"Il Massimo Mistero iniziatico si ispira alla leggenda di Hiram, Architetto principale del Tempio di Salomone.
Intorno al personaggio di Hiram ed alla sua vicenda si é creato un Mistero la cui essenza si può armonizzare con i principi di tutte le fedi religiose". [...]
Questo lavoro eseguito per i Fratelli Maestri della Rispettabile Loggia "Montesion" alla quale mi onoro di appartenere, è stato tratto in parte dagli studi compiuti dal carissimo Fratello Gaetano Zaffiro, passato di recente all'Oriente Eterno e lo dedico a … […] così chiudeva la sua tavola il carissimo Fratello Franco F. il 16 giugno 1988.


Il documento è opera d'ingegno del Fratello ed il suo contenuto non riflette di necessità la posizione della Loggia o del G.O.I. Ogni diritto è riconosciuto.


© Franco F.

 

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Il Massimo Mistero iniziatico si ispira alla leggenda di Hiram, Architetto principale del Tempio di Salomone.
Intorno al personaggio di Hiram ed alla sua vicenda si é creato un Mistero la cui essenza si può armonizzare con i principi di tutte le fedi religiose.
La genesi della "Leggenda" si perde nella notte dei tempi e vana è la ricerca delle fonti storiche, perché essa é stata tramandata oralmente e non è noto l'Autore di questo profondo assunto che certamente non è attinto dalla Bibbia, dove Hiram viene ricordato solamente come un geniale artista, fonditore delle due famose colonne e dei capitelli del Tempio, nonché del "Mare di Bronzo", ma non é menzionato quale Architetto preposto alla meravigliosa impresa della costruzione del Tempio all'Eterno e capo di una immensa schiera di operai.
Hiram, il cui nome ebraico significa "Elevato", rappresenta l'Uomo per antonomasia, pervenuto, mediante la virtù, al massimo grado della nobiltà morale e come tale considerato un modellatore di anime, un grande Iniziato e iniziatore.
Egli, figlio di un Tiriano e di una vedova della tribù di Neftali, conoscitore dell'uso dei metalli e famoso Architetto, aveva conquistato la stima ed il rispetto del re di Tiro che portava il suo stesso nome e dal quale era chiamato "Padre".
Quando il Re Salomone decise di innalzare un Tempio all'Eterno, si rivolse ad Hiram, che fu nominato responsabile dei lavori ed ebbe i necessari poteri per l'esecuzione della monumentale opera.
Hiram ebbe alle sue dipendenze 183.000 operai, chiamati "Proseliti", cioè "Iniziati" che provenivano da tutte le parti del mondo e perciò parlavano tutte le lingue.
Al mattino, Hiram soleva radunare la moltitudine degli operai e ad un cenno prestabilito questi accorrevano dai tre lati luminosi dell'orizzonte, schierandosi e formando un mosaico di teste umane.

