"Mia Yrmana"

Cantigas de Santa Maria secolo XIII


Ermete Trismegisto, ossia tre volte Mago, è il nome esoterico od occulto con cui veniva misticamente designata la Grande ed Antichissima Università delle Piramidi d’Egitto. Tale rivelazione, anziano praticante di Miriam, ti spiega facilmente l’esistenza del numero considerevolissimo di lavori così detti Ermetici o di Filosofia Ermetica attribuiti a detto autore, il quale in sostanza è un ente Collettivo come la nostra Fraternità. Il dire pertanto le Opere di Ermete è come si dicesse in Italia le Opere dell’Accademia dei Lincei ed in Francia le Pubblicazioni dell’Istituto.
Ermete od Hermes in greco, viene designato dagli antichi Egiziani come una divinità col nome sacro di Thot, e dagli antichi Ebrei come un profeta col nome di Misraim, mentre da taluni viene confuso con lo stesso Mercurio. Ciò che è cosa certa si è che Ermete ha di gran lunga preceduto Mosè e gli altri scrittori della Bibbia.
Plutarco ne lasciò la notizia che Ermete fosse stato il primo in Egitto che avesse conosciuto i caratteri adoprati dagli Dei, e che per questo motivo l’Ibis posto a capo delle lettere divine venisse ad Ermete consacrato. E lo stesso Plutarco, ignorando purtroppo che cosa e quali erano i caratteri degli Dei, dedusse dalla sua notizia che Ermete fu il primo degli Dei, e che pel primo conobbe le lettere alfabetiche. Invece Ermete non fu il primo degli Dei per la semplicissima ragione che era un unico Jerogramma, mentre gli altri Dei coesistenti allora non lo erano affatto. Circa alle lettere poi, non si trattava di lettere alfabetiche, come taluno con Plutarco ha pensato; e quand’anche si fosse trattato dell’alfabeto ebraico, in capo al quale l’aleph assume appunto il simbolo di Ibis , ossia di Uccello Volante, le lettere tutte stavano a rappresentare, ma soltanto per antonomasia, le supreme divinità. Infatti nelle Comasie l’Ibis compare alla testa degli altri animali, e di ciò esisteva allora una potente ed alta ragione che forse era sconosciuta al grande Plutarco.
La scuola segreta di Ermete creò gli ermetisti, ossia gli iniziati alla interpretazione vera dei segni ierogrammatici e delle parole esoteriche, i quali, riconoscendosi a certi segni, molto differenti dai massonici attuali, circolavano pel mondo e portavano la parola della vera scienza arcana nei templi di tutti quegli Dei, le potenzialità magiche dei quali insegnavano i sacerdoti, rappresentanti nelle diverse regioni europee ed asiatiche la Grande Università Egizia o Sfingetica che dir si voglia. Questo insegnamento scientifico ristretto a pochi allievi e diretto all'alto fine, ancora incompreso oggidì, di nascondere l'arcano alle plebi, assunse, per mezzo dell'analogia, le forme più svariate, dalla Magia alla Religione, dalla Botanica alla Filosofia, dalla Divinazione alle Matematiche Cabbalistiche, e specialmente dall'Alchimia alla Medicina Occulta che tu ora studii, creando espressione e ragionamenti che son ancora oggidì una continua disdetta pel volgo e per i cosiddetti scienziati, mentre costituivano un linguaggio finemente espressivo e largamente ricca per i veri discepoli d'Ermete, e fra essi in primo rango gli iniziati della scuola di Alessandria, i quali furono i continuatori più conosciuti o per meglio dire meno ignoti della filosofia Ermetica.
Se tu vuoi pervenire alla intelligenza in questo difficile linguaggio elevatissimo, ed impadronirti così dell'Arcano Mosaico colla Grande Parola Cabbalistica che fa tutti i miracoli e allora guarisce tutte le infermità, devi leggere anzi studiare con alto intendimento i veri filosofi Ermetici. E collo scopo di non distrarre la tua attenzione cogli argomenti di indole diversa che talora essi trattano, dovrai prendere per chiave delle loro astruse allegorie il dogma unico di Ermete, contenuto nel Primo Credo d'ogni studioso di scienza occulta, cioè nella famosa Tavola di Smeraldo e seguire, per classificare le cognizioni atte a dirigere l'operazione pratica, l'ordine indicato nell'alfabeto cabalistico della Torà ossia della legge sfingetica.
