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1. Dell'esistenza di Dio, dimostrata secondo la ragione umana.

 

2. Della conoscenza di Dio considerata nella sua unità, nella sua trinità e nella sua quadrupla essenza divina; dei mezzi lasciati all'uomo per pervenire a tale conoscenza.

 

3. I veri mezzi per pervenire alla conoscenza di Dio, sia per mezzo dello studio delle tradizioni religiose scritte e di quelle non scritte, sia per mezzo dell'esame approfondito della natura propria dell'uomo, considerato ad immagine e somiglianza del suo Creatore.

 

4. Dei quattro numeri primordiali e coeterni che formano il denario divino, e del denario universale.

 

5. Spiegazione dei numeri.

Sui Numeri consultare nella sezione "Contributi Esterni"

"Considerazioni sul Sistema Decimale"

 

E le "Istruzioni di Lione" che seguono

"Note sull'importanza dei Numeri"

 

6. Degli esseri spirituali emanati nell'Immensità divina, in quattro classi distinte per azione ed operazione.

 

Il primo di questi sei capitoli, molto breve, contiene soltanto dei luoghi comuni.

Gli altri cinque capitoli presentano alcuni elementi cabalistici degni di essere riportati.

Dopo aver parlato della Trinità divina, Willermoz aggiunge:

"Ma, si può riconoscere in Dio una triplice essenza divina agente e tre potenze attive che operano senza interruzione, senza vedervi anche una quadrupla essenza e quattro potenze divine distinte nei loro risultati? .... La prima delle potenze operanti in Dio è il pensiero o intenzione divina che crea, concepisce e dipinge in sé stessa tutti i piani di emanazione e di creazione. Essa è il primo agente di manifestazione dell'unità essendo il principio unico, l'eterna generazione di tutto ciò che è e di tutto ciò che potrà essere ed il numero 1 gli appartiene; noi lo chiamiamo il Padre Creatore di tutte le cose e gli attribuiamo specificatamente l'onnipotenza.

La seconda potenza è la volontà divina, secondo agente della manifestazione dell'unità. Questa è il verbo e l'espressione dell'intenzione divina ed è come generata da quella, poiché essa non può esercitare la propria azione seconda se non sulle cose che vengono presentate e trasmesse alla sua attenzione dalla prima, che si rifletta in essa e di cui è l'immagine. Questa è la ragione per cui lo chiamiamo il figlio unico del Padre Creatore; gli appartiene il numero 2 che rappresenta una doppia azione ed, in particolar modo, gli attribuiamo la saggezza infinita che conosce, determina e coordina tutte le cose in conformità all'intenzione del padre.

La terza potenza è la stessa azione divina, la parola onnipotente, il grande Fiat che comanda ed opera la perfetta riuscita di tutti i piani e disegni della creazione e dell'emanazione spirituale concepiti nel pensiero del padre, adottati e determinati per mezzo della volontà del figlio; essa è l'agente diretto della prima e della seconda potenza, dalle quali proviene, poiché non opera una propria azione se non sulle cose che l'una e l'altra le presentano e che in essa sono riflesse in terz'ordine. Ad essa appartiene il numero 3. Noi la chiamiamo lo Spirito Santo poiché è veramente lo Spirito dell'Unità divina e di tutte le sue potenze riunite. I numeri che distinguono le tre potenze creatrici dell'Unità, 1, 2 e 3 riuniti ed addizionati nel valore che rappresentano, danno il numero 6 che è l'espressione delle sei azioni del pensiero, della volontà e dell'azione operante divina che hanno ordinato e guidato la creazione dell'universo dopo averne ricevuto dal Creatore l'ordine ed i mezzi necessari. Per questo motivo il Genesi ci insegna che la creazione dell' universo fu fatta in sei giorni, vale a dire per mezzo dell'azione senaria divina; poiché sappiamo bene che in Dio non vi è giorno, né tempo, né intervallo come viene da noi calcolato e che per questa creazione eseguita per mezzo di un Fiat è stato necessario meno di un istante.

