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«Rivista Massonica» - N. 3 Marzo 1977 - Vol. lXVIII XII della nuova serie pp. 153 - 160

la Massoneria Napoleonica

 

Vari storici italiani, per lo più non-massoni come Alessandro Luzio (37), Renato Sòriga (38) e Carlo Francovich (46), si sono occupati di molti aspetti di quella curiosa parentesi massonica, che fiorì e morì nell'era napoleonica ma che, soprattutto nei paesi latini, ebbe un effetto assai più durevole. Non è certamente facile discutere l'epoca in modo imparziale. Luzio, trattando gli avvenimenti nell'Italia settentrionale (Regno d'Italia), e facendosi trascinare dalla sua manifesta antipatia per la Massoneria, spesso giunge a conclusioni sbagliate, mentre il Fr. Sperandio (31) spesso cade nello stesso errore, per ragioni opposte. Più neutrali sono Sòriga e Francovich. Per la verità, e come vedremo, quella parte della nostra storia non è certamente del tutto a nostro favore. La Massoneria commise l'errore capitale di fare una scelta politica, risultando poi costretta a voltafaccia e salti mortali quando il vento politico cambiò direzione. Nell'epoca, e particolarmente fra il 1805 ed il 1813, è apparso un grande numero di pubblicazioni massoniche che, fatto curioso, oggi tutte sono da considerare molto rare. E ciò non soltanto perché nel seguente repressivo periodo borbonico, austriaco ecc., molto materiale fu distrutto, ma soprattutto perché gli stampati, sempre di ristrettissima tiratura, non furono diretti alla pubblica vendita, ma prodotti soltanto nelle quantità sufficienti per far pervenire un decreto, un opuscolo o un regolamento, alle logge o ad alcuni dignitari. Per questa ragione, spesso gli stampati portano delle firme autografe. Molte pubblicazioni ufficiali oggi si trovano in alcune biblioteche nazionali, oppure in raccolte private. Chi scrive, si è avvalso prevalentemente dei documenti che in origine facevano parte della raccolta privata del famoso Fratello storico francese Claude Antoine Thory (1759-1827), e quella dell'instancabile Fr. storico tedesco Georg KLOSS (1787-1854). Dopo la loro morte, queste biblioteche furono vendute all'asta (!!) ed, in conseguenza, oggi fanno parte della favolosa KLOSS bibliotheek del G:.O:. d'Olanda. Spesso i ricercatori francesi e tedeschi devono recarsi all'Aia, per trovare dati riguardanti la propria storia.

Detto ciò per quanto riguarda le fonti, dobbiamo considerare che un discorso sulla Massoneria italiana dell'epoca non può prescindere dagli sviluppi contemporanei in Francia. Né può prescindere dai vari Riti e, a questo riguardo, occorre osservare che, in particolar modo nei paesi latini, nell'Ottocento ed oltre, gli affari della Massoneria simbolica erano inestricabilmente intessuti con quelli dei molti Riti. I Fratelli, ammessi in quei sistemi, erano convinti che la Massoneria consisteva, per es., di 7, 12, 25, 33, o addirittura 97 gradi, dei quali i 3 gradi simbolici costituivano semplicemente i primi esitanti passi verso la «vera luce» dei gradi al vertice. E, come abbiamo visto in alcuni articoli precedenti, vi erano persino sistemi che mettevano la «vera verità» nelle mani di «Superiori Incogniti».

