l documento che di seguito presentiamo, per la consultazione e lo studio, è opera d'ingegno di un Fratello incognito, membro della Rispettabile Loggia di Antica Tradizione di Roma, Carlo Pisacane di Ponza - Hod. Il contenuto obbliga soltanto il Fratello, e non configura, necessariamente, il pensiero della Loggia Montesion o del GOI.

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Vorrei esercitarmi a capire il significato esoterico di uno dei tanti simboli che affollano l'ambiente ove si svolgono i nostri lavori e cioè i quadri bianchi e neri, che sono disegnati sul pavimento.

Non è definita dal rituale la sua estensione, né vi è un numero fisso per i quadrati che la compongono (1).

Si suppone che, essendo il pavimento condizionato dalla forma del vano, la scacchiera debba essere contenuta in un rettangolo. Il quadrato dei singoli elementi o il rettangolo del loro insieme esprime già in maniera inequivocabile un significato di concretezza fisica e di pertinenza ad una condizione terrena ed umana, ben distinta dalla natura sacra, divina e metafisica del cerchio.

Ma è il significato del colore bianco opposto al nero che deve spingerci a capire quale valenza simbolica si riferisca ad esso, tanto più che l'alternanza del bianco e del nero si riproduce sulle due colonne del nostro tempio.

 

Il Farina, parlando del pavimento a mosaico, dice che esso simboleggia le diverse razze umane, che variano dal bianco al nero, in senso intellettuale la diversità dello spirito, mentre in senso morale la molteplicità delle buone opere: spiegazione, in verità, alquanto banale e assolutamente generica.

 

Per il Porciatti la scacchiera riproduce il pavimento del portico del tempio del Salomone, precisazione che, a dire il vero, non ha alcun riscontro nel testo biblico; essa inoltre simboleggerebbe l'armonia dei contrasti, riferiti fisicamente alle tenebre e alla luce, moralmente al vizio e alle virtù, intellettualmente all'errore e alla verità; costituirebbe, per ciò stesso, la base su cui si eleva la simbologia massonica.

 

Più convince il Vaillant che riconduce l'alternanza dei due colori, opposti fra loro, a simboli manichei del bene e del male o di cicli alternativi e ricorrenti della luce e delle tenebre, dell'estate e dell’inverno, della nascita e della morte, o del dualismo insito nella natura, per cui la pioggia che vivifica la campagna può anche devastarla con inondazioni ed il sole che dona la vita può anche distruggerla con combustioni ed incendi. Un antagonismo fra gli elementi, quindi, o meglio, la coesistenza in natura del Bene e del Male in cicli biologici per cui, in un mysterium magnum, dal Male nasce il Bene e viceversa, dal letame il concime per la terra che fruttifica, e dalla morte la vita.

 

L'esegesi di Vaillant, se coglie nel segno l'evidente significato dialettico del contrasto dei due colori, complementari tra loro ed in opposizione violenta, per cui ne è implicito l'eccitazione ed il dinamismo, in una esasperata vivacità, non chiarisce però il perché della scelta della coppia bianco-nero e non di altre coppie di colori egualmente complementari tra loro, quali, ad esempio il verde col rosso, il giallo col viola o il blu con l'arancione.

Poiché i colori hanno di per sé un loro preciso significato, in quanto suscitano particolari stati psichici e quindi anche una loro valenza espressiva oltre che emotiva, oggetto della nostra ricerca, sarà bene evidenziare i valori esoterici che la tradizione attribuisce loro.

Per capire più agevolmente il significato di due colori come il bianco ed il nero, porterò degli esempi:

 

1) Sia in Egitto, che nella civiltà minoico-micenea ed infine in quella etrusca, la figura umana è colorata in bruno scuro, quasi nera se riferita all'uomo, ed invece di pelle chiara, quindi bianca, se si tratta di una donna.

La spiegazione che ne danno gli archeologi è che le donne, relegate nel gineceo e nel chiuso della casa, non presentano quella pigmentazione scura, per irradiazione solare, degli uomini, impegnati al lavoro ed ad una vita all'aperto.

Questa ipotesi del bianco riferito alle femminile e del nero al maschile sembrerebbe aver conferma nella nostre due colonne laterali alla porta di Occidente, da sempre considerata il limite dell'Oltretomba, dove il sole tramonta, o l'inizio dell'ignoto, se riferite alle colonne d'Ercole o, infine, le custodi del sacro, se fatte derivare dal tempio di Salomone.

Il rituale prescrive che le due colonne siano espresse nei due ordini architettonici: Dorico e Ionico. Ebbene l'ordine dorico per la sua natura è sempre stato riferito al maschile, perché massiccio, robusto, pesante e angolato, ed è da noi dipinto in nero.

Al contrario è in bianco la colonna ionica, cui la tradizione attribuisce valenze femminile, perché slanciata, elegante, snella e raffinata.

Ecco, dunque, una convalida del significato di uomo e donna, maschile e femminile, che già si era individuato nella differenza cromatica in uso nel mondo antico per distinguere i due sessi.

Vi sono, ancora, altre letture, altri significati per la distinzione cromatica in questione.

