Deferiva come era lo albero piantato nel mezzo del laberinto.

Gionti all’estrema portella di questo loco, e entrati nel mezzo di questo laberinto, la Donzella veniva mostrandomi un maraviglioso Albero, sorgente da una grande apertura di terra, a modo di pozzo alta da terra circa doi cubiti, e larga vinti: da questa bocca, o apertura frequentemente uscivano densi fumi con alcune fiamme di fuoco: sopra l'orlo di questa apertura vidi isculte queste lettere lunghe un palmo,

TAMQUAM SALAMANDRA IN IGNE NUTRITUR.

Da questo grosso albero sorgevano tre tronconi triangolarmente situati, in uno d'i quali era dipinta con auree lettere questa parola SIMPLEX nell'altro ramo PHILOSOPHALE;

Et nel terzo troncone MAGISTRALE. Nel compartimento d'i suoi rami, iquali dilatandosi coprivano quasi tutto il loco, vidi una principale divisione di cinque grossi rami, sopra i quali erano queste lettere. A. E. I. O. V. cioè una lettera per ramo. Da ciascun ramo sorgeva tre altri grossi rami, con quelle lettere segnati cioè sopra li rami del ramo A erano queste tre B C D sopra quelli del E erano F G H sopra quello del I erano L M N sopra quelli del ramo O erano P Q R. Et sopra quelli del ramo V erano S T X . La benigna Donzella vedendomi di maraviglia mosso, per la distintione di tante lettere; le quali denotavano qualche sententioso Magistero, disse. Peregrino che vai considerando con la tua Idea? Et io si l'artificioso Albero distinto con rami carico di preciosi pomi di oro come ben maturi, e d'argento come immaturi: come quella sua natura di nutrirsi, e di mandare a termine i suoi perfetti, e ricercati frutti, mediante un sotterraneo colore, dimostrato per quelli essalanti fiumi, e per il circonscritto motto, significante che questo Albero è come salamandra, la quale (s'è come si dice) vive, e nutrifica nel foco. Di più quelle lettere così dipinte per tanti rami, fammi star maraviglioso. L'honesta donzella ciò udendo disse. Accioche a ogni cosa ti sia data instruttione, sappi che questo loco così serrato, et intricato fu fabricato da maestri miei, veri conservatori della mia preciosa Regina, iquali furono il nostro gran mastro Hermete, Platone, Morieno, e noi suoi discepoli. Questi non senza considerazione nel mezzo centrico collocarono questo meraviglioso albero, nel quale occultamente nascosero i secreti loro. Fatto io curioso d'udire qualche breve narratione, dissi. Donzella havendo veduto il tua grato animo verso me: non posso ritenermi (vinto dalla curiosità) di chiederti in gratia la esposizione di questo artificioso Albero. Et ella, la esposizione di questo integramente non posso mostrarti, ma se non farai tanto d’intelligenza alieno, tu medesimo ritroverai il supremo, e artificioso magisterio di questo Albero solamente vedendo qualche vestigio d’essa esposizione, il quale vedrai quivi sopra questo grande quadramento di fine marmo descritto.

 

A

CHAOS.

Quod omnia (que in cosuntpossint) elementariter, e debita proporzione fimul coire.

B Frigiditas

C Humiditas

D Caliditas cum

siccitate

Mercurius

Sol

Luna

E

COITUS.

Qui possit fine impedimento naturaliter concipere.

F Colera

G Sanguis

H Phlegma cum

melancolia

Vir

Foemina

Hermafroditus

I

CONCEPTIO.

Qua possit ad bonam pervenire  peregrinationem.

L Fetidus

M Remissus

N Bonus cum odorifero

Corpus

Anima

Spiritus

O

PEREGRINATIO.

Qua possit mediante calore, debito tempore parere.

P Dulcis

Q Amarus

R Insipidus cum accido

Animalis

Vegetabilis

Mineralis

U

PARTUS.

Qui valcat unu cicere, qui convertitfratres in naturam fuam.

 

S Niger

T Albus

X Rubens cum citrino.

