Iniziando lo studio delle origini della Leggenda di Hiram, tenendo presente la funzione di Sovrintendente ai lavori di costruzione del Tempio di Salomone, che caratterizza il suo protagonista Hiram, appare, prima di tutto, opportuno avere sottocchio i testi classici in cui è descritta, appunto, la costruzione del Tempio.[...]

Il documento che presentiamo ai nostri Ospiti, per la consultazione e lo studio, è opera d'ingegno dello storico di grande fama Luigi Sessa ed è ripreso dalla seconda parte del testo edito dalla casa editrice Bastogi: "Hiram e la leggenda di Hiram"; adattato per la presentazione web.

L'Ospite interessato può consultarne la scheda nella sezione dedicata "I Testi che Leggiamo"

  Hiram e la Leggenda di Hiram

 

Lo scritto costituisce un opera della maestria dell'autore. Il suo contenuto non riflette di necessità  il punto di vista della Loggia o del G.O.I.

Ogni diritto gli è riconosciuto.

 

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Iniziando lo studio delle origini della Leggenda di Hiram, tenendo presente la funzione di Sovrintendente ai lavori di costruzione del Tempio di Salomone, che caratterizza il suo protagonista Hiram, appare, prima di tutto, opportuno avere sottocchio i testi classici in cui è descritta, appunto, la costruzione del Tempio.

La storia di questo importante evento è raccontata nel Vecchio Testamento nei Libri dei Re e delle Cronache e, più o meno frammentariamente, anche da Giuseppe Flavio e da più tardi storici ebraici.

In nessuno dei racconti su questo argomento c'è alcun indizio della morte di Hiram o del suo assassinio.

C'è, anzi, una tradizione rabbinica che vuole che la costruzione del Tempio fosse opera così santa che nessuno degli operai morì nel corso dei lavori (1).

Il racconto dell'assassinio di Hiram è, dunque, pura leggenda.

Varie fonti letterarie, religiose, folkloriche e storiche medioevali sono state studiate nel tentativo di cogliere qualche indizio che potesse indicare una origine della Leggenda Hiramica.

Tenuto presente che alcuni elementi della Leggenda sono preesistenti alla fondazione della Gran Loggia del 1717, c'è stato chi (2) ha ritenuto che le origini del racconto hiramico affondino le loro radici in epoca cristiana e, in questo ambito, per la verità molto vasto e vago, ha escluso che vi potessero essere anche ascendenze ebraiche in ragione dei manifesti pregiudizi antigiudaici medioevali che avrebbero impedito non solo la nascita, ma anche la conservazione di qualsiasi racconto che si fosse determinato così; e ha pure escluso che si possa risalire ad origini promananti dai Collegia Fabrorum, a causa della crisi intercorsa tra il VI ed il IX sec., che ha praticamente cancellato ogni collegamento col passato, come pure ha escluso pretese ascendenze crociato-cavalleresche, tendenti ad avvalorare collegamenti con i Templari (3), perché proprio su questi collegamenti la storiografia moderna andava pronunciandosi e si è definitivamente pronunciata con ferme confutazioni (4).

Altri, molto più recentemente, ha supposto, rimanendo, ancora nell'ambito cristiano, che la Leggenda di Hiram potesse essere l'esito evolutivo di una o più Sacre Rappresentazioni inglesi che, nel Medio Evo, erano dette "Miracle plays" o "Mystery plays" e che si tenevano a cura di varie Gilde nei giorni di festa e che concernevano vari soggetti del Vecchio e del Nuovo Testamento. A sostegno di questo genere di supposizioni, è stata descritta una serie di "Misteri", rappresentati intorno al 1576 nella città di Wakefield da varie Confraternite e Gilde, tra i quali, in particolare, è annoverato un "Noah Play", "Spettacolo di Noè" di cui si praticava l'esecuzione anche nella città di Newcastle (5). Tuttavia, ogni sforzo per rintracciare una qualche parentela tra queste manifestazioni e la Leggenda di cui ci stiamo occupando, è risultato vano.

Del pari è risultata infruttuosa ogni altra ricerca svolta sulla letteratura medioevale in generale (6).