Non può sorprendere che così si era affermato il concetto che i Riti avevano il diritto naturale di governare e guidare le Grandi logge Simboliche. Oggi, tornata al concetto puro dell'Arte, la Fratellanza considera i vari gradi ulteriori (e non già superiori) come semplici mezzi per illuminare altre sfaccettature dello stesso brillante. La Libera Muratoria essenziale e basilare rimane sempre quella simbolica e, naturalmente, essa deve essere autonoma, in tutti i sensi. Nel presente saggio, che certamente non ha la pretesa di essere esauriente, cercheremo di fermarci non solo sui dati storici, ma anche, e soprattutto, sugli aspetti massonici, curiosità ritualistiche ecc. E per quanto concerne lo stile, il lettore vorrà perdonare il vocabolario limitato dello straniero. Se talvolta i nostri giudizi sembreranno troppo mordenti o crudeli, il sottoscritto è convinto che noi massoni, e non gli storici profani, dovremmo essere i critici più severi degli errori del nostro passato, per trarne profitto per il futuro lavoro alla propria pietra grezza, in una atmosfera di pace ed armonia, guadagnando per la Massoneria la stima che essa merita. Peraltro, ci rendiamo conto dei pericoli nel giudicare gli avvenimenti del passato. Rosario F. Esposito, nella R:.M:. 1975, p. 355, cita le «tre grandi animadversioni» dello storico Meinecke: mitleben, mitstreben, mit Selbstzucht, concetti che, secondo noi, verrebbero tradotti, più correttamente, come: vivere con essi, lottare con essi, con auto-disciplina. Ebbene, siamo del parere che l'uomo moderno non è capace di spostarsi nel tempo, per vivere e lottare con lo spirito degli uomini del passato. Se oggi leggiamo, per esempio, che 2 secoli fa un uomo fu impiccato 2 volte perché si sciolse il nodo (il Fr. Pasquale Baffi), o che le strade notturne palermitane erano popolate da bambini abbandonati, che poi morivano di fame o di malattie, o venivano divorati dai cani randagi, il «giornalista» dell'epoca ci racconta questi fatti di cronaca soltanto con una moderata disapprovazione. Non crediamo che lo storico odierno sarebbe in grado di parlare di queste circostanze, senza un senso di profondo orrore. Il fatto è, semplicemente, che noi oggi non siamo in grado di misurare con lo stesso metro. La Francia. Come abbiamo visto in un nostro recente articolo, nel XVIII secolo, la Francia era un vivaio di gradi e di riti, molti dei quali chiamati «Scozzesi», anche se con la Scozia non avevano nulla a che fare. A causa, soprattutto della debolezza della Grande Loge de France, moltissimi Capitoli e logge erano praticamente indipendenti. Essi coltivavano i loro propri sistemi di gradi e rilasciavano patenti ad altre logge, anche all'estero. Nel 1771, il Duca di lussemburgo riorganizzò la Fratellanza, creando il Grand:. Orient:. de France, che fece poi capeggiare da un uomo con un nome illustre: il G.M. Duca de Chartres. L'esperimento ebbe un grande successo e così il 1789 trovò la Massoneria in uno stato di prosperità che, però, non sopravvisse al Terrore ed alla turbolenza politica. La ghigliottina eliminò molti Fratelli; altri erano, invece, protagonisti del grande dramma. Alcuni, come il Duca di Lussemburgo, cercarono rifugio all'estero, mentre il Gran Maestro addirittura ripudiò la Massoneria. Per diversi anni la Massoneria francese non fece più parlare di sé, anche se non si può dire che fosse completamente morta. Soltanto nel 1795 ci fu un risveglio che, nel 1799, culminò nel trattato di riunione fra il Grand:. Orient:. de France e la vecchia Grande Loge de France. Cinque mesi dopo, il 18 brumaio (9 novembre) 1799, il generale NAPOLEONE Bonaparte effettuò il suo colpo di stato, diventando l° Console, e praticamente dittatore, della Repubblica Francese. Generalmente un dittatore ritiene di non poter permettersi di tollerare una organizzazione iniziatica che persegue la ricerca individuale della Verità. NAPOLEONE adottò, invece, una strategia ben più furba e mise la Muratoria sotto la sua protezione personale. E così, presto, la Fratellanza francese divenne una organizzazione di fedeli servitori di NAPOLEONE, e le logge «succursali» all'estero contribuirono alla diffusione della influenza francese nei paesi occupati.

