Il documento che offriamo ai nostri Ospiti, per la consultazione e lo studio, è opera d'ingegno del Carissimo F:. Giuseppe A. eseguita nel 1988. Il testo costituiva l'introduzione (per la Camera di Apprendista) ad altri due documenti, redatti per la Camera di Compagno e quella di Mezzo, il cui insieme configurava uno studio su di un Rituale chiamato "Rituale dell'Ara" che è possibile esaminare nella sezione riservata per i rispettivi Gradi.

  I Rituali

Il suo contenuto non riflette di necessità la posizione della Loggia o del G.O.I. Ogni diritto è riconosciuto. 

© Giuseppe A.

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Un lavoro sul Libro della Legge Sacra e il Santo dei Santi, l'Ara sacrificale dove il Libro stesso è posto, certamente non può esaurirsi in un'unica tornata, ma, quanto meno, deve cercare di approfondire la conoscenza di alcuni punti che potremmo riassumere o elencare come segue:

A) - Il Libro della Legge Sacra nelle Logge italiane.

     - Disposizione sul Libro della Squadra e del Compasso

     - Primo approccio simbolico.

B) - Il Libro in materia di riconoscimento di una G.L.

     - I "landmarks" ed il Libro.

C) - L'ara dei sacrifici e perchè il Libro su di essa.

D) - Perchè usiamo il Vangelo (testo cristiano più che biblico) e perchè quello di Giovanni.

 

 

 

Per cominciare dal punto A, brevemente diciamo che è noto che dinanzi al trono del M.V. è posta l'Ara triangolare (che a volte è anche rettangolare, con riferimento alla Pietra squadrata). Su di essa sta il Libro della Legge Sacra insieme con la Squadra ed il Compasso. Nelle Logge italiane il, Libro della Legge Sacra è la Bibbia, aperta alla prima pagina del Vangelo di Giovanni.

Secondo alcuni, più propriamente dovrebbe aprirsi: in I grado al Salmo 133 = L'eccellenza della Fratellanza; in II grado al Profeta Amos 1° = La Rettitudine; in III grado all'Ecclesiaste 12° versetto 10/14 = La Scienza.

All'apertura dei lavori in grado di Apprendista sul Libro si dispone il compasso a 45 gradi con le due punte rivolte all'Occidente e la testa all'Oriente; sul compasso viene posta la squadra col vertice rivolto all'Occidente.

Energeticamente possiamo dire che la Squadra è negativa, il Compasso è positivo e il Libro è equilibrante.

La Squadra esprime il principio passivo ed è il simbolo della Materia, il Compasso esprime il principio attivo ed è il simbolo dello Spirito e del suo potere condizionante la Materia. Dal che deriva la disposizione dei due strumenti di lavoro nei tre gradi.

Infatti nel primo grado il principio "Materia" prevale sul principio "Spirito": la Squadra è sovrapposta al Compasso.

Nel secondo grado i due "principi" si equilibrano: la Squadra è incrociata al Compasso.

Nel terzo grado il "principio" Spirito prevale sul "principio" Materia: il Compasso è "finalmente" sovrapposto alla Squadra.

 

 

B) - Il "Libro" in materia di riconoscimento di una Gran Loggia - I "Landmarks" ed il Libro

 

Il "Libro" è stato oggetto di parecchie controversie, in quanto esso, fra l'altro è particolarmente importante in materia di riconoscimento di una Gran Loggia.

In realtà nessuna delle antiche costituzioni massoniche esprime l'obbligo di considerare la Bibbia come un oggetto indispensabile dell'arredamento di Loggia. Ma la "Commissione di Informazione per i riconoscimenti delle Conferenze dei Grandi Maestri" organizzata nel Nord America stabilì un minimum di regole da osservare perchè si potesse far luogo a riconoscimenti. Una di queste regole fu appunto l'esposizione del Libro della Legge Sacra. La Commissione peraltro fondava la sua statuizione su uno dei "landmark" adottato dalla Gran Loggia d'Inghilterra.

La parole "landmark" (letteralmente limite, confine) - come è noto - massonicamente indica i principi "ne varietur" dell'Ordine, cioè quei canoni immutabili entro i quali deve vivere una Obbedienza "regolare".

La parola compare per la prima volta nell'art. 39 del "Libro delle Costituzioni" del 1717 che unitamente agli Antichi Doveri (Old Charges) che ne sono la indispensabile premessa costituisce il codice fondamentale della Massoneria, la sua base spirituale e giuridica.

Per gli "Old Charges" consultare nella sezione Massoneria e Storia:

Old Charges

Per un analisi sugli "Old Charges" consultare nella Sezione Contributi Esterni

Gli Antichi Doveri

Si sa che dei Landmarks non ci è pervenuta nessuna testimonianza antica e che le redazioni da noi possedute sono tarde ricostruzioni di studiosi.

 

Prima fra tutte ricordiamo la ricostruzione di Mackey del 1858 che enumerò 25 landmarks, il 21° dei quali che ora ci interessa" enuncia:

"Il libro della Sacra Legge costituisce una parte indispensabile di quanto deve essere fornita ogni Loggia".

