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La Radice

 

La radice semplice, generalmente radice verbale, è, nella lingua ebraica, sempre triletterale, e la ragione non risiede nell’aspetto grammaticale. Ricordiamo quanto abbiamo detto, a proposito del ruolo fondamentale esplicato dal Ternario nell’esoterismo tradizionale ebraico, e non possiamo, quindi, meravigliarci più di tanto, se questo numero è scelto, nella lingua primitiva, per segnare l’unità del senso espresso dalla Radice verbale.

É il caso di ripetere, che la Radice, come il Segno e la Base, benché possieda un senso generale, vede subire delle modifiche secondo il mezzo particolare: principale, informatore, o effettuato in cui essa è considerata, e secondo l’ordine gerarchico, da lei occupata, in questo mezzo. É quindi da questa prima nozione che, necessariamente, occorrerà partire per l’investigazione di ogni Radice.

Fissato tale aspetto, si dovrà passare allo studio vero e proprio della Radice, e qui possono presentarsi due evenienze, le quali potrebbero, se non risolte, sollevare delle difficoltà.

A causa della sua stessa morfologia, la Radice può dipendere da due aspetti diversi:

  • O sarà il risultato dell’unione di tre Segni indipendenti.

  • Oppure deriverà da una Base primitiva cui sarà stato aggiunto un Segno.

Nel primo caso, il senso della radice emergerà dalla combinazione dei tre significati particolari dei Segni che la costituiscono. Nel secondo caso, sarà determinata del senso proprio della Base radicale, modificato da quello del Segno aggiuntovi.

Sarebbe un grave errore supporre che, nel primo caso possa essere sufficiente, per giungere alla scoperta del senso esoterico di una Radice qualsiasi, unire i significati di questi segni, gli uni agli altri, nell’ordine in cui si presentano nella Radice. Questo perché, bisogna sempre tenere presente, quanto esposto per le Basi radicali, a proposito dell’azione e reazione reciproca dei singoli Segni tra loro; azione e reazione, le quali, modificano sempre, in aumento o diminuzione, il valore originale del Segno. Inoltre, non bisognerà concludere, a causa del triletteralismo della Radice semplice, che sia sempre il Segno iniziale quello corrispondente all’ordine gerarchico più elevato, e, di conseguenza, a determinare il senso generale della Radice.

Anche se frequentemente è proprio così (eccettuato i Segni Mêm m e Noun n, come si potrà costatare, meglio, approfondendo, nelle sezioni dedicate, il loro esoterismo), altrettanto consueto è il fatto che sia il secondo Segno, o anche il terzo, a ricoprire il ruolo di preminenza in una Radice; e questo soprattutto nei casi di inversione dei segni, cosa abbastanza rara nell’ebraico, ma comunque certificata. 

Per cui si può ammettere, in maniera molto generale, che, nella maggioranza dei casi, il senso generico di una Radice, sarà determinato dal Segno che occuperà il grado più elevato nella famiglia dei Simboli gerarchici, indipendentemente dalla posizione occupata nella Radice. Comunque, occorre sottolineare, per onestà di esposizione, che questa regola è lontana dall’avere il valore probante, di quelle date in precedenza.

A dire il vero, la composizione di una Radice con tre Segni indipendenti è alquanto rara, quasi sempre, essa è l’effetto dell’unione di un Segno isolato con una Base radicale, e questo lo è indipendentemente dal fatto che il Segno occupi il posto iniziale, centrale o finale nella Radice, o che la stessa Base radicale (considerata una vera e propria radice, dagli ebraisti classici) esiste nei dizionari o che sia tenuta in conto, dai grammatici, come inusitata.

La piccola difficoltà che potrebbe emergere dall’assenza di questa Base o Radice, nei lessici, è presto superata, se si considera che ogni Base, reputata inusitata, entra, frequentemente nella composizione di un gran numero di parole.

Persuasi, come siamo, che una dimostrazione vale più e meglio di ogni spiegazione, anche se esposta in dettaglio, diamo di seguito un esempio di ricerca del senso esoterico di una Radice ebraica, scegliendola tra quelle grammaticalmente indicate come inusitate, e costituita da una Base (radice biletterale) cui è aggiunto un Segno. Questa radice sarà una parola che non ci è nuova, perché incontrata durante il nostro studio del Genesi: AOR rwa, la quale nella lingua corrente significa, quando utilizzata come verbo “brillare, risplendere”, e come sostantivo “luce”.

Conformemente alle regole che precedentemente abbiamo esposto, iniziamo con l’assicurarci del valore dei Segni o simboli grafici che costituiscono la Radice in oggetto. Per questo ci riporteremo allo studio dettagliato di questi Segni, costatando che, nel loro significato più generale, essi corrispondono: l’Aleph a all’Assoluto, all’Infinito, all’Indeterminato, la vav w alla Sostanza congiuntiva unitaria in se, la Resh r al movimento.

Ora, giacché dei tre significati, il più concreto è quello della Resh, sarà da questo che inizieremo la nostra ricerca.