Divenuto Imperatore (1804), Bonaparte fece «eleggere» suo fratello Giuseppe G.M. del Grande Oriente di Francia, mentre il fratello luigi ne divenne G.M. Aggiunto. Il ruolo del nuovo G.M. era, ovviamente, soltanto decorativo (egli non è mai stato presente ad una riunione del G:.O:.) e nulla cambiò quando Giuseppe, diventato Re di Napoli (1806), fu sostituito dal fratello luciano. Ad ogni modo, il vero «boss» della Massoneria francese era l'arcicancelliere Principe Cambacérès, ex-ministro delle Finanze, ex Console, e fedele paladino del grande Corso. Egli fu «eletto» G.M. Agg. quando luigi NAPOLEONE divenne Re d'Olanda. Vari generali ebbero alte cariche nel G:.O:., mentre il Fr. Fouché, temuto Prefetto di Polizia, occupò un posto forse, meno alto, ma probabilmente di miglior valore strategico. Molti Massoni, e non-Massoni, hanno cercato di stabilire se NAPOLEONE stesso era un Fratello. Eugen Lennohaff, nella edizione originale del suo noto libro (45), ha persino pubblicato una stampa dell'epoca, che mostra il Fratello Bonaparte, mentre sussurra la Parola di Passo, quando visitò una Loggia parigina. Secondo noi, la faccenda non è, però, importante. Nessuno può essere un Massone senza essere stato iniziato secondo i nostri antichi rituali, ma questo non vuol dire che un iniziato secondo i nostri antichi rituali è un Massone. Gli sforzi di «public relations» del Governo francese furono coronati da successo e la Fratellanza massonica, partecipando all'euforia generale, ingoiò l'esca, compreso l'amo. Mentre nel 1800 il G:.O:. contava 74 logge, nel 1802 il numero fu di 114, nel 1804 di 300, nel 1806 di 664 e nel 1814 addirittura di 1219! (33). La Massoneria, nell'adulazione dell'Imperatore, fece a gara con la Chiesa, la quale aveva incluso nel catechismo la frase: «Onorare e servire il nostro Imperatore è come onorare e servire Dio stesso». Era stato addirittura inventato un «San NAPOLEONE» che, festeggiandosi il 15 Agosto, interferiva così con la festa della Assunzione di M.V. (*A). Moltissime erano le logge chiamate «San NAPOLEONE» o «I veri amici del Grande NAPOLEONE». Così scrisse Gould (la traduzione è di Alessandro luzio) (verdi bibliografia 37): «lo spirito della Massoneria era in gran parte sfumato a una stomachevole adulazione dell'imperatore, soverchiante ogni limite di quella lealtà al sovrano che è propria dell'associazione in tutti i paesi. Le logge non erano quasi più convocate per altro scopo che per celebrare i trionfi dell'idolo. Anche gli oratori cessavano di restringersi a temi puramente massonici, per abbandonarsi a sperticate esaltazioni dell'armata francese e del suo Eroe. Questo eccesso di chauvinismo ebbe per effetto i penosi voltafaccia del 1814 ...». Infatti, le riunioni massoniche erano diventate una continuazione di feste celebrative, durante le quali i poeti dilettanti nacquero come i funghi. Le Forestier racconta (vedi bibliografia 33) come, durante la festa di S. Giovanni d'inverno del 1806, celebrata solennemente dal G:. Oriente, il Venerabile De lagarde, Prefetto del Distretto Senna e Marne, dava lettura del suo magnifico poema di 5 lunghe strofe, nelle cui ultime righe il Grande NAPOLEONE era chiamato successivamente: «Il liberatore», il «Consolatore», il «Vendicatore», il «Pacificatore del Mondo». Nell'ultimo verso, il Fratello Imperatore fu persino posto a livello del GADU stesso, divenendo: «un altro Creatore del mondo».

