La Formula Morte e Resurrezione

                   ▪ Tra il vecchio e nuovo Eone

                   ▪ Il mito del Dio Morente

                   ▪ Paura e castigo

                   ▪ La morte uccisa dalla vita

                   ▪ Gioia ed estasi

                   ▪ Morte: antitesi al Vero e Perfetto

 
 

Il documento, che di seguito si presenta ai nostri visitatori, è un lavoro che ci è stato offerto da un Thelemita. L'autore è indicato con le sole iniziali,  secondo quanto da esso espressamente richiesto. A Lui i nostri sinceri ringraziamenti per aver scelto il sito della Montesion per la diffusione in rete di queste interessantissime riflessioni. Ogni diritto gli è riconosciuto.

© C.M.

Il documento è opera della maestria del suo autore. La traslitterazione ebraica è quella in uso nel testo in originale, vale a dire non secondo il modo di scrittura ebraico da destra a sinistra ma da sinistra a destra.

Il contenuto non riflette di necessità la posizione della Loggia o del G.O.I.

La diffusione in rete del documento è legata alla citazione della fonte e dell'autore.

 


 

Tra Vecchio e Nuovo Eone

Le seguenti riflessioni si limitano a descrivere solo formalmente il cambiamento di approccio e d’interpretazione della formula "Morte- Resurrezione" nel passaggio tra il passato eone di Osiride e l’attuale eone di Horus. L’analisi tende a scorgere origine e presupposti fondamentali della formula e a valutare le conseguenze derivanti dall’atteggiamento che ne accompagna l’istituzionalizzazione e la volgarizzazione, oltre che l’interpretazione. Infine, individuato il centro costitutivo del cambiamento tra vecchio e nuovo eone, rileggeremo la formula alla luce del mutato atteggiamento, descriveremo cioè la risposta thelemica all’ottica dominante nel passato sui rapporti tra vita e morte.

L’intera questione sarà trattata da un punto di vista quasi esclusivamente razionale,e non simbolico - operativo. Non è nostra intenzione infatti occuparci qui della natura concretamente magica di tale formula, quanto piuttosto di riflettere con le sole armi dell’intelletto su un argomento di ampio interesse e vasta portata. La nostra riflessione infatti si estenderà fino a penetrare il rapporto che, in vita, intratteniamo con la morte, valutando le motivazioni che determinano le differenze in tale ambito tra il trascorso eone e quello attuale.

É necessario innanzitutto chiarire alcuni punti: per "formula" si intende la traduzione o la riduzione di un concetto, idea, o di un intero processo, in elementi simbolici convenzionali che rimandano direttamente al nucleo del significato implicato, permettendone un uso esteso (o un’accessibilità condivisa universalmente), sia teorico che pratico. Ogni formula rende perciò accessibile ed utilizzabile da chiunque un concetto altrimenti distante, difficilmente comprensibile e non immediatamente distinguibile. Ciò può avvenire attraverso il trasferimento di un’idea in una forma concreta, quindi un movimento discendente, che cattura un "astratto" e lo incarna in una formula; oppure mediante astrazione da fenomeni naturali osservati, quindi un movimento ascendente, che proietta su un piano ideale un contenuto empirico reale, che si suppone già dato.

Nel caso specifico del processo Morte - Resurrezione si tratta della rappresentazione simbolica di un fenomeno naturale condiviso da ogni essere vivente, cioè di un dato derivato dall’esperienza sensibile. É perciò la Natura stessa, qui, ad aver fornito gli elementi necessari, mentre gli uomini si sono limitati ad organizzarne la rappresentazione in termini simbolici, essenziali, schematici, archetipici ecc., in modo da imprimere il potere di tale esperienza in una coscienza, attraverso un atto rituale vissuto e sofferto direttamente.

Una "formula" quindi ha il compito di trattare un concetto come un possibile oggetto, rendendo un’idea concretamente condivisibile, e permettere relazioni e connessioni con altre classi o serie di fenomeni, poiché ogni formula è a sua volta traducibile o riferibile ad altre formule. Il paradigma "Morte – Resurrezione" pertanto è una chiave d’accesso di cui potersi servire anche per estendere il discorso ai rapporti, che la nostra coscienza di esseri viventi intrattiene, con la Morte a cui tutti siamo destinati.

 

 
 

 

Indice Aleister Crowley



Musica: "A madre do que de terra" Cantigas de Santa Maria secolo XIII