Il tuo browser non supporta il tag embed per questo motivo non senti alcuna musica

Tutte le sephiroth sono comprese nelle quattro lettere JHVH, ma anche in JaH, le due lettere che a loro volta sintetizzano JHVH; chi invoca questi Nomi, invoca le sephiroth e la loro unità che è l'Uno stesso. Ma anche ciascuna sephirah o proprietà dell'Uno può essere invocata con il suo nome proprio. Ognuna di esse ha inoltre un Nome divino particolare e appropriato - lo deduciamo dalla Sacra Scrittura - con cui essere invocata; di tali Nomi, che possiedono un'efficacia tutta particolare, fanno parte JHVH e JaH che costituiscono i mezzi di grazia più efficaci per l'unione con Dio.

Ehjeh, “Io sono”, è il Nome divino di Kether, l'Altissimo che riposa in Se stesso e afferma Se stesso. JaH è il Nome di H’ocmâ, la “Sapienza” eterna e prima emanazione di Kether, il Nome del “Padre Supremo” infinitamente misericordioso; è il Nome dell'Essere divino che, con un'unica e indifferenziata emanazione di luce primordiale, irradia gli archetipi di tutte le cose sulla propria ricettività, Binâ, la “Madre Suprema”, come su uno specchio da cui la luce viene rimandata interamente al suo principio, onde tutte le cose si uniscono per l'eternità con JaH e, in JaH, con l'Altissimo. JeHoViH — o JHVH vocalizzato come AeLoHiM, “Dèi” — è il nome di Binâ, l'“Intelletto” eterno che rimanda verso il basso la luce primordiale ricevuta sdoppiandola come per rifrazione, vale a dire JHVH che nella Sua realtà universale si manifesta attraverso Binâ con emanazioni di luce differenziate, o “Dèi”. El, “Dio”, o Elohai, “mio Dio”, è il nome dell'irradiazione della benignità, il nome della sephirah H’esed che si rivela a ogni creatura come “suo Dio benigno”. Elohim, “Dio” (letteralmente: “Dèi”), è il Nome dell'Uno che con la Sua severità discerne e giudica tutte le cose, il nome della sephirah Din, “Giudizio” divino. JHVH è il nome del “cuore” divino che tutto unisce, il nome della sephirah centrale Tiphereth o Rachamim, “Bellezza” o “Misericordia universale” di Dio, che è anche la Sua “Onniscienza”, Da'ath, il “Figlio” di H’ocmâ, la “Sapienza” suprema o “Padre”, e di Binâ, l'“Intelletto” eterno o “Madre”. JHVH, il “Figlio” e il “cuore” di Dio, unisce in JH (= JaH), la prima metà o le prime due lettere del Nome di Dio, tutti gli aspetti divini trascendenti; tutti gli aspetti divini immanenti sono uniti in VH, la seconda metà o ledue ultime lettere. Il Nome JHVH unisce anche nella “Colonna del Centro” il “lato destro” di Dio, la benignità, con il Suo “lato sinistro”, la severità: in JHVH sono riunite nel loro centro sacratissimo tutte le sephiroth, tutte le realtà. JHVH Zebaoth, “JHVH degli eserciti”, è il nome dell'aspetto benigno dell'onnipotenza divina, cioè della causa di tutte le energie cosmiche affermative e unitive, è il nome della sephirah Netzâ, la “Vittoria” dell'Uno su tutta la molteplicità creata. Elohim Zebaoth, il “Dio (o gli "Dèi") degli eserciti”, è il nome dell'aspetto severo dell'onnipotenza divina, cioè della causa di tutte le energie cosmiche del giudizio, è il nome della sephirah Hod, la “Maestà” dell'Uno che nega tutte le negazioni nei Suoi confronti. El Chaj — il “Dio vivente” — o Shaddai — l'“Onnipotente” che compone in Se stesso la Sua benignità e la Sua severità — è il nome della sephirah Jessod o Zedek, il “Fondamento” infinitamente armonico o la “Giustizia” perfetta da cui emana l'intera attività creatrice, rivelatrice e redentrice di Dio. Adonai, “mio Signore”, è il nome della sephirah Malcouth, il “Regno” di Dio, la Sua ricettività creatrice in cui si versano tutte le emanazioni sefirotiche di Dio e da cui queste escono per agire a tutti i livelli cosmici; è il nome della “Madre Inferiore” o causa primordiale che genera e governa direttamente la creazione, il nome della Shechinah o inabitazione di Dio, la quale “si prende cura delle creature come una madre dei figli”.

