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Versi gemelli La consapevolezza La mente Fiori L’inconsapevole Il saggio L’illuminato Migliaia Il male La violenza La vecchiaia Te stesso Il mondo

 

 



I Versi gemelli
 

1 Siamo ciò che pensiamo. Tutto ciò che siamo è prodotto dalla nostra mente. Ogni parola o azione che nasce da un pensiero torbido è seguita dalla sofferenza, come la ruota del carro segue lo zoccolo del bue.
2 Siamo ciò che pensiamo. Tutto ciò che siamo è prodotto dalla nostra mente. Ogni parola o azione che nasce da un pensiero limpido è seguita dalla gioia, come la tua ombra ti segue, inseparabile.
3 «Mi ha insultato, mi ha aggredito, mi ha ingannato, mi ha derubato.» Se coltivi questi pensieri vivi immerso nell'odio.
4 «Mi ha insultato, mi ha aggredito, mi ha ingannato, mi ha derubato.» Abbandonando questi pensieri ti liberi dell'odio.
5 In questo mondo l'odio non può porre fine all'odio. Solo l'amore è capace di estinguere l'odio.Questa è la legge eterna.
6 In questo mondo tutti siamo destinati a morire. Ricordandotene, come puoi serbare rancore?
7 Con la stessa facilità con cui il vento sradica un fragile albero le tentazioni trascinano chi è alla ricerca del piacere, chi è avido, pigro e debole.
8 Ma, come il vento non riesce ad abbattere una montagna, nessuna tentazione scuote chi è desto, energico, fiducioso e vive semplicemente.
9 Se la tua mente non è limpida, se sei insincero e incapace di controllarti, invano indossi l'abito giallo.
10 Se la tua mente è limpida, se sei sincero e padrone di te, ben ti si addice l'abito giallo.
11 Confondendo l'essenziale e l'inessenziale perdi di vista la tua vera natura e coltivi vani desideri.
12 Riconoscendo l'essenziale come tale e l'inessenziale come tale ritrovi la tua vera natura e arrivi all'essenza.
13 Come la pioggia penetra in una capanna il cui tetto non è ben impagliato, così le passioni si insinuano in una mente inconsapevole.
14 Ma una mente consapevole è come una capanna dal tetto ben impagliato.
15 Chi fa del male soffre in questo mondo e nell'altro.
16 Chi fa del bene gioisce in questo mondo e nell'altro.
17 Chi fa del male soffre in questo mondo e nell'altro. Soffre contemplando il male che ha fatto e ancora di più soffre scendendo nell'oscurità.
18 Chi fa del bene gioisce in questo mondo e nell'altro. Gioisce contemplando il bene che ha fatto e ancora di più gioisce innalzandosi nella luce.
19 Chi recita a memoria le scritture, ma non le mette in pratica, è come un mandriano che conta le vacche altrui. Costui non è partecipe della vita dello spirito.
20 Ma se, pur conoscendo solo una piccola parte delle scritture, pratichi il dharma, abbandoni le passioni, l'odio e le illusioni, coltivi la saggezza e la serenità, non hai desideri né in questo mondo né nell'altro, allora veramente sei partecipe della vita dello spirito.

II La Consapevolezza
 

21 La consapevolezza conduce alla vita eterna, l'inconsapevolezza alla morte. Chi si è risvegliato alla propria vera natura non muore. L’inconsapevole vive come se fosse già morto.
22 Il saggio, colui che ha compreso, trova la sua gioia nella consapevolezza, trova la sua gioia nel cammino tracciato dai Buddha.
23 Perciò medita con perseveranza per raggiungere il nirvana, la libertà ultima.
24 Perciò svegliati, osservati, agisci con purezza e con attenzione conformemente alla legge eterna e la tua gloria crescerà.
25 Con la consapevolezza, con la padronanza di sé, il saggio si costruisce un'isola che nessun diluvio può sommergere.
26 L’inconsapevole agisce distrattamente. Il saggio invece custodisce la consapevolezza come il suo tesoro più prezioso.
27 Perciò non lasciarti andare all'inerzia e non lasciarti trascinare dai desideri. Concentra la tua energia nella meditazione e scopri la felicità più grande.
28 Squarciato il velo dell'inconsapevolezza, dall'alto della torre della saggezza il saggio contempla l'umanità sofferente come chi dalla vetta di una montagna guarda verso gli abitanti della pianura.
29 Attento fra i distratti, desto fra i dormienti, il saggio si stacca dalla massa come un veloce cavallo da corsa.
30 Grazie alla consapevolezza Indra è divenuto signore degli dei. Sempre preziosa è la consapevolezza, sempre rovinosa l'inconsapevolezza.
31 Perciò il bhikshu che ama la consapevolezza e teme il sonno dell'inconsapevolezza brucia ogni legame con il fuoco della sua pratica.
32 Il bhikshu che ama la consapevolezza e teme il sonno dell'inconsapevolezza non può ricadere nell'illusione. Ha trovato la via verso la liberazione.

