"Entre av'e Eva"

Cantiga de Sante Marie Secolo XI° 

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GLI INSEGNAMENTI DEI ROSACROCE
dei secoli 16° e 17°

------------‑

ovvero

S E M P L I C E             A B C           e d a r i o

per giovani discepoli

praticanti quotidianamente con diligenza
nella scuola dello Spirito Santo

messo chiaramente davanti agli occhi con figure

per gli "Esercizi" del nuovo anno nella

LUCE NATURALE E TEOLOGICA

                    da un Fratello della Fraternità

(CHRISTI della  Rosacroce) P.F.

reso pubblico per la prima volta

e

aumentato di alcune figure dello stesso contenuto attraverso P.S.

Altona

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

 

Proverbiorum 27. v.7  

L'anima sazia rifiuta anche il miele vergine, ma ad un'anima affamat aogni cosa amara è dolce.                                     

 

ib. 14. v.6

Chi disprezza, cerca la sapienza, e non la trova, ma la conoscenza è facile per colui che comprende.

 

                                      

 

 

 

 

 

L'Onnipotente, Saggio ed Onnisciente Dio e Signore, ha dato comprensione all'uomo al disopra di tutte le altre creature, cosicché egli possa conoscere le Sue opere e non lasciarle inesplorate. Ora le Saggezza di Dio ha ispirato quest'uomo a prendersi con poca fatica questo grosso segreto dall'originaria Acqua-Pietra dei Saggi, poiché se una cosa naturale vi è al mondo, questa è la preparazione del Magisterium della Pietra Filosofale che è completamente un lavoro della natura e dell'uomo, poiché l'Artista non vi aggiunge nulla, ma dirige soltanto la natura nella crescita, come ogni agricoltore fa coi suoi frutti e con le sue piantagioni; deve avere soltanto una ragione sottile e la grazie di Dio, che egli cammini per la stessa via come l'opera stessa indica nella cottura e nel susseguirsi nel tempo: cioè è all'inizio il Subiectum che si riceve nelle mani dalla natura, in cui è nascosta la Tintura-universale i metalli e che è un Corpo non dirozzato che non ha né la figura né la forma di un animale o di pianta, ma è dapprima un essere rozzo, terrestre, pesante, flemmatico, tenace, una sostanza come una nube umida in cui la Natura è cessata; ma quando l'uomo illuminato indaga queste materie, le esamina nella Digestione e purifica le ombre spesse come nebbie da cui è circondato, egli purifica e permette a quello che è nascosto di emergere, e attraverso ulteriore Sublimazione ne estrae anche l'anima più interiore che vi è nascosta, e la porta in una forma corporea. Si trova allora quello che la Natura nasconde in una sostanza precedentemente senza forma e quale forza e Magnalia il Creatore supremo ha dato ed ha impiantato in questo Creato, poiché Dio ha creato questo per tutte le altre creature, e proprio all'inizio della creazione ha impiantato tale forza e gliele la da’ ancora oggi quotidianamente, cosicché sarebbe non solo impossibile per un uomo portare un tale lavoro naturale al fine desiderato, e tanto meno di creare da esso alcunché di utile. Ma Dio benigno e gentile non sottrae all'uomo i beni e i tesori che ha messo nella Natura, altrimenti egli non avrebbe offerto tali cose alle sue creature; anzi egli ha creato tutto per il bene dell'uomo e lo ha reso Signore sopra la sua creazione.

Perciò  è consono all’uomo comprendere ed interpretare un tale lavoro filosofico naturale, altrimenti una creazione così meravigliosa e ricca di doni sarebbe stata posta invano nel mezzo e noi andremo in giro come mucche senza osservare le Natura, e il piano di Dio andrebbe a vuoto e la Natura non otterrebbe il suo scopo, Deus autem et Nature Nihil faciunt frustra (Dio e la Natura però non fanno nulla invano)

 

Dio onnipotente governa tutto ciò, fa che un cavallo ed un asino siano provvisti di cibo, e che all'uomo ragionevole vengano dati cibi più raffinati e piacevoli. Perciò coloro che investigano e desiderano un Arcano così profondamente nascosto e un tale tesoro nel modo giusto non devono tornare al carpire degli ignoranti che mancano di comprensione sotto la Luce del Sole.

I filosofi ed i saggi, sia i Neoterici che i Veteres hanno avuto molte dispute circa quest'arte segreta e hanno indicato con molti nomi diversi, con allegorie e con meravigliosamente strane parole cosa sia questo Soggetto e la sua Essenza, che tipo di Materia e di Corpo, che tipo di Soggetto e quale meravigliosa segreta Creatura  ha incarnato tali potenti, strani e celesti poterie con cui dopo Digestione e purificazione uno può aiutare esseri umani, animali, piante e metalli e può portarli al più alto grado di perfezione e di salute e può fare anche altre cose meravigliose.

