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In qual modo ogni illuminazione divina che per mezzo della bontà celeste si trasmette alle creature, resta semplice in sé, nonostante la diversità dei suoi effetti, ed unisce le cose che tocca coi suoi raggi.

Capitolo I

Come si pervenga all'intelligenza delle cose divine e celesti per mezzo dei segni che non sono simili loro.

Capitolo II

Si espone la definizione della gerarchia e la sua utilità.

Capitolo III

Ciò che significa il nome Angeli.

Capitolo IV

Perché generalmente si chiamano Angeli tutte le celesti essenze.

Capitolo V

Come le nature celesti si dividono in tre ordini principali.

Capitolo VI

Dei serafini, dei cherubini, e dei troni che formano la prima gerarchia.

Capitolo VII

Della seconda gerarchia, che si compone delle dominazioni, delle virtù e delle potenze.

Capitolo VIII

Dell'ultima gerarchia celeste che comprende i principati, gli arcangeli e gli angeli.

Capitolo IX

Riassunto e conclusione di ciò che è stato detto intorno all'ordine angelico.

Capitolo X

Il perché gli spiriti angelici si chiamano generalmente virtù celesti.

Capitolo XI

Il perché si da il nome di angeli pontefici della nostra gerarchia.

Capitolo XII

Perché è detto che il Profeta Isaia fu purificato da un Serafino.

Capitolo XIII

Che significhi il nome angeli del qualeè fatta menzione nella Scrittura.

Capitolo XIV

Quali sono le diverse forme di cui la Scrittura riveste gli Angeli; gli attributi materiali che dà loro e il significato misterioso di quei simboli.

Capitolo XV