III La mente
 

33 Come il fabbro raddrizza una freccia, così il saggio governa i suoi pensieri, per loro natura instabili, irrequieti e difficili da controllare.
34 I pensieri fremono e si dibattono per sfuggire alla morte come pesci tolti alla loro dimora liquida e gettati sulla terraferma.
35 La padronanza della propria mente, ribelle, capricciosa e vagabonda, è la via verso la felicità.
36 Il saggio osserva continuamente i propri pensieri, che sono sottili, elusivi ed erranti. Questa è la via verso la felicità.
37 pensieri, incorporei ed erranti, vagano lontano. Raccoglili nella caverna del cuore e liberati dalla schiavitù del desiderio e della morte.  
38 Come può una mente agitata comprendere la legge eterna? Se la serenità della mente è turbata, la saggezza non può manifestarsi.
39 Il risvegliato, colui la cui mente è serena e ha trasceso il dilemma del bene e del male, è libero da ogni timore.
40 Questo tuo corpo è fragile come un vaso di coccio. Fai della tua mente una fortezza e combatti le tentazioni con l'arma della saggezza.
41 Ben presto questo corpo giacerà sulla terra, privo di coscienza, inutile come un ceppo bruciato.
42 Nessuno, neppure il tuo peggior nemico può nuocerti quanto una mente indisciplinata.
43 Ma una mente disciplinata è un'alleata preziosa. Nessuno, né tua madre, né tuo padre, né i tuoi amici, può esserti di altrettanto aiuto.

 IV Fiori
 

44 Chi è in grado di andare al di là di questo mondo e del mondo della morte con tutti i suoi dei?  
45 Tu stesso lo sei, scegliendo il cammino luminoso del dharma con la stessa cura con cui un giardiniere sceglie i fiori più belli.  
46 Questo tuo corpo è come schiuma sulla cresta di un'onda, nulla più che un miraggio. Spezza i dardi fioriti del desiderio, e va dove il re della morte non può raggiungerti.  
47 Come un'alluvione trascina via un villaggio addormentato, così la morte rapisce chi è intento a cogliere i fiori del piacere, immerso nel sonno dell'inconsapevolezza.  
48 La morte lo coglie, prima ancora che sia sazio dei piaceri che cerca.  
49 Il saggio si muove nel mondo come un'ape, che raccoglie il nettare dei fiori lasciandone intatti la bellezza e il profumo.  
50 Anziché badare agli errori altrui osserva i tuoi, esamina ciò che hai commesso e ciò che hai omesso di fare.  
51 Le belle parole di chi non mette in pratica ciò che predica sono come fiori colorati, ma senza profumo.  
52 Ma le parole sincere di chi vive la propria verità sono come fiori colorati e profumati.  
53 Come da un mucchio di fiori si possono trarre molte ghirlande, fa delle occasioni della tua vita ghirlande di nobili azioni.  
54 Per quanto penetrante, il profumo del legno di sandalo o del gelsomino non si propaga controvento. Ma il profumo della virtù si propaga in ogni direzione, raggiunge ogni angolo del mondo.  
55 Esso è più fine del profumo del legno di sandalo, del fiore di loto, del gelsomino.  
56 Il profumo del legno di sandalo o del gelsomino non va lontano. Ma il profumo della virtù si innalza fino agli dei.  
57 Le tentazioni non sviano chi vive nella virtù e nella consapevolezza, chi ha trovato la libertà nella saggezza.  
58 Il loto profumato che rallegra il cuore cresce nel fango sul ciglio della strada.  
59 Così fra i ciechi mortali il discepolo del Buddha splende per la sua saggezza.  

