A prima vista, quindi, un tale individuo ispira antipatia; ma alla lunga ci si sente attratti. Guardandolo in viso esso prova vergogna, poiché suppone che tutti conoscano il suo passato. Il suo colorito è alternativamente cereo e pallido. Ha tre piccole vene sul viso. Una, parte dalla tempia destra e si perde nella guancia, un'altra si trova di sotto il naso da dove va a confondersi con le altre due della parte sinistra. La terza piccola vena è quella che unisce le due ultime.

Questi segni tuttavia, si attenuano dopo che l’uomo si è del tutto abituato a praticare la virtù e completamente affrancato dal vizio. Questo mistero è espresso dalla lettera Qoph. [75a] Parlando delle vene come segni distintivi, s'intendono ovviamente quelle più pronunciate, non si deve tenere conto delle altre.

Il terzo tipo è quello di un uomo allontanato del tutto dalla retta via. Lo Spirito Santo lo abbandona facendo posto a quello impuro che vi si attacca. Questo tipo corrisponde alla figura del bue che la madre trasmette al bambino. Egli ha tre macchie rosse sulla guancia destra e altrettante sulla sinistra, di sotto alle quali presenta dei capillari. Questo mistero è espresso dalla lettera Qoph aggiunta ai caratteri Resch e Taw, proprio com'è scritto (Isaia III,9): la stessa impudenza del loro viso rende testimonianza contro di loro [5]. Quando quest’uomo si ravvede, le macchie restano, ma spariscono i capillari che sono al di sotto. Un tipo simile a questo è quello che presenta due piccole vene di colore bluastro che corrono su ognuna delle guance. Queste venule sono espresse dalle lettere Daleth e Aïn, cosa antitetica ai segni degli altri uomini [6].

Il quarto tipo è quello di un uomo ritornato per la seconda volta in questo mondo al fine di riparare le colpe commesse nella sua precedente esistenza sulla terra. Il viso di quest’uomo corrisponde alla figura dell’aquila che la madre trasmette al bambino. Egli possiede sulla guancia destra, una ruga posta verticalmente accanto alla bocca e due altre rugosità sulla sinistra disposte come la prima; i suoi occhi non brillano mai, neanche nei momenti di gioia. É di salute cagionevole e quando si fa tagliare i capelli e la barba, appare completamente trasformato. Sono riferite a quest’uomo le parole della Scrittura (Ecclesiaste IV,2): io preferisco i morti a quelli che sono vivi [7] .

Questi sono i misteri pertinenti i tratti del viso, i segni che l’anima imprime sul volto e che gli iniziati alla scienza occulta possono decifrare, com'è scritto (Salmi XXV,14): il Signore rivela i suoi segreti a quelli che lo temono. Questi iniziati sono della schiatta di David. Tale è il senso del versetto (Genesi V,1): ecco il libro della generazione di Adamo. La fisionomia dell’uomo è il libro sul quale sono incisi i suoi atti [75b] e il proprio stato d’animo. Fortunati i saggi ai quali è dato di leggere in questo libro!

Il mistero concernente le labbra è espresso dalla lettera Phé unita alla lettera Samekh. Un uomo dalle grosse labbra è un maldicente, si compiace di seminare disaccordo fra amici, calunniando l’uno presso l’altro, ed è talmente spudorato da non fermarsi di fronte a nulla. Non può custodire dei segreti, e nel caso in cui si dedicasse allo studio della Thorah esso divulgherebbe dei misteri che dovrebbero restare, invece, nascosti. Ostenta delle virtù, ma in realtà non ha alcun timore di Dio. Conviene quindi, evitare un simile individuo, dal momento che ogni sua parola è sulle labbra e non nel cuore.

L’uomo il cui labbro inferiore è di media grandezza ma separato nel mezzo, è un soggetto d'estrema violenza; la sua collera lo rende insopportabile a chi gli è vicino. I suoi attacchi sono sempre pubblici, e non cerca mai di dissimularli. A volte si mostra ironico. Quando un uomo simile ha barba folta, converrebbe non associarsi con lui poiché è eccessivamente suscettibile e lagnoso. Riuscirà in tutti gli affari materiali, e sconfiggerà i propri nemici. Sono riferibili a lui le parole della Scrittura (Proverbi VI,13): ammicca con gli occhi, stropiccia i piedi e fa cenni con le dita, mentre dei suoi nemici dice (Proverbi XXI,29): l’empio assume una postura sfrontata. Questo mistero è espresso dalla lettera Phé separata dalla lettera Samekh, ma a volte unita alla lettera Resch.

Per quanto di misterioso riguarda le orecchie sosteniamo che l’uomo che le ha smisuratamente grandi è poco intelligente e alcune volte è anche colpito da squilibri mentali. L’uomo le cui orecchie sono invece piccole e ben proporzionate, è d'ingegno vivace, animato da un gran desiderio di apprendere e di conoscere tutto. Il lobo completamente aderente alla mascella testimonia un uomo dissoluto. Questo mistero è espresso dalla lettera Yud la quale si trova contenuta in tutte le altre lettere [8].

Fino ad ora si è parlato dei tratti del viso dell’uomo. Ora vorremmo parlare degli altri segni distintivi che non sono in emergenza sulla persona. Considerato però che il mistero di questi segni è di ordine superiore, non è permesso a noi di parlarne. Vogliate quindi Maestro, istruirci a proposito.