Ciò non di meno, non manca chi ritiene che la Leggenda di Hiram sia stata ideata in Francia nel XII secolo (7) e argomenta la sua tesi sostenendo che "la Leggenda di Hiram, come tutte le leggende, tutti i miti e tutti i dogmi, non è scaturita d'un baleno da una sia pur radiosa mente umana, bensì si è gradualmente formata e trasformata, finché è stata raccolta dalla Massoneria, che l'ha adottata, dopo averla riveduta e corretta in modo da adattarla al ritualismo della Camera di Mezzo come simbolo del suo grado (8).

E continua dicendo che "già da molto tempo la genesi della Leggenda di Hiram avrebbe potuto essere ricostruita, esaminando e confrontando antichi manoscritti custoditi in Francia negli archivi (9) dei vari «Compagnonnages»; ma è accaduto che persino il più autorevole studioso massone d'Europa, Eugenio Goblet D'Alviella, Rettore dell'Università di Bruxelles, non vi sia riuscito, perché tratto in inganno da quell'Agricole Perdiguier che, con il suo Livre du Compagnonnage, edito a Parigi nel 1840 e nel 1857, succube com'era del suo campanilismo ritualistico, aveva riportato per esteso e dato grande risalto ad una balorda «Leggenda del Maestro Jacques», mentre aveva appena accennato all'esistenza di una Leggenda del Maestro Hiram, alla quale, ad onta di evidente controsenso, attribuì una data di nascita posteriore a quella dell'altra da lui preferita, sol perché egli apparteneva al 2 °Rito del Compagnonnage, che vantava come fondatore il Maestro Jacques, mentre il 1° Rito, che era il più antico, vantava come fondatore il Maestro Hiram" (10).

Ora, quale che sia il valore del libro del Perdiguier, che fu, per altro, giudicato "quasi nullo per la parte storica" da E.M.Saint Leon (11), che, a sua volta, ricercando e confrontando le fonti di tutti i tre Riti compagnonici, oltre ad aver, logicamente e giustamente anteposta la Leggenda di Hiram a quella del Maestro Jacques, ci ha lasciato una cospicua raccolta di documenti compagnonici, in genere, risalenti all'800, tutte le teorie che, già dalla fine del secolo XIX, avevano preteso di far risalire l'origine del Compagnonaggio al XII secolo, sono state rigorosamente smentite dai più recenti studi storiografici sull'argomento (12). Tali studi, per altro, hanno consentito di stabilire che gran parte della simbolistica compagnonica è ampiamente ispirata alla simbolistica liberomuratoria che, a sua volta, non ha precedenti anteriori alla fine del XVII secolo e che si è particolarmente sviluppata e definita durante tutto il corso del XVIII secolo (13).

Non resta, dunque, che intraprendere le nostre ricerche nell'ambito delle antiche fonti massoniche, la qual cosa, però fu, fin dal principio di questo secolo, particolarmente ardua, perché le documentazioni, al tempo disponibili, non offrivano alcuna traccia utile da seguire.

Le Costituzioni Gotiche, dette anche Old Charges, nelle loro narrazioni storiche, descrivono l'origine e lo sviluppo della Scienza del Costruire attraverso l'evocazione di antiche circostanze bibliche in cui Davide, Salomone ed il suo Tempio sono oggetto solo di mere menzioni e Hiram, poi, è del tutto ignorato, anche se, come è già stato detto, secondo alcuni e con diverse argomentazioni, la sua presenza nei vari racconti, sarebbe stata dissimulata sotto vari pseudonimi (Aymon, Ayman, Ninus, ecc., ecc.) con cui viene, in realtà, sempre indicato un personaggio che, secondo le narrazioni massoniche, lavorò alla costruzione del Tempio e fu colui che portò la Scienza del Costruire in Francia da dove, finalmente, giunse in Inghilterra con l'aiuto di S. Albano.

Ma in tutto ciò non c'è mai l'indizio di qualcosa che possa diventare la Leggenda di Hiram.

Invero, in nessun luogo di queste antiche fonti c'è alcuna traccia né della morte di Hiram, né dei vari particolari che si ritrovano nel racconto che noi conosciamo col nome di Leggenda di Hiram. E, pertanto, ragionevole pensare che la versione più antica di questa Leggenda, quella riferita dal Prichard nel 1730, debba essere considerata una novità introdotta nel Rituale massonico relativamente tardi (14).