V L’inconsapevole
 

60 Lunga è la notte per l’insonne, lungo è il cammino per il viaggiatore stanco, lungo il vagare attraverso molte vite per l'inconsapevole che non ha ancora trovato la via del dharma.  
61 Se non trovi una guida o degni compagni di viaggio, va solo, piuttosto che in compagnia degli inconsapevoli.  
62 L’inconsapevole è roso dall'ansia per i suoi figli, per i suoi beni. Ma come possono i figli o i beni appartenergli? Lui stesso non si appartiene.  
63 L’inconsapevole che sa di essere tale è in parte saggio. Ma l'inconsapevole che si crede saggio è uno sciocco incurabile.  
64 Come può un cucchiaio percepire il sapore della minestra? L’inconsapevole può trascorre tutta la vita in compagnia di un Buddha senza cogliere il sapore del dharma.  
65 Ma, come la lingua percepisce subito il sapore della minestra, basta un attimo di consapevolezza in compagnia di un Buddha per comprendere la via.  
66 L’inconsapevole è il peggior nemico di se stesso: le sue azioni cieche producono frutti amari.  
67 Perché fare ciò di cui ti pentirai? Perché fare ciò che ti porterà lacrime?  
68 Fa ciò di cui non ti pentirai, fa ciò che ti porterà gioia.  
69 Il male fatto nell'inconsapevolezza può dapprima sembrare dolce come il miele. Ma i suoi frutti sono amari e fonte di sofferenza.  
70 Per mesi puoi cibarti solo di ciò che sta sulla punta di un filo d'erba. Ma nessuna pratica ascetica vale un sedicesimo di un attimo di comprensione del dharma.  
71 Come il latte appena munto non inacidisce subito, così il male fatto nell'inconsapevolezza cova come fuoco sotto la cenere.  
72 Il sapere non giova all'inconsapevole; nella sua cecità, l'uso che ne fa si ritorce contro di lui.  
73 L’inconsapevole aspira al prestigio, al predominio sugli altri monaci, al potere nel monastero.  
74 Vuole essere ammirato per le sue opere, vuole dettare agli altri ciò che devono e non devono fare. In questo modo coltiva in sé l'attaccamento e l'orgoglio.  
75 Due sono le vie: una va verso l'acquisire nel mondo, l'altra verso la liberazione. Perciò il discepolo del Buddha non cerca gli onori, ma solo la saggezza.  

VI Il saggio
 

76 Se ti imbatti in un saggio che ti mostra i tuoi errori e ti segnala i pericoli del cammino, seguilo come seguiresti chi possiede la mappa di un tesoro.  
77 Lasciati ammonire, lasciati guidare, lasciati distogliere dall'errore. Un uomo cosiffatto è amato da tutti coloro che cercano la verità.  
78 Non frequentare cattive compagnie. Cerca l'amicizia di coloro che amano la verità.  
79 Bevi alla sorgente del dharma e vivi nella serenità e nella gioia.  
80 Come il contadino incanala l'acqua, come il fabbro raddrizza le sue frecce, come il falegname lavora il legno, così il saggio lavora se stesso.  
81 Come una rupe non è scossa dal vento, egli non è scosso dall'elogio o dal biasimo degli uomini,
82 Nell'udire la verità, il suo cuore diventa come un lago profondo, limpido e calmo.
83 Non desidera nulla e non parla a vuoto. Qualsiasi cosa gli accada, nella fortuna e nella disgrazia, va per la sua strada senza attaccarsi a nulla.
84 Non desidera né figli, né ricchezza, né potere, per sé o per altri. Non cerca di imporsi con mezzi sleali.
85 Pochi sono coloro che arrivano all'altra sponda. La maggior parte degli uomini si agita su e giù lungo questa sponda.
86 Ma coloro che vivono il dharma arrivano all'altra sponda, al luogo dove la morte non ha potere.
87 Il saggio lascia la via dell'oscurità per quella della luce. Lascia la propria casa nel mondo per dimorare soltanto in se stesso.
88 Abbandonando ogni desiderio e ogni senso di possesso, purifica il suo cuore e conosce la gioia.
89 Ben radicato nei sette elementi dell'illuminazione, libero da ogni attaccamento e appetito, raggiunge la libertà ultima e diviene un faro per questo mondo.

