La parola inglese Landmarks, composta dai lemmi land (terra) e mark (segno), significa parola per parola "segno della terra", "limite" "confine"e per estensione "pietra di confine", vale a dire, limite oltre il quale non vi è più Massoneria. Nella storia massonica il termine compare per la prima volta nel 1720 nei   Regolamenti Generali compilati da George Payne, che allora ricopriva la carica di Gran Maestro della Confraternita dei Frammassoni e precisamente all'articolo 39 in cui si legge testualmente: "Ogni Grande Loggia ha il potere e l'autorità di emanare nuovi regolamenti o rettificare quelli esistenti se questo è di vantaggio per la Fraternità, con l'obbligo di conservare con cura gli antichi confini".

Il Payane, comunque evita con cura di citare singolarmente questi "confini", questo in osservanza, certamente al fatto che non potevano essere trascritti in quanto patrimonio orale. Ciò, nel corso del tempo ha dato origine ad elaborazioni più o meno articolate; nel 1856 Rob Morris ne contava diciassette; nel 1858 tali Landmarks erano computati in numero di venticinque (A.G. Mackey), nel 1861 in nove (J.G. Findel) e in sette nel 1921 (R. Pound) fino a raggiungere il centinaio negli anni cinquanta

 

 

La Dottrina dei Landmarks

I Landmarks e il concetto di regolarità

I nostri antichi Landmarks: Credenza in Dio

I Landmarks della G.L. del Minnesota

I Landmarks di Rob Morris

I Landmarks di A.G. Mackey

I Landmarks di J.G. Findel

I Landmarks di Roscoe Pound

 

"Ballo francese"

Mainerio Giorgio 1535 - 1582