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Introduzione alla Meditazione Cabalista

 

Ci sembra necessario analizzare il tema della meditazione, anche se non in maniera approfondita, giacché in generale, contribuisce a rendere comprensibili i significati codificati nel Sepher Yetzirah e, più specificatamente, mostra come il simbolismo espresso in "Lettere" e "Sephiroth" affondi le proprie radici in uno stadio profondo della coscienza.

Per questa analisi ci riferiremo sinteticamente all’opera e alle idee di Abulafia, famoso mistico medievale, che per primo descrisse con chiarezza le tecniche estatiche rimaste segrete per secoli e la cui origine va ricercata in quella tradizione occulta chiamata "Opera del Carro".

In senso generale, la meditazione consiste nel riflettere in maniera controllata: decidere la direzione che il nostro pensiero dovrà seguire in un certo tempo.

Per brevità, analizziamo solo due delle tecniche fondamentali della meditazione, quella che fa uso della "visualizzazione" e la recita "mantrica".

La "visualizzazione" è una tecnica che consiste nell’evocare un’immagine nella mente e mantenerla fissa. Nella meditazione Ebraica è conosciuta come l’incidere. L’immagine è fissata nella mente come se vi fosse profondamente incisa in modo da poterla osservare lungamente fino ad arrivare alla capacità di evocarla autonomamente. La tecnica si sviluppa in due fasi, in un primo momento è una meditazione con seme (la lettera), in un secondo momento si trasforma in meditazione senza seme (la lettera è sostituita dalla capacità di evocarla).

La tecnica meditativa di "incidere", opera in simbiosi con un’altra conosciuta come "tagliare". Quest’ultima consiste nel togliere ogni altra immagine mentale intorno al seme della meditazione.

Il Sepher Yetzirah sottintende queste due tecniche nei passi che fanno riferimento a Chatzivà (il taglio) e Chakikà (l’incisione).

"Ventidue Lettere: le incise, le intagliò, le soppesò, le permutò, le combinò e con loro formò l’anima di tutto il creato…"

Anche se questa tecnica può essere eseguita con qualsiasi oggetto i cabalisti hanno sempre usato Lettere o Nomi Divini.

Numerosi testi parlano di un tipo di meditazione chiamata "yichudim" o "unificazione". Nella maggioranza dei casi, il metodo consiste nel visualizzare i Nomi di Dio e di permutarne le lettere.

La tecnica è articolata in diversi livelli che conducono a stati di coscienza sempre più avanzati. Accenniamo all’ultimo stadio, perché ci sembra un buon esempio per comprendere la profonda sintesi tra le "Lettere" dell’alfabeto ebraico e la coscienza; e lo facciamo citando un interessante passo di Aryeh Kaplan, scomparso nel 1983.

"L’ultimo livello è raggiunto allorché le lettere sono percepite come esseri viventi, come se ciascuna di queste fosse una creatura angelica. Si acquisisce allora una coscienza unica della loro forza vitale, della loro energia spirituale, del loro significato e del flusso di energia che passa da una all’altra."

La citazione descrive la forte presenza degli elementi sia figurativi sia semantici che la lettera porta attraverso la sua esterna oggettualità.

Anche se non possiamo, dalle nostre attuali conoscenze, affermare che lo specifico portato simbolico delle lettere ebraiche sia innato nell’animo umano, come un archetipo Junghiano, non possiamo scartare a priori questa ipotesi.

Un’altra delle forme classiche della meditazione è la cosiddetta "meditazione mantrica.

"Mantra" è un termine orientale che sottintende una parola o una frase ripetuta per un certo lasso di tempo.

Uno degli effetti immediati di questo tipo di meditazione è il rilassamento del corpo.

Gli psicologi hanno sviluppato forme non religiose di meditazione mantrica per indurre nel paziente una "risposta di rilassamento". É stato studiato anche un sistema completo, la SCM (Standardized Clinical Meditation), per utilizzare questo tipo di meditazione in un contesto clinico.

Anche se la meditazione mantrica non è quella più espressiva dell'ebraismo, ci sono dei chiari riferimenti del suo uso nella Qabalah, soprattutto in associazione con la "Bittul ya yesch" (lo svuotare per riempire), una sorta di meditazione metafisica assai simile a quella in uso nel Vedanta Advaita.

Introduzione Epoca ed influenze Il Soggetto Le Sephiroth Sviluppo del Testo Analisi della Lettera Ebraica

Tre Ordini di Lettere Le Madri Le Doppie Le Semplici I Trentadue Sentieri

 Le Tecniche Ermeneutiche Regola delle Pietre e delle Case Introduzione alla Meditazione

 • La Meditazione in Abulafia Tecniche estatiche di Abulafia Conclusioni