Il CICLO DI PILATO

 

Con "Ciclo di Pilato" si intente una serie di scritti apocrifi di varia datazione relativi a Ponzio Pilato. Diversi per genere (lettere, relazioni, tradizioni e racconti), sono accomunati dall'interesse diretto o indiretto per la figura di Pilato.

 

  • Sentenza di Pilato. La Sentenza di Pilato è un apocrifo del Nuovo Testamento facente parte del Ciclo di Pilato. L'attribuzione pseudoepigrafa è a Ponzio Pilato, prefetto della Giudea (26-36) implicato nel processo di Gesù. Il testo ci è pervenuto in italiano corrotto ed è conservato a Simancas, in Spagna. Prima della narrazione in prima persona di Pilato è presente una premessa affermante che il documento in ebraico era stato trovato a L'Aquila in Abruzzo. Verosimilmente si tratta di un falso del XVII secolo. (Da Wikipedia)

 

  • Anafora di Pilato. L'Anafora di Pilato o Lettera di Pilato a (Tiberio) Cesare è un apocrifo del Nuovo Testamento facente parte del Ciclo di Pilato. L'attribuzione pseudoepigrafa è a Ponzio Pilato, prefetto della Giudea (26-36) implicato nel processo di Gesù. Il testo ci è pervenuto in due recensioni (A e B) greche del VII secolo ma sono la rielaborazione di un testo più antico. Non va confusa con un altro testo apocrifo, la Lettera di Pilato a Tiberio. Nell'Anafora Pilato descrive a 'Cesare' (cioè l'imperatore Tiberio) i miracoli operati da Gesù, che fu ingiustamente portato a lui dal suo popolo e che fu costretto a condannare su pressione dei capi ebrei. Descrive anche la morte e la risurrezione di Gesù associate a fenomeni straordinari. (Da Wikipedia)

 

  • Paradosis di Pilato. La Paradosis di Pilato (o Paradosi o Arresto) è un apocrifo del Nuovo Testamento facente parte del Ciclo di Pilato, riferito a Ponzio Pilato, prefetto della Giudea (26-36) implicato nel processo di Gesù. Rappresenta una continuazione di un altro testo apocrifo, l'Anafora di Pilato, probabilmente coeva ad essa (prima del VII secolo) e scritta sempre in greco. Nell'apocrifo il prefetto viene discolpato dalla morte di Gesù e presentato come un martire. Nella Paradosis viene narrato l'arresto di Pilato su ordine dell'imperatore (Cesare nel testo) per aver condannato il giusto Gesù Cristo, re dei Giudei. Pilato si discolpa dicendo che la respondabilità è dei Giudei e dei loro capi. L'imperatore ordina a Liciano, governatore della provincia orientale, la dispersione e la schiavitù per il popolo dei Giudei che vengono attualizzate. Ordina poi la decapitazione di Pilato, che in punto di morte viene consolato da una voce dal cielo e un angelo raccoglie la sua testa. (Da Wikipedia)

 

  • Lettere di Pilato e Erode. La Lettera di Pilato a Erode e la Lettera di Erode a Pilato in risposta, sono apocrifi del Nuovo Testamento facenti parte del Ciclo di Pilato. L'attribuzione pseudoepigrafa è a Ponzio Pilato, prefetto della Giudea (26-36) implicato nel processo di Gesù, e a Erode Antipa, tetrarca della Galilea (4 a.C. - circa 39 d.C.). I testi sono stati redatti probabilmente attorno al V secolo e ci sono pervenuti in manoscritti greci e siriaci. Nella Lettera di Pilato a Erode il prefetto romano rimprovera Erode per averlo istigato a condannare un giusto. Afferma che Gesù era risorto e in Galilea era apparso a sua moglie Procla e al centurione Longino. In seguito era apparso allo stesso Pilato benedicendolo. Nella risposta Erode piange la morte della figlia Erodiade (in realtà moglie del fratello Erode Filippo) decapitata dalla corrente d'acqua in un fiume, lamenta la malattia del figlio Lesbonax, la propria idropisia che gli fa uscire vermi dalla bocca, il pianto della moglie che le ha fatto perdere un occhio. (Da Wikipedia)

 

  • Lettere di Pilato e Tiberio. La Lettera di Pilato a Tiberio e la Lettera di Tiberio a Pilato in risposta sono apocrifi del Nuovo Testamento facenti parte del Ciclo di Pilato. L'attribuzione pseudoepigrafa è a Ponzio Pilato, governatore della Giudea (26-36) implicato nel processo di Gesù, e all'imperatore Tiberio (14-37). I testi sono di difficile datazione, pervenutici in manoscritti greci e latini ma scritti originariamente in greco. La lettera a Tiberio è riportata in un elegante latino rinascimentale, mentre quelle di Tiberio mostrano un uso incerto del greco.
    Nella breve Lettera di Pilato a Tiberio, datata il 28 marzo, il governatore elogia Gesù incolpando scribi, principi e anziani del popolo ebraico, avendo stabilito la condanna su loro pressione.
    Nella risposta l'imperatore lo rimprovera aspramente per aver condannato un giusto e ordina che sia condotto alla sua presenza in catene, assieme a tutti i capi degli Ebrei. Afferma di essere già stato informato dell'accaduto da Maria Maddalena.
    L'apocrifo prosegue descrivendo la morte di Caifa a Creta per cause naturali, quella di Anna avvolto da una pelle di bue lasciata restringere al sole, e quelle per impalamento dei figli di Erode Archelao (morto in realtà attorno al 18 d.C.) e Filippo. Pilato viene accidentalmente ucciso dall'imperatore, in una caverna, durante una battuta di caccia. (Da Wikipedia)