 

Elexir

Lapis

Medicina

 

Essentia

Substantia

Potentia

 

Oscuratio

Clarificatio

Lucudatio

Debilitatio

Humestatio

Dissolutio

B

C

D

Pater

Mater}Filij

Filuis, e frater

 

Impinguendo

Mollificativo

Crudificatio

Putrefatto

Diminuitio

Distillatio

F

G

H

Matrix

Os Matricis

Vas matriculatum

 

Levificatio

Ponderatio

Asperatio

Divisio

Desiccatio

Circulatio

L

M

N

Generatio

Dissipatio

Augmentatio

Rarificatio

Grossificatio

Ingressio

Inceratio PIncorporatio

Congelatio

P

Q

R

Suscitatio

Maturatio

Vivificatio

Calcinatio

Mortificatio

Confortatio

Fixio

Alimentatio

Penetratio

S

T

X

 

Lasciano quello loco, e pervengono sopra un monte, ove truovano una chiusa porta.

Letto ch’io hebbi il misterioso sasso, e non vedendolo troppo ben chiaro, chiedei alla benigna Donzella sopra ciò qualche breve espositione. Et essa, perché dal veduto sasso vedoti con l'animo confuso; ti dico che non sena mistero da quella albero sorgeno i cinque grossi rami, notati con le cinque lettere vocali. Et sappi che si come non si può formare parola senza vocali, così quest’Albero non può mandar suoi frutti, se non per i cinque rami, cioè Chaos, Coito Concettione, Pregnatione, e Parto. Da ciascun di questi ne sorgono altri tre rami, notati come hai veduto con altre lettere. E con la sua significatione per ogni lettera . Et io doppo questa breve esposizione, mi ritrovai chiaro; A tal che la grata Donzella vedendomi che più oltre non dimandava, dsse; Peregrino seguitami se di veder hai disio il fine di questo lungo viaggio. Io seguendola per una spelonca oscura, e tetra, pervenissimo sopra la sommità d'un altissimo monte, per laquale altro non si vedeva che una silvestre, e frondosa selva con un stretto calle per ilquale fui condotto in un'altra sommità d'un placido monte, tutta piana, e spaciosa: ove d'intorno si vedevano arboscelli carichi di odoriferi pomi. Questa pianura poteva essere per diametro passa trecento, nella quale si vedeva un vaghissimo praticello pieno di varij fiori, iquali non poca vaghezzaa rendevano al verdeggiante loco. Trascorso io parte d'esso, vidi una grande porta chiusa, ove condotto dalla benigna Donzella, non poteva satiarmi di guardare questa artificiosa machina di corinta fabricatura: Vedendola, poi con molte chiavi star chiusa, si ben ch'allora aubitato haverci di qualche cattivo successo, se la gentil Donzella non mi havesse motteggiato.Pur non potendo ritenermi di chiederli la significatione di tante chiavi, essa mosse tal risposta; Peregrino se questa porta non fusse stata così artificiosamente serata da Raimondo, (che fu uno de fedelissimi miei) con tante intricose chiavi, ogni presuntuoso haveria preso ardire di passar nel più secreto paese del mio Regno; questa con le sole mie parole e ad ogni richiesta, si aprirà: Ma prima vediamo quello grande; e sententioso arco di Raimondo, posto nel mezzo di questo herboso praticello. Condotto là, vidi una maravigliosa fabricatura di quattro archi, posti sopra quattro grossi, e alti piloni, ciasuna porta haveva due grosse colonne di porfido di corinta fabricatione, i pedistali delle quali erano di finissimo diaspro, e li capitelli de una verde pietra, con certe venette bianche, e rosse, lequali al fogliame del capitello rendevano molta vaghezza. Tutti i Piloni erano di finissima corniola, e ciascun arco haveva il suo sofitamento di christallo, compartito a proportionati quadretti dalli quali si vedevano pendere grossissime granate, turchese, e giacinti, e così la facciata per di dentro le porte, perfin al principio dell'arco, erano maravigliosi quadroni di puro christallo, dalli quali vi si vedeva una certa effigie delli otto principali Senatori di questo Regno, cioè Platone, Moriene, Seniore, il grande Maestro, lo Esperimentatore, Geber, e Alboali. Sopra i capitelli delle otto colonne giaceva un precioso, e proportionato architrave di purissimo porfido; Il suo fregio era con una fogliatura, e compartitione corrispondente all'opra, e con una cornice, sopra laquale io vidi quattro frontispicij di proportionata struttura, e sopra quelli un circolare architrave, con il suo fregio, e cornice di finissimo lapislazuli.

