La Medicina

L'enciclopedismo, nella cultura contemporanea, deve ammettere che tutto ciò che é inerente alla scienza medica cade per logica, nell'ambito della conoscenza generale: un diritto pubblico, comune a tutti gli uomini, perché tutti siamo alle prese, costantemente, con un potere ignoto che rappresenta il perpetuo attentato alla sanità organica di tutti gli uomini.

La medicina é una scienza in formazione, la prima delle scienze che attinge alla sorgente della vita per completare la difesa organica dell'uomo. L'arte di guarire ne dovrebbe essere la forma risolutiva che é lo scopo delle ricerche; quindi una terapeutica esisterà solo quando la medicina da scienza informazione diventerà una scienza formata.

Le tappe storiche sono segnate nel suo progresso da nomi famosi che rappresentano le conquiste nuove, o il complemento delle vecchie. Non pertanto le condizioni investigative ipotizzando teorie determinano un mutamento di indirizzo clinico e terapeutico da periodi a periodi di trenta a quarant'anni in modo che la terapeutica assume forme sconosciute più vaste o più esclusive in breve scorrere di tempo.

Ma sono tappo gloriose e feconde innanzi alle quali chi le segue deve ammirare gli uomini grandiosi per ingegno e per penetrazione che le determinano.

La medicina è un indice determinativo della potenza intellettuale dell'umanità. Dalla terapeutica di Dioscoride alle affermazioni del siero antitetanico corre un abisso. Le grandi epoche sono incise nel suo cammino non dalla transitorietà dei metodi curativi, né dalle teorie costellate da ipotesi spesso ineffabili, ma dalle conquiste di esame che restano ad inaugurare periodi nuovi di prove e di adattamento.

Il secolo passato ne é stato ricco. Scoperte di primo ordine per la conquista accertata di fatti neanche sospettati nell'empirismo dei secoli precedenti. Certamente il secolo XIX non spogliò la Medicina dei presupposti filosofici dei secoli precedenti: la filosofia induttiva servì invece come strumento organico di progresso medico. La filosofia naturale fu fondamento di maniere diverse per concepire la vita organica. La biologia vede il suo albore nel vitalismo che concepì la vita come l'insieme delle funzioni che resistono alla morte - e l'anatomia- assume la sua grande importanza positiva come elemento essenziale di esame del misterioso tessuto dell'esistenza unitaria. La anatomia patologica sussegue - nuovi metodi sono introdotti nell'esame clinico: l'ascultazione, la percussione, la termometria. La fisica oltre il termometro, presta all'applicazione medica il microscopio, il laringoscopio, il saccarimetro, lo spettroscopio, l'elettricità, la fotografia dell'interiore; la chimica biologica tutto il suo concorso analitico. Ma contemporaneamente, e a grado a grado che i mezzi di osservazione aumentarono, la terapeutica assumeva faccia nuova, cangiante spesso, alterando ed esagerando il valore delle constatazioni patologiche. Dal salasso portato all'idealità di panacea, di cui si abusò con la stessa voluttà spiegata oggi per combatterlo, dalla purga, alla ricerca delle droghe per rinsanguare l'organismo e ai preparati chimici. Ma sopravvengono due elementi nuovi di osservazione, la microbiologia da una parte e l'ipnotismo dall'altra, e due uomini che presero il sopravvento su tutte le illustrazioni mediche mondiali, Pasteur e Charcot.

