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Un documento di Arturo Reghini.

“(…) Il matematico ed erudito fiorentino Arturo Reghini (1878-1946), alto dignitario della Massoneria prima del suo scioglimento ad opera del fascismo, fu il più noto esponente del neo-pitagorismo del XX secolo e teorico dell'“Imperialismo Pagano”.

Fu amico di Giovanni Amendola e di Giuseppe Papini, personaggio di punta della scapigliatura fiorentina all'epoca delle riviste “Leonardo”, “Lacerba” e “La Voce”, fu a sua volta fondatore delle riviste “Atanòr” (1924). “Ignis” (1925) e – con Julius Evola – “Ur” (1927-1928). Alla sua opera sono legate la riproduzione della “magia colta”, neo-platonica e rinascimentale. Che contrappose al Cristianesimo come via d'accesso al divino, ed una critica radicale dell'occultismo e degli pseudo-esoterismi moderni. In collaborazione con René Guénon, auspicò la rinascita spirituale dell'Occidente attraverso la formazione di un'élite iniziatica nel quadro di un processo di rigenerazione della Massoneria, in cui vedeva un residuo “deviato” di un'antica organizzazione ermetico-pitagorica, d'origine pre-cristiana ed erede degli antichi Mestieri.

Già in vita, sul suo conto s'era formata una corposa leggenda di “mago”e di facitore di prodigi, arricchitasi con il tempo di altre fantasiose aggiunte (…)”.