 

Segue a descrivere ciò che vide in quello maraviglioso arco.

Non tanto questa opra mi faceva maravigliare per la sua fabricatura, quanto perché vidi sopra il piano della circolare cornice tre altri Piedestali di finissima pietra: Sopra il primo (qual era di vitreata pietra) era una figura di chrisopacio vestita con toga filosofale, e era giovanile. Sopra il secondo piedestale (quale era di puro marmo) era una figura di christallo in aspetto di huomo gionto alla virilità con toga similmente filosofale; Et sopra il terzo piedestale (che era di pietra Thyte) era un’altra figura di vecchio, di puro, e chiaro topacio, pur con filosofale toga. Fra questi tre piedestali, era un frontispicio tondo, alto come i piedestali della istessa pietra circulare sottagiacente: Queste tre figure virili, con la destra tenevano la mano destra d'una figura feminile collocata sopra ciascuno frontispicio; Per modo che la figura della femina del giovine, era in aspetto di Donzella di puro christallo, e adobata con veste di Hieracite pietra: La seconda figura era di rubino, con veste di diamante: La terza poi pur femina, era di crisolito, e era un aspetto di Vecchia con veste di sardio. La mano sinistra della prima figura feminile, pendeva verso terra: Quella della seconda era distesa: e quella della terza figura era levata verso il cielo. Hor quelle tre figure togate virili porgendo il loro sinistro braccio verso il centro della fabricatura, sostenevano con la mano loro (per maraviglia) una preciosissima figura virile di Re, ornata con manto Regale, con Corona, e dodai Scettri. Questa figura da capo a piedi, da una parte era di oro, e dall'altra d'argento. Havendo con gran diletto trascorso questa maravigliosa fabricatione, e considerando i suoi occulti segreti, non poteva con l'intelletto mio tanto salire, che ritrovar potessi il significato di questa opera: onde stando sopra di me in questi pensieri, e alzando gli occhi di novo verso il divino artificio, vidi nel fregio della circolar pietra del celestino lapislazzuli, queste parole isculte, e con oro ornate.

REX FILIVS NOSTER HABET TRES PATRES, PRIMUS EST CAUSA GENERATIONIS, SECUNDUS MULTIPLICATIONIS,

ET TERTIUS PERFECTIONIS, ET FILIUS NOSTER EST RE X POTENS, ET NULLOS REGES TIMEMS.

Delle quali parole maggiormente crescendomi il disio di sapere di tutto ciò la sua espositione, non potei procedere più oltre ma con humana dimanda chiedei alla benigna Donzella la espositione di queta fabricatura, e ella rispondendo disse, Peregrino seguiamo più oltre, e veder faroti dentro la chiusa porta la espositione dell'intento tuo, alla quale gionti noi, fu per la nobile Donzella, anzi con suoi occulti secreti aperta, ove con lei entrato, mi mostrò una gran pietra di finissimo marmo, sopra ilquale vidi descritto l'albero della genealogia del prenarrato Re, con questo ordine.

 

La Donzella dichiara la figurata espositione.