Ci sono, infine, dei racconti folklorici della Craft muratoria, relativi a "riti di fondazione o di completamento delle opere" i quali implicavano "sacrifici". Si tratta di storie di architetti murati vivi nelle mura di fabbriche terminate, perché il proprietario voleva assicurarsi che la vittima non creasse simili ulteriori strutture (15). Si è preteso, pertanto, da qualcuno che questo fosse l'humus culturale, nell'ambiente operativo, nel quale potessero essersi sviluppati i germi originari della Leggenda di Hiram" (16).

Ma, atteso che la Leggenda Hiramica contiene in sé elementi di chiara ispirazione biblica, contro quelle storie, come possibili fonti della stessa, c'è la descrizione, contenuta nel I Libro dei Re VIII,63; relativa alla dedica del Tempio, da parte di Salomone, mediante grandi festeggiamenti in cui tutti i sacrifici concernono solo animali. Del resto, tutte le versioni del racconto leggendario che riguarda Hiram dicono che egli fu assassinato non da Salomone, ma da tre Compagni.

Tuttavia, è, proprio nell'ambito della letteratura e, comunque nel più approfondito esame della materia squisitamente massonica che, forse, si riesce a trovare la risposta più esauriente alle nostre domande e la soluzione dei nostri enigmi.

Forse la chiave per risolvere, con buona approssimazione di verità, il mistero delle origini della Leggenda di Hiram, potrebbe essere stata rintracciata a seguito di una scoperta, risalente al 1936 (17).

La scoperta riguarda il Manoscritto Graham (18) nel quale si rileva come importante novità la comparsa di due singolari racconti di tenore leggendario che precedono una Leggenda della costruzione del Tempio di Re Salomone, del tipo di quelle incontrate in precedenti e numerose Costituzioni Gotiche, già note.

 

Per il Manoscritto Graham consultare la sezione:

Il Manoscritto Graham

 

Il primo racconto consiste in una "Leggenda Noachica"; il secondo, concerne un personaggio biblico di nome Bezaleel, costruttore del famoso Tabernacolo di Mosè (19) e due fratelli di un Re.

Il passo relativo a Noè, è riportato più o meno come segue: "Sappiamo per tradizione e da referenze scritturali che Sem, Cam e Jafet si recarono presso il sepolcro del loro genitore Noè nella speranza di ritrovare presso di lui qualcosa che li guidasse al virtuoso segreto che egli certamente possedeva giacché tutte le cose necessarie per il nuovo mondo erano nell'arca con Noè. Ora, questi tre uomini stabilirono che se non avessero trovato quello che cercavano, la prima cosa che avrebbero trovato sarebbe dovuto essere per loro come un segreto non potendo dubitare, ma anzi credendo fermamente che Dio avrebbe potuto far sì che quello che essi avessero trovato potesse essere un vero segreto confidato a loro direttamente da Dio. Così essi pervennero al sepolcro, trovando nulla eccetto che il cadavere quasi consumato. Prendendo un dito, esso venne via, così da giuntura a giuntura, fino al polso, così fino al gomito. Allora essi sollevarono il cadavere e lo sostennero sistemando piede contro piede, ginocchio contro ginocchio, petto contro petto, guancia contro guancia e mano sulla spalla e gridarono : "Aiuto o Padre", come se essi avessero detto: "O Padre del Cielo, aiutaci perché ora il nostro padre terreno non può farlo." Poi essi deposero a terra il cadavere e non sapendo cosa fare, uno di loro disse: "c'è ancora midollo nell'osso"; e il secondo disse: "ma è un osso secco"; e il terzo disse: "esso puzza". Così, essi stabilirono di dargli un nome come è conosciuto nella Libera Muratoria di questi giorni" (20).

Il racconto relativo a Bezaleel dice che i due ragazzi desideravano essere istruiti da lui nella nobile scienza dell'Architettura. Bezaleel avrebbe accettato di comunicare ai giovani i suoi segreti professionali a patto che essi non li avessero rivelati a nessuno e, comunque, in caso che avessero, di comune accordo, voluto farlo, si impegnavano, con lo stesso giuramento, ad essere sempre in tre a parlare per dare, così, una tripla voce a ciò che volessero dire. Con la morte di Bezaleel (21) si pensò che i segreti dell'Architettura, cioè della Massoneria, fossero totalmente perduti poiché nessuno li conosceva ad eccezione dei due giovani principi i quali, però, non li potevano svelare perché mancava la terza voce (22).

