipazione del Dio. Sono questi i cosiddetti Misteri:: quelli eleusini di Core come quelli di Cibele in Frigia o di Mitra nell'antichissima Persia.
Indubbiamente corre, fra tutte queste forme di culti mistici, così come fra le dottrine, i simbolismi, i contenuti teologici e morali di ciascuno di essi, una originaria comunanza di caratteri e di indole; ed è precisamente nell'insegnamento e nel contenuto esoterico, cioè segreto, dei Misteri, che lo Schuré ravvisa quel tale nodo o nucleo centrale di ogni esperienza religiosa, che egli eleva a somma dottrina di Verità e a Religione vera e perenne.

Ecco, dunque, cominciare a farsi chiara la traccia o almeno l'orientamento essenziale di questa «Storia segreta delle Religioni».
 

L'avere, poi, voluto polarizzare tale storia verso le otto figure più significative della vicenda religiosa dell'umanità, l'aver voluto ricostruire il nucleo più recondito e più vero di ciascuna religione, facendo centro intorno alla figura di colui che ne fu il fondatore, non è frutto di un arbitrio o di un caso. Tale disegno espositivo, infatti, da un lato corrisponde pienamente all'accentuato personalismo mistico proprio di ogni dottrina esoterica e inseparabile dal concetto di «iniziazione», mentre, dall'altro, implica un programmatico ritorno alle origini di ciascun sistema religioso, un'esplicita reiezione di tutto ciò che è sovrapposizione contingente delle chiese, dei sacerdozi, delle opportunità dei tempi; senza di che, ci sembra, l'assunto fondamentale dell'opera avrebbe seriamente rischiato di rimanere nelle intenzioni.
 

Abbiamo già premesso che non si tratta, comunque, di una serie di medaglioni o di biografie. Ed invero, nell'ambito di ciascuna delle 8 parti del libro, le quali portano, come titolo, i nomi di Rama, Krishna, Ermete, Mosè, Orfeo, Pitagora, Platone e Gesù, sono numerosi - e talvolta preponderanti - i capitoli che non hanno nulla di biografico.
Né, d'altro canto, si può dimenticare, in proposito, che tutti gli otto «Grandi Iniziati» - tranne in parte Gesù e Platone - sono figure, di cui abbiamo notizie solo attraverso le nebbie del mito o testimonianze imprecise, vaghe, spesso inattendibili.
Di Rama, Krishna, Ermete e Orfeo è, poi, addirittura da dubitare - ove si voglia attenersi a un criterio storiografico rigoroso - della stessa esistenza: essi non sarebbero che nomi scaturiti dalla forza personificatrice della fantasia mitologica, assai viva specie fra gli antichi popoli d'oriente.


Su una simile base è chiaro come non si possa parlare di biografie se non in un senso tutto interiore e spirituale, così come fa lo Schuré, cui è dovuta venire in soccorso tutta l'energia intuitrice e la forza penetrativa di cui fu così ricco, unite ad un entusiasmo creatore indiscutibilmente di natura fideistica e religiosa, per dare un impulso e un rilievo a queste personalità per farcele vivere dinanzi com'egli ha potuto e saputo farcele vivere. E questa in sintesi è opera da artista, da filosofo, da uomo di fede, da mistico, quale appunto fu al massimo grado Edoardo Schuré.


Alla luce di queste indicazioni generali, possiamo ora accostarci, con più libertà e immediatezza, al grande libro, di cui ci occupiamo, e ascoltare senz'altro - insieme a Schuré - la voce arcana ed altissima, che, attraverso le sue pagine, parlano anche a noi i «Grandi Iniziati».

 


Edoardo Schuré La dottrina esoterica di Edoardo Schuré I Grandi Iniziati Rama (Il Ciclo Ariano) Krishna (L'India e l'Iniziazione Braminica) Ermete (I Misteri d'Egitto) Mosé (La missione d'Israele) Orfeo (I Misteri Dionisiaci) Pitagora (I Misteri di Delfo) Platone (I Misteri Eleusini) Gesù (La missione di Cristo) Conclusione