Parte prima: definizioni, modi, strumenti ed obbiettivi

 

Le linee generali della dottrina

 

A questo punto molte persone dall’ingegno acuto avranno maturato dei dubbi di fronte a questa mia presentazione generale dell’esoterismo.

Ad esempio quale sia il rapporto dell’esoterismo con la religione, perché molti, ingiustamente, vedono nell’esoterismo qualcosa di religioso.

Di fatto l’esoterismo è una visione del mondo, come la scienza, e come tale non è una religione.

Un individuo che possiede una visione del mondo esoterica può essere cristiano, induista, buddista, islamico, taoista, animista e in breve può seguire qualsiasi religione, proprio come si può avere una visione scientifica e seguire una qualsiasi religione.

Ovviamente per questa ragione l’esoterismo prende diverse forme all’interno di una data corrente filosofica o religiosa, per questo si può dire che esiste un esoterismo di matrice platonico-cristiana con livelli di realtà governati da angeli, uno di matrice taoista con gli otto immortali e i santi, uno di matrice ateo-scientifica con i flussi e le energie e così via.

Lo stesso vale per le filosofie: platonismo, aristotelismo, razionalismo, idealismo, scuole filosofiche orientali, tutte hanno contribuito a plasmare una precisa forma di dottrina esoterica.

Ci tengo a sottolineare però che tutte queste espressioni non sono altro che immagini di una stessa realtà che è quella della Tradizione, ovvero della visione esoterica che è unica.

La sua unicità può essere riassunta dalla meta comune di tutte queste dottrine ovvero l’Assoluto.  

Anche la tradizione occultista si esprime in molte forme, a seconda delle dottrine con cui viene in contatto, forme che tuttavia hanno in comune lo scopo di dominare gli eventi con la volontà.

Il fatto di poter assumere molte forme a volte fortemente in contrasto le une con le altre e tuttavia rimanere una Tradizione unica, dipende proprio dal fatto che esoterismo ed occultismo non sono delle dottrine ma degli istinti primari.

L’occultismo è l’istinto primario di dominare gli eventi e l’esoterismo quello della trascendenza, [1] solo in un secondo luogo questi istinti prendono la forma di dottrine storicamente definite.

Questo differisce molto dalla credenza comune ed è importante per capire cosa è esoterico e cosa no.

Ad esempio Colin Wilson è un autore inglese che ha dedicato la quasi totalità delle sue opere a tematiche occultiste ed esoteriche.

Egli tratta spesso di esperienze e questioni ricavate dall’esoterismo (come quando parla dell’ospite ignoto o degli stadi di coscienza [2]).

Nonostante questo non arriva mai ad avere una visione esoterica, ma continua ad analizzare queste esperienze e queste questioni che pure hanno una notevole rilevanza esoterica secondo la visione comune e quindi il risultato è un guazzabuglio di notizie rilevanti ed irrilevanti disposte secondo un ordine che nulla ha a che fare con la ricerca occulta od esoterica.

Non c’è nulla di esoterico in tutto questo, si tratta di un catalogo di fatti che più o meno hanno a che fare con esoterismo ed occultismo (tra l’altro confusi come accade nel pensiero comune) posti in un ordine del tutto estraneo alle materie trattate.

I suoi libri appaiono come il pavimento di una stanza scura in cui sia stato rotto uno specchio; qua e là si colgono dei frammenti luminosi, delle vere e proprie intuizioni esoteriche, ma senza alcun ordine o continuità, tanto che è impossibile cogliere qualcosa di utile in questa oscurità, molto facile tagliarsi e ferirsi ovvero pervenire a conclusioni del tutto sbagliate.

Di contro, in un autore come Henry Miller, secondo il pensiero comune del tutto estraneo a tematiche esoteriche, è presente una pulsione esoterica molto forte.

Sia in Tropico del Cancro e Tropico del Capricorno, che nella sua trilogia, sia soprattutto nei racconti brevi e massimamente nel Colosso di Maroussi è fortissima e sempre presente questa spinta esoterica sotterranea.

Ci tengo a citare anche un caso che per la sua apparente stranezza può forse aiutare a fare chiarezza in modo definitivo.

Si tratta di una persona che informa liberamente e per amore del prossimo come vincere alla roulette, cosa che mi propongo di divulgare a mia volta.

Il personaggio in questione è un giocatore moderno, niente affatto addentro a discorsi esoterici od occultisti, infatti lui stesso si dice stupito del fatto che i numeri effettivamente abbiano un significato come sostenevano i pitagorici.

Prosegue dicendo di aver provato per caso una tabella in cui erano disposti i 36 numeri della roulette.

Si dichiara nuovamente stupito del fatto che questo metodo in qualche modo funzioni, perché dichiara  proprio di non capire la causa di questo successo.

Ma ancora maggiore è la sorpresa per ognuno che possieda un certo grado di conoscenza esoterica perché riconoscerà immediatamente nella sua tabella il quadrato magico del sole, ovvero quella disposizione numerica a cui la tradizione attribuisce la capacità di convogliare gli influssi del sole.

Doppiamente curioso, perché se da una parte il sole è legato all’idea di vittoria e di oro, dall’altra è da notare che la roulette possiede proprio 36 numeri, coincidenza curiosa, che dovrebbe spingere ad interessarsi di più sulle origini e sulle simbologie legate a questo gioco.

Riporto il brano inviato da questo anonimo giocatore, scovato sulla rete: “Vi propongo, in modo disinteressato una mia strategia "personale". Al tavolo verde il sistema mi ha sempre concesso vacanze gratuite e piccoli regali ai miei amici al ritorno.
Non conosco il valore matematico di tale "metodo", non sono uno esperto di matematica al cui sapere mi inchino.

