Si indica con questa parafrasi la riunione dei due nomi \yhla hwhy (Jéhovah Élohïm). È il Nome completo.

Jéhovah rivela ovunque la Clemenza, Élohïm il Rigore. Quando regna il Rigore, dice lo Zohar (III,65a), il Tetragramma si scrive con la interpunzione Élohïm. E altrove: L'inizio fra l'unione di questi due gradi è la Piccola Figura (Zauir Anpin il Piccolo Viso o Microprosopo. Quando Jéhovah e Élohïm sono uniti la luce più elevata discende e si diffonde su tutto per operare l'unione di ogni cosa. È il nome Jéhovha-Élohïm che interviene nella Creazione dell'Uomo. Jéhovha-Élohïm rivela quindi il Rigore… Jéhovha-Çebaoth rivela la clemenza.

Questo ultimo Nome indica che Dio si distingue da tutte le forze, sia in alto, sia in basso (Zohar III 286b).

Ogni volta che si trovano riuniti i Nomi Jéhovha-Élohïm o Jéhovha-Adonaï, Jéhovha indica Arikh Anpin (il Grande Viso), l'altro nome associato, invece, Zauir Anpin (il Piccolo Viso). Per quanto queste due figure sono in realtà un solo ed unico essere, il Nome non può dirsi completo fino a quando i due non sono posti insieme. Il Mistero della Fede consiste nel sapere che Jéhovha è Élohïm, qui è tutto il mistero della Fede. È da questo mistero che discendono tutti gli altri. Jéhovha e Élohïm costituiscono un solo Nome: il più grande dei misteri conosciuti dagli Iniziati consiste proprio in questo (Zohar II 161a).

Nella Bibbia (Deuteronomio VI 4) vi è un versetto assai importante che si chiama Schéma: Ascolta Israele, Jéhovha, Elohenou (nostro Élohïm), è il solo Jéhovha.

Questi passaggi ma soprattutto le circostanze in cui, nelle Sacre Scritture, compaiono i nomi Jéhovah e Élohïm ci inducono a pensare che l'intervento di Élohïm corrisponda all'ordine della Natura e che l'intervento di Jéhovha corrisponda, invece, a quello della Grazia. Con l'ordine della Natura, la creatura vive di vita propria, quantunque Dio la penetri intimamente; con quello della Grazia, essa partecipa alla Vita Divina. Sembra che questi due ordini possano rapportarsi alle due modalità tramite le quali noi siamo in rapporto con l'Universo. Nella prima, conosciamo le cose come degli oggetti esterni a noi; nella seconda, queste cose diventano il nostro proprio stato di coscienza, penetrano in noi e divengono, in un certo senso, parte della nostra stessa vita. Ugualmente, nell'ordine della Natura, le cose sono di fronte a Dio nel rapporto di creatura a Creatore; in quello della Grazia, come dice San Paolo, è Dio che vive in esse. Ci sembra che sia questo il significato del grande mistero di cui parla lo Zohar; mistero profondo,considerato che questa partecipazione della Vita Divina non provoca né l'assorbimento della creatura, né il panteismo.

 

 

Indice

Il Nome di 9 Lettere I Nomi di 12 e 22 Lettere Il Nome di 42 Lettere

Il Nome di 72 Lettere