La Tavola di Smeraldo si trova riprodotta in tutte le raccolte importanti dei trattati ermetici ed alchimici, fra cui nel Theatrum Chimicum, nella Biblioteca Chimica Mangepi, nella Biblioteca Contracta Albinei, nelle Bibliothéque des Philosophes Alchimistes de Salomon, ed in molti altri testi. Il Kunrath ne fece una bella esposizione in latino come d'essa Tavola si hanno buone traduzioni in arabo, in persiano, in greco antico e moderno, in tedesco, in inglese, in spagnuolo, in francese e qualcosa anche in italiano. Ma perchè tu non abbia a scervellarti a ricercare e ad interpretare qualcuno dei manoscritti originali che la contengono, te la riproduco qui nella nostra lingua, e la faccio seguire da un ampio e completo commento che difficilmente e solo a brani troveresti altrove. La mia traduzione, per tua norma, è esatta sino allo scrupolo, giacché mi sono sforzato di dare alla frase lo svolgimento che ha nelle riproduzioni più antiche ed autentiche; ed i miei commenti sono informati alle più esplicite e recenti rivelazioni proposte da Ruggero Bacone, Arnaldo di Villanova, Riplej, Eliphas Lewi, Papus, Poisson, Luigi Lucas, Nostradamus, Stanislao Guaita, dal simpatico autore anonimo del Filet d'Ariadne,e dal Maestro Kremmerz.
Dopo le pubblicazioni di Basilio Valentino, il monaco famoso scopritore dell'antimonio, la tavola di smeraldo va talora accompagnata da un curioso sigillo che, accennando alla pratica alchimica porta impressi nell'interno i simboli astaologici della Grande Opera e sulla circonferenza la parola V.I.T.R.I.O.L. che qualche ignorante intese di interpretare per vetriolo.
Io te ne pongo sull'avvisato, perchè l'iscrizione significa Visita Interiora Terrae, Rectificando Invenies Occultum Lapidem, cioè visita l'interno, esamina gli intestini della terra, nei quali rettificando e purgando dalle scorie, troverai una nascosta pietra. Il sigillo ha un rapporto analogico alla Tavola di Smeraldo, perché anche questa è una pietra preziosa, una pietra angolare della Scienza Ermetica, una Pietra Verde Risplendente dedicata dagli Astrologi al pianeta Venere; è uno Smeraldo lavorato a Tavola, di quel tipo di Tavole su cui Mosè ebbe incisi i dieci comandamenti ebraici da Dio istesso. Infatti tutti i filosofi e gli storici della Scienza Occulta citano ad ogni piè sospinto la Tavola di Smeraldo come primo documento, indispensabile cognizione dell'Ermetista; E di qui sorge la necessità per te, che tenti iniziarti negli studi magici a fine di bene, di conoscere profondamente questo documento preziosissimo, e almeno sei volte millenario, il quale in brevi parole dà le basi fondamentali di ogni Magia e di ogni Alchimia, di cui anche ti possono essere riservati gli studi in processo di tempo se il tuo buon Genio ti assiste.
Ma fin d'ora non bisogna equivocare sul vero significato della parola Alchimia, della quale si è tanto abusato da chi non la comprende e forse non la comprenderà mai. Ermete Trismegisto disse che l'Alchimia è la scienza immutabile, la quale lavora sui corpi coll'aiuto della teoria e dell'esperienza, e che per mezzo di una congiunzione naturale li trasforma in una specie superiore e più preziosa. E il Pernety oltre sessanta secoli dopo ci conferma che l'Alchimia è l'arte di lavorare colla natura sui corpi per perfezionarli. Medita queste definizioni, perchè del loro significato si fa cenno nella Tavola di Smeraldo; meditale seriamente giacché la scienza e l'arte di cui è la parola non s'imparano come quelle insegnate nelle Università Moderne, ed il tentarne le vie scabrose, senza che tu sia lungamente e convenientemente preparato, è un esporti a disillusioni ed a perdite di tempo, salute e fortuna.