Sicché, fra i Nomi divini con cui si invocano le sephiroth, JaH è la designazione del nome di H’ocmâ, la “Sapienza” eterna, il “Padre misericordioso” che, seppure trascendente, unisce eternamente con Se stesso, con il Suo essere primordiale Kether, tutto quanto Egli emana: esseri, mondi e cose. JHVH è invece il nome di Tiphereth, la “Bellezza” infinita, il “Figlio misericordioso” che unisce la severità con la benignità, ciò che sta in basso con ciò che è in alto, l'inabitazione e la creazione con la trascendenza di Dio. Attraverso il “Figlio” unito con la “Madre Inferiore” – attraverso le due lettere della seconda “metà immanente” di JHVH: VH – tutti gli esseri, mondi e cose ritornano al “Padre” unito con la “Madre Suprema” e alla loro massima unità reciproca, Kether, cioè alla suprema Tri-unità che in senso lato è simboleggiata dalla “prima metà” di JHVH: JH. Ciò risalta con maggiore evidenza dal simbolismo universale del Nome JHVH (Mlri'), che contiene nelle sue quattro lettere tutte le sephiroth, cioè la Realtà universale.

Tutte le sephiroth sono già contenute nella prima lettera del Nome JHVH, nonché JaH: y (Yud). Poiché il suo valore numerico è dieci, Yud simboleggia l'unità delle dieci sephiroth in quanto rappresentano il “punto primordiale” divino, l'origine eterna e la meta suprema di tutto il creato.

La Yud, o punto primordiale nel quale si celano tutte le sephiroth, effonde e rivela tutte queste cose occulte anzitutto in seno alla Divinità, dove esse rappresentano il “mondo dell'emanazione” ontologica di Dio, cioè quella massima effusione che le quattro lettere del Nome JHVH insieme simboleggiano. Perciò, mentre il Nome JHVH rappresenta tutte le dieci sephiroth, la Yud ne indica l'intima origine, vale a dire l'unità delle sue sephiroth supreme, Kether e H’ocmâ. La sottile appendice superiore o “corona” di Yud (y) simboleggia Kether, la “Corona” o Realtà suprema, la “radice” dell'essere in seno al Sopra-Essere o “Nulla” (Aïn) che è anche simboleggiato dal “vuoto” in cui sfuma l'appendice superiore di Yud. Da questa “Corona Suprema” (Kether eljon) protesa verso il non-più-conoscibile scaturisce la prima emanazione conoscitiva e attiva, H’ocmâ, il “Padre”, che è simboleggiato dal corpo (tratto orizzontale) di Yud, il quale termina in basso in un'altra appendice sottile indicante l'Essere divino rivolto verso la creazione. Tale appendice rappresenta la radice di Binâ – la “Madre Superiore” del creato – che affonda nella Yud di Kether-H’ocmâ, onde questa lettera diventa infine anche il simbolo della Tri-unità suprema. Sviluppandosi dalla sua radice, Binâ diventa una lettera a sé stante, cioè il primo o “superiore Hé» (H = h) di JHVH; la “Madre Superiore” o autoricettività dell'Essere divino forma in tal modo, unitamente alla Yud del “Padre” e alla sua “corona”, la “metà trascendente” di JHVH, vale a dire il Nome JaH (hy), che pertanto indica non soltanto H’ocmâ ma anche l'intera suprema Tri-unità nella sua piena effusione: Kether-H’ocmâ-Binâ.

Secondo Lo Zohar, dall'unione del “Padre”-H’ocmâ (Yud) con la “Madre”-Binâ (Hé) – quindi dal Nome JaH – nasce il “Figlio”, simboleggiato dalla terza lettera di JHVH: Vav (V = w). Questa lettera ha il valore numerico sei e cela e rivela le sei sephiroth attive dell'Edificio Cosmico: H’esed-Din-Tiphereth-Netzâ-Hod-Yesod che in realtà si assommano nel “Figlio”. In quanto Da'ath od “onniscienza”, il “Figlio” accoglie tutte le emanazioni di “sapienza” (H’ocmâ) e di “intelletto” (Binâ) che promanano da Kether, onde unisce in sé le tre massime sephiroth con le altre sei sopraddette e “trasmette interamente tale eredità (sefirotica) alla Figlia”.