Considerando i contenuti di tutte e tre le leggende riportate in questo Manoscritto (la Leggenda di Noè, la Leggenda di Bezaleel, la Leggenda della costruzione del Tempio di Re Salomone), non si può non rimarcare che diversi elementi di tutte e tre le narrazioni si ritrovano in una quarta Leggenda che è, appunto, quella che comunemente si chiama la Leggenda di Hiram (23).

Commentando il contenuto del Manoscritto Graham, il Poole si rese conto della singolare circostanza per cui questo Manoscritto veniva a rappresentare un "insieme" particolarissimo, nel quale, per la prima ed unica volta, si trovavano associate in ordine cronologico, la narrazione concernente Noè, quella concernente Bezaleel e quella concernente la costruzione del Tempio di Re Salomone.

Egli intuì che, molto probabilmente, queste narrazioni rappresentavano, a loro volta, le fasi di un complesso fenomeno di aggregazione leggendistica, iniziato, secondo lui, quasi certamente, sul finire del XVII secolo e terminato nel corso del XVIII secolo nel compendio leggendistico denominato Leggenda di Hiram.

La ragione per cui il Poole risaliva alla fine del XVII secolo, prendendo a riferimento l'anno 1696, riposa sul fatto che è proprio di quell'anno il Manoscritto Edinburgh Register House in cui, per la prima volta, si registra un preciso richiamo ai "Cinque Punti della Fratellanza", argomento molto evidentemente e strettamente collegato sia alla narrazione noachica che alla Leggenda di Hiram (24). 

 

Per il Manoscritto Edinburgh consultare nella sezione dedicata:

Il Manoscritto Edinburgh

 

A questo punto ci si rende conto come la scoperta del Manoscritto Graham determini un vero e proprio giro di boa nel mare magno degli studi relativi alla interconnessione derivativa o imitativa, mitologica e simbologica, delle narrazioni leggendarie consimili, nonché negli studi relativi alle modalità di introduzione e penetrazione in Massoneria della Leggenda di Hiram. E come se ciò non bastasse, in conseguenza delle nuove prospettive aperte dalla scoperta, molte delle teorie sull'origine della Leggenda di Hiram, precedentemente elaboratesi sono dimostrate inadeguate, inconsistenti ed insostenibili (25).

Nelle nuove impostazioni degli studi sulla origine della Leggenda Hiramica, la data del 1726 del Manoscritto Graham era sembrata importante per stabilire un parametro temporale in base al quale valutare l'antichità di tutto il complesso leggendistico che in qualche modo poteva essere collegabile alla Leggenda di Hiram, ma per fondate ragioni, si è dovuto prendere atto che quella data non rappresenta, in realtà, un'utile guida per rintracciare l'età delle Leggende di Noè e di Bezaleel.

C'è, infatti, buona ragione di credere che il compilatore del Manoscritto non fosse un inventore di leggende. E molto probabile che la corrente leggendistica all'origine di questi racconti, ancorché diversa anche da quella che ha determinato la Leggenda di Hiram, implichi una certa antichità e una certa diffusione.

C'è, del resto, un altro documento, un annuncio di giornale del 1726, che può qui essere citato come prova che alcune frasi, talvolta usate nell'opera del Prichard e rilevanti nell'ambito della Leggenda di Hiram, fossero ben conosciute ai Massoni diversi anni prima della pubblicazione della Masonry Dissected.

Il documento che citiamo fu trovato in una collezione di ritagli di giornali nella Libreria della Gran Loggia in Inghilterra. Il nome del giornale è sconosciuto, ma dal contesto si conferma la data del 1726. L'annuncio è intestato "Antediluvian Masonry". Si tratta di un corsivo, diremmo oggi, contro il Dr. John Theophilus Desaguliers, che fu Gr. M. nel 1719, per le innovazioni che, si suppone, egli abbia apportato nella Craft ed è apparentemente scritto da qualcuno ben informato sulle pratiche rituali contemporanee.

