L'IMPURITÀ

 

Tra gli elementi tradizionali della vita religiosa ebraica vi sono anche un insieme di tabù, il più importante dei quali riguarda il Nome di Dio che non si deve mai pronunciare.

Inoltre, tutte le cose sono non soltanto buone o cattive, ma innanzitutto pure o impure. Quanto è impuro è tabù, con la proibizione di mangiarne, vestirsene, toccarne o parlarne. Gli abiti fatti di lana misti a lino non si debbono portare. Non deve essere mangiato il pesce privo di scaglie, come l'anguilla o i molluschi. Non soltanto la carne di maiale è cibo proibito, ma anche il solo fatto di allevare l'animale per venderlo viene ritenuto sconveniente per un buon Ebreo.

Riguardo il seme umano ed il sangue mestruale, vi sono altri tabù che hanno dato origine a svariate leggi sulla purezza ed a commentari ponderosi. Di queste, comunque, soltanto l'ultima viene strettamente rispettato dalle pie figlie di Sara, Rebecca, Rachele e Lea, le madri della razza.

Nella società primitiva l'uomo aveva un timore orrendo del sangue mestruale. Quasi dovunque le donne che si approssimavano ai loro corsi venivano separate dall'accampamento, spesso in capanne costruite appositamente per loro. La donna, in quel periodo, doveva tenersi lontana dalla strada frequentata dagli uomini, e se per caso, un uomo veniva verso di lei, essa doveva gridare forte perchè egli potesse aggirarla ed evitarla. Ogni cosa che toccava doveva essere bruciata; in alcune zone non doveva neppure toccare il proprio cibo, e veniva nutrita da altre donne. Un Australiano accorgendosi di aver dormito sulla coperta dove si era stesa sua moglie durante la mestruazione, ne fu tanto inorridito che la uccise, morendo poi egli stesso di spavento. Le superstizioni sulle donne durante le mestruazioni, perdurarono in varie forme attraverso la storia. Nella sua "Storia naturale", Plinio afferma con tutta serietà che il contatto di una donna durante i suoi corsi, trasforma il vino in aceto, spunta i rasoi, arrugginisce il ferro e l'ottone, e fa abortire le cavalle. Si crede ancora in qualche paese europeo, ché una mestruata, camminando sulla spiaggia, allontana i pesci; se traversa la strada ad un cacciatore, questi non prenderà selvaggina; se entra in una birreria, la birra diventa acida; e se fa la marmellata questa non durerà. Solo con la sua ombra appassiranno i fiori, moriranno gli alberi e cesseranno di strisciare i serpenti.

A questo tabù, non sfuggirono gli Ebrei, anzi Mosé vi applicò una sanzione divina. L'uomo "non si avvicinerà alla donna per scoprire la sua nudità, finché sarà impura per la sua laidezza".

Il parto era l'inizio di un tale periodo di "sozzura" e richiedeva un periodo di purificazione, quaranta giorni dopo la nascita di un bambino e ottanta dopo quella di una bambina. Mentre la donna era sozza "come nei giorni dell'impurità del suo male" non doveva toccare cosa santa né entrare nel santuario. Trascorsi i giorni della purificazione, essa doveva venire alla porta del tempio portando un agnello quale lustrazione ustoria ed un piccioncino come offerta per il peccato. Soltanto allora essa era "purificata dalla fontana del suo sangue". Durante questo periodo di impurità il rapporto sessuale era rigidamente proibito: "E se un uomo giacerà con la donna che ha il suo male, e scoprirà la sua nudità, egli avrà spogliato la sua fonte e le avrà scoperto la fonte del suo sangue, ambedue saranno espulsi dal loro popolo".

Nella tradizione talmudica, questo comando è stato ampliato in maniera assai complicata. Poiché la punizione per il rapporto sessuale durante i corsi mestruali, condanna malauguratamente alla morte del marito come della moglie, i rabbini cercarono di proteggerli dalle tentazioni ché potessero indurli a commettere il peccato orribile. Come conseguenza durante quel periodo, i due non dovevano manifestare nessun affetto l'uno verso l'altra. Il marito non doveva toccare la moglie, anche senza alcun desiderio. Non deve passarle infatti, nulla di tanto piccolo da permettere che le mani si tocchino, non può mangiare nello stesso piatto con lei, né bere dalla stessa tazza; ma lei può mangiare e bere nelle stoviglie ché egli ha usato. Egli non può sedere sul suo letto anche durante la sua assenza, e a lei non è permesso di rifargli il letto in sua presenza. Egli non deve nemmeno vedere nessuna parte del suo corpo che normalmente è coperta.

Ci sono molte spiegazioni particolareggiate in ciò ché costituisce o meno un periodo. Uno speciale trattato del Talmud è dedicato all'argomento. Ci sono molte specie di sangue che rendono la donna proibita o meno al marito. Nei tempi passati non era strano che qualche fase di un periodo, venisse portata all'esame del rabbino, il quale controllava il panno per decidere se la traccia in questione derivava da sangue mestruale o da una emorragia accidentale.

La legge talmudica richiede che, terminato il ciclo mestruale, la donna si lavi e faccia poi un bagno per immersione. Ciò può avvenire in mare, in un fiume, pozzo o tinozza. Le tinozze preparate appositamente a questo scopo si chiamano "mikvas"; sono fonde abbastanza perchè la persona possa stare immersa nell'acqua sino al busto. Questi bagni si trovano quasi in tutte le comunità israelitiche, ed in genere vengono costruiti e mantenuti dalle organizzazioni religiose della comunità. La giovane sposa deve recarsi a questo bagno il giorno precedente il matrimonio per compiere il volere della legge.

Il settimo giorno del periodo di purificazione, la donna si taglia le unghie, si lava, si pettina e si bagna completamente, perchè non ci sia sporcizia in alcuna parte del suo corpo. Poi essa entra nel "mikva", dove due donne controllano l'immersione.

Possono tenerla per mano se ha timore di chinarsi nell'acqua, ma lei deve immergersi per tre volte mentre le donne controllano che neanche un capello rimanga in superficie. Dopo l'immersione essa si veste di abiti puliti e viene considerata nuovamente pura.

Nel medioevo i custodi del bagno venivano dal marito, il mattino seguente, per dirgli "Mazol tov", auguri! Si supponeva che nella prima notte di purificazione, il marito facesse visita alla moglie, e si sperava che quell'incontro avesse come risultato una gravidanza. Perciò le congratulazione erano a proposito.

Alcune leggende ebraiche medievali, raccontano pure di Ebrei, i quali vivevano in piccole comunità afflitte dalla miseria, dove non c'era "mikva". Qui le donne dovevano immergersi nel fiume, e d'inverno, quando il fiume era gelato, si faceva un'apertura nel ghiaccio per loro. Ci sono parecchi racconti della giovane sposina, tremante al pensiero di immergersi nella notte invernale nell'acqua gelata. La madre o la suocera esortano la sposa a compiere il rito, dall'osservanza del quale dipendeva la felicità della sua vita futura, come pure il carattere dei futuri bambini. La sposa acconsentiva ed andava sott'acqua per non ricomparire più.

 

- Indice della Sezione -

- Introduzione - Il Patto - Crescete e Moltiplicatevi - La Donna e l'Unione -

- L'Impurità - Non farai per te nessuna immagine - Amore e Divinità -

 

L'immagine utilizzata per questa sezione è del Maestro Franco Gracco