 

Tuttavia tutti coloro che diventarono e che sono ancora veri Filosofi sono concordi nell'indicare un unico Scopum ed una unica Materiam che i Filii Snpientae vollero indicare nei loro discorsi adombratori e nei loro scritti.

Per quanto riguarda la cosa essenziale vi è tuttavia soltanto silenzio e questo silenzio ha sigillato le loro bocche, perché se questa diventasse una conoscenza tanto comune come far la birra o il pane, il mondo ben presto perirebbe. Molti si sono dati alla ricerca di questa cosa unica una Res solvit se ipsum, coagulat se ipsum, se ispsum impregnat, mortificat et unificat, ma  la maggior parte di questi ricercatori, che si sono persi in questa ricerca hanno fallito. Si tratta infatti di una cosa che è la più vicina all'oro: una cosa che sia il ricco che povero possono averla nelle mani, ora o quando si vuole. Chi, tramite la sua bocca parla espressamente  di questo Subiectum è minacciato dall'esecrazione divina dei Filosofi e richiama su di sé la maledizione di Dio.

 

E una esecrazione dei Filosofi anche Dio Onnipotente la  rispetta e rispondendo al loro appello da loro in mano quello che avevano avuto in mano per diverse migliaia di anni. Ora il citato Soggetto è di natura tale che la nostra Magnesia non solo contiene una piccola proporzionata quantità dello Spirito Vitale Universale ma anche è resa dalla forza celeste condensata e compressa, tanto che molti furono così intossicati dal suo vapore e rimasero sul posto non potendo più rialzarsi. Soltanto un uomo saggio e conoscitore di queste cose può prendere una misura di questo fluido e portarlo a casa da qualsiasi posto possa averlo trovato, sia dalle profondità delle montagne che da qualsiasi altro posto possa averlo trovato.

Il ricco e povero sono del tutto liberi, per la singolare ed abbondante grazia di Dio di prenderlo, a tal punto che uno se ne va a casa con esso, lo pone dietro la stufa o in un posto che più gradisce, o dove gli conviene e possa cominciare a lavorare e a sperimentare con esso, dal momento che questo se ne può sgusciare via così velocemente che neppure i suoi domestici se ne accorgono.

Perché questo lavoro naturale non è così acciabattone e grossolano come quello dei lavoranti comuni, come bruciare i carboni, liquefare e raffinare e tutto quello che essi possono fare. Ma è un lavoro che uno deve tenere in un recipiente chiuso in una stanza appropriata in modo tale che neppure un gatto gli possa andar sopra; e quando è necessario può fare il necessario lavoro manuale, facendo soltanto attenzione che il fornello abbia subito una triplice prova e sappia farlo funzionare con il necessario calore e lasci alla Natura la sua via. Quando finalmente la terrestrità è tolta attraverso la soluzione ed è rafforzata da una lunga digestione, egli è liberato dalla Materia cruda ed è preparato; e allora, ancora, al nobile nato, ossia a questo acuto e potente Spirito, per Modum Imbitionis et Nutritionis viene data più volte in certi tempi una certa quantità e la sua forza, in tal modo, si condensa e ad esso ogni giorno vengono nuovi appoggi dai suoi fratelli e con ciò reso attivo. Come pensi tu, dunque, che un tale lavoro si possa adempiere poiché una tale forze e l'immisurabile nascosto potente Spiritus Vitalis viene alla crude materia o soggetto dagli astri e dalle costellazioni del Cielo in questo regno terrestre, da cui è poi derivato lo Spirito Universale Segreto dei Filosofi, che è il Mercurio del Saggio, principio, mezzo e fine in cui l'Aurum Physicum è rinchiuso e nascosto e che il soffiatore pensa di estrarre dall'oro comune, ma invano.

 

D'altra parte i Filosofi trattano molto nei loro scritti del Sole e della Luna, che di tutti i metalli sono i più resistenti nel Ma questo non deve essere compreso letteralmente dato che il loro Sole e Luna quando sono portati alla loro interiore purezza, attraverso la vera naturale, decorosa e filosofica preparazione; possono ben essere paragonati ai corpi celesti come il Sole e la Luna che con il loro splendore illuminano il giorno e la notte, il firmamento superiore e quello inferiore. Perciò questi due nobili  metalli, come il Sole e la Luna dei Filosofi assomigliano per natura al corpo umano e a colui che sa come prepararli nel giusto modo e usati saggiamente essi danno molta salute; oltre a quanto detto niente altro è da prepararsi se non il punto unico e trino dell'Universalis cioè lo Spirito che è rinchiuso in queste due cose citate e produce consistenza, forza e virtù al di sopra di tutte le altre cose. Ora