La disposizione non sempre viene ripetuta: infatti non trova posto nell'autorevole ricostruzione del Findel che enumera soltanto 9 Landmarks.

 

Sui Landmarks consultare nella sezione Massoneria e Storia:

I Landmarks

 

Ma la ricostruzione adottata dalla Gran Loggia Madre d'Inghilterra, variata nel corso degli anni, sino al testo datato 4 settembre 1929, al sesto degli otto landmarks, è molto esplicita:

"Le Tre Grandi Luci della Massoneria, cioè il Libro della Legge Sacra, la Squadra ed il Compasso, dovranno essere sempre esposti quando la Gran Loggia o le Logge subordinate aprono i lavori, essendo il più importante di questi il Libro della Legge Sacra".

L'esigenza dell'esposizione del Libro della Legge Sacra è pressoché universale; per quanto ci è dato sapere, in Occidente, il Grande Oriente di Francia dal 1877 ha revocato la norma che faceva obbligo di esporre il "Libro", con il risultato che è quasi completamente isolato e non riconosciuto da nessuna Gran Loggia regolare. Al contrario la Gran Loggia Nazionale Francese, in netta opposizione nei confronti del Grande Oriente di Rue Cadet non vive al di fuori dei principi fondamentali e pertanto è la sola Massoneria di Francia riconosciuta dalla Massoneria universale e regolare.

 

Per quanto riguarda la Comunione italiana, l'art. 3 delle Costituzioni letteralmente enuncia:

"La Comunione Italiana, adotta rituali in accordo con gli Antichi Doveri, usi e costumi dell'Ordine, osserva il monoteismo apre il Libro della Legge Sacra sull'Ara del Tempio e vi sovrappone la Squadra ed il Compasso."

 

 

 

C) - L'Ara dei sacrifici ed il motivo della presenza del Libro su di essa.

 

Vorrei allontanarmi dall'arida esposizione di fatti puramente storici, senza dubbio veri, ma comunque limitati ad un tipo di documentazione che non esiterei a definire "esterna" e cercare di penetrare, per quanto mi è possibile, quello che deve essere il vero argomento di questa tornata e cioè quella parte del Tempio che simboleggia il Santo dei Santi, l'Egregoro della Loggia, lo Spirito. E diciamolo ancora una volta: l'ara dei sacrifici sulla quale è posata la Bibbia aperta al Vangelo di Giovanni con sopra posati Squadra e Compasso.

Il nome "ara dei sacrifici" trae la sua ragione dal fatto che l'apertura dei lavoro costituisce un vero e proprio sacrificio, intendendo la parola nel suo vero significato di "rendere sacro" cioè unito al polo spirituale dell'essere. In tal modo il polo negativo e quello positivo, quello attivo e quello passivo vengono uniti da un ponte operativo.

Da questo punto di vista, poiché Voi carissimi FF:., avete compiuto dentro di voi, insieme alle Luci di Loggia, il rito sacrificale siete sacerdoti di voi stessi.

Ed in questo consiste la differenza tra una via iniziatica (come quella che noi seguiamo) e le varie religioni costituite che invece creano artificialmente uno "hyatus" incolmabile tra Cielo e Terra per porsi esse stesse come mediatrici indispensabili, in un ruolo soteriologico che esse medesime arbitrariamente si assumono.

Ma per quale motivo si pone sull'Ara il Libro della Legge Sacra? Vale a dire la Bibbia almeno nel nostro Paese?

Qualcuno potrebbe pensare che questo avvenga per un senso di reverenza per la Fede profana: ma la verità è essenzialmente diversa.

La verità è che sull'ara noi rendiamo sacro il nostro lavoro, cioè lo liberiamo dalle scorie profane; ma come il profano nel suo Testamento deve rinunziare a quanto di meglio vi sia stato e vi sia nella sua vita, così noi sull'ara sacrifichiamo (cioè, ripeto, rendiamo sacra e nello stesso tempo trasformiamo) quanto di meglio la spiritualità profana abbia stilato: cioè la Bibbia.

Analogamente e per la medesima ragione un Musulmano potrà usare o userà il Corano, un Indù i Veda e così via.

Noi così sacrifichiamo la Legge Sacra e i Libri della tradizione exoterica.

Ricordiamo che la Tradizione iniziatica è per sua natura orale e acromatica.

Ma quel che dimostra appieno il mio assunto è il fatto che noi poniamo sulla Bibbia i nostri due strumenti di lavoro: la Squadra e il Compasso, simboli della Terra e del Cielo, della Legge e della Libertà.

Questo ad indicare che persino i nostri simboli debbono alla fine venir sacrificati, bruciati, una volta raggiunta una determinata meta spirituale. Cioè quando l'anima cessa di essere uno specchio in cui si riflette la Verità ed il Linguaggio dello Spirito per condensarsi in un centro di pura essenza, di puro atto.

 

E poiché nella nostra Arte, quel che avviene in Basso avviene in Alto quel che avviene fuori di noi deve avvenire anche dentro di noi, tutto quanto ho detto riguarda anche il piano sottile della nostra personalità.

