Ho sempre ritenuto e ritengo che la prima cosa da apprendersi dal neofita sia la forza reale della dimensione muratoria.
Questa portanza è già qualcosa se il profano riesce a captare ed a intuire attraverso il travaglio del gabinetto di riflessione; ma è inevitabile che - una volta entrato nel Tempio - continui a viverla anche dopo, costantemente nel corso di tutto il rapporto iniziatico, attraverso il quotidiano «transito» tra la sala dei passi perduti ed il Tempio Massonico.
 

Siamo lieti presentare ai nostri Ospiti queste note del Carissimo F:. Giuseppe Capruzzi pubblicate nel Notiziario del Collegio Circ. della Puglia. Il suo contenuto non esplicita di necessità il punto di vista della Loggia o del G.O.I. Ogni diritto  è riconosciuto.

 

© Giuseppe Capruzzi

 

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PASSI PERDUTI E TEMPIO

 

Ho sempre ritenuto e ritengo che la prima cosa da apprendersi dal neofita sia la forza reale della dimensione muratoria.

Questa portanza è già qualcosa se il profano riesce a captare ed a intuire attraverso il travaglio del gabinetto di riflessione; ma è inevitabile che - una volta entrato nel Tempio - continui a viverla anche dopo, costantemente nel corso di tutto il rapporto iniziatico, attraverso il quotidiano «transito» tra la sala dei passi perduti ed il Tempio Massonico.

Passi perduti da una parte e Tempio Massonico dall'altra, non costituiscono infatti soltanto due luoghi, ma rappresentano qualcosa che va indubbiamente al di là della semplice confinazione limitativa o descrizione topografica.

I passi perduti esprimono il mondo di fuori, l'exoterico, il dominio delle passioni, dei sentimenti, dei fanatismi, dei pregiudizi, degli scontri delle ideologie, dei costumi, della morale sociale, di tutto quanto insomma può costituire il mondo esterno, ossia il mondo dei metalli, la profanità.

Il Tempio Massonico è la rappresentazione più alta del simbolo magico del mondo esoterico, il dominio della via iniziatica, la edificazione di un ordine di vita migliore, senza misura, senza dimensioni (da Oriente ad Occidente), senza confinazioni, oltre l'Universo, oltre l'infinito; il mondo dell'Io e della coscienza umana, dell'Essere e del Non Essere, quello che deve trovare il senso occulto velato dal simbolo, il «senso spirituale» di S. Paolo.

É superfluo rilevare, a questo punto, che questi due mondi non sono nettamente distinti, in quanto sono aspetti di una medesima realtà, ma particolarmente per il Neofita rappresentano il segno più pregnante e il riferimento più efficace di ogni assorbimento della forza intima della Iniziazione Muratoria. È ovvio che l'uomo massone deve essere e restare sempre tale dentro e fuori del Tempio: ma è pur evidente che nel mondo esterno si trova inevitabilmente sospinto da tutto quanto costituisce la somma dei metalli, di guisa che è immane la continua lotta per realizzare quanto recepisce nel dominio interno (Tempio) anche verso l'esterno (mondo profano).

È proprio da qui che insorge un differente rapporto, una diversa profondità concettuale tra passi perduti e Tempio, visti come due Valori distinti anche se esprimenti un'unica Realtà.

Non condivido pertanto l'opinione di coloro i quali ritengono che sia a volte preferibile portare la discussione nella sala dei passi perduti anziché nel Tempio, per essere - come suol dirsi - «più liberi» nel parlare e nel concludere. È esattamente il contrario.

Il Muratore nei passi perduti diventa concitato, si accorge di essere inceppato nel mondo dei metalli, sconvolto dalle passioni, dai contrasti perché «separato» nelle idee e nella parola, non unito, e perciò «non libero», ma condizionato.

Tutt'altro è invece il lavoro nel Tempio ove tutto è calmo, riposato, tranquillo, «non separato», ma «unito» nella fratellanza, nella serietà, nel benefizio, nel giubilo: il fratello è autenticamente LIBERO nella ritualità che non è condizionamento (un discorso lungo questo, per brevi note), ma che rappresenta il legame più intimo tra «spirito e materia». Ecco perché la stessa parola, nei passi perduti si disperde e può incalzare astiosa, divisa, in contrasto; nel Tempio «nasce» già pacata, serena, armoniosa, attraverso il filtro delle forze simboliche (interiori) che vi si ritrovano, volte a cercare «le cose di sopra» che sono poi in noi stessi.

Pensiamo più spesso ai passi perduti ed al Tempio, come a due dimensioni: i primi come la constatazione esistenziale della vita di ogni giorno con il suo costante, pesantissimo, immane travaglio; il secondo come il fulcro della via iniziatica ed esoterica.

Su questo fondamentale pensiero, il Neofita è chiamato a costruire il Tempio. È la promessa, ma è anche la forza essenziale della Muratoria che - per la via occulta dei simboli, attraverso la Iniziazione - mena alla Virtù e porta alla Luce.