Nel contesto di detto annuncio si riscontrano delle frasi di particolare interesse per la loro connessione con la Leggenda di Hiram, pubblicata, successivamente, nel 1730 dal Prichard: "C'è pure una lettura che dà una particolare descrizione del Tempio di Salomone... con tutta la storia del Figlio della Vedova, assassinato con il colpo di mazzuolo ("The Whole History of the Widow's Son killed by the Blow of a Beetle"), trovato, poi, tre piedi a Est, tre piedi a Ovest e tre piedi in perpendicolare, e la necessità [che] c'è per un Maestro di comprendere bene la Regola del Tre". Poi, tra l'altro, vi sono riferimenti a: "... Squadra-Oblunga, Cassia e Tomba di Muschio...". Il pezzo è firmato"By Order of the Fraternity Lewis Gilbin, M.B.N”.

Anche dal contenuto del Manoscritto Wilkinson del 1727 si rileva che certi elementi della Leggenda di Hiram erano già noti all'epoca e circolavano nell'ambiente massonico. In questo Catechismo, in una risposta concernente il perché la Loggia sia un Quadrilungo, si afferma che ciò dipende dalla "forma della tomba del nostro Grande Maestro Hiram". Ciò dà luogo ad un serio indizio circa l'inclusione nei correnti temi ritualistici di elementi sicuramente pertinenti alla Leggenda di Hiram.

 

Per il Manoscritto Wilkinson consultare la sezione dedicata

Il Manoscritto Wilkinson

 

Tra i molti tentativi per spiegare la relazione e la eventuale sostituzione intercorsa tra la Tradizione Noachica con la Tradizione Hiramica, ne citeremo solo qualcuno.

G.W.Bullamore, cercando di dare una spiegazione all'esistenza della Leggenda Noachica e della Leggenda di Bezaleel accanto alla Leggenda della Costruzione del Tempio di Salomone, fa delle considerazioni che meritano la nostra attenzione.

Egli dice che gli antichi costruttori di chiese, poiché usavano molto legno, avrebbero potuto del tutto naturalmente basare le loro tradizioni sia sulla memoria dei figli di Noè che su quella di Bezaleel. Infatti, gli uni e l'altro per le loro rispettive costruzioni, l'Arca e il Tabernacolo, possedevano la maestria nella lavorazione del legno. Ma, prosegue il Bullamore, una successiva invasione di tagliatori di pietra che si stabilirono presso Westminster, potrebbe aver determinato la diffusione di una nuova Leggenda, collegata col Tempio di Re Salomone, esempio celebrato di costruzione in pietra. Quando questa nuova organizzazione operaia si fu definitivamente stabilita, i segreti "sostituiti" dei figli di Noè potrebbero essere stati fatti coincidere con i segreti "sostituiti" degli operai del Tempio di Salomone il che, secondo questo autore, sarebbe come dire trasformare ciò che fu noachico in ciò che è hiramico. Il ragionamento del Bullamore è solo in apparenza convincente perché si rivela inconsistente allorché si cerchi di riscontrare nella realtà quanto asserito con le parole. Se, infatti, l'epoca della trasformazione di ciò che fu noachico in hiramico dovesse effettivamente collocarsi intorno al tempo delle prime affermazioni delle maestranze muratorie presso Westminster, dovremmo dire che tale trasformazione sarebbe avvenuta in pieno secolo XIII.

Detto questo, sarebbe molto arduo spiegare il costante, assoluto silenzio relativo a queste tradizioni per circa quattro secoli in tutte le documentazioni muratorie e liberomuratorie. Oltre a ciò, l'insostenibilità di questa argomentazione dipende anche dal fatto che nel XIII secolo le maestranze muratorie non erano ancora organizzate in Corporazioni autonome di Mestiere e, pertanto, nel loro ambito non c'era ragione che circolassero motivi leggendari che solo a partire dal XIV secolo cominciarono ad apparire, funzionalmente predisposti a costituire necessario sfondo e complemento per l'ottenimento del riconoscimento giuridico, indispensabile per legge, per l'esercizio organizzato del Mestiere.

Secondo qualche altro autore, non è detto che debba esserci necessariamente alcuna relazione tra la Leggenda di Noè, la Leggenda di Bezaleel e la Leggenda Hiramica, riportata da Prichard, ciò che è importante è mettere in evidenza che la loro semplice esistenza è sufficiente a dimostrare che tali e simili Leggende erano correnti nel Craft-lore, pronte ad essere adattate ed incorporate nel Rituale da coloro che fossero interessati ad espandere il Rituale stesso per uso speculativo.