Quanta confusione mi diede questa cosa, tanto disio mi crebbe di sapere la sua significatione: Onde vedendomi la grata Donzella di meraviglia mosso per la già veduta pietra, disse, Sapendo peregrino mio, che il tuo disio saria di sapere la risolutione della veduta struttura, questa tua volontà mi pare degna di quanto ricerchi, però odi,e sapp, che risolvendo io questa, essa risolve la maravigliosa opra, già veduta nel mezz del florido praticello; Perilche quelle parole isculte nel fregio del circolare lapis e sentenza di N. fido compatriotta, nostro, dove tratta la natura di quelli tre Padri, iquali hora tu poi vedere in quest’Albero isculto e designati con queste note. D. E. F. Ma venendo al sodo fondamento del nstro ragionamento dicoti, che prima bisogna sapere da chi hanno origine, e poi chi sono questi padri, e la sua natura: cominciando adonque, dico che il nostro Chaos B, procreo il primo Padre, e questo Chaos è figliuolo Natura signata per A, Questo primo Padre fu già Madre del secondo Padre del nostro Re, e il Chaos B, è Padre. Questa madre G, non genera, ma il padre. Hor veniamo al secondo Padre, ilquale è causa della multiplicatiene del nostro sigliuolo Re; Et dico che questo è figliuolo del nostrro Chaos B, Questo figliuolo è padre, e fratello del primo Padre; Adunque il primo, e secondo padre, sono fratelli, e non però solamente sono duoi figliuoli, duoi padri, e doi fratelli, ma un figliuolo, un padre, e un fratello, e un padre del nostro Re; Questo padre fu anchora madre del terzo padre; e il Chaos è come padre; Qeusta madre non genera, ma il padre. Il terzo padre è causa di perfettione del nostro Re figliuolo nostro; Questo padre è generato dal secondo padre, mediante il Chaos B, suo padre, e fratello, e anchora è fratello del secondo padre; Non perciò solamente sono tre padri, tre figliuoli del Chaos B, e tre fratelli, ma un padre del nostro Re, un fratello, e un figliuolo del Chaos B. Il Chaos nostro C, ha sei figliuoli, iquali non solamente sono figliuoli, ma fratelli, e figliuoli. Udendo la oscura resolutione della Eccellente Donzella, mi pareva anch'io di confusione divenir un Chaos; Conciosia che il suo parlare era quasi nelli più alti limiti della naturale arte di filosofia trascorso, ove il discorso a pena poteva tanto in alto salire. Desiderando altra più chiara espositione di ciò, con humili parole dimandai alla grata Donzella, laquale mansuetamente così disse. Sapersi Peregrino, che questi tre Padri congionti con le mogli loro (procreati dai padri del Re nostro figliuolo) lequali non solamente sono tre, ma una sola moglie, e solo marito, procrearono questo figliuolo Re nostro potentissimo, ilquale è fertilissimo a procreare infiniti figliuoli. A questo divino misterio così accade; però che il primo padre D Giovine, congionto con la moglie sua, e figliuola sua G, laquale in occulto è bianca, e in palese nera, è causa della generatione. Il secondo padre similmente congionto con la moglie sua H, e figliuola sua, laquale in occulto è rossa, e in palese bianca, è causa di multiplicatione, cioè è causa che il Re nostro figliuolo, sia tanto di virtù dottato, e pieno di bontà, che possa gl'altri suoi fratelli multiplicare in virtù, e bontà, distruggendo ogni loro infirmità. Il terzo padre non dissimile da gl'altri congiunto con la moglie sua I, e figliuola sua, laquale in occulto è citrina, e in palese rossa è causa di perfettione; ciò e causa che il Re figliuolo nostro, sia così di perfettione partorito che mediante la virtù della sua perfettione possa perficer gl'altri fratelli imperfetti. La Donzella seguendo altra dichiaratione per maggior chiarezza diede la esplanatione di ciascuna nota o lettera nota o lettera in questo sasso dell'isculto Albero, cosi.

A. La natura genera il nostro Chaos B, C, ilguale genera sei figliuoli, e da questo si procreano i tre padri D, E, F. B. Il nostro Chaos ha tre figliuoli, e tre figliuole; iquali sono sorelle, e fratelli. C. Questo Chaos ha sei figliuoli, liquali sono fratelli,e figliuoli. D. Primo padre giovane, generante la sua moglie è causa di generatione.

E. Secondo padre generante la sua moglie è causa di multiplicatione. F. Terzo padre vecchio procreante la sua moglie, è causa di perfettione.

G. Prima moglie giovene, del primo padre

H. Seconda moglie de mezza età, del secondo padre. I. Terza moglie vecchia,del terzo padre. K. Chaos padre delle figliuole, et padri, figliuoli del nostro Chaos. L. Il terzo Re potentissimo contrahente, multiplicante, e perficiente, i suoi fratelli.

1. Sola madre. 2. Solo padre. 3. Per causa d’essi. 4. Padre primo giovine croceo. 5. Padre secondo virile albissimo. 6. Padre terzo vecchio bianco. 7. Chaos B, K, una istessa cosa. 8.Prima moglie nasce in Ariete. 9. Seconda moglie nasce in Cancro. 10. Terza moglie nasce in Libra. 11. Chaos B, C, una istessa cosa. 12. Per causa delli padri. 13. Per causa delle matri. 14. Fratello bianca, 15. Fratello rosso. 16 Fratello nero. 17. Fratello candido. 18. Fratello cenericio. 19. Fratello albissimo.