Ad un altro segno, tutti gli operai si rivolgevano verso Hiram, che con la mano aperta segnava una linea orizzontale, dal cui mezzo faceva cadere una linea perpendicolare figurante due angoli retti a guisa di squadra, segno con il quale i Sirii riconoscevano la lettera "T".
A questo segno la moltitudine si agitava come grano mosso dal vento.
Gli operai, suddivisi in Apprendisti, Compagni e Maestri conoscevano alcune parole, determinati segni e toccamenti, secondo la classe cui appartenevano, allo scopo di riconoscersi tra loro, e ricevere la mercede spettante secondo il genere di lavoro eseguito. Gli Apprendisti ricevevano il salario presso la Colonna "B", i Compagni presso la Colonna "J", situata ciascuna a settentrione e a mezzodì rispetto all'ingresso del Tempio, che si apriva ad occidente. I Maestri invece ritiravano il loro compenso nella Camera di mezzo.
Il nome della Colonna degli Apprendisti significava "Forza", quella dei Compagni "Saggezza".
Dopo sette anni circa dall'inizio dei lavori, la costruzione del Tempio volgeva alla fine ed era possibile accedervi attraverso tre porte: quella a mezzogiorno riservata agli Apprendisti, quella ad occidente riservata ai Compagni, quella ad oriente riservata ai Maestri.
Salomone, mediante un apposito editto, aveva stabilito, sotto pena di morte, che gli Apprendisti ed i Compagni uscissero dal Tempio la sera precedente il sabato per rientrarvi soltanto la mattina seguente tale giorno.
I lavori procedevano secondo le disposizioni del Re, ed il Tempio sotto la illuminata direzione di Hiram, aveva raggiunto un elevato grado di bellezza artistica e di maestosa imponenza.
All'improvviso, un orrendo delitto provocò la sospensione degli ultimi lavori, ed una profonda tristezza pervase tutti gli operai.
Quindici compagni insoddisfatti del loro salario, allo scopo di ottenere la stessa mercede dei Maestri, ordirono una congiura per impadronirsi mediante la violenza dei loro segreti.
Al momento dell'azione dodici compagni si ritirarono, mentre tre persistettero nel piano criminoso; tre Compagni che nella Leggenda sono indicati con il nome di Oterfurt, Eterkin, e Moa-Bon. Quest'ultimo fu chiamato poi "Abiran" cioè "assassino".
I congiurati sapevano che ogni sera, al termine dei lavori, Hiram si recava nel Tempio per controllare i progressi della costruzione, quindi si nascosero nel Tempio, ciascuno presso una delle porte: Oterfurt armato di un pesante regolo, Eterkin di una squadra e Moa-Bon di un grosso maglio.
Ispezionati i lavori, Hiram si avviò verso l'uscita a Sud e nella penombra scorse uno dei congiurati, Oterfurt, al quale domando: "Perché stai ancora nel Tempio e non hai seguito gli altri Compagni?" - Oterfurt con tracotanza rispose: "Maestro è da molto tempo che mi tenete nel grado di Compagno; voglio essere avanzato nel grado di Maestro". Con tono pacato Hiram a sua volta disse: "Da solo non posso accordarti la promozione, è necessario il consenso dei miei Fratelli; quando avrai ultimato il periodo necessario e sarai sufficientemente istruito ti proporrò al Consiglio dei Maestri". "Sono abbastanza istruito" replicò il temerario "e, non vi lascerò andar via, se prima non riceverò la Parola dei Maestri." Hiram di rimando: "Sciagurato! Non è così che io l'ho ricevuta e che si deve chiedere. Lavora con pazienza e sarai ricompensato". Il Compagno insistette ancora nella sua assurda richiesta e passo quindi alle minacce, ma Hiram lo redarguì con fermezza: "Invano speri di veder accolta in tal modo la tua pretesa; piuttosto che tradire il mio Obbligo, sono disposto ad affrontare la morte". Quindi, con un gesto della mano, invito il Compagno a ritirarsi, ma questi, adirato per la risposta negativa, vibrò un violento colpo di regolo in direzione della testa di Hiram colpendolo alla tempia destra. Il Maestro barcollò e stordito si diresse verso la porta d'occidente dove venne affrontato dal secondo congiurato ancor più minaccioso.
Hiram con la stessa fermezza di prima rifiutò la Parola, e il malvagio armato di squadra, lo colpì con violenza alla tempia sinistra. Il Maestro si piegò sul ginocchio destro poi si rialzò e barcollando si diresse verso la porta Est, si passo la mano destra sulla fronte per tergersi il sangue ed il sudore, por cercare un momentaneo sollievo alla sua grande sofferenza.
Invano tentò di sfuggire all'agguato, poiché alla porta Est si imbatté nel terzo congiurato che gli richiese la parola dei Maestri. Hiram irremovibile rispose: "Anziché violare il segreto affidatomi, preferisco la morte." Moa-Bon, il malvagio, lo colpì alla fronte con il pesante maglio e Hiram crollò esanime sul pavimento del Tempio.
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I fratelli Maestri non si allarmino se, nel corso della loro Iniziazione, hanno udito una versione dei fatti leggermente diversa. Le corrispondenze sono tutte ugualmente rispettate:
É noto che l'area temporale, della corteccia cerebrale, corrisponde alla zona della funzione verbomotoria o centro del linguaggio. Si tratta di aree specializzate, presenti solo nell'emisfero dominante del cervello (quello controlaterale nei confronti della mano dominante). Per semplificare i destrimani ce l'hanno a sinistra. Quindi è facile intuire la corrispondenza tra il colpo alla tempia e il colpo alla gola ove risiede l'organo della fonazione. Si sa inoltre che l'emisfero cerebrale opposto a quello della zona motoria è quello della sensibilità, dunque facile accostamento con il cuore, sede animica dei sentimenti e delle emozioni, al quale viene vibrato il colpo di squadra.
Un ascoltatore attento, però, può notare che ancora i conti non tornano. Ricordate: regolo, tempia destra; squadra, tempia sinistra. E allora? Uno studio più attento dei fatti ci rivela un aspetto poco noto del grande Maestro, ma lapalissiano: Hiram era mancino!
Nei mancini infatti le funzioni dei due lobi cerebrali sono invertite. E non potrebbe essere diversamente. Tale caratteristica non poteva mancare ad un essere superiore quale Hiram.
Mancini furono Leonardo, Michelangiolo, Raffaello, Picasso, Carlo Magno, Alessandro il macedone, e la serie non finisce qui.