 

2) Nel culto cattolico vi sono le cosiddette "madonne nere", fra le più note ricorderò la Madonna di Loreto e quella di Czestochowa, In questo caso la spiegazione corrente si rifà a leggende che indicano la provenienza da molto lontano del simulacro, come per le icone dette Madonne di Costantinopoli, perché ritenute importate dall'Oriente bizantino e salvate dalla distruzione iconoclasta.

Il fenomeno della "madonna nera" ha, però, ben altre radici. Per capire il vero significato bisogna risalire al simulacro della Diana di Efeso, che è nera ed è un mostruoso simbolo di prolificità. Ha il crescente lunare sul capo ed il corpo fasciato da mammelle in più file e da animali in miniatura che l'avvolgono fino ai piedi. La dea è l'immagine della terra feconda, madre di tutti i viventi, che crea dal proprio grembo e nutre col proprio seno.

Il nero, dunque, esplicita la forza generatrice attribuita sì alla donna, ma anche in genere alla natura, alla terra fertile, all'humus.

Alla terra si lega il concetto di Dea Madre, concetto che si richiama ad altre divinità agrarie, egualmente nere, come Iside per gli egizi, la dea Cibele, venerata sul Palatino, o la Magna Mater, portata a Roma da Pessinunte: quest'ultima era una pietra nera informe, un meteorite come la Ka-aba della Mecca, egualmente nera, venerata dall'Islam come anima mundi.

 

Tutti i Misteri, in quanto attese soteriologiche, prevedono per le iniziazioni riti notturni, spesso in oscuri sotterranei ed è il caso di ricordare, per noi, la "camera di riflessione", che è tutta tappezzata di nero. Il nero è il colore del lutto e per la liturgia cattolica esso è riservato ai defunti: ma la morte, nel ciclo biologico, è premessa di nuova vita.

Così, "l'opera al nero" in alchimia ha eguale significato di morte, di regressione al caos: ma il caos e le tenebre in ogni cosmogonia sono all'origine della creazione del mondo.

 

Per Omero l'oceano è nero è così l'Ade, per cui gli animali da sacrificare a Plutone dovevano essere di mantello nero e bardati di nero; ugualmente erano neri i tori da dedicare a Nettuno, dio delle profondità marine, il nero era il lapillo riservato ad ogni giorno infausto.

Ancora, al nero si lega il concetto della natura terrestre della Grande Madre, origine della vita e della morte, della tenebre della notte, dell'umido della terra, della profondità delle acque, dell'oltre tomba e dell'eterno divenire.

 

Gli esempi finora addotti recano in se una evidente contraddizione, essendo il nero espressione di virilità negli esempi delle due colonne e della pittura egeo-etrusca ma nel tempo stesso indizio di femminilità se riferito alla terra, all'acqua, alla notte.

Ricordiamo allora che ogni simbolo è bivalente: nella natura trionfa l'ambiguità, il Rebis, che è maschile e femminile insieme. Gli opposti sono fra loro complementari ma non si annullano, la morte, ad esempio, non è l'opposto della vita ma il suo complemento, così come il polo positivo lo è del negativo, il quale senza l'altro, non esisterebbe.

Senza la coesistenza degli opposti non esisterebbe quel dinamismo, quell'eterno divenire, che è la vita. Lo stesso pavimento a scacchi, si è visto, è coesistenza degli opposti.

 

Questa inversione dei ruoli fra il maschile e il femminile, riferito al dualismo cromatico, potrebbe avere una sua legittimità storica legata al trapasso dalla civiltà tellurica del matriarcato, ottimamente individuata dal Bachofen, alla affermazione della civiltà uranico-virile, intervenuta successivamente, nella quale i ruoli, e con essi i colori, si sarebbero invertiti per cui il bianco è tornato a distinguere la donna e il nero gli uomini.

Rimane infine, da analizzare il significato del bianco, che ad un primo approccio ci appare il colore dell'ambiguità, dell'attesa, del passaggio, della mutazione.

 

"Candidus" era il candidato, colui che sta per mutare condizione (a Roma gli aspiranti alle pubbliche funzioni vestivano infatti di bianco).

E bianca è la luce dell'alba, di quell'intervallo transeunte fra la notte ed il giorno, nel quale si compiono le esecuzioni capitali.

Ma il bianco è soprattutto simbolo di innocenza (le bare bianche per i bambini) e di verginità (il bianco dell'Immacolata e della sposa non ancora madre) ed infine della luce.

Dunque il bianco è opposto al nero come il giorno alla notte, il cielo alla terra, il Bene al Male.

Il pavimento è, in definitiva, una rappresentazione del mondo con ombre e luci, in cui si alternano e si equilibrano lo Yin e Yang. Rappresenta le forze contrarie che si oppongono nella lotta per la vita in una situazione conflittuale della ragione contro l'istinto, dell'ordine contro il caos, di diverse potenzialità del destino. É il simbolo, come si è detto all'inizio, della terra, luogo delle opposizioni e dei combattimenti, delle alternanze cicliche e dell' eterno divenire.

 


 

1- L’affermazione del Fratello, non è vera in assoluto, nel senso che risponde a verità l’affermazione che il nostro rituale non definisce la sua estensione, ma Tradizionalmente abbiamo dei dimensionamenti. Il quadrilungo dovrebbe essere 16x8 ossia due quadrati di Mercurio sovrapposti. (Nota del WebMaestro)