La “Figlia” è l'ultima sephirâ, Malcouth, la Shechinah o “Madre Inferiore”, cioè la Hé “inferiore” o “ultimo”, la “lettera finale” H (h) di JHVH. Nella “Figlia”,. il vuoto sconfinato dell'autoricettività divina diventa la sostanza primordiale increata e generatrice universale, che è “nutrita dal Figlio”, dalla luce primordiale. Quest'ultima genera tutte le creature dalla sostanza primordiale, che a sua volta funge da tramite attraverso cui tutto è illuminato e ricondotto alla sua origine. Questo avviene quando JHVH pronuncia il Suo “ultimo Hé”.

Le quattro lettere di JHVH formano la “Famiglia divina”: il “Padre” (Y), la “Madre” (H), il “Figlio” (V) e la “Figlia” (H). In questa “Famiglia”, il “Padre” e la “Madre”, da una parte, e il “Figlio” e la “Figlia” – o la “Madre Inferiore” – dall'altra, sono inseparabili: la luce primordiale o Spirito Universale di Vav non potrebbe manifestarsi con la sua effusione abbagliante sul piano cosmico senza l'involucro primordiale ricettivo, generatore e protettore, cioè senza la sostanza primordiale increata della “Hé inferiore”. Il parallelismo tra la prima e la seconda metà del Nome JHVH emerge anche dal fatto che Yud (y) – il “Padre”, la causa ontologica attiva – si manifesta alla creazione attraverso Vav  (w) – il “Figlio”, la causa cosmologica attiva –; in effetti, la lettera Vav è come un “allungamento”, una “discesa” di Yud. Le due Hé (h) sono un'identica lettera in due posizioni diverse, un'unica realtà divina che si manifesta sotto due aspetti o piani primordiali differenti. La prima Hé o “Hé superiore” è la “Madre Superiore”, l'autoricettività divina in se stessa, là dove Dio rivela e riceve Se stesso in Sé, al di là e al di sopra di ogni atto creatore; la seconda Hé o “Hé inferiore” è la “Madre Inferiore”, l'autoricettività divina nella quale Dio genera la Sua creazione e dalla quale tutte le creature promanano. Resta da osservare che la Hé ha il valore numerico cinque, sicché le due Hé insieme – Binâ e Malcouth – hanno il valore numerico dieci: sono l'unità indivisibile dell'autoricettività trascendente e dell'autoricettività immanente delle sephiroth. Già sappiamo che il Nome JHVH rappresenta anche l'“Uomo Primordiale” divino (Adam kadmon). Questi è composto dalle dieci sephiroth, di cui ciascuna costituisce un suo “membro” od “organo”, allo stesso modo che tutte le sephiroth sono contenute anche nelle “quattro lettere”. Questa profonda unità sefirotica dell'archetipo umano e della forma del Nome risalta con particolare evidenza scrivendo le “quattro lettere” dall'alto al basso, sicché ne risulta una figura simbolica dell'uomo. Adam kadmon è la rivelazione “più evidente” del «Nome esplicito”; sappiamo infatti che, se scritte per disteso: JVD HA VAV HA, le quattro lettere JHVH hanno lo stesso valore numerico del nome ADaM, cioè quarantacinque.

Poiché il Nome JHVH si enuclea da tale sua realtà ontologica, questa diventa il “punto originario” (y) della effusione universale di quel Nome stesso. In altre parole: mentre lo JHVH trascendente – o il “mondo dell'emanazione” ontologico delle dieci sephiroth – si manifesta alla creatura come la Yud di JHVH, la “inabitazione trascendente” – o il suo “mondo della creazione” puramente spirituale e archetipico – diventa il primo Hé o “Hé superiore”. Da questo mondo ancora increato della Shechinah promanano Metatron, che si manifesta rivestendosi della forma creata dell'Uomo Celeste, il quale manifesta il “Figlio”, cioè la Vav, in seno alla creazione, in particolare nel cielo o “mondo tenue della formazione” di tutte le creature. Infine, JHVH discende sulla terra sotto forma di “inabitazione immanente”, di Gloria immanente in seno al “mondo terreno del fatto”, di Presenza reale nel nostro centro sacratissimo, di Hé finale o “Hé inferiore” che si cela nel cuore degli esseri terrestri per manifestarsi in essi. In tal modo il Nome JHVH si diffonde in tutto l'universo.

 

Indice

JHVH e JaH Significato delle quattro lettere Il nome divino della fine dei tempi

L'efficacia graduale del nome JaH