VII L’illuminato
 

90 Ha portato a termine il suo viaggio. E’ andato al di là della sofferenza. Ha spezzato ogni vincolo e vive in piena libertà.
91 Egli non dimora in alcun luogo, ma costantemente spicca il volo come i cigni che lasciano il proprio lago.
92 Segue una rotta invisibile come il volo degli uccelli. Non accumula nulla e si nutre di saggezza. Conosce la libertà ultima.
93 Segue una rotta invisibile come il volo degli uccelli. Non desidera nulla e si nutre del vuoto. Conosce la libertà ultima.
94 Ha domato la mente e i sensi, è libero dall'orgoglio e senza macchia, è ammirato perfino dagli dei.
95 Paziente come la terra, saldo come una soglia, trasparente come un lago limpido, ha trasceso il ciclo della vita e della morte.
96 La sua mente è silenziosa, le sue parole e le sue azioni irradiano pace. La verità lo ha liberato.
97 E’ al di là di ogni fede, conosce la realtà increata. Ha tagliato ogni legame, ha trasceso ogni desiderio, è andato al di là di ogni tentazione. Ha raggiunto l'apice dell'umano.
98 Dovunque egli viva, nel villaggio o nella foresta, nella valle o sulla collina, regna la gioia.
99 Trova la gioia anche nella profonda foresta, non amata dagli uomini, perché non desidera nulla.

VIII Migliaia
 

100 Meglio di mille vuote parole è una sola parola che porta la pace.
101 Meglio di mille versi vani è un solo verso che porta la pace.
102 Meglio di cento vuote frasi è una parola del dharma che porta la pace.
103 Meglio vincere te stesso che vincere mille battaglie contro mille uomini.
104 La padronanza di sé è la vittoria più grande.
105 Né gli dei, né i demoni, né il cielo, né l'inferno possono toglierti una simile vittoria.
106 Cent'anni di rituali, migliaia di sacrifici non valgono l'onorare anche solo per un attimo colui che conosce se stesso.
107 Cent'anni trascorsi ad alimentare il fuoco sacrificale nella foresta non valgono l'onorare anche solo per un attimo colui che conosce se stesso.
108 Le offerte di un intero anno, fatte per acquisire meriti, non valgono un quarto dell'omaggio reso al giusto.
109 Chi onora e segue il saggio riceve quattro doni: vita, bellezza, felicità e forza.
110 Meglio vivere un giorno consapevolmente che cent'anni nell'inconsapevolezza.
111 Meglio vivere un giorno virtuoso e saggio che cent'anni nell'errore e nell'ignoranza.
112 Meglio vivere un giorno totalmente che cent'anni nell'inerzia e nell'indifferenza.
113 Meglio vivere un giorno consapevoli del sorgere e dell'estinguersi di tutte le cose.
114 Meglio vivere un giorno consapevoli di ciò che non muore.
115 Meglio vivere un giorno consapevoli del dharma.