Da dove, per altro, tutte queste storie provengano e come esse si siano inserite nell'ambito massonico è tuttora ignoto; meno ignoti, invece, come si vedrà, sono sia l'epoca, che le ragioni della loro comparsa.

La storia di Noè e la storia di Hiram, così come ci sono state trasmesse dalle rispettive redazioni più antiche, cioè dal Manoscritto Graham del 1726 e dal libello Masonry Dissected del 1730, sono sorprendentemente somiglianti.

Infatti, tutte e due hanno come elemento di fondo il tentativo di ottenere un segreto da un corpo morto e tutte e due, prospettano una medesima soluzione, quella cioè di procurare un segreto nuovo o sostituito, laddove venisse meno la scoperta di un segreto autentico.

Il disseppellimento di Noè fu certamente un atto necromantico ed è, perciò, pertinente notare che Cam, figlio di Noè, nella tradizione medioevale è collegato, se non proprio alla necromanzia, certamente con le arti di magia nera. La tradizione in tal senso è registrata nella letteratura del XVI secolo e il collegamento è asserito fin dal XIII secolo.

Non sarebbe del tutto inconcepibile che l'una storia sia stata modellata sull'altra, essendo la storia originaria restata in una antica tradizione che collegava Cam, figlio di Noè, con le arti di magia nera.

Secondo Bernard E.Jones, è ragionevole prospettare la possibilità che l'attuale Leggenda Hiramica sia stata, in una fase della sua evoluzione, una Leggenda di Noè e dei suoi figli e che, - qui l'ipotesi ci appare meno credibile - in tale o altra forma, sia passata nei tempi medievali.

Del resto, continua lo stesso autore, una tradizione del XVIII secolo - il che conferma, da una parte, la minore attendibilità di un presunto passaggio nei tempi medioevali e, da un'altra parte, la più credibile eventualità di una più recente elaborazione di queste storie - tramanda che il figlio più anziano di Cam, Nimbrod (26), fu Gran Maestro di tutti i Massoni e fu il costruttore di molte città.

Sempre secondo Bernard E.Jones, sul piano delle congetture è possibile ricostruire il processo mediante il quale la Leggenda Hiramica può, probabilmente, aver trovato la sua via di ingresso in Massoneria.

Gli Operativi medievali, dice Jones, sapevano del Tempio di Re Salomone e dell'architetto di Salomone (27).

C'è una mera possibilità che qualcuno di loro oppure qualche chierico scrivano conoscesse la Leggenda di Noè. Questo è il punto debole dell'argomentazione di B.E.Jones in quanto dagli studi specifici svolti sulla letteratura medioevale, come già si è detto, nessun indizio è stato rilevato che possa ricondurre, neppure ad elementi in nuce, collegabili alla Leggenda di Hiram.

Qualche Rosacrociano e altri cultori di mistica che entrarono, intorno al 1700, in Massoneria, erano probabilmente al corrente della stessa storia, non è dunque impossibile che essi le dessero un nuovo assetto in forma drammatica. Questa parte dell'ipotesi è molto più probabile di tutto il resto ed è il più forte puntello su cui poggia la teoria del Jones. Ciò, per altro, non esclude che la Leggenda di Noè fosse già nota nell'ambiente liberomuratorio attraverso la fonte originale, attualmente ignota, da cui proviene lo stesso Manoscritto Graham.

I successivi editori della Leggenda, al corrente dei precedenti, sarebbero stati in grado di introdurre il nome di Hiram, il personaggio biblico intimamente implicato col grande progetto di Re Salomone.

Immediatamente, Hiram, definito l'Architetto per antonomasia, divenne il centro della storia che si inseriva benissimo nella cornice ambientale del Tempio di Re Salomone.

Sebbene un poco attenuati, gli elementi negromantici della Leggenda Noachica furono opportunamente conservati e fu data alla nuova storia un significato morale e strettamente legato alla esistenza dei "Cinque Punti della Fratellanza".

Se questa, come dice Bernard E.Jones, è la ragionevole ricostruzione delle fasi di sviluppo della Leggenda di Hiram, questa potrebbe avere le sue radici in tre distinte fonti :

- nelle Costituzioni Gotiche;

- nella Leggenda di Noè;

- nella storia della collaborazione tra Hiram, il forgiatore di metalli, e Re Salomone.