Agli inizi le Autorità francesi avevano l'intenzione di dichiarare il Grand:. Orient:. de France l'unica organizzazione massonica del paese, ma, ben presto, questa meta risultò irraggiungibile. Il G:.O:. aveva sì assorbito vari gruppi «Scozzesi», fra i quali il Capitolo di Arras, ed aveva, già nel lontano 1787, creato il suo proprio sistema di 7 gradi: l°, 2°, 3°, Maestro Eletto, Cavaliere Scozzese (o di S. Andrea), Cavaliere della Spada (o d'Oriente), e Sovrano Principe della Rosa Croce, grado quest'ultimo, equivalente al 18° grado dell'odierno R.S.A.A. Molti schieramenti massonici francesi si rifiutavano, però, di essere incorporati in questo «Rito Moderno» (o «Rito Francese»). Nel 1801 infatti, il Rito Filosofico (Rite Ecossais Philosophique) riprendeva i propri lavori, e nel 1802 si ricostituiva addirittura la vecchia Grande Loge de France. Si spiega quindi perché il 19 dicembre 1804 il Grand:. Orient:. de France cambiò rotta ed annunciò di riconoscere tutti i Riti, inclusi quelli in precedenza espulsi. Tutta questa confusione non disturbò minimamente NAPOLEONE. Egli sapeva che tutti i Riti facevano a gara nel manifestare lealtà al grande Imperatore, ed inoltre, quelli principali, come il Rito Filosofico, il Rito di Heredom, il Rito Primitivo ecc., furono direttamente controllati attraverso la «elezione» del Principe Cambacérès a Gran Maestro dei Riti medesimi. A questo punto bisogna menzionare il Rito Scozzese Antico ed Accettato, oggi fra i pochi sopravvissuti, e fiorentissimo in molti paesi del mondo. Purtroppo, gli storici non sono in grado di darci informazioni precise sull'origine di questo Rito, ma sembra che, verso la fine del XVIII secolo, la gerarchia dei gradi dello «Scozzesismo» francese si fosse fermata a 25. Una delle molte obbedienze: les Empereurs d'Orient et d'Occident (del Rito di Perfezione), aveva dato il permesso ad un loro Fratello di introdurre i gradi superiori del Rito negli Stati Uniti d'America. Gli Americani non solo ricevettero il sistema con entusiasmo, ma, giudicando i 25 gradi insufficienti, ne aggiunsero altri 8. Questo Rito di 33 gradi si diffuse rapidamente in America, dove oggi ha più di un milione di appartenenti.

Nel 1804 il francese Conte Degrasse-Tilly, tornando in patria, portò con sé lettere credenziali del «Supremo Consiglio Madre del Mondo» di Charleston (44), che lo autorizzavano a costituire nuovi Supremi Consigli «dovunque nei due emisferi se ne fosse sentita la necessità». Infatti, nell'anno precedente, egli aveva già istituito un Supremo Consiglio nelle Indie Occidentali Francesi e, di conseguenza, in Francia si presentò come «Sovrano Gran Commendatore ad vitam per le Isole Francesi della America del Vento e sotto Vento (*B). A Parigi, il Conte, che prima della sua partenza per l'America appartenne al Rito Filosofico (*E), si mise in contatto con l'unica Loggia rimasta in vita di quel Rito: la Mère Loge Ecossaise de France Saint Alexandre d'Ecosse. Vi facevano parte molti Fratelli di riguardo e di alto livello culturale, come il famoso Fr. Thory. Inoltre, sul piedilista apparvero «alcuni nobili veneziani» (*C) ed il Fr. italiano (bolognese) Marescalchi, i quali, in seguito, vedremo riapparire in Italia. Degrasse-Tilly si mise d'accordo con questo gruppetto e così, il 22 ottobre 1804, nacque in Francia la Grande Loge Ecossaise du Rite Ancien et Accepté (che noi, in seguito, chiameremo R.S.A.A.). Il 1° novembre una loro circolare informò tutte le logge francesi del lieto evento. Il Grand:. Orient:. non era molto contento di questi sviluppi. Si mise subito in contatto con quel nuovo Rito e, tre settimane dopo, veniva raggiunto un accordo: il G:.O:. sarebbe stato, d'ora in poi, responsabile dei gradi dallo al 18°, ed il R.S.A.A. dei gradi dal 19° al 33°. Il concordato fu, però, di breve durata e, per varie ragioni, il 6 settembre 1805, il R.S.A.A. francese, riunitosi presso il vecchio Maresciallo Kellermann, si dichiarò di nuovo indipendente. In conseguenza, il G:.O:. continuò con il suo proprio Rito Moderno il quale, però, pare che d'allora in poi abbia adottato, anche esso, un modificato sistema di 33 gradi (in seguito fu anche chiamato Rito Riformato) (*D). Anche questa apparente guerra non scosse il saggio «Santo» NAPOLEONE. Infatti, ben presto, il fedele Cambacérès fu «eletto» anche Sovrano Gran Commendatore del R.S.A.A.