Ma nella mia vita ho avuto occasione di capire che "l'aritmetica" può essere "aritmosofia" e che la "matematica" può essere "gematria" due campi ancora tutti da esplorare.

Illustriamo come prima cosa le caratteristiche dello schema che, non nasce a caso.

Come potrà notare lo schema (6x6) ha la caratteristica di raggruppare i 36 numeri della roulette in maniera tale che la somma degli addendi delle singole righe o colonne, nonché quelle trasversali (1-36 6-31) dia sempre il valore di 111. Anche questo non è un numero casuale infatti il numero della Grande Bestia (vedi Apocalisse) è 666 (come Lei certamente saprà) e la somma dei numeri da 1 a 36 è 666. Essendo uno schema in base di 6 se dividiamo 666 per 6 avremo il numero 111. Significa qualcosa? Chi lo sa!!!!

Operazioni per identificare i numeri da giocare:

Ogni numero che viene estratto (che brutto termine ma è abbastanza comprensivo) viene cancellato sullo schema (io abitualmente annerisco la casella corrispondente).

Proseguendo in tal modo si troveranno 2 caselle annerite, contigue o distanziate da un casella vuota, in orizzontale, verticale od obliquo in maniera tale che all'estrazione di un dato numero si formerebbero 3 caselle annerite. Tale numero viene evidenziato (io abitualmente lo cerchio).

Un esempio per chiarire il concetto facile ma forse espresso in maniera nebulosa.

Escono i numeri 12 - 31 si anneriscono le caselle del 12 e del 31 e si cerchia il numero 13.

Escono 1 numeri 1 - 8 si cerchia il 15.

Escono 6 e 16 si cerchia il numero 11. E così via.

Nell'andare avanti ad alcune estrazioni si cerchieranno, evidentemente anche più numeri.

Spero di essere, al momento, chiaro.

Si attende un numero che io chiamo "segnale di attacco" ovvero il primo numero estratto tra quelli "cerchiati". Dopo tale estrazione si giocano tutti gli altri rimanenti numeri "cerchiati".

Per contenere le bizze della ruota io gioco anche lo 0 e ripeto l'ultimo numero uscito.

I casi sono due:
1) prendo il pieno immediatamente, e sono certamente in vincita: allora ricomincio una nuova rilevazione su di un nuovo schema

2) non prendo il pieno e continuo la rilevazione sullo stesso schema, sospendendo il gioco sino ad un nuovo "segnale di attacco".

Il problema dello 0 è risolvibile giocandolo ogni volta oppure realizzando uno schema 7x7 che porti al centro lo stesso 0, lasciando inalterate le somme aritmetiche e trattando tale numero alla stregua degli altri. Su tale alternativa ne ho solo l'idea ma non lo applico ancora.”.

In definitiva questo esempio dovrebbe mostrare senza ombra di dubbio come in questo caso l’occultismo (ma anche l’esoterismo) sono Tradizioni che vengono plasmate da modi di pensare contingenti senza essere particolarmente legati a nessuno di essi.

Ma credo che gli esempi più significativi di scrittura esoterica li ritroviamo in Pietro Citati e in Elemire Zolla.

Il primo ha un approccio più limpido, tratta di temi sacri o molto vicini al sacro e vi si avvicina con leggerezza, con grazia e con una luminosa serenità che riporta nell’ottica splendida della contemplazione dell’Assoluto intesa nel senso degli antichi greci.

Il secondo ci conduce per sentieri oscuri, serpentini, per analogie velate e svelate, ci si inerpica estasiati seguendo goffamente il passo agile del maestro e sembra continuamente di comprendere ma che dopo un attimo l’intuizione luminosissima sfugga, di saltare verso l’Assoluto e poterlo toccare per un istante ma dover necessariamente ricadere a causa della gravità.

Credo che da una parte la contemplazione serena e diretta dell’Assoluto di Citati ed il continuo “accennare” [3] di Zolla siano gli esempi a cui  pensare quando si pensa ad un modo di comunicare contenuti esoterici.

 

 

[1] Trascendenza in senso lato, come raggiungimento dell’Assoluto o della Realtà

[2] Per “ospite ignoto” Wilson intende una seconda personalità inconscia che si trova nel lato destro del cervello, presente in ognuno e responsabile della creatività, dei sogni e delle funzioni immaginative.

A tale riguardo l’autore cita una lunga serie di studi effettuati su pazienti con particolari lesioni a i lobi del cervello.

La cosa interessante è che Wilson vede tale “ospite ignoto” come una personalità del tutto diversa da quella ordinaria (lato sinistro del cervello), quest’ultima essendo impegnata nella repressione sistematica della prima.

L’ospite ignoto appare quindi come una specie di angelo custode o divinità che tuttavia è già incorporata in noi stessi.

[3] È il modo di parlare tipico dell’esoterismo: già Plutarco a proposito dei sacerdoti egizi e sul loro modo di parlare disse “Essi non svelano né nascondono, ma accennano”.

Si tratta infatti dell’unico modo in cui si può parlare di una realtà non duale.

 

 


 

 

Torna a Indice Visione Esoterica

PrefazioneCosa è l'EsoterismoLa Questione della Tradizione La questione della Segretezza

I Metodi dell'EsoterismoIl problema della Coscienza Le linee generali della DottrinaIl concetto di Verità

Il concetto di ParadigmaLinguaggio, Concetto e SimboloL'Immagine e il SimboloEsoterismo, Storia e Società

Bibliografia