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Il Segno

 

Cosa è il segno? Esso è la base primordiale della radicalità esoterica, infatti è lui che condiziona, tramite il suo valore ideografico, sia quello della Base radicale, sia quello della Radice propriamente detta.

Ogni Segno, possiede un senso generale, assoluto, universale per se stesso. Qualunque sia, dunque, il contesto e in questo ambito l’ordine gerarchico in cui esso è considerato e qualsiasi sia in tale ordine la posizione di oggettività cui si applica, il Segno conserva sempre questo senso o valore ideografico essenziale.

Da qua la regola: il Segno conserva sempre, nella lingua esoterica, il suo significato ideografico puro, qualunque sia la parola in cui è utilizzato [5].

Occorre sottolineare, tuttavia, che senza far perdere al Segno il suo valore ideografico basilare, il quale rimane, quindi, sempre immutabile, l’ambiente universale e l’ordine gerarchico nei quali il Segno è considerato, possono conferirgli una modalità particolare, conforme alla natura specifica e al grado di potenza di questo ambiente e di questo ordine.

Una volta interpretato il valore esoterico di un Segno, quindi, non bisogna mai perdere di vista il Mondo speciale di accesso, e, in questo Mondo, l’ordine gerarchico al quale appartengono i principi, le potenze efficienti, le effettuazioni collettive o individuali cui questo segno corrisponde.

É così, per esempio, che lo Yud é il quale, nel mondo dei Principi od Olam Atziluth, simboleggia l’attività paterna divina, creatrice, eterna ed assoluta; diviene nel mondo creatore od Olam Assiah, corrispondente all’attività relativa e limitata delle cause secondarie effettuanti, riflesso e immagine dell’Unità vivente creatrice, sempre inconcepibile alla creatura.

Come si costata, il valore di simbolo dell’attività principio non è cambiata per questo segno, la modificazione avviene soltanto per ciò che concerne la potenza e la sfera d’azione della causa attiva alla quale esso si rapporta. L’identica cosa è per tutti i segni ideografici, appartenenti alla lingua esoterica tradizionale. Se in generale, quindi, il Segno corrisponde ad un principio o ad una potenza attiva - o anche passiva - può, tuttavia, modificarsi fino a simboleggiare l’effettuazione realizzata.

Tutto ciò è conforme all’insegnamento tradizionale, il quale considera ogni effetto prodotto come l’immagine sensibile e il riflesso simbolico della causa generante.

Quanto esposto, ed è da tenere sempre presente, si applica esclusivamente al valore assoluto del segno in se, o isolato, perché nel momento in cui esso entra in relazione con uno o più segni, per costruire una Base o una Radice propriamente detta, il Segno, senza perdere mai il proprio valore specifico essenziale, vede, tuttavia, modificare questo valore (in più o in meno), sotto l’azione del segno o dei segni con i quali si viene a trovare in relazione.

Tutto ciò è, comunque scontato. Infatti, il solo segno, almeno nella lingua ebraica, non può costituire una vera e propria parola [6].

Per quanto, in seguito, esporremo, possiamo anticipare che è proprio il Segno a determinare la distinzione tra il senso esoterico e quello essoterico di un termine, anche quando questo termine è preso in senso figurato. Del resto è noto che il senso figurato origina sempre da quello volgare, il quale non corrisponde mai, o quasi mai, al valore ideografico del Segno.

 

La Base Radicale

La combinazione più semplice dei segni, cioè l'unione di due lettere, è quella che abbiamo indicato con Base Radicale.

In questa forma grafica, entrambi i Segni, conservano intatti il loro valore simbolico essenziale, ma come la loro unione o combinazione, costituisce una configurazione nuova, così (ed è questo un concetto da tenere come regola), i loro due sensi originali vanno a combinarsi, generando un significato diverso, corrispondente al fenomeno spirituale, intelligibile o sensibile, prodotto dall’azione e la reazione reciproca dei principi, delle potenze seconde o dei fatti che essi simboleggiano.

É qualcosa di analogo a quanto si verifica per il simbolismo chimico. Prendiamo per esempio la lettera H, simbolo dell’idrogeno, e la lettera O, rappresentazione dell’ossigeno. Se uniamo questi due caratteri grafici in maniera da ottenere il simbolo chimico HO, ognuna delle lettere continuerà a configurare i rispettivi elementi, ma nella lettura globale, il nuovo simbolo corrisponderà ad un nuovo elemento, il quale non sarà né l’idrogeno né l’ossigeno; possederà delle qualità non appartenenti precipuamente né all’uno né all’altro dei suoi componenti, ma che, tuttavia, sarà necessariamente subordinato alla loro esistenza.

Questa azione e reazione dei valori dei Segni, gli uni sugli altri, andremo a studiarle nel particolare, quando tratteremo delle Radici, in cui i risultati di tali azioni, sono più evidenti di quelli osservabili nelle Basi radicali.

Se l’interpretazione del Segno in se e anche della Base radicale, non presentano difficoltà reali, si intuisce, facilmente, che non può essere la stessa cosa, considerando rappresentazioni grafiche più complesse, come lo sono per esempio, le parole in generale. Quando si mostreranno difficoltà di tal genere, capiremo immediatamente di essere alla presenza di una Radice semplice o anche composta.

Le difficoltà oggettive che presentano le Radici vere e proprie (quelle triletterali), ci vedono costretti a non sintetizzare questo soggetto, più del possibile, altrimenti si rischierebbe di generare più confusione che chiarezza.

 

 

[5] É probabile che il rispetto di questa regola, sia uno dei motivi, e certamente non il meno importante, del perché i primi capitoli del Sepher Berechith siano, come notato da tutti i commentatori, tanto concisi. [Torna al testo]

[6] Questo è vero anche per le affisse, le quali non sono delle vere e proprie parole, ma dei semplici segni modificatori del senso dei termini ai quali sono aggiunti; analoghi, quindi, alle desinenze nelle lingue a declinazione. [Torna al testo]

 

Regole per l'Indagine Radicalità Ebraica Base Radicale

Radice Ebraica Tavola Sinottica