Rabbi Shimon rispose: figli miei, voi siete meritevoli in questo mondo e in quello futuro. Beati i miei occhi perché quando entrerò nel mondo futuro, vedranno discepoli come voi! La mia anima reciterà all’Antico dei giorni la lode (Salmi XXIII,5): davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici; cospargi di olio il mio capo. Il mio calice trabocca! e il Santo, baruk ha-shem, risponderà (Isaia XXVI,2): aprite le porte, affinché un popolo giusto vi entri, un popolo che si mantiene fedele.

I discepoli ripresero a parlare, è scritto (Ezechiele I,8): sotto le ali avevano mani d’uomo. Questo versetto è già stato spiegato dai nostri colleghi, i quali hanno sostenuto che queste mani sono quelle che alcuni angeli aprono per raccogliere il pentimento degli uomini e portarlo dinanzi al Santo, baruk ha-shem.

Creando l’uomo il Santo, baruk ha-shem, ha inciso sul proprio corpo tutte le figure e le immagini celesti; tutti i misteri dell’alto come quelli di qua in basso si trovano uniti nell’uomo fatto a sembianza di Dio. Questo segreto è espresso dalla lettera Caph, carattere da cui dipendono le dieci parole, cinque del lato destro, e cinque di quello sinistro.

Con le parole (Genesi I,27): ed Élohïm creò l’uomo a sua immagine, la Scrittura fa riferimento alla contemporanea creazione del maschile e del femminile, particolarità questa che fa l’essere umano simile all’immagine di Dio.

Della creazione dell’uomo la Scrittura dice (Giobbe X,11): mi hai rivestito di pelle e di carne, d’ossa e di nervi mi hai intessuto. [76a] Indubbiamente la pelle, la carne, gli ossi, i nervi non costituiscono l’uomo, giacché soltanto l’anima concreta la sua individualità (Vedi Zohar I,20b). La pelle, la carne, gli ossi e i nervi formano soltanto l’involucro esterno, essi costituiscono il suo abito, ma non l’uomo, considerato che quando esso muore è spogliato di tutti questi rivestimenti. Benché il corpo dell’uomo costituisca il semplice accessorio, la sua forma nasconde un mistero superiore, come già maestro avete spiegato commentando il versetto (Salmi CIV,2): te che sei avvolto di luce come di un manto e che stendi il cielo come una tenda….

Come Dio è il "Punto" interno, e tutte le legioni celesti e tutti i cieli sono la veste di questo "Punto", così l’anima è l’uomo, e tutte le altre parti del corpo sono la veste. Questo è il motivo per cui la Scrittura dice: e Élohïm creò l’uomo a sua immagine. In questo passo [9] è contenuta per due volte la parola "Élohïm", questo per allusione al Principio maschile e a quello femminile.

Il firmamento è costellato da stelle e da altri corpi decifrabili dai saggi, così anche la pelle, che è il rivestimento esterno dell’uomo, è contraddistinta da rughe e linee interpretabili dai sapienti e questi segni sono particolarmente accentuati sul viso. A questo mistero fanno allusione le parole della Scrittura (Isaia XLVII,13): quelli che studiano il cielo, che contemplano gli astri….

Per esaminare con correttezza un uomo secondo i segni del suo viso, occorre analizzarlo in un momento in cui non è in collera, dal momento che durante questo stato esso è posseduto da un altro spirito il quale impedisce di giudicarne il cuore, proprio come non è possibile investigare i segni del firmamento quando questi è nascosto da nubi [10]. Le linee del palmo della mano e delle dita, sono per l’uomo quanto le stelle e gli altri corpi celesti sono per il firmamento. Ora com'è decifrato dai saggi il palmo della mano, altrettanto lo sono anche le unghie, tanto è vero che un tempo i maghi predicevano l’avvenire dell’uomo esaminandole. È bene sapere, in ogni caso, che lo spirito impuro che inspira i maghi, si attacca,  prima di ogni altra cosa, proprio alle unghie [11].

Sulle unghie si notano con una certa frequenza, delle piccole macchie bianche che assomigliano a delle stelle. Queste chiazze compaiono a causa del vuoto che esiste tra l’unghia e la carne.

 

 

 

 

[5] Aggiungendo, in effetti, k a tr, si ottiene trk; ed è un’allusione alla prima parola del versetto d’Isaia citato: trkh. [Torna al testo]

[6] Come dire, presso gli altri uomini, la u precede la d, per formare la parola du (testimonianza), com’è stato spiegato al foglio 74a, mentre in questo caso la d precede la u. [Torna al testo]

[7] Vale a dire: io preferisco i morti che non sono più obbligati a ritornare sulla terra a “quelli che sono vivi”, in altre parole a chi è ritornato per riparare le colpe commesse durante la loro precedente esistenza.- [Torna al testo]

[8] A causa della sua grafia, che è la base di tutte le altre lettere. [Torna al testo]

[9] Le edizioni di Cremona e di Sulzbach non riportano la locuzione abh \yhla yrt. Nell’edizione di Amsterdam questa proposizione figura fra parentesi. [Torna al testo]

[10] L’edizione di Sulzbach riporta anydr, invece di abyud, quella di Francoforte anyud. È certo in ogni caso che, anche secondo le varianti, lo Zohar sottintende realmente le nubi che coprono il firmamento. Del resto è noto che il giorno nuvoloso sia indicato con il nome di “giorno del rigore”.[Torna al testo]

[11] Come si è visto in diversi punti, lo spirito impuro che domina durante la notte si attacca con preferenza alle mani di chi dorme e in modo particolare alla punta delle dita. Questo è il motivo del lavaggio delle mani al mattino.[Torna al testo]

 

Indice

foglio 70a - 72a foglio 72b - 74a foglio 74b - 76a

foglio 76b - 78a

 

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