L'orbita della "Schola"

Lo scopo della mia vita presente non si riassume in ciò che finora ho scritto e predicato, solamente come corredo a quello che scriverò d'ora in poi, sulla Medicina Aurea, la quale è la scienza e la pratica della Medicina Pitagorica e divina - cioè la Medicina della grande sintesi, che il laboratorio analitico della Scienza Razionale e i sommi clinici dileggiano.

Ed eccomi ad entrare nell'orbita della SCHOLA.

Non ne uscirò per divagare nell'azzurro dell'ascetismo filosofico, che per ricordare i limiti della possibilità, e segnare i termini del campo illusivo.

Premettere la storia della medicina umana a questo studio, è ozioso. Sulla viltà dei sensibili al dolore e sulla paura della morte considerata come il supremo dei mali, s'impose la volontà dei forti e dei coraggiosi che sentirono in sé la potenza intelligente della divinità e gli dei si manifestarono, così, per la prima volta, benefici (1).

Attraverso i secoli l'uomo cercò di imparare e investigare per giungere

1° Alla determinazione e conoscenza delle infermità umane, alla loro causa, evoluzione, e fine.

2° Alla terapeutica esatta e miracolosa, cioè infallibile, per ridonare la sanità agli organismi colpiti.

Lo stato attuale della scienza è, nel suo complesso, meraviglioso: l'osservazione tecnica, analitica, profonda della devastazione dell'organismo umano in lotta con l'ambiente e coi principii ritenuti causa di mali (patogenici), ha progredito maravigliosamente- ma sinteticamente è in errore perché se le teorie sulle osservazioni fossero vere ed esatte il rimedio ai mali (terapeutica) sarebbe infallibilmente trovato.

È inutile discutere le teorie.

Il medico é un filosofo e un fisico.

Come fisico é il meno imperfetto possibile - date le conoscenze e il misticismo scolastico di oggi (2); - come filosofo ahimè, resta nell'idea ciclica delle filosofie di tutte le epoche - un attivo logismografico di principii teorici che si avvicenda ad un passivo di dubbi e di impotenze.

lo parlo della Scienza e non dei Medici.

La conoscenza delle verità é umanamente una presunzione a cui abbiamo fatto l'orecchio come a tanti convenzionalismi. La scienza - abbiamo l'abitudine di dire - spiega tutto e l'uomo vuole le ragioni di tutte le cose, magari con ipotesi ardite o false, ma abbiamo in noi caratteristica nell'ora presente la pseudoragionevolezza di trovare una ragione a tutte le cose che ci si presentano con un'aria di mistero.

La medicina é la storia vivente di questo vizio mentale del volgo studioso - ma anche le scienze strettamente fisiche si trovano nella stessa condizione pietosa. L'etere sul quale riposa tutto lo sperimentalismo della fisica moderna è una ipotesi necessaria per spiegare tutto ciò che non si spiega; il calore, l'elettricità, il magnetismo, si definiscono per gli effetti; il mistero dei movimenti planetari che matematicamente e precisamente si calcola, si espone per ipotesi causali che passano per buone in mancanza di meglio - ma il mistero più complesso della vita di un organismo animale in cui si agita un pensiero o una unità pensante o anima, non è sondabile né dalla biologia sperimentale né dalla chimica né dagli apparecchi della vista, microscopii, raggi Rötgen e altri possibili.

Il mistero é il limite della conoscenza.

Un magistrato molto colto e retto mi espose le sue maraviglie dieci anni fa che io avessi scritto un Mondo Secreto e mi domandò convinto come si parlasse di secreto o arcano ora che tutto è luce.

In verità è che noi non sappiamo propriamente che cosa sia la Luce neanche nei trattati più profondi di ottica. Le vibrazioni date come causa ci trasportano nel problema del movimento o moto che é un principio della sacra Qabalah più che una conquista fisica di oggi.

La febbre delle teorie é una forma psicopatica come un'altra quando raggiunge l'esagerazione.

La fiamma della vita di un'unità organica non é stata sorpresa né sarà sorpresa da nessuna scienza umana perché é l'unica cosa divina che esiste comune in tutti i corpi organizzati viventi e pensanti. Divina perché é nascosta ed è palese in tutti gli organismi e in nessuno tangibile; divina perché eterna, cessa qui e rinasce più in là, dovunque una copula amorosa determina una fecondazione che é l'accensione di una fiamma nuova che è la vecchia estinta e ricomparsa e di cui la chimica non può darsene ragione perché interviene a fatto compiuto o prima che il fatto si compia.

A parte le conoscenze anatomiche su organismi in disfacimento, il problema della vita, della fiamma, della fiaccola tra miliardi di milioni di vite organiche dell'universo è oggi allo stesso stato del tempo di Timeo di Locri o di Empedocle seppure l'uno e l'altro citati non ne intuissero di più.

Ciò prova che il mistero sussiste in un confine dove le scienze di osservazione si arrestano.

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INDICE "Giuliano Kremmerz"



Musica: "Atalanta Fugiens Fuga XII" (Michaël Maier 1687)