In una conferenza del dott. Grasset leggo queste parole: Nell'uomo ammalato, oggetto della scienza medica, vi é l'uomo e la malattia. Questa concezione semplice, modernissima, è vecchia di trenta secoli, considerare il principio morboso come entità a parte, come fattore autonomo invadente l'organismo umano è scuotere la polvere vetusta alle rovine della medicina caldea che concepiva i due principi del bene e del male. Che l'ente malattia sia un microbo o bacterio, al confine dei regni vegetale ed animale, o sia un demonio Acush è lo stesso. Lo studio obiettivo del corpo infermo, nel cumulo delle scoperte di anatomia patologica, fisiologica e semeiologia, ha portato ineluttabilmente alla conclusione che il complesso problema misterioso della vita va risoluto, non nel credere spontanea la manifestazione morbosa, la lesione come si disse prima, ma nella ricerca di un agente causale della infermità fuori il corpo dell'uomo sano. Il Pasteur ne divenne il maestro indiscusso. La specificità morbosa - cioè che ogni infermità ha la sua causale specifica - cosa che Paracelso sosteneva, senza poterlo dimostrare, combattuto da tutti gli avversari - ha avuto ora il trionfo consacrato dalle investigazioni microbiche. L'agente patogenico seguito nel senso investigatore che il Pasteur iniziò nella sua scuola, dette l'occasione a scoperte più interessanti nella resistenza dell'organismo alla lotta dell'invasione esterna, del microbo e delle sue tossine, e ne seguirono logiche deduzioni di tutte le contemporanee teorie del virus, delle vaccinazioni dell'antisepsia e asepsia chirurgica, e quindi fu raggiunta la terapeutica dei sieri oggi noti per i loro effetti e per i tentativi nuovi. Il Pasteur ha completata tutta l'opera medica anteriore del secolo XIX, trasformando l'igiene empirica in igiene scientifica. Quest'uomo che non era un medico, ha fatto compiere alla nostra scienza - ha scritto il Lépine - il progresso più importante che la medicina abbia realizzata dalla sua origine lontanissima.

Ma la microbiologia è una conclusione non una direttiva che distrugge nessuna delle antiche concezioni dei medici che ebbero la pontenzialità ermetica di intuire la verità senza dimostrarla. Il fanatismo microbico che accese di smisurato entusiasmo tutti i neomedici ammiratori della grande constatazione del Pasteur, assunse forme esagerate: la prova scientifica sull'elemento morbifero estraneo al corpo umano non ha demolito, come pareva, i capisaldi della medicina tradizionale. Il contagio per l'invasione di microbi non ha distrutto le leggi ereditarie. La diatesi urica resta un processo biochimico dell'organismo. Questa scoperta non ha che confermato la potenzialità autonoma del principio vitale negli organismi complessi superiori. La clinica studiò gli agenti patogenici nell'uomo, analizzò la resistenza e le lotte contro questi microrganismi venuti dall'esterno. La vita dell'uomo si affermò una volta di più e più scientificamente che mai. La vita dei microbi non aveva per niente soppressa la vita degli esseri superiori e l'antico vitalismo non ricevette dalle moderne scoperte una nuova dimostrazione ed una espansione più considerevole. La febbre, l'infiammazione sono degli atti di difesa; le lesioni di organi non sono che delle localizzazioni della malattia ridiventata uno stato generale, una modalità dell'essere vivente che riconosce e conserva la sua unità, la sua autonomia e l'attività sua propria base della dottrina vitalista [Sono parole del dott. Grasset in una conferenza sull'evoluzione della medicina in Francia]

Ippocrate che assicura l'inalterabile unità dell'essere vivente riceve venti secoli dopo l'approvazione delle cliniche di Europa? Se questo non fosse, gli esseri viventi sulla terra a quest'ora sarebbero tutti distrutti. L'organismo umano é naturalmente una cittadella forte, pronta a respingere gli attacchi degli invasori: per perdere occorre che si arrenda, cioè sottoscriva alla imposizione del nemico; è lui l'attaccato, che é l'agente della crisi e della sua guarigione. La terapia moderna in base a questa verità si riduce non a combattere direttamente il morbo ma a sollecitare dall'organismo quella attività potente maggiore che reagisca al male. Ma è sempre così? anche quando il chinino si dà a decine di grammi per combattere le febbri malariche? [Non crisi, ma reazione. Mutano i termini mutando le teorie. La febbre considerata come una reazione difensiva dell'organismo contro i microbi patogenici, è concezione modernissima. La tesi microbica è nella sua evoluzione ascendente!!]