Dopo la sconfitta di NAPOLEONE (1814-15), molte logge si chiusero mentre molte altre si affrettarono a cambiare il loro titolo distintivo compromettente e a fare omaggio al Re Borbone. I Massoni francesi erano divenuti ormai dei cortigiani, sempre pronti ad adorare il Sole levante, e a rinnegare i vinti, adulando senza vergogna i vincitori (33) p. 869).

Il Grand:. Orient:. ripristinò sul proprio stemma i fiordalisi, che in precedenza, sotto il Consolato, erano stati sostituiti dalle iniziali R:.F:. e, sotto l'Impero, da un'aquila. Il contemporaneo Fr. Thory scrisse, con indignazione, che il 24 giugno 1814 gli Oratori del Grand:. Orient:. «celebrarono nei loro discorsi tutta la gioia della comunione massonica, per aver riavuto, finalmente, il loro legittimo Re, circondato dalla sua Augusta Famiglia» (35) p. 258, 260). La sorte della Massoneria italiana dell'epoca fu strettamente legata alle azioni belliche ed alle decisioni politiche francesi. Suppongo che i Fratelli italiani conoscano la propria storia nazionale meglio del sottoscritto. Peraltro, gli avvenimenti si succedettero così rapidamente, con frequenti rimescolanze delle carte, che potrebbe essere utile ordire velocemente la tela, sulla quale il destino dei vari Stati italiani fu ricamato.

1796

Nella sua brillante campagna italiana, il generale Bonaparte batte, separatamente, i Piemontesi e gli Austriaci.

27-4: Costituzione della Repubblica di Alba.

28-4: Pace di Parigi con il Piemonte, che deve cedere Nizza e la Savoia.

15-5: NAPOLEONE entra a Milano.

Tregue con i duchi di Modena e di Parma.

Occupazione delle legazioni Pontificie (Bologna, Ravenna, Ferrara, Forlì). Occupazione di Massa, Carrara, livorno (generale Murat).

Novembre: Costituzione della Repubblica Transpadana (l'odierna Lombardia).

1797

Altre vittorie napoleoniche in Italia settentrionale. Caduta di Mantova, invasione del Veneto.

Gennaio: Fondazione della Repubblica Cispadana (Bologna, Ferrara, Modena, Reggio Emilia). Adozione del tricolore.

26-6: Fondazione della Repubblica Cisalpina (unione della Transpadana e della Cispadana).

17-10: Pace di Campoformio. L'Austria deve riconoscere le conquiste francesi in Europa ma, in compenso, ottiene il Veneto e la Dalmazia (protesta di Ugo Foscolo).

1798

Febbraio: Occupazione di Roma. Fondazione della Repubblica Romana.

1799

Gennaio: Occupazione di Napoli. Fondazione della Repubblica Partenopea.

Agosto: Vittoria della armata Austro-Russa. I francesi devono abbandonare le zone italiane occupate.

Crollo delle «Repubbliche Sorelle». Temporanea restaurazione dei governi originari.

Repressione politica e massonica.

1800

A Parigi, NAPOLEONE, tornato dall'Egitto, rovescia il Direttorio e stabilisce una dittatura militare. Nella nuova campagna italiana vince la battaglia di Marengo, obbligando l'Austria alla Pace di lunéville (9-2-1801). Costituzione della seconda Repubblica Cisalpina (fino all'Adige ed ingrandita di Novara e Tortona).

Fondazione della Repubblica ligure.

la Toscana diventa Regno d'Etruria, sotto Ludovico di Borbone (accordo con Spagna). Annessione del Ducato di Parma.

Il Regno di Napoli deve cedere al Regno d'Etruria i Presidi Toscani, Porto longone e Piombino. Inoltre deve accettare (e finanziare) delle guarnigioni militari francesi nell'Abruzzo ed a Taranto.

1802

Gennaio: la Consulta di lione delibera la nascita della Repubblica Italiana, sostituendo la Cisalpina. Presidente: NAPOLEONE, Vicepresidente: Melzi d'Eril.

