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Intorno al 523 dopo Cristo il monaco Dionysius Exiguus o Dionigi il Piccolo fu incaricato di perfezionare i conteggi per la data di Pasqua, secondo le decisioni prese a suo tempo dal Concilio di Nicea.

Nell'effettuare questo lavoro pensò di stabilire l'anno della nascita di Cristo come base per il conteggio degli anni, ritenendo più giusto utilizzare questo metodo che contare gli anni a partire da quando fu proclamato imperatore Diocleziano (nel 284 d.C.), come si usava fare ai suoi tempi, anche perché Diocleziano era stato un grande persecutore dei cristiani.

Purtroppo, probabilmente Dionigi commise un errore quando considerò la nascita di Gesù avvenuta il 25 dicembre dell'anno 753 dalla fondazione di Roma, stabilendo dunque come anno 1 quello che iniziava la settimana seguente a questa data (ponendo di fatto l'uguaglianza anno 1 dell'era cristiana = anno 754 dalla fondazione di Roma).

Non si sa con certezza come fece Dionigi a effettuare i suoi calcoli, tuttavia si sa che Gesù Cristo nacque durante il regno di Erode il Grande, che sembrerebbe sia morto nell'anno 750 dalla fondazione di Roma (= 4 a.C.). L'anno della nascita di Gesù fu probabilmente il 747 dalla fondazione di Roma, ovvero il 7 avanti Cristo. Altri ritengono tuttavia che la nascita sia avvenuta nell'anno 4 o nell'anno 5 a.C.

Tuttavia, un recente lavoro di Giorgio Fedalto (Quando festeggiare il 2000?, San Paolo edizioni, 1998) rivaluta i calcoli compiuti da Dionigi, ridando vigore all'ipotesi che Erode il Grande sia morto in realtà nel 757 dalla fondazione di Roma (= 4 d.C.). Il motivo per cui dalle fonti storiche Erode non risulti più regnante già dal 4 a.C. potrebbe dipendere non dal fatto che fosse morto, ma dall'usanza degli imperatori romani di nominare il successore del re (in questo caso il figlio di Erode, Archelao), quando questi era ancora vivo e regnante.

Infine, recentissimi studi effettuati sui testi dei frammenti del Qumran avvalorerebbero l'ipotesi che Gesù sia nato effettivamente nel periodo intorno al 25 dicembre precedente l'anno 1, insomma, che il calendario di Dionigi sia esatto così com'è (in tal senso si esprime Vittorio Messori nel suo articolo sul Corriere della Sera del 9 luglio 2003 dal titolo Gesù nacque davvero quel 25 dicembre).

Da tutto ciò derivano alcune conseguenze importanti per il calcolo dei secoli e dei millenni.

Innanzitutto, risulta evidente che, se veramente è sbagliata la data di partenza, anche i secoli e i millenni risultano sbagliati: la fine del secondo millennio dalla nascita di Cristo potrebbe essersi già compiuta intorno al 1994 (o al 1997, a seconda della teoria che prendiamo per buona).

Inoltre, Dionigi non ha considerato un anno zero, chiamando anno 1 l'anno che andava iniziando immediatamente dopo la nascita di Gesù.
Per questa ragione, tenendo presente che un secolo è, per definizione, un periodo della durata di cento anni e un millennio un periodo della durata di mille anni, il primo secolo e il primo millennio iniziarono con l'anno 1 e terminarono, rispettivamente, con gli anni 100 e 1000.
Allo stesso modo, dunque, il secondo secolo coprì il periodo 101-200, e così via. Ecco perché, ad esempio, i secoli diciassettesimo e diciottesimo si riferiscono rispettivamente ai periodi 1601-1700 e 1701-1800. Così il ventesimo secolo, e con esso il secondo millennio dell'era cristiana, termina il 31 dicembre dell'anno 2000, mentre il ventunesimo secolo e il terzo millennio vedono la luce solo il 1. gennaio 2001.

Questo modo di contare gli anni è sempre stato utilizzato dai cronologisti, per i quali dunque l'anno che precede l'anno 1 dopo Cristo viene chiamato 1 avanti Cristo, e la serie storica si presenta come segue:

 

... 2 a.C., 1 a.C., 1 d.C., 2 d.C. ...

 

A differenza dei cronologisti, gli astronomi prevedono anche l'esistenza di un anno zero, e dunque per loro la serie storica si presenta come segue:

 

... -2, -1, 0, +1, +2 ...

 

Laddove si considera l'anno zero come primo della nuova era, risulta anche che i secoli e i millenni terminano con gli anni ..99 anziché ..00.
Ma questo accade in astronomia, come si è detto, e non per i cronologisti.