 

  • Vendetta del Salvatore. La Vendetta del Salvatore (Vindicta Salvatoris) è un apocrifo del Nuovo Testamento facente parte del Ciclo di Pilato, riferito a Ponzio Pilato, prefetto della Giudea (26-36) implicato nel processo di Gesù. È composto in latino e risale al medioevo: i principale manoscritti risalgono al IX-XIV secolo.
    Ha in comune molti temi presenti negli apocrifi Morte di Pilato e Guarigione di Tiberio, probabilmente derivando questi tre i racconti da un testo precedente, forse del VI secolo.
    Il testo racconta gli avvenimenti immediatamente successivi alla morte di Gesù, con notevoli errori e imprecisioni storiche e con toni prettamente antisemiti. Tito, re di Burdigalla (Bordeaux) in Libia al tempo dell'imperatore Tiberio, viene miracolosamente guarito dalla lebbra da un cristiano. Parte con Vespasiano per punire i Giudei per la recente e ingiusta morte di Gesù. Distruggono Gerusalemme, imprigionano Pilato, grazie a Volusiano trovano la Veronica e il panno nel quale era rimasta impresso il volto di Gesù. Grazie al panno l'imperatore Tiberio a Roma viene guarito dalla lebbra. (Da Wikipedia)

 

  • Morte di Pilato. La Morte di Pilato è un apocrifo del Nuovo Testamento facente parte del Ciclo di Pilato, riferito a Ponzio Pilato, prefetto della Giudea (26-36) implicato nel processo di Gesù. È composto in latino e risale al medioevo. In particolare il principale manoscritto di riferimento (Biblioteca Ambrosiana L58) è del XIV secolo.
    Ha in comune molti temi presenti negli apocrifi Vendetta del Salvatore e Guarigione di Tiberio, probabilmente derivando questi tre i racconti da un testo precedente, forse del VI secolo.
    Il testo racconta che l'imperatore Tiberio Cesare è affetto da una grave malattia e, avendo sentito parlare di un medico di nome Gesù, lo fa chiamare. Un suo dipendente di nome Volusiano si reca da Pilato che gli dice di averlo crocifisso, essendo un malfattore. Volusiano incontra poi la Veronica che gli parla di un panno da lei dato a Gesù mentre stava predicando e sul quale era rimasto impresso miracolosamente il suo volto. Veronica va a Roma e mostra a Tiberio il panno che guarisce istantaneamente. Tiberio ordina l'arresto e la condanna a morte di Pilato che si uccide accoltellandosi. Il suo corpo è gettato nel Tevere, poi nel Rodano a Vienne e quindi è portato a Losanna. (Da Wikipedia)

 

  • Guarigione di Tiberio. La guarigione di Tiberio è un apocrifo del Nuovo Testamento facente parte del Ciclo di Pilato, riferito a Ponzio Pilato, prefetto della Giudea (26-36) implicato nel processo di Gesù. È composto in latino e risale al medioevo. Il più antico manoscritto pervenutoci (Lucca, Bibl. Capit. 490) è dell'VIII secolo.
    Ha in comune molti temi presenti negli apocrifi Vendetta del Salvatore e Morte di Pilato, probabilmente derivando questi tre i racconti da un testo precedente, forse del VI secolo. Dei tre apocrifi, la Guarigione è probabilmente quello più fedele all'originale.
    Il testo racconta che l'imperatore Tiberio Cesare è affetto da una grave malattia e, avendo sentito parlare di un medico di nome Gesù, cerca di portarlo a Roma. Un suo dipendente di nome Volusiano, sacerdote del tempio, si reca da Pilato che gli dice di averlo crocifisso, essendo un malfattore. Arresta Pilato. Volusiano incontra poi la Veronica che ha dipinto un quadro di Gesù. Volusio va a Roma con la Veronica e Pilato, che viene esiliato ad Ameria, in Toscana. Tiberio vede il quadro e guarisce istantaneamente.
    Passa il tempo e diventa imperatore Nerone. Chiama Pietro e Paolo che gli confermano l'innocenza di Gesù. Conferma l'esilio a Pilato che si uccide trafiggendosi con la spada. (Da Wikipedia)
     

I testi dei Vangeli del "Ciclo di Pilato" sono ripresi dal sito:

http://www.intratext.com

 

Indice

Il Ciclo di Pilato

  Anafora di Pilato Paradosis di Pilato Lettere di Pilato e Erode
  Lettere di Pilato e Tiberio Vendetta del Salvatore Morte di Pilato

Guarigione di Tiberio