Come si vede dallo schema, B.E. Jones fà della Leggenda di Noè una fonte autonoma, poiché, come si è già detto poco sopra, egli ritiene tale Leggenda originata nell'epoca medioevale. Questa sua supposizione è, lo ripetiamo, il punto critico della sua teoria e ne determina una parziale inconsistenza. La Leggenda di Noè, essendo caratterizzata dai Punti della Fratellanza, contiene in sé la denuncia del suo tempo di nascita che, nel modo più assoluto, esclude l'epoca medioevale, in quanto può essere fatta risalire solo all'epoca della comparsa di detti Punti della Fratellanza che, come è stato già messo in evidenza, può essere indicata intorno alla fine del XVII secolo.

Precursore, in un certo senso, dell'indirizzo seguito da B.E. Jones, fu il Conte Goblet D'Alviella, il quale sostenne, tra l'altro, che la scienza della mitologia insegna che i nomi sono più facilmente alterati o cambiati come le leggende. In altri termini, l'eroe cambia, il mito resta.

Nel presente esempio, secondo questo autore che, va detto, era ignaro del contenuto del Manoscritto Graham ma considerava ipotesi antidiluviane, la personalità di Noè si è incorporata nella personalità di Hiram col solo cambiamento del nome. Il mito, nei dettagli importanti, resta praticamente lo stesso. Anche per quanto concerne la teoria sostenuta da questo autore, vale quanto detto per B.E.Jones. La Leggenda di Noè contiene in sé una sorta di trappola, rappresentata dal nome Noè. Molti studiosi, restati forse affascinati dalla antichità del personaggio Noè, hanno ragionato in termini di antichità remota, perdendo di vista i contenuti tecnici della Leggenda alcuni dei quali consistono nei Punti della Fratellanza, che sono di introduzione relativamente recente potendo risalire, infatti, al massimo al XVII secolo. Pertanto, in questo caso, non è questione di mito ma è più semplicemente questione di volontaria sostituzione, per ragioni probabilmente speculative, di un Personaggio con un altro, la cui diversissima personalità, tra l'altro, esclude ogni possibile incorporazione. Se le modalità negromantiche e lo scopo della storia restano gli stessi, ciò non ha niente a che vedere col mito di Noè, ha, bensì, a che fare con la credenza, o piuttosto la superstizione, che la coincidenza di un corpo vivo con un corpo morto potesse restituire la vita ed, in questo caso, consentire il recupero di un Segreto.

Secondo alcuni studiosi (28), le storie di Noè e di Hiram richiamano alla mente esempi di restituzioni in vita miracolose, citate nella Bibbia, in cui il Profeta o l'Apostolo giacciono interamente sul corpo di un morto ed alitano sulla sua faccia (29).

In tali esempi la completa coincidenza dei corpi del vivo e del morto è evidente. Così non è improbabile che le storie di Noè e di Hiram rappresentino il tentativo di restituire questi uomini alla vita per evitare che i loro segreti morissero con loro.

Gli esempi biblici potrebbero aver dato luogo a sviluppi negromantici, le cui pratiche sopravvissero nel XVI e nel XVII secolo.

Quali che siano stati gli imperscrutati percorsi compiuti da tutti questi elementi leggendari, va considerato che essi non possono farsi risalire esclusivamente all'epoca della redazione dell'antico originale del Manoscritto Graham, perché questa fonte, quantunque molto preziosa per l'impostazione delle nostre indagini, resta pur sempre un documento manoscritto e come tale non suscettibile di grande diffusione, il che induce a pensare che storie di questo genere dovevano essere, probabilmente, di comune conoscenza tra i Massoni di quell'epoca come il retaggio di un patrimonio folklorico, tipico della Craft muratoria.

Ma anche tutto ciò non è altro che congettura.

In assenza di ogni specifica traccia o prova per giustificare l'esistenza della Leggenda Hiramica nel Rituale nel periodo 1696-1725, d'accordo con la storiografia moderna (30), dobbiamo procedere dalla fattuale assunzione che essa non esisteva ancora come parte delle cerimonie di quell'epoca.