Pace di Amiens con Inghilterra (di breve durata).

Annessione del Piemonte.

1804

NAPOLEONE diventa Imperatore dei francesi.

1805

NAPOLEONE proclamato Re d'Italia. Vicerè: Eugenio de Beauharnais.

La Repubblica diventa Regno d'Italia, con capitale Milano.

NAPOLEONE entra a Vienna. Vittoriosa battaglia di Austerlitz e Pace di Presburg. Il Veneto e la Dalmazia vengono incorporati nel Regno d'Italia.

Annessione della Repubblica ligure.

1806

Occupazione di Napoli. Re: Giuseppe Bonaparte.

1807

Dicembre: Annessione del Regno d'Etruria (ex-Toscana).

Lucca (più Massa, Carrara e Piombino) diventa Ducato per Elisa Bonaparte. Le Marche vengono incorporate nel Regno d'Italia (novembre).

1808

Gioacchino Murat diventa Re di Napoli (luglio).

1809

Occupazione (febbr.) ed annessione (17-5-1809) del lazio e dell'Umbria. Marzo: Elisa Bonaparte diventa Gran Duchessa di Toscana.

1812

Catastrofica campagna in Russia.

1813

NAPOLEONE perde la battaglia di lipsia. Crollo del sistema napoleonico.

1814

NAPOLEONE deposto. Ottiene l'isola d'Elba come Principato. Restaurazione. Eugenio tenta la difesa del suo Regno d'Italia. Viene sconfitto e chiede l'armistizio (Schiarino Rizzino, 16-4). Fugge in Baviera.

Tumulto popolare a Milano ed uccisione del Ministro Prina (20-4). Ritorno degli Austriaci.

Murat tenta di accordarsi con gli Anglo-austriaci.

L'armistizio

1815

NAPOLEONE sbarca in Francia. Inizio dei «Cento Giorni».

Con il proclama di Rimini, Murat cerca di unire gli italiani (consigliere Francesco SALFI?). Viene sconfitto a Tolentino ed, in seguito, cerca di riunirsi a NAPOLEONE, che lo emargina.

Battaglia di Waterloo (giugno). Deportazione di NAPOLEONE a S. Elena.

Murat sbarca a Pizzo Calabro, ma viene catturato, processato e fucilato.

 

 

 

(a) Il fatto che questo Santo non figurasse nell'Acta Sanctorum fu considerato di poca importanza, e presto qualcuno scoprì un oscuro soldato romano di tal nome, ucciso sotto il regno di Diocleziano. Subito, nelle chiese francesi apparvero i ritratti di questo Santo marziale, equipaggiato con tanto di scudo, elmo e corazza.

(*b.) Infatti, il Fr. Degrasse-Tilly, nel 1803, aveva costituito un S.C. a Porte au Prince (Haiti) ma, per la verità, i possedimenti francesi nel Mar Caraibico consistevano soltanto di Haiti ed alcune isole di poca importanza, come Guadaloupe, Martinique e la metà di S. Martin.

(*c.) Questi «nobili veneziani» si possono probabilmente identificare con i Fratelli Renier e Corner. Un antenato Paolo Renier (1710-1789) fu il penultimo Doge di Venezia, ma il nostro Fratello Renier si faceva generalmente chiamare «ex nobile». Il Fr. Nicolò Corner fece parte dell'illustre famiglia Veneziana Cornaro (o Cornèr). Il Fr. Renier continuò a risiedere a Parigi anche durante l'epoca napoleonica, mentre Nicolò Corner in quegli anni fece parte della R:.L. Eugenio Adriatico all'Or. di Venezia, dove morì nel 1807 (11, 28). In un piedilista della L. parigina S. Alexandre d'Ecosse del 1786, anche il Fr. bolognese Marescalchi è chiamato «noble vénetien» (!).

(*d.) In Olanda dove, per varie ragioni, il R.S.A.A. è stato introdotto con molto ritardo (1912), il G:. Oriente riconosce il R.S.A.A., l'Arco Reale ed il sistema dei cosiddetti «Alti Gradi». Quest'ultimo è appunto identico coll'originale Rito Moderno francese di 7 gradi. Per concordato, il sistema gestisce soltanto i gradi 4-7, mentre il R.S.A.A. si occupa esclusivamente dei gradi 19-33, accettando solo Fratelli iniziati nel 7° grado degli «Alti Gradi» (18° grado del R.S.A.A.). L'accordo funziona alla perfezione. L'iniziazione nel 7° grado (18°) ha sempre luogo in forma strettamente rituale.

