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Tutti gli elementi, che conformano la dottrina dei quattro mondi sono pronti, elaborati forse in una maniera confusa, dove elementi spirituali sono mischiati al materiale, dove le collettività angeliche sono subordinate agli arcangeli, dove gli Itzshim (le anime sante) sono in posizione di preminenza rispetto agli spiriti sephirotici. Ma tutto è già sviluppato, con in più un elemento nuovo, che non sfugge all’attenzione dei cabalisti di Safed, vale a dire la lotta di Sandalphon con Lilith che apre alle loro speculazioni sulle Sephiroth oscure, sull’origine dei residui della creazione, sulla natura delle Qliphoth e il loro ordinamento in mondi, sulla natura del male ecc. La dottrina a far data dal XII secolo era quindi pronta, ma il suo sviluppo e affinamento durerà fino al secolo XVI, quando i cabalisti di Safed, approfondirono e corressero i dettagli dei mondi di Beriah e Yetzirah, soprattutto Cordovero e la scuola di Isaac Luria.

Secondo la Qabalah lurianica, tutti i mondi, incluso quello di Asyah, erano in origine spirituali, ma in seguito alla rottura dei vasi, questo mondo, dopo la discesa dalla posizione precedente, si mescolò alle Qliphoth, o gusci impuri che, in linea di principio sarebbero dovute rimanere completamente separate, e produsse un mondo di materia che non conteneva nulla di spirituale. Le dieci Sephiroth sono attive in tutti e quattro i mondi, secondo l’adattamento ad ognuno di loro e con un nome che presuppone quest’adattamento. Persino l’immagine di Adam Kadmon è riflessa in ognuno di questi mondi.

Il dettaglio dei passaggi, dello Zimzum dello Schevirah del Tikkun e dei Parzuphim, li diamo per scontati, esaminiamo invece come, secondo Luria, il mondo di Atziluth emerge dalla divinità.

Già nel XII secolo, lo abbiamo visto in precedenza, nel Massekheth Atziluth (Trattato dell’emanazione) Nazir fa questione della veste di luce (malbush) con cui Dio si avvolge e secondo la sua opinione è questo il mondo emanato. Luria e successivamente Vital, riprendono quell’immagine e n’estrarranno il kav ha middah o misura cosmica, in altre parole il potere di formazione e organizzazione che deriva dal reshimu o residuo primordiale. Nelle loro elaborazioni si dilungano con descrizioni dettagliate sulla struttura di questa malbush (veste). La sua lunghezza, affermano, era costituita dagli alfabeti del Sepher Yetzira e aveva 231 porte (vale a dire 231 combinazioni delle 22 lettere dell’alfabeto ebraico) che formeranno l’archistruttura del pensiero divino. La sua larghezza era composta di un’elaborazione del Tetragramma secondo il valore numerico delle quattro possibili ortografie dei nomi in plenitudine, cioè il nome 45 (ah waw ah dwy, il nome 52 (hh ww hh dwy, il nome 72 (yh wyw yh dwy) e il nome 63 (yh vav yh dwy, che erano la trama e l’ordito situati in origine nell’orlo di questa veste.

Nel senso della larghezza, al centro della veste, era scritto il Tetragramma, la prima metà sul davanti, la seconda metà sul dietro. Le quattro plenitudini di questo nome furono poste le prime due avanti: sopra bu, gs sotto, e le due ultime hm e }b dietro. Queste quattro plenitudini diedero origine ai quattro mondi: bu Atziluth, gs Briah, hm Yetzirah, }b Asyah.

 

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