Il Tempio interiore deve dunque avere un'ara sulla quale noi dobbiamo saper sacrificare la nostra Bibbia interiore, deponendovi sopra gli strumenti dell'Arte: la regola, la misura, la riflessione ed il sentimento, la legge e la libertà.

Voi tutti sapete che il I Sorvegliante depone i due utensili sul libro aperto ai primi versetti del Vangelo Giovanneo, là dove si parla di LOGOS, della Parola Perduta che noi tutti stiamo cercando. Con quest'atto rituale, il I Sorvegliante intende sottoporre il Libro dei Libri all'esatta misura della ragione, svincolandolo da ogni supina fideistica venerazione; sottoponendolo, invece, alla Luce della Iniziazione e dando così l'avvio, nei limiti del grado, alla sua opera sacrificale.

 

 

 

D) - Perchè il Vangelo di Giovanni?

 

Dobbiamo infine tentare di dare una risposta ad una domanda di particolare importanza: "Perchè usiamo il Vangelo, testo eminentemente cristiano più che biblico e quello di Giovanni in particolare?"

Cominciamo col dire che il Cristianesimo è l'ultimo anello della antichissima Tradizione mediterranea e pur avendo, sicuramente, contribuito allo sviluppo spirituale dell'uomo ha tentato un passo ardito e forse anche prematuro e cioè quello di voler consegnare alle moltitudini quello che una volta era l'insegnamento impartito nel chiuso dei Templi e solo a chi era pronto a riceverlo.

Colui stesso che aveva raccomandato di non dare in pasto le perle ai porci aveva forse detto troppo.

Ma nel momento estremo del sacrificio di sé, prima di morire affidò la MADRE, simbolo della Tradizione iniziatica a lui pervenuta, a Giovanni, il "discepolo prediletto", colui che maggiormente aveva inteso il significato solare della sua predicazione.

Il Battista aveva aperto una porta e Cristo vi aveva fatto entrare le moltitudini, all'Evangelista ora veniva demandato il compito di porre il suggello e di ricostruire le basi di una scuola esoterica iniziatica.

A questo punto la tradizione cristiana si indirizza su tre cammini differenti rappresentati da tre uomini: Giovanni, Pietro e Paolo.

Giovanni è il rappresentante della vera iniziazione sacerdotale: egli riporta il Cristianesimo alle sue origini magiche e solari.

Pietro incarna l'iniziazione operata nella umiltà religiosa quotidiana.

Paolo, l'apostolo dei Gentili, è il frutto dell'incontro di due civiltà e rappresenta la sottoposizione della Dottrina ad una logica umana che smarrisce la chiave dell'origine.

L'attuale chiesa cristiana cattolica è il frutto, seppure degenere, dell'insegnamento di Paolo, innestatosi sulla primitiva chiesa di Pietro, la quale rappresenta il momento animistico dell'insegnamento segreto cristiano; in altre parole manca ogni principio relativo alla Divinità dell'Uomo, di ogni Uomo, principio che viene espresso solo sul piano dell'anima. È vero che il piano dell'anima è importante ed innegabile, ma è altrettanto vero che esso ha il suo principio ed il suo fondamento nel livello più alto dello Spirito.

La chiesa di Paolo chiuse definitivamente entro veli mal digeriti e peggio interpretati l'idea della Scintilla Divina esistente nell'Uomo.

Solo la Chiesa di Giovanni custodì gelosamente il principio (cioè l'esistenza del principio trinitario nell'uomo) e lo riportò nel chiuso degli insegnamenti segreti e sul piano delle vere esperienze spirituali.

Limitare l'essenza dell'uomo a due soli "principi" quello del Corpo e quello dell'Anima significa chiudersi all'esperienza Spirituale e Divina.

Kabalisti e Gnostici prima, Catari, Albigesi Rosa Croce e Templari poi, accolsero e trasmisero l'insegnamento giunto fino a noi.

La Tradizione Templare afferma che il Patriarca gnostico Teocleto, succeduto ad Eustasio nel 1099, avrebbe trasmesso a Ugo di Pagani, per sé e per i suoi successori nel Gran Magistero Templare, il Sovrano Patriarcato della Chiesa Joannita.

Questa tradizione può avere o non avere validità "storica", ma in ogni caso conferma come la tradizione Templare si riallaccia a quella gnostica e all'insegnamento di Giovanni.

La nostra Istituzione ha raccolto l'eredità di tutto quel filone aureo della Tradizione che sfocia fino ai Templari e apre sui suoi altari il Libro Sacro alla prima pagina del vangelo di Giovanni accettando - a parer mio - il principio Spirituale dell'Uomo.

Questo Vangelo che si apre con la enunciazione del Principio Trinitario, è poi - come dice Eliphas Levi - più che la storia di un particolare Grande Iniziato, la storia dell'Iniziato in genere, del Figlio dell'Uomo che si fa Figlio di Dio riconquistando ed attuando la sua primitiva Trinità.

 

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