Fra tanto un neuropatologo di genio, lo Charcot, introduceva nella medicina il vecchio magnetismo dei non meno vetusti provocatori del sonnambulismo lucido che fecero lo spiritismo e le suggestioni con le forme popolari del misticismo, promettendosene mari e monti. Così il fattore intelligenza presiedente all'edificio unitario penetra nelle cliniche dei medici più audaci a confermare lo stesso principio con lo stimolo nell'alta regione della coscienza per rendere più intensamente attiva la reazione mentale sulle funzioni ...

e per provare, con un passo più innanzi, che l'unità organica umana ha la sua sede di maggiore attività direttiva nelle facoltà della coscienza o della intelligenza.

Chi non ha seguito gli studi e le esperienze, geniali di tante illustrazioni sull'argomento di questo sonnambulismo provocato, non può perfettamente intendere in qual modo la verità nel suo splendore non è stata raggiunta da nessuno per la preconcezione di falsi dogmi sulla intelligenza umana, emanati dalle cattedre da uomini illustri ancora imbevuti dei vecchi aforismi e delle idee quasi mistiche della età di mezzo.

Ipnotismo e microbiologia si sono affacciati contemporaneamente come fattori dimostrativi della energia autonoma dell'unità vivente ed intelligente. Ma fino al momento in cui scrivo gli esprimenti sull'ipnotismo compiuti nelle cliniche non hanno illustrato il problema integrabile della preponderanza dell'unità intelligente, nella unità organica, ha lambito o sfiorato la bassa coscienza dei soggetti di vita patologica, restando estraneo ed impotente ad afferrare il secreto della intelligenza umana. Non lo può. Si oppongono al suo progresso due ostacoli formidabili: il metodo di ricerca obiettiva e l’impreparazione o il disordine costitutivo dei soggetti impiegati nelle cliniche; come strumenti di esplorazione. Le scienze psichiche, rimaneggiamenti teorici dei vecchi empiastri atavici, che vorrebbero mettere a nudo tutti i secreti del rancido occultismo convenzionale, di cui i più celebri apostoli viventi sono mistici, hanno creato la cinematografia dell'assurdo senza ancora conoscere nella sua natura i misteri dell'azione fantastica della mente umana e nel sonno e nel sonnambulismo. L'ipnotismo che avrebbe dovuto determinare un punto di partenza per una grande tappa nuova nella storia della medicina, si è adattata a creare una psicoterapia empirica che si risolve nelle forme diverse, della suggestione - cosa, sia pur detto, che i medici più ignoranti da che mondo è mondo hanno sempre praticato senza avvedersi menomamente che facevano una manovra che la medicina moderna doveva consacrare con nomi pomposi.

Ed eccomi ad addentare un argomento che é imperiosamente legato alla possibilità dimostrativa del programma sperimentale dell'ermetismo.

O Vecchio Esculapio, provato amico dei medicastri, proteggimi col tuo lume olimpico, affinché l'opera mia non diventi fiacca e la cattiva prosa dell'autore prema buon latte dall'Ermete bisesso.

Questo preambolo deve parer limpido come mai fu parola di candido scopritore di misteri, perché segna la via che altri, già venuto dagli Elisi [Elisi ... sai tu, o malevolo lettore, dove stia l'Elisi delle anime eroiche pronte a incarnarsi in missione umana? il pervenirvi non è dei terrigeni. Il pervenirvi dalla terra è divinizzarsi. L'autore dell'Uovo di Elena scrive:O quale opus, o quale opus! Unum opus feci et omnes admiramini, o Nemesin, o Helenam, o Jovem! o ut stupendum quam occultum mysterium! O Phenix o Crocodilus o Nilus!. Questo è l'Elisi!], coi larghi poteri senza vincoli, appena suonerà in Campidoglio l'ora propizia per la sua comparsa al volgo, camminerà in trionfo.

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Musica: "Atalanta Fugiens Fuga XII" (Michaël Maier 1687)