 

La Donzella da alcuni essempi sopra le cose narrate.

Quasi finito haveva di parlare l'honesta Donella; quando che io non potendo in tutto capir quella sua risolutione chiedi sopra ciò qualche essempio; Et essa volendo supplire al desiderio mio disse. Se ben considererai Peregrio mio i profondi secreti di natura, vedrai questo Re nostro figliuolo, essere generato dal primo padre D, moltiplicato dal secondo E, e dal terzo F mandato a perfettione: quantunque sia solamente un padre, ilqule generi, moltiplichi, e renda perfettione, ma prendi sopra, ciò questo esempio. Acqua con farina, e senza fermento non è vero pane; adunque è pane per l'acqua, farina, e fermento. Il simile, si come la farina, e fermento senza acqua; né l’acqua, e farina senza fermento; e neanche l'acqua, e fermento senza farina, non genera pane, cosi anco non si può fare il nostro pane, senza l'acqua nostra, farina nostra, e fermento nostro prima concreato. Si può adunque dire, che l'acqua nostra è causa della generatione, il fermento della moltiplicatione, e farina della perfettione; lequali cose danno l’essere al nostro pane: Et perché la farina e concreata dall'acqua nostra, e il fermento dalla farina, e acqua, per questo si determina che l'acqua nostra, sia la nostra farina, e la farina con l’acqua sia il fermento nostro, eccettuata la forma. Per meglio chiarirti l'animo prendi questo altro esempio, Incudine, martello, e chiodo, quantunque siano tre, nondimeno sono uno, perché l'incudine è il martello, il martello è il chiodo, e il chiodo è l'incudine: Di più perché l'incudine, e martello sono il chiodo; il chiodo, e martello sono l’incudine, e l’incudine, e chiodo sono il martello, per questo l'incudine, martello, e chiodo sono tre in uno; Però che l'incudine eccettuata la forma é il chiodo, e martello, così il chiodo eccettuata la forma, è l'incudine, e martello, e il martello eccettuata la forma è il chiodo, e l’incudine, adunque; il chiodo, martello, e incudine sono tre, e una istessa cosa, e in tal modo il martello fa l’incudine, e il martello fa il chiodo. Il terzo esempio si può cavar da quelli che fanno il minio, percioche piombo nero, cerusa,o biacca, e minio rosso, quantunque fanno tre, nondimeno sono uno cioè piombo, e tre quanto al numero, e forma, così è nei padri nostri, nei quali come acqua, farina, fermento, detti di sopra, è la generatione, moltiplicatione, e perfettione. Non senza misterio adunque N, fece scolpire la prenarrata sentenza circa il fregio della circolare pietra. Ma di più saprai, nella prenarrata struttura, Raimondo haver posto tutta la scienza del magisterio mio, ad imitatione dell'Ara del nume d'Hermete per avanti da te veduto. Però questo di Raimondo è resolutione di quello d'Hermete, e quello di questo; onde se conoscerai gl'intimi secreti del nume d'Hermete; non ti sarà bisogno altra epositione: però passamo più oltre. Già quasi per due miglia camminato havevamo per la costiera del dolce colle quando che giunti ad un'altro altissimo monte, tutto precipitoso, vidi una bocca d'una oscura spelonca, nella quale la nobile Donzella con rapidi passi entrò, e io seguendo il strepito delle pedate sue, non potei tanto in quella oscurissima via esser sollecito, che (misero me) cominciai a perdere il suono delle parole della Donzella; Onde rimanendo nella incognita spelonca privo della dolce mia guida, cascai in terra, presago di futuro male, e di continue lacrime bagnava, le mie guance: perilche altro pensar non poteva che quivi finire la mia vita; Ne altro haveva per mio conforto, che il desio di più oltre passare, e ponermi all'instabile, e incerta fortuna. Levato su, e cambiando per la precipitosa, e oscura spelonca, ecco udiva un mormorio intollerabile, come d'uno soffocato tuono, per il quale parevami volesse tutto il mondo precipitare: Ogn'hor fattomi più vicino tanto più il ribombo (che l'echo faceva nella perniciosa caverna) mi percoteva l'afflitto cuore. Scoperto un poco di lume, cominciai sperare qualche rimedio, e così con presti passi pervenni al fine dell'oscura caverna, ove ritrovai un pernicioso passo di scilla, e cariddi; Di modo che vedendo il precipitoso, e crudel passaggio da dar terrore ad ogni sicuro cuore come tramortito cadei sopra un sasso.