IX Il male
 

116 Affrettati a fare il bene. Astieniti dal male. Se trascuri di coltivare il bene, il male infesta la tua mente.
117 Se ti capita di fare del male, non ripeterlo, non lasciare che metta radici in te, onde non incorrere nella sofferenza.
118 Se ti capita di far del bene, ripetilo, lascia che metta radici in te e ti riempia di gioia.
119 Anche chi ha fatto del male può gioire finché le conseguenze del male fatto non sono maturate.
120 che chi ha fatto del bene può soffrire finché il bene che ha fatto non dà i suoi frutti.
121 Non prendere alla leggera il male che fai, pensando che non ti tocchi. Una brocca si riempie d'acqua che cade goccia a goccia.
122 Non prendere alla leggera il bene che fai, pensando che non ti tocchi. Una brocca si riempie d'acqua che cade goccia a goccia.
123 Come un ricco mercante che viaggia senza scorta evita un cammino pericoloso, come chi ama la vita evita un veleno, così evita il male.
124 Ma una mano senza ferite può maneggiare veleni senza danno. Così il male non tocca l'innocente.
125 Il male fatto a un innocente è come polvere gettata controvento. Esso si ritorce contro chi lo fa.
126 Alcuni rinascono in questo mondo, altri all'inferno, altri ancora in paradiso. Ma coloro che sono senza macchia entrano nel nirvana.
127 In nessun luogo al mondo, né in cielo, né in fondo al mare, né nelle più remote gole montane, puoi sottrarti alle conseguenze del male che hai fatto.
128 In nessun luogo al mondo, né in cielo, né in fondo al mare, né nelle più remote gole montane, puoi sottrarti al dominio della morte.

X La violenza
 

129 Come te, tutti gli esseri tremano di fronte alla violenza, tutti temono la morte. Rispecchiandoti negli altri, non uccidere e non ferire.
130 Come te, tutti gli esseri tremano di fronte alla violenza, tutti amano la vita. Rispecchiandoti negli altri, non uccidere e non ferire.
131 Chi cerca la propria felicità ferendo altri esseri che come lui cercano la felicità non sarà mai felice.
132 Non ferire chi come te cerca la felicità, se vuoi essere felice.
133 Non ferire con parole crudeli. La parole irate fanno male e il dolore che provochi rimbalza verso di te.
134 Immobile e silenzioso come un gong spezzato entra nel nirvana, dove ogni agitazione scompare.
135 Come un mandriano con il suo bastone spinge le vacche al pascolo, la vecchiaia e la morte sospingono le creature verso nuove vite.
136 Ma l'inconsapevole non se ne rende conto e brucia nel fuoco delle sue proprie azioni.
137 Chi ferisce un innocente o infligge una punizione immeritata incorre in una di queste dieci calamità.
138 Subisce crudeli sofferenze, una grave malattia, una mutilazione, l'invalidità o la pazzia.
139 Oppure viene perseguitato dal sovrano, viene accusato di un crimine spaventoso, subisce un lutto o la rovina economica.
140 Oppure la sua casa viene distrutta dal fulmine. E quando il suo corpo si è dissolto continua a bruciare all'inferno.
141 Né la nudità, né i capelli arruffati, né il digiuno, né il dormire sulla nuda terra, né il cospargersi il corpo di cenere, né il sedere immobile: nulla di tutto questo può liberare chi non è libero dal dubbio.
142 Ma chi vive in serenità e purezza, astenendosi dal nuocere ad alcun essere, anche se indossa vesti eleganti è un vero bramino, un vero asceta, un vero bhikshu.
143 Un cavallo ben addestrato non ha bisogno della frusta.
144 Come un cavallo ben addestrato toccato dalla frusta, sii ardente e scattante. Liberati di questa sofferenza con la meditazione, la consapevolezza, la saggezza, la virtù, la fiducia e l'impegno nella ricerca della verità.
145 Come il contadino incanala l'acqua, come il fabbro raddrizza le sue frecce, come il falegname lavora il legno, così il saggio lavora se stesso.