(*e.) In un prossimo articolo parleremo dettagliatamente di questo Rito Filosofico che, già nel XVIII secolo, aveva costituito varie logge in Italia. Nell'era napoleonica era attivo in Toscana, Liguria e Piemonte.

 

 

Del Capitolo

(1) Estratto de' Primi Travaglj della Gran Loggia Generale dell'Ordine Rle della Franca Massoneria Scozz:. al Rito Antico ed Accettato sotto la denominazione di G:.O:. in Italia. Stamperia del G:.O:. d'Italia (Milano), 1805, in-8°. Il libro è una raccolta delle seguenti pubblicazioni:

(1a) Circolare del 20 giugno 5805 (bilingue), pp. 10 non numerate.

(1b) Estratto dal G:. libro d'Architettura de' Primi Travaglj della G:. Loggia Gen:. ... ecc., del 20 giugno 5805, bilingue, pp. 1-32.

(1c) Verbale della prima seduta del Supremo Consiglio, il 5 marzo 5805 (atto di costituzione del RSAA e del G:.O:. d'Italia). Bilingue, 1-13.

(1d) Della Costituzione Generale dell'Ordine Massonico in Italia. Bilingue, pp. 14-92.

(1e) Tableau du G:.O:. d'Italie, lingua francese, pp. 93-108.

(1f) Trattato di Unione fra il G:.O:. d'Italia che risiede all'O:. di Milano, e il G:.O:. stabilito presso la Divisione dell'Armata del Regno d'Italia, esistente per ora nel Regno di Napoli, bilingue, pp. 16 non numerate.

(2) Statuti Generali della Franca-Massoneria in Italia. Stamperia del G:.O:. d'Italia (Milano), 5806 (5907), lingua italiana, pp. 1-150, in-8°.

(3) Quadro Massonico de' FF:. che compongono la R:.L:. Real Gioseffina, O:. di Milano. S.d. et L., ma Milano ca. 1806, in-8°, pp. 45-56. (Parte di una pubblicazione non identificata).

(4) Stanze da cantarsi nella pompa funebre del F:. Cartier 1° Sovr. della R:.L:. Reale Gioseffina. S.d. et L., ma Milano 1805 (1806?), pp. 2, in-4°.

(5) l'Asilo della verità (Vincenzo Monti). Cantata. Celebrandosi l'inaugurazione della R:.L:. Eugenio all'O:. di Milano. Milano 1806, pp. 12, in-8°.

(6) Installazione costituzionale della R:.L:. Sc:. Reale Amalia Augusta all'O di Brescia e consacrazione del Tempio. Brescia 1807, pp. 6, in-8°.

(7) Festa onomastica celebrata nella R:.L:. Real Gioseffina all'O di Milano, S.d. et L., ma Milano 1807, pp. 1-18, in-12°.

(8) Discorso dell'Oratore (Romagnosi) della R:.L:. Reale Gioseffina all'O:. di Milano per la iniziazione d'un F:. App:. Recitato il 60 giorno del 60 mese dell'anno della V.L. 5807. Milano 1807, pp. 3, in-8°.

(9) Festa funebre eseguita dalla R:.L:. Reale Augusta all'O:. di Milano pel F:. Roise (caduto nella battaglia di Eylau). Milano 1807, pp. 48, in-8° (con piedilista).

(10) Funerali celebrati il g 15 del 7m dell'an della V l 5807 della R:.L:. Imperial Carolina all'O di Milano in onore dei suoi defunti fratelli. Tipi del G:.O:. d'Italia (Milano) 1807, pp. 61, in-16°.

(11) Raccolta di vari pezzi d'Architettura presentati in diverse occasioni da alcuni membri della Risp:. Log:. La letizia Or:. di Venezia, l'an:. della V:. L :.5807. Venezia 1807, pp. 77, in-8° (con piedilista).

