SULLA NATURA DELLE SEPHIROTH

 

Lo Zohar ci riferisce che le Sephiroth sono dieci forme, che Dio ha prodotto per dirigere i mondi sconosciuti ed invisibili e quelli visibili. Ezra Azriel aggiunge: esse sono la potenza d'essere di tutto ciò che cade sotto il concetto di numero.

Le Sephiroth sono i veli attraverso i quali l'essenza divina si rivela; sono i dieci diversi attributi con cui Dio rende manifesto qualcosa della sua realtà inaccessibile. Secondo Irira sono gli strumenti spirituali di cui si serve il loro Emanatore infinito per creare, formare, realizzare. Non sono delle creature ma delle nozioni e dei raggi dell'Infinito che, per varie digressioni, discendono dalla sorgente suprema, senza tuttavia separarsene mai. Esse aderiscono alla Causa prima, dice Moïse De Cordovero, non per l’essenza ma in quanto all'operazione; sono, precisa Irira, i mediatori che rappresentano la Causa prima, interamente occulta in sé, che ne emanano direttamente e grazie alla virtù di questa Causa prima, producono e governano tutto il resto.

Le Sephiroth non sono quindi degli esseri ma delle emanazioni, non sono delle ipostasi divine, quantunque le prime tre siano frequentemente riferite alle tre ipostasi della Santa Trinità, non sono degli esseri distinti da Dio ed emananti da Lui, cosa che introdurrebbe, di fatto, il Politeismo. Esse costituiscono il fondamento del mondo delle Idee Divine. Sono le Idee con cui il Pensiero Divino, si rende principio di una Creazione possibile e a questo titolo sono giustamente delle emanazioni divine e non degli esseri emanati.

Sephirâ (al singolare), Sephiroth (al plurale) è tradotto con numerazione. Qualche volta lo Zohar chiama queste entità Corone o Lampade. La parola lampada racchiude il concetto di strumento per la manifestazione della luce, mentre il termine corona è il nome stesso della prima Sephirâ, vale a dire di quella che è la sorgente e la sintesi di tutte le altre.

Per quello che ci interessa, bisogna limitarsi alla definizione essenziale: vale a dire quella di numerazione. La Qabalah sostiene che la manifestazione primordiale, dall'Assoluto al relativo, sia fondata sui numeri: in effetti, tale transizione implica prima di tutto il passaggio dell'Unità alla distinzione e tutto ciò che è differenziazione riposa essenzialmente sul numero. Si cercano, è vero, le rassomiglianze e le differenze nelle cose prima di raggrupparle per contarle ed è questo il processo induttivo tramite il quale passiamo dal risveglio della coscienza alla conoscenza riflessa; però l'ordine metafisico, al contrario, implica il numero come condizione della comparazione, come ragione d'essere comune alla rassomiglianza e alla differenza.

Facciamo notare, per inciso, che il numero è primigenio rispetto alla distinzione delle qualità, non certamente a titolo di enumerazione aritmetica, ma a titolo di funzione metafisica, sorgente della relatività. È sostituendo alla plenitudine irriducibile dell'Assoluto il rapporto dell'Uno a ciò che non è più Uno, vale a dire l'Altro, che nasce la relazione. Soltanto per questo apparirà la dualità e la triade; giacché la relazione implica contemporaneamente opposizione e unione. Questa dualità e questa triade, in ogni caso, non hanno carattere aritmetico, i due e i tre formati dalla relazione sono tali a ragione del loro ruolo differente, non è possibile sommare oggetti di natura diversa: si comparano. L'Unità, la diade, la triade non sono frutto di 1, 1+1, 1+1+1 ma sono modi essenziali di essere metafisici di tutta la relazione.

Da questi stessi principi, si potrà dedurne la tetrade metafisica e le numerazioni superiori. La filosofia essoterica non ha mai trattato questo problema che sembra, invece, sia stato il tema fondamentale della Dottrina Pitagorica. Indicando con certe peculiarità le tappe del rapporto che mette in relazione l'Assoluto al relativo e chiamando queste peculiarità Numerazioni, la Qabalah ci suggerisce che l'essenza dei Numeri consiste in queste stesse peculiarità, il che racchiude una delle più profonde concezioni metafisiche. Occorrerà analizzare le astrazioni cui corrispondono questi caratteri e investigare se esse corrispondono alla combinazione di 4, 5, 6 ecc., termini irriducibili, essenziali e fondamentali di ogni intelligibilità. Mi limito soltanto ad accennare il problema la cui soluzione è a fatica schematizzata nella Legge di Creazione di Wronsky.