Ricorda il monito! L'Alchimia intanto è, come la Genesi Mosaica, figlia della Cabbala Caldea, ed a rendertene persuaso ti basti interrogare gli oracoli più o meno apocrifi della Tavola di Smeraldo, poiché in tutte e tre le significazioni alchimiche, bibliche e cabbalistiche rinverrai le tracce della famosa Decade Pitagorica, così egregiamente applicata nel Sepher Yezirah alla nozione completa ed assoluta del mondo superiore o divino; decade composta dell'unità e di un triplice ternario (1 + 3 + 3 + 3 = 10) e che i Rabboni ossia i Rabbini, Maestri Ebraico-Esseni, hanno chiamato il Bereschit e la Mercavah, L'albero luminoso dei Sephirotti e la Chiave dei Semhamphoras.
Nella serie infatti delle idee teologiche e filosofiche assolute che gli antichi attaccavano al primo denario, cioè ai primi dieci numeri rappresentati dalle dita delle mani, Pitagora se la intende perfettamente, secondo l'espressione del dottor Kremmerz, coi depositari del grande secreto di Mosè, poichè entrambi hanno attinto alla stessa fonte della Tavola di Smeraldo, come gli inventori più recenti del quaternario sacro (Bastone Pontificale, Calice, Spada Crociata e Grande Raggiera) hanno inteso di far corrispondere dottrinariamente i loro simboli a quelli dell'Alta Cabbala ai geroglifici dell'Alto Egitto antico, ai cuneiformi dell'Assiria, ed agli idoli sacri dell'India e della Persia.
La Tavola di Smeraldo comprende appunto un denario di dieci proposizioni fra dogmatiche e rituali, come un decalogo sono i comandamenti della Legge Mosaica, dieci i simboli ebraici dell'albero cabbalistico, dieci i numeri base della Tavola Pitagorica, dieci i nomi divini degli ebraizzanti, dieci le divinità indiane, e dieci le dita delle mani o dei piedi di un uomo.
La Tavola di Smeraldo è costituita da poche righe, tramandateci incise sopra una pietra verde, e contenenti nel loro superbo laconismo più segreti che vocaboli. Essa comprende tutta la Magia in una sola pagina, ed, essendo la fonte pura di ogni studio ermetico, è il solo punto di partenza di ogni concezione dell'occultismo. Ma avverti che il primo e principal carattere di essa è il simbolismo, in forza del quale si comincia dall'affermare che il visibile è il simbolo dell'invisibile. La chiave adunque di cui devi munirti per aprire la prima e principale porta per cui potrai penetrare dal mondo visibile inferiore nel mondo invisibile superiore, e colà leggervi le regole precise di tutta l'arte di guarire, è l'Analogia sulla quale è appunto basata tutta la scienza secreta dei Magi.
La rivelazione della Tavola di Smeraldo che qui faccio coi miei commenti, riportando dai citati autori le tradizioni che dai primi momenti biblici si sono conservate fino a noi, richiede tutta la tua attenzione, se veramente vuoi conquistare le basi del Grande Arcano Divino e del Secreto Meraviglioso di fare i Miracoli. Bada però, te lo ripeto, che rivelazione deriva da ri-velare cioè velare di nuovo, coprire di un nuovo velo; e che tanto tradizione quanto tradimento hanno la loro radice etimologica nel latino tradere col significato talora usato da papà Ovidio.
E questo sia ultimo suggello che ti ponga o anziano in guardia sul vero significato dei simboli, sia tu uno scienziato profano, un dotto medico, o soltanto un povero fanciullo della Scienza

 

Indice

La Tavola di Smeraldo Introduzione Commento Pro Circulis di Hahajah Ermete e la sua Tavola

Commento Pro Schola di L. Iesboama Commento dell'Ortolano (1672)