 

Fino al 1730 c. non c'è traccia di una Leggenda Hiramica nel Rituale; non c'è indizio di tragedia, o di qualche perdita sopportata che sia il risultato di un dramma. I pochi elementi pertinenti alla leggenda in questione, che sono stati rilevati qua e là nella catechistica o nella pubblicistica antecedente il 1730, costituiscono solo l'indizio di un certo fermento di idee, ma non, sicuramente, la prova della esistenza di un ordito drammatico definito, come quello che solo più tardi, nel 1730, apparirà sostenere compiutamente l'apparato strutturale della narrazione hiramica, funzionalmente inserita nell'apparato ritualistico relativo al terzo Grado.

D'altra parte, di fronte all'evidenza dei fatti, pur prendendo atto che, tra il 1696 e il 1730, nessuna Leggenda di Hiram esistesse, non possiamo ignorare che quegli elementi, come per esempio, i Punti della Fratellanza, un certo numero di Parole che a quelli si accompagnavano, un riferimento alla Tomba di Hiram, ecc., che più tardi si ritroveranno come parte integrante della Leggenda Hiramica, erano ampiamente conosciuti nell'ambiente liberomuratorio,

Tra tutti questi elementi, i Punti della Fratellanza (31) sono certamente quelli di gran lunga più importanti e significativi. Essi sono costantemente presenti in quasi tutti gli antichi Catechismi e libelli del periodo indicato (32) e sono fortemente radicati negli usi della Craft molto tempo prima della comparsa dell'opera di S. Prichard.

Circa l'origine dei Punti della Fratellanza non si sa nulla.

Secondo alcuni, è possibile che essi siano stati originati da pratiche superstiziose, o connesse con la stregoneria di cui, all'epoca, non c'era certamente mancanza in Scozia (33).

Sta di fatto, però, che i Punti della Fratellanza, in ragione delle cospicue evidenze che lo provano, appaiono essere diventati patrimonio delle usanze massoniche molto prima della comparsa sia della Leggenda di Noè, sia della molto più tarda Leggenda di Hiram.

Pertanto, mentre da una parte è possibile che l'origine dei Punti della Fratellanza sia stata ispirata da quegli stessi esempi veterotestamentari e neotestamentari che Knoop e Jones pongono come base ispiratrice della Leggenda di Noè, dall'altra parte, è altrettanto possibile che la Leggenda di Noè, contenuta nel Manoscritto Graham del 1726, abbia potuto offrire autonomamente il modello, depurato di alcuni elementi negromantici, per la formulazione della Leggenda di Hiram.

Se l'ipotesi è giusta, la Leggenda di Hiram può essersi venuta formando a poco a poco, usufruendo di elementi vecchi e nuovi, non prima della comparsa della Leggenda di Noè, né prima della comparsa del nome Hiram Abif nei documenti massonici di vario genere.

A tal proposito, giova ricordare che, oltre che menzionato nelle Costituzioni di Anderson del 1723, tale nome comincia ad essere riscontrabile solo a partire dal 1725-1726 e le sue più antiche referenze si riscontrano nei Manoscritti del cosiddetto Gruppo Spencer, nei quali, per altro non v'è traccia alcuna né della, ancora futura Leggenda Hiramica, né, tanto meno, del Terzo Grado.

Sicché, come si vede, in base all'approfondimento delle fonti disponibili in questa materia, il tempo d'incubazione della Leggenda di Hiram, prima che la sua più antica versione esplodesse nella pubblicazione del Prichard del 1730 (tenuto conto anche degli sporadici riferimenti a taluni suoi elementi costitutivi, apparsi nell'annuncio della Massoneria Antidiluviana del 1726 e nel Manoscritto Wilkinson, 1727), deve necessariamente restringersi al periodo che va dal 1725 al 1730 e l'originaria creazione dell'impianto leggendario hiramico deve essere attribuita all'opera di ignoti ritualisti speculativi dello stesso periodo che intesero, con la formulazione della nuova Leggenda, estendere gli aspetti morali, filosofici e spirituali della Craft, attraverso l'uso di più complesse e profonde allegorie, adombrate in un apposito racconto leggendario, per conferire nuova vita e spirito al corpo ritualistico della Istituzione che si compendia, in modo particolare e decisivo, nel ritualismo del Terzo Grado.

 

Indice

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  Il Primo fra i Primi   Il Senso del Tradimento   Re e Uomo dell'Arte

 

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