Studi recentissimi sul mancinismo hanno accertato che tali individui hanno spesso potuto esprimere qualità e personalità eccezionali quali creatività, estrosità, sensibilità, anticonformismo, indipendenza, poiché, andando a prendere nell'emisfero dell'incoscio, nella parte istintuale di noi, hanno sviluppato certe particolari qualità e dovendo superare fin da piccoli difficoltà maggiori degli altri, si sono abituati a produrre di più, traendo dalla loro condizione l'energia particolare per superarla e distinguersi.
Ma ritorniamo al tema. L'improvvisa e misteriosa scomparsa di Hiram determinò nei Maestri Muratori una profonda desolazione. Salomone radunò tutte le maestranze: all'appello mancavano i tre Compagni assassini. I dodici Muratori, che in un primo momento avevano partecipato al complotto, svelarono al Re la trama della congiura sino al momento in cui essi stessi si erano ritirati.
Salomone affidò a quindici Compagni, scelti tra i migliori, la ricerca del Capo scomparso, dividendoli in tre gruppi che uscirono separatamente dalle tre porte del Tempio.
Passarono molti giorni in affannose ed inutili ricerche, tanto che il primo gruppo rientrò senza aver scoperto nulla.
Dopo molte fatiche, verso il crepuscolo, un Compagno del secondo gruppo, in un luogo deserto, posando lo sguardo su un albero di Acacia notò che la terra intorno era stata rimossa di recente e scorse un vapore che, sprigionatosi dalla terra, era rimasto, senza disperdersi, aderente ad un ramo dell'albero.
Chiamati i Compagni, si mise a scavare in quel luogo e fu scoperto un cadavere interrato senza alcun decoro. Accanto ad esso fu trovato il "gioiello mistico" su cui era incisa la parola dei Maestri Muratori: "Hagg-Sein-Agg". Il cadavere era quello di Hiram.
I Compagni del secondo gruppo recarono subito la triste notizia. a Salomone il quale, superato il primo dolore, ordinò di ritornare sul luogo per dare al saggio Architetto una sepoltura degna del suo rango e delle sue nobilissime virtù, raccomandando inoltre che, essendosi perduti con quella morte inaspettata i segreti di un grande Maestro, occorreva particolare attenzione nel rilevare particolari parole e segni che si presentassero durante le onoranze allo scomparso.
L'incarico fu eseguito con la massima fedeltà: durante i lavori di scavo uno dei Fratelli notò alcuni Compagni che davano segni di orrore mentre altri, vedendo le ferite sul capo di Hiram, davano segni di compassione.
Due Fratelli tentarono di sollevare Hiram con la prese dell'Apprendista, ma poiché tale presa non resse, applicarono la presa del Compagno, ed anche quella fallì. Allora un abile Fratello afferrò con maggior energia la mano di Hiram e con l'aiuto degli altri riuscì a sollevarlo, facendo leva sui "Cinque Punti"; altri intanto esclamavano "Machaben" - parola che si riferisce alla morte dell'Architetto - "Machbinna" - parola che si riferisce alle percosse da lui subite.
Salomone stabili che quegli atteggiamenti casuali, quella presa, quelle parole distinguessero, in seguito, tra loro tutti i Maestri Liberi Muratori, sino a quando il tempo e le circostanze non avessero ripristinato l'onestà.
I Compagni del terzo gruppo, dopo vane ricerche mentre si trovavano sulla via del ritorno verso Gerusalemme, udirono dei lamenti strazianti provenienti da una caverna ed avvicinatisi trovarono i tre congiurati i quali, rei confessi furono condannati a morte da Salomone.
Hiram fu inumato con tutti gli onori dovutigli in una tomba con il centro tre piedi ad Est, tre piedi ad Ovest, un piede e mezzo a Nord, un piede e mezzo a Sud e cinque piedi in profondità.
I quindici Compagni componenti i tre gruppi, che avevano ricercato e trovato il cadavere di Hiram, partecipando al funerale indossarono grembiali e guanti bianchi, come segue della loro innocenza.
Questo é il racconto della leggenda di Hiram che la Libera Muratoria presenta in forma allegorica e suggestiva. Occorre meditare su questa allegoria, cercando di penetrarne il profondo significato. Essa, sintetizzando il vecchio ed il nuovo Testamento, i miti solari di Osiride e di Mitra, gli insegnamenti di Eleusi, della Gnosi e dei Rosa Croce è diventata il documento di fede dei L:. M:.

 

Indice

Le fonti Tradizionali  La Leggenda Le Origini   Hiram Habif l'Architetto

  Il Primo fra i Primi   Il Senso del Tradimento   Re e Uomo dell'Arte

 

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