 

 Si ferma per considerare il tremendo ponte di Arnaldo, e ura statua.

Doppo che io fui alquanto restaurato, mi levai, e con maraviglia mirai questo spaventoso passo, ilquale era o da natura, o da l'arte con tale magisterio fabricato, che da una parte, e dall’altra erano altissimi, e precipitosi monti contigui per venticinque passi; ove nel profondo baratro discorreva con velocissimo impeto un'alto torrente tutto torbido, e spaventoso, sopra ilquale era uno scabroso, stretto, e lungo ponte o pedaggio, con certi gradi come compartita scala manuale, fabricato da qualche peritissimo architetto. Infelicissimo mi teneva, quando andava considerando che divertir non poteva i passi per altrove che per questo disperatissimo passo; Dilché un soffocamento per i perturbati spiriti miei concorreva assiduamente al mio tremebondo cuore, e spesso io diceva, a che horribile termine mi son io lasciato da disio guidare; Con queste afflittioni andava hor un poco avanti, hor ritornava con cridi, e pianti dicendo, infelice me, misero me, con quale arte saprò io trapassare oltre questo pernicioso passo? ohimè come farò io, se errando uno di quelli compartiti gradi cascassi giù nel torrente Baratro? Alzando per questo gli occhi verso il cielo per invocar il celeste, e divino suffragio, vidi una pietra giacente sopra il scabroso arco della bocca della oscura spelonca con queste lettere .

SOLO PONTIS ERRATO PUNCTO NON ULTRA VIATOR IBIS.

Sopra questo sasso giaceva un piedestale, sopra ilquale era una grande figura di finissimo avolio guarnita di toga filosofale, con questo detto del piedestale.

ARNALDUS CUSTOS STRUCTURAEQUE MAGISTER.

Lequali parole davano testimonio, che questo pernicioso passo fusse già construtto così spaventevole a peregrini erranti, per Arnaldo de Villanova; o quanto misero, tremendo, e pauroso era questo passo a gl'inesperti peregrini, che più oltre passar intendevano. Essendo da una parte condotto dal disio, che ogn’hor me solecitava alla principiata peregrinatione, e dall’altra il terrore che di continovo mi faceva (come in uno specchio) rappresentare fra la sommergente acqua, essere dalle onde sbattuto, hor nelle sassose ripe, hor nel mezzo miseramente trasportato, e hor sopra, hor nel fondo, ricercar la fugiente salute, laqualcosa rendeva l'animo mio ambiguo di più oltre non trasportarmi per quello pernicioso passo; ma più tosto ritornar fra la vicina Sfinge, e fuggendo quella, rimaner nell'intricoso laberinto, o pur anche uscendo di questo, entrare fra le venenose mascelle della invidiosa Hidra, o pur per qualche arte passando anco questa rimanere senza il desiderato fine di questo faticoso viaggio. Ohimè quante imaginationi mi solecitavano, assalendomi il travagliato pensiero. Ma doppo un pezzo, qual curioso, e honorato saldato non considerando timor di morte; ma vinto dal disio, entrai animosamente fra la descrittione alla incerta fortuna. Salito era sopra il doloroso pedaggio per passare oltra, quando che non potendo tollerar il grande mormorio della torbida, e ondeggiante acqua mi collocai prostrato sopra il tremendo ponte, e strettamente l'abbraciai, di modo che come serpe trasportando il languido corpo con gratia divina, oltre mi ritrovai. Gionto che fui oltra il spaventoso ponte, non potei sopportare di veder il passato pericolo; ma come un che giudicato al supplitio della morte, per quache strano accidente fuggendo se ne porta nella Idea la destinata morte; Così io punto non firmandomi entrai per un'altra lunga, e descendente caverna, laquale non così di luce era priva, come le passate, per laquale cominciai pronosticare una tranquilla, e salubre via.