XI La vecchiaia
 

146 Di che cosa puoi rallegrarti mentre il tuo mondo brucia? Sei immerso nell'oscurità e non cerchi la luce?
147 Guarda questo tuo corpo: un fantoccio dipinto che sta insieme in qualche modo, malato, pieno di ferite, agitato da fantasie mutevoli e vacue.
148 Questo tuo corpo fragile, malato, putrescente, destinato, come ogni cosa vivente, a morire e a dissolversi.
149 Guarda queste bianche ossa, che un giorno saranno gettate via come zucche in autunno.
150 Queste ossa costituiscono una fortezza intonacata di carne e di sangue, abitata da orgoglio e ipocrisia, vecchiaia e morte.
151 Anche gli splendidi carri dei re perdono con il tempo i loro colori. Così il corpo invecchia. Ma la legge eterna non invecchia: questo è l'insegnamento che i saggi trasmettono ai saggi.
152 Chi non impara dalla vita invecchia come un bue: la sua carne cresce, ma non la sua saggezza.
153 Innumerevoli vite ho attraversato cercando invano il costruttore di questo edificio di ossa e di carne. Doloroso è continuare a rinascere.
154 Ma ora ti ho trovato, costruttore, e non ricostruirai mai più questa mia dimora. La trave di colmo è spezzata, le travi sono rotte. Ogni desiderio è estinto e la mente riposa nel nirvana.
155 Coloro che hanno dissipato gli anni della loro giovinezza da vecchi intristiscono come vecchie gru in un lago senza pesci.
156 Giacciono inutili come archi spezzati, rimpiangendo il passato.

XII Te stesso
 

157 Se ti ami, osservati. Veglia durante una parte della notte.
158 Prima di mostrare il cammino ad altri consolidalo in te, se vuoi evitare la sofferenza.
159 Pratica ciò che predichi. Prima di cercare di correggere gli altri fa una cosa più difficile: correggi te stesso.
160 Tu sei il tuo solo maestro. Chi altro può guidarti? Diventa padrone di te stesso e scopri il tuo maestro interno.
161 L’inconsapevole è spezzato dal male che lui stesso fa, come una pietra è spezzata da un diamante.
162 E’ soffocato dal male che lui stesso fa come un albero è soffocato da un rampicante. Da sé si riduce in uno stato che solo il suo peggior nemico potrebbe augurargli.
163 E’ difficile fare ciò che ci è veramente d'aiuto. E’ facile fare del male, fare ciò che ci nuoce.
164 L’inconsapevole si fa beffe della saggezza, deride coloro che seguono la via della consapevolezza e si perde in false dottrine. Il frutto delle sue azioni è la sua rovina, come avviene per la canna di khattaka, che muore dopo aver fruttificato.
165 Facendo del male, tu stesso ti corrompi. Ma facendo del bene, tu stesso ti purifichi. Tu sei la fonte di ogni purezza e di ogni impurità. Nessuno può purificare un'altra persona.
166 Non trascurare il tuo compito per intraprenderne un altro, per quanto grande possa essere. Scopri il tuo compito e dedicati a esso con tutto il cuore.

XIII Il mondo


167 Non perderti nell'inconsapevolezza, nelle false dottrine, nelle abitudini del mondo.
168 Svegliati, sii consapevole. Segui gioiosamente la via della virtù in questa vita e oltre.
169 Non seguire la via dell'errore. Segui gioiosamente la via della virtù in questa vita e oltre.
170 Questo mondo è una bolla di schiuma, un miraggio. Coglilo nella sua realtà e renditi invisibile alla morte.
171 Questo mondo è un carro regale dipinto a vivaci colori. L’inconsapevole vi si perde. Ma il saggio resta distaccato.
172 Quando una persona si risveglia alla consapevolezza, essa illumina il mondo come la luna che emerge da dietro le nubi.
173 Quando una persona lascia l'errore per la virtù, essa illumina il mondo come la luna che emerge da dietro le nubi.
174 Il mondo è cieco, ben pochi hanno occhi per vedere. Ben pochi sono gli uccelli che sfuggono alla rete e spiccano il volo.
175 Come i cigni si innalzano e volano verso il sole, sorretti da una forza invisibile, così i saggi spiccano il volo da questo mondo, lasciandosi alle spalle il desiderio e l'illusione.
176 Se credi che questo sia l'unico mondo, se ti fai beffe della verità e violi la legge eterna, non c'è errore che tu non possa commettere.
177 Un avaro non entrerà mai nel regno dei cieli. La generosità non è importante per l'inconsapevole. Ma il saggio trova la sua gioia nel condividere.
178 Meglio del possesso del mondo intero, meglio del paradiso, meglio del dominio su tutti i mondi è compiere il primo passo sulla via del risveglio.
 

 


 

Indice

Tra Storia e Leggenda L'Insegnamento del Buddah

  Il Dammapada parte I° Il Dammapada parte II°