Le Sephiroth sono paragonabili ai trascendenti, alle categorie e infine alle entità metafisiche che io chiamerei intuizioni rappresentative, tali quali tempo, spazio, movimento, spirito, materia, immaginazione, energia, evoluzione, lavoro, valore, vita. I trascendenti: qualche cosa, uno, buono, vero traducono in un certo senso le condizioni che fondono l'autonomia dell'essere in sé. Le categorie: sostanza, quantità, qualità, relazione, traducono piuttosto le condizioni per mezzo delle quali l'esistenza si analizza in rapporti intelligibili. I trascendenti evidenziano una tendenza dell'intelligenza a passare dal relativo all'assoluto; le categorie sviluppano il movimento inverso, quello per mezzo del quale l'esistenza si piega alla natura del rapporto, vale a dire a quanto costituisce il substrato dell'assimilazione intellettuale. Quanto alle intuizioni rappresentative, esse rilevano i rapporti che collegano le condizioni dell'essere e quelle del sapere, termini che sono i poli della relatività. Questi tre ordini di idee metafisiche rispondono ai tre punti di vista astratti che provengono dalla costituzione stessa della relatività. Le Sephiroth, al contrario, tendono a fondere questi punti di vista per trasformare la relazione in unità concreta, immagine dell'Assoluto.

I nomi delle Sephiroth sono quindi estratte da concetti che contrassegnano l'atto unificatore nel Sapere, nell'Essere e nel loro rapporto. Dal momento che è al nostro pensiero che si indirizzano, senza interposizione, tutti i discorsi, sarà l'aspetto sapere che corrisponderà alle Sephiroth superiori, l'aspetto essere verrà in seguito e l'aspetto operazione apparirà come epigono inferiore dei due precedenti. In questa maniera le Sephiroth costituiscono tre ternari. Il primo: Corona, Saggezza, Intelligenza; il secondo: Grazia, Rigore, Bellezza; il terzo: Vittoria, Onore, Fondamento. Infine la decima Sephirâ: il Regno.

Il termine Corona abbraccia simultaneamente i tre punti di vista: sintetizza l'atto del pensiero, rappresentandone la sommità del sistema con un oggetto che significa, al contempo, la supremazia, l'unità e la totalità. Unisce intimamente i punti di vista dell'essere, del sapere e del loro rapporto. La Sephirâ Reame (Regno) segna la ricettività dove si riuniscono i tre ruoli del sapere, dell'essere e dell'operazione che le mette in rapporto.

Tutto questo equivale forse ad affermare che il punto di vista del sapere prevale, nella natura divina, su quello dell'essere? Non affronteremo qui questa ardua questione, che è il cardine della dottrina di Jacob Böhme, diciamo unicamente che se l'Assoluto si manifesta al relativo per la via dell'essere, questa comunicazione sarà indescrivibile, incomunicabile e riservata a coloro che la ricevono; non può dunque fare oggetto di alcuna speculazione filosofica. Rimane che per ogni conoscenza concretata sotto le condizioni della relatività, alle quali siamo sottomessi, è il principio della ragione d'essere che costituisce la sommità dell'intelligibile. È dunque tramite la funzione della ragione, vale a dire il sapere, che l'Assoluto deve rivelarsi come principio di ogni manifestazione e di ogni creazione.

Possiamo dire, per sommi capi, che le Sephiroth esprimono l'atto concreto che unisce il sapere e istituisce le condizioni del Pensiero, il quale a sua volta produce l'essere e determina le condizioni della Realtà, infine, che assicura la manifestazione, il mantenimento e l’effettuazione del Pensiero e della Realtà nel seno della relatività.

Queste diverse condizioni dell'atto emanato dall'Assoluto, per rendersi manifesto tramite il relativo, attraverso il relativo e in correlazione al relativo, si sviluppano con le Numerazioni e le Sephiroth.

 

Indice della Sezione


Sulla Natura delle Sephiroth Il Regime della Bilancia La Gerarchia Nozione di "Sessi"

Nozione di "Persone" La Sephirâ Kether La Sephirâ H'ocmâ La Sephirâ Binâ Sephirâ Daath

Le Sephiroth H'esed e Guebourâ La Sephirâ Thiphereth Le Sephiroth Netzâ ed Hod

La Sephirâ Yesod La Sephirâ Malcouth