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Š Emilio Servadio per Testo

 

Il Diavolo: sua esistenza!


La forza dei meccanismi proiettivi e dei condizionamenti storico-culturali č tale, che ogni tanto si affaccia al pellegrino la "tentazione" che fu di Sant'Antonio e, pių recentemente di Papini o di Zolla: avvertire il diavolo come entitā, come istanza indipendente e immanente, come sinistra minaccia, ostacolo e avversario sulla via del compimento e della realizzazione.

L'orrore di questa evocazione supera di gran lunga la paura della donnetta messa in guardia da un ambiguo pontefice.
É l'orrore di chi crede sentire l'approssimarsi del nemico alle chiusure delle "oscure e profonde prigioni" in cui l'abbiamo confinato. É l'appello ai Fratelli della Catena perché captino il
messaggio, entrino nel nostro dramma, ci ridiano forza e vigore.
In un secondo momento, ci soccorre la cultura. Ci ricordiamo degli insegnamenti scientifici: il diavolo come rappresentante dell'istintualitā segregata e rimossa (diabāllein = dividere); il diavolo come faccia tenebrosa del padre istintualizzato, come Super-Io bieco e persecutorio; la radice comue dei due aspetti, per cui il diavolo induce, seduce... e poi condanna e tormenta. Il diavolo, cesura e scissione nel seno della stessa binarietā in cui ci muoviamo. Il diavolo, ombra della Luce, Shaitān.

Ci rassereniamo. Se conosciamo meglio il demoniaco, possiamo inserirlo in nuove sintesi, utilizzarlo, passare dalla distruttivitā sadico-anale all'aggressivitā costruttiva, permeata di Eros; fare pių posto all'amore, riconvertire il diavolo in Lucifero.


Oh, che caduta hai fatto, di lassų dal cielo,
o astro mattutino, figlio dell'aurora"
(Isaia, XIV, 12.15 )

Sopravviene, inevitabile, la speranza del riscatto finale: Origene e l'apocatastāsi, il grande ritorno, la riconciliazione universale.... Di lā dal due c'č l'Uno - insegna l'Advaita Vedanta.

Le rotaie del binario si congiungono all'infinito. Il ragno risale, entra nel sole, diventa sole.
Ma dalla dualitā, non si esce, siamo condizionati dalla quadruplice radice della ragione: dobbiamo fronteggiare l'alteritā, l'antinomia. Ci č giuocoforza obiettare.
Che allora, la diabolicitā cessi, e subentri la dialettica. Non divisione, ma osmosi. Il diavolo come interlocutore si trasforma, e ci trasforma. Kundalini sale, e "dialoga" con Shiva. La diabolicitā come fenomeno di stipsi spirituale dā luogo a purga, alla lenta salita nel nostro purgatorio.
Credo che questo sia il massimo a cui si possa pervenire, di qua dalla Liberazione e dalla realizzazione dell'Uno. Adoperare le nostre forze perché il dialogo sussista, si affini, si innalzi.... non ridiventi divisione, diabāllein. Consapevoli del nostro fardello e dell'Amore che via via lo alleggerisce, della Croce e della Rosa.


Zenit di Roma, Maggio 1974

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Il Diavolo: Sua esistenza Attenti al Diavolo! Le sue Sembianze