(12) Tavole per la musica da eseguirsi nel g 24 del 7m 5807 pe' trav:. delle RR:.LL:. Real Gioseffina e Real Eugenio dell'O:. di Milano. S.d. et L., ma Milano 1807, pp. 8, in-8°.
(13) F. S. SALFI, Iramo, Poemetto, Milano 1807, pp. 85, in-12°.

(14) Versi da cantarsi nella R:.L:. Reale Augusta all'Or di Milano celebrandosi il giorno onomastico, le nozze ed il parto della Regia Intitolatrice nel g:. 23 dell'8:. m:. dell'anno della V:.L:. 5807. Tipi del G:.O:. d'Italia (Milano) 1808, pp. 8, in-12°.

(15) Catéchisme des APP Catechismo degli A.P.P. L'anno della V:.L:. 5808. Milano, 1808, pp. 11, in-16°.

(16) Allocuzione pronunciata dal R:. F:. Oratore luigi Mabil R:. S:. F:. celebrandosi l'Agape di S. Giovanni dalla R:.L:. La Pace all'O:. di Padova nel giorno 11 del mese XII dell'anno della V:. L:. VMDCCCVIII (EV. 1808). Padova, Nicolò Bettoni, 1808, pp. 32, in-8°.

(17) Quadro del G:. O:. d'Italia. Milano, 1808, pp. 32, in-8°.

(18) Travagli per la commemorazione di S. Gio:. Battista, celebrati nella R:.L:. R:. Gioseffina all'O:. di Milano. Tipi del G:.O:., Milano 1808, pp. 38, in-12°.

(19) Costituzione generale del G:.O:. in Italia. Milano, Tipi del G:.O:., 1809, pp. 62, in-32°.

(20) lavori del G:.O:. d'Italia in assemblea generale in occasione della festa celebrata il giorno 27 del decimo mese dell'anno della V:.L:. 5808 per la reciproca affigliazione ed amicizia tra il G:.O:. di Francia ed il G:.O:. d'Italia. Milano, tipi del G:.O:., 1809, pp. 56, in-12°.

(21) Scelta di tav:. mass:. tra vagliate dalla risp:. L:. R:. Amalia Augusta all'Or di Brescia negli anni della V:.L:. 5808-5809. Brescia, Bettoni, 1809, pp. 314, in-12°.

(22) Tavole massoniche di Franco Salfi, Ferdinando Arrivabene, Nicolò Bettoni. Brescia, Bettoni, 1810, pp. 132, in-8°.

(23) RANGONE G., Orazioni massoniche. Venezia 1810, pp. 291, in-8°.

(24) Lav:. Masson:. dedicati alla nascita del Re di Roma dal G:.O:. d'Italia, g 13 m 4 an 5811. Milano, Tipi del G:.O:. (1811), pp. 62, in-12°.

(25) Estratto di decreto del Sup:. Cons:. del 33 per l'Italia, nella sessione del giorno 11 del 12° m. Milano, 1811, pp. 8, in-12°.

(26) F. S. SALFI, Della utilità della massoneria. Discorso. Milano, Tipi del G:.O:. 1811, pp. 77, in-8°.

(27) F. S. SALFI, Circolare ai MM:. RR:. FF:. per annunziare la morte di Pietro Viani G:. Insp:. Gen:. del 33 e descrizione della cerimonia. Milano, S.d., pp. 3, in-4°.

(28) Esequie del subl:. F:. N. Corner celebrate nella R:.L:. L'Eugenio Adriatico all'O:. di Venezia. Venezia, s.d., in-8°.

(29) Versi da cantarsi nel trav:. mass:. del g 20 del m 4 an 5811 consacrato dalla R:.L:. R:. Gioseffina alla nascita del Re di Roma proclamato luweton dal Pot.mo G:.O:. d'Italia. Milano, 1812, pp. 4, in-12°.

(30) LECHI LUIGI, Cantata da rappresentarsi nella R:.L:. R:. Amalia Augusta all'O:. di Brescia in occasione che si celebra il S. Giovanni d'Estate. Brescia, s.d., pp. 8, in-8°.

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