Il numero 4, che segue immediatamente i tre precedenti, è il numero caratteristico della quarta potenza che chiamiamo potenza d'operazione divina poiché è la manifestazione dell'esistenza individuale al di fuori del seno di Dio delle Spiritualità preesistenti in potenza in Dio. Per questo motivo il numero 4, per mezzo del quale si manifesta la quadrupla essenza divina, è il numero che caratterizza essenzialmente tutti gli esseri spirituali, tanto delle classi angeliche quanto delle intelligenze umane emanate dal seno del Creatore. Questo numero caratteristico è, e resterà, eternamente impresso in ciascuno di quelli, su quelli che sono rimasti fedeli come su quelli che hanno, prevaricato, anche i più colpevoli, poiché questo numero sacro, benché snaturato dalla criminale impresa d'avervi voluto aggiungere una unità particolare che le ha rese potenze demoniache quinarie, è il sigillo eterno ed indelebile della purezza della loro divina origine - sigillo che sarà per sempre per i colpevoli ostinati, la prova inconfutabile della loro origine e l'oggetto sempre presente della loro disperazione."

Ignoro come i teologi di professione giudicheranno questa scienza dei numeri divini. Ignoro anche la ragione metafisica che ha condotto tanti popoli dell’umanità a concepire la Divinità come una trinità. L'idea di separare il pensiero, la volontà e l’azione divina e di attribuirli individualmente ai tempi primordiali della Divinità, è ingegnosa ma non rende meno incomprensibile e inaccessibile al pensiero umano la natura tri-una di Dio.

Per quanto mi riguarda, mi limito a ciò che Adamo de Saint-Victor esprime con versi melodiosi:

Non umana ratione

Capi possunt hae personae

Nec harum distinctio

 

"La ragione umana non può comprendere queste (tre) persone, né la loro distinzione."

Per quanto ne sia, l'attribuzione dei primi numeri cardinali alle persone della Trinità divina e l'interpretazione del l'applicazione, con piccole varianti, degli insegnamenti di Martinez ai quali Willermoz è rimasto fedele fino alla morte. I suoi quaderni D. possono essere considerati come uno sviluppo, una implementazione, meno vigorosa dell'originale, ma adatta a preparare il discepolo alle sublimi ed astruse verità che il Maestro aveva racchiuso nella inadatta fraseologia del suo Trattato. Vediamo alcune ulteriori esposizioni sulla Scienza dei numeri nel quaderno 5D.

"I quattro numeri primordiali, che applicheremo alle quattro potenze divine, sono sempre stati considerati e chiamati dai saggi di ogni tempo, numeri primordiali divini poiché é grazie a questi numeri che il Creatore ha emanato, creato ed ordinato tutto ciò che aveva prodotto ed, inoltre, perché questi quattro numeri contengono in essi la potenza non ancora manifestata, i valori e le proprietà di tutti i numeri semplici che formano e costituiscono il denario universale. Ve ne potete assicurare con facilità: se addizionate i valori particolari dei quattro numeri 1, 2, 3 e 4 il risultato Sarà dieci che viene raffigurato con 10 o con 0, segni pressoché simili che dimostrano, sia l'uno che l'altro, che tutto ciò che esiste, anche nell'ordine temporale, proviene dall'unità e rientra nell'unità; nella prima figura lo zero non ha valore proprio ma riceve tutto ciò che gli è associato dal numero che lo precede che è uno, mentre nel secondo, che é l'alfa e l'omega, ovvero il principio ed il tutto, il cerchio che rappresenta tutte le produzioni del principio generatore, non ha ugualmente alcun valore né realtà se non per mezzo del numero centrale che é uno. Se volete spingere ancora oltre la dimostrazione, addizionate i dieci numeri che compongono il denario: il risultato Sarà ugualmente un dieci ma espresso con due volte cinque. Questa è la prima indicazione del genere di prevaricazione dell'arcangelo ribelle che ha attaccato l'unità divina volendo dividerla e rendersi uguale a Dio ma non ha potuto che dividere il denario temporale." 1+2+3+4+5+6+7+8+9+10 = 55 = 10.

Tutto ciò non é originale né particolarmente profondo. Siamo ben lontani dalle speculazioni di Saint-Martin sullo stesso soggetto. Ma Willermoz é tutto compreso del valore del soggetto: citiamo ancora a caso qualche passaggio:

"É ben difficile fare progressi nella scienza divina se non si possiede, come prerequisito, quella dei numeri .... La scienza divina, vasta e semplice, e quella dei numeri sono strettamente legate l'una all'altra e l'una prepara la comprensione dell'altra. Essa è vasta poiché abbraccia tutte le cose divine, spirituali, corporali e materiali ed è semplice poiché si concentra nei dieci numeri semplici l, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10 che derivano dai quattro numeri primordiali 1, 2, 3, 4."