Se rileggeremo, con attenzione, quanto esposto, in precedenza, a proposito della lettera Resh, verificheremo che il segno, nel mondo Divino o dei Principi, simboleggia il Movimento in se, l’Energia pura intelligibile, dove le modalità energetiche totali, per quanto incluse, sono tuttavia indistinte le une dalle altre. Nel mondo delle Leggi e in quello delle Forme specifiche, rivelatrici di queste leggi, corrisponde al movimento attivo, alla Forza propriamente identificata come libera, per esempio a tutte le potenze radianti; elettricità, magnetismo, luce, calore, o a delle forze liberate o ancora liberabili; vapore, gas compresso, esplosivi ecc.

Nel mondo delle Formazioni fisiche, si rapporta al Movimento passivo, cioè all’effetto attivo causato da una forza esterna: per esempio ai meccanismi di una macchina, o alla macchina stessa, se essa è considerata in movimento, agli astri gravitanti attraverso allo spazio, ai corpi viventi e dotati di moto, in breve a tutto quanto si muove o e mosso nella natura sensibile; potremo dire dall’elettrone agli astri, dalla cellula vivente a tutti i corpi fisici mobili per se stessi, o messi in movimento da qualunque causa.

Tutte queste modalità, come abbiamo sopra detto, derivano dall’influenza degli Olim sul valore simbolico del segno. Ma il Segno studiato, fa parte di una Radice, per cui, a questa modalità di ordine generale, devono, per così dire, venire ad aggiungersi delle caratteristiche sempre più differenziate e concrete, generate dall’azione reciproca dei diversi Segni che compongono la Radice, e sarà soltanto dall’insieme dei differenti sensi, liberati da queste distinte modalità, che si costruirà il significato unico e definitivo della nostra radice.

Qui, alla lettera (R) Resh r si è venuto ad aggiungere il Segno (A) Aleph a, simbolo dell’Assoluto; dalla loro unione viene a determinarsi la Base radicale (AR) ra, base insolita ma che non è assolutamente meno corrisponde, a causa dei due segni che la costruiscono, al movimento, o meglio all’energia assoluta in se.   

In seguito la nostra Base radicale è completata con il segno (O) vav w, simbolo della sostanza unitiva, ottenendo AOR rwa, corrispondente all’Energia universale sostanziale, increata o creata, ancora indistinta, ma contenete, in se, in modo virtuale, tutte le modalità possibili dell’energia in attività nell’universalità dei mondi. Considerata nel mondo fisico, questa energia avrà, allora, come simbolo sensibile la luce, considerata tradizionalmente come principio di ogni realizzazione visibile.

Non c’è da stupirci, quindi, di vedere la Luce-Energia considerata, nella tradizione ebraica, talvolta come spirituale pura, altre volte come intelligibile o anche semplicemente fisica, e questo secondo i mondi e gli ordini gerarchici in cui un testo studiato ce la mostra manifestata.

Non tutto, comunque, è cosi semplice, riconosciamo allo studio sulle Radici una difficoltà superiore alla normale, tuttavia reputiamo che tale soggetto non possa essere trascurato da un ricercatore serio.

Casi particolari: dall’esposizione emergono alcune complicanze che desideriamo risolvere, per non lasciare incompiuto il nostro lavoro.

  • La scoperta di una Base radicale inusitata, cioè non presente nel dizionario. Questa difficoltà è facilmente superabile, ricercando, come abbiamo detto, le parole che iniziano con questa Base, ma soprattutto ricostruendo il senso di quest’ultima, utilizzando il significato simbolico dei due Segni che la costruisce.

  • La composizione letterale, epurata dai segni avventizi, ci offre una radice derivata dalla combinazione di due Basi radicali di senso contrastante. In questi casi è, generalmente, il senso effettivo e concreto della parola, modificata o no, unitamente con quello più generale del passo, che deve servire da punto di partenza per l’interpretazione esoterica [8].

  • Termini quadriletterali, senza la presenza di affisse. In questo caso occorre, inizialmente, ricercare se tali termini sono composti di due Basi radicali unite, o da una Radice triletterale con un segno indipendente, in entrambi i casi, il senso si ricercherà con i mezzi sopra indicati.

Infine, termini composti di più di quattro lettere. Alla presenza di un simile evento occorrerà procedere, in via preliminare, con l’eliminazione delle affisse, se ve ne sono, per giungere alla Base o alla Radice che costruisce la parola, e all’occorrenza combinarne i diversi significati. Il senso generale unico di tali lemmi, in effetti, può essere estratto soltanto tramite la sintesi dei significati particolari dei Segni e delle Basi, come anche delle Radici che entrano nella loro costruzione.

 

 

[8] É vero, ed è importante sottolinearlo, che queste Radici contratte, si riconoscono generalmente con facilità. La prima Base ha, quasi sempre, per segno finale, quello che serve da carattere iniziale alla seconda, e spesso, la seconda Base, che ha un senso analogo alla prima, è utilizzata come rafforzativo. Il termine GDL ldg, per esempio, che appartiene alla stessa famiglia di radici, deriva dalle Basi GD dg e DL ld, le quali esprimono, entrambe, idee di divisione e di espansione indefinita. [Torna al testo]

 

Regole per l'Indagine Radicalità Ebraica Base Radicale

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