 

Ritrova una tomba, ove vide molte isculte favole figurate nell’arte, poi pervenne ad una Isoletta.

Già cento passa oltre caminato non haveva, che ritrovai una rotonda tomba, nella cui centrica superficie dell’arco per un gran foro descendeva una salubre luce, laquale illuminava tutto il rotondo loco, ilquale era di dieci passi per diametrica misuratione, e situato con la sua, duppla proportione di altezza. Tanto era il meraviglioso artificio con solenne architettura fabricato, che mi faceva trapassare della perturbata imaginatione ogni passata pena; perché quivi nell'illuminosa tomba si vedeva nel pariete un compartimento di finissimo alabastro, con i suoi piedestali, e capitelli di dorica fabricatione. Queste sostenevano un architrave, fregio, e cornice di finissima corniola, e ogni cosa a proportione de tutto il loco. Sopra la cornice giaceva l’arco della artificiosa, e ben fabricata tomba, ove con ornamento di colonnato, si vedevano otto compartimenti; oltre un’altro che vi era per l’introito, e un altro per l’uscita. Questi doi lochi dell'introito, e dell'uscita, erano collocati per opposito l'un contro l'altro. Negl'altri compartimenti si vedevano isculte varie favole, e poetiche dimostrationi, sotto il velame delle quali si nascondeva il divino magisterio, a tal che nel primo compartimento vidi la favola di Pirra, e Deucalione; nel secondo quella di Lotona, nell’isola di Dedalo confirmata; Nel terzo quella di Giove converso in poggia d'oro; nel quarto quella di Dedalo, e Icaro; nel quinto quella di Argos, gli occhi del quale furono conversi in coda di Pavone; nel sesto vidi la favola di Gorgonie, ilquale converse ogni cosa in pietra; nel settimo vidi quella d'Hercole, e Anteo; nel ottavo quella di Orfeo, ilquale con la dolce armonia tirava a se tutti gli animali; non tanto mi faceva invaghire l'Eccellente scultura delle otto vedute favole, quanto che vedendo anche nel polito fregio, prima isculta la favola di Giove che taglia i membri genitali a Saturno suo padre, poi il carro di Fetente,Giove converso in densa nube, e circondante la infelice IO, poi Atlante firmata dal velocissimo corso, in oltre la favola di Theseo nel laberinto, poi quella di Demogorgone, e molte altre sotto il cui poetico fabulamento era nascosto il divino secreto Filosofico. Non poteva saciar l'animo mio, né men deliberatione stabilire di più oltra seguire il principiato viaggio, mentre vedeva, e considerava, si l'artificiosa machina quanto li diversi, e poetici fabulamenti. Doppò una lunga speculatione mosso dalla curiosità di veder a che ponto, o fine terminasse questo faticoso viaggio, rivolsi i piedi, e passando per una breve, e chiara spelonca (ma maligna) pervenni in una verdeggiante pianura circondata da precipitosi monti, ove le verdi herbette già pregne d'i loro semi, havevano prodotti i suoi odorati fiori, iquali mandavano per l'aria un soavissimo odore . Con prospera via passato per la lunga pianura, ecco che fortuna mi condusse nella ripa d'un larghissimo lago; nel cui mezzo vidi un lunghissimo monte, e di tale altezza che lo giudicai fusse il monte Olimpo della Macedonia, o il monte Libano di Finicia, o il Sinai di Arabia: Perché talmente ascendeva con la sua sommità in alto, che pareva sostenesse il Cielo: Questo in vista, alla prospettiva, e alla verdezza delli folti arborscelli mi dava larghissima speranza di una tranquilla navigatione; con questa speculatione della salubre Isoletta, stava io sedente sotto frondosi alberi, e della maravigliosa prospettiva mi pasceva talmente l'animo, che più pensar non poteva alli passati ostacoli, né meno alli spaventosi avvenimenti della invida, e venenosa Hidra, alla viciosa Sfinge, all'intricoso laberinto, né al precipitoso pedaggio di Arnaldo.

Trasmutazione Metallica Sogni Tre

Il Terzo Sogno

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