Da quanto precede si potrebbe concludere che Willermoz fosse ciecamente infatuato dalla Qabalah. Sarebbe conoscere male l'uomo. Durante tutta la sua vita ha corso dietro a rivelazioni misteriose ed insegnamenti segreti. Ha accolto come un vangelo quanto Martinez gli aveva confidato, ma al tempo stesso ha conservato il suo buon senso ed una critica semplice, uniti ad un concreto positivismo da commerciante. Esaminiamo il modo con cui egli termina la sua esposizione di aritmologia sacra.

"Con le spiegazioni che stiamo dando, non vorremmo indurre nessuno a pensare che i numeri nascondano in se stessi alcuna virtù occulta, capace di produrre effetti singolari, come qualcuno ha immaginato e ridicolmente ipotizzato. No, lo dichiaro formalmente: i numeri non hanno alcuna virtù particolare e non sono che i segni rappresentativi della natura degli esseri e delle cose; sono una sorta di linguaggio intellettuale, più adatto di ogni altro, per esprimere e per rendere sensibile all'intelligenza umana il valore delle potenze, delle facoltà e delle proprietà di questi esseri e di queste cose, così come del genere dell'azione particolare che ogni classe di esseri spirituali è incaricata di operare nell'ordine provvidenziale in cui la saggezza e la volontà del Creatore li hanno posti."

Dopo questo sano avvertimento, Willermoz passa ad un'ultima applicazione della scienza dei numeri e relativa agli esseri spirituali, angeli superiori, ministri primi della divinità. Questi Esseri possono distinguersi come i "primi emanati", vale a dire emanati prima della classe generale delle intelligenze umane, "che noi consideriamo nel solo rapporto di una seconda emanazione".

Vediamo ora la teoria dei numeri applicata all'ordine degli Esseri spirituali superiori.

"I primi esseri emanati hanno tutti la stessa natura, ma differiscono, come abbiamo detto, in virtù potenza e proprietà di azione particolare. Insieme essi formano nell'immensità divina quattro classi o cerchi distinti che sono in corrispondenza analogica con il quaternario e la quadrupla essenza divina, e ciascuna di tali circonferenze è in stretta relazione in qualità di agente speciale di quelle potenze divine alle quali è più direttamente unita per manifestarne gli atti e le leggi. Gli antichi Saggi hanno denominato la prima classe "Cerchio degli spiriti superiori denari", essendo gli agenti e ministri speciali della potenza universale denaria del Padre Creatore di tutte le cose. Essi hanno chiamato la seconda classe "Cerchio degli spiriti maggiori ottonari", essendo gli agenti ed i ministri immediati del verbo di Dio, che uniscono la loro propria potenza divina quaternaria e la potenza quaternaria del Padre, di cui sono l'espressione e l'immagine essendo chiamati gli esseri dalla doppia potenza universale. Essi hanno chiamato la terza classe "Cerchio degli spiriti inferiori settenari", essendo gli agenti e ministri diretti dell'azione divina agente, terza potenza creatrice dell'unità che riunisce in sé la propria potenza quaternaria divina ed agisce direttamente sulla tripla essenza creatrice, distribuendone a tutti gli esseri emanati i doni che santificano. Infine essi hanno chiamato la quarta classe "Cerchio degli spiriti minori ternari", essendo gli agenti della manifestazione della quadrupla essenza divina. Queste sono le quattro classi degli esseri spirituali che la chiesa cristiana onora e riverisce e designa con i nomi di Angeli, Arcangeli, Cherubini e Serafini; ma questi nomi collettivi ed evidenti, sono molto meno forti in virtù e potenza dei veri nomi degli esseri che dimorano nei quattro cerchi spirituali di cui qui trattiamo .... Evidenziamo che i numeri 10, 8, 7 e 3 dell'azione spirituale di ciascuna classe, danno come risultato della loro addizione il numero 28 che è uguale a 10, che dimostra ancora che la potenza e l'azione spirituale provengono dall'unità divina."

Con questa citazione mettiamo fine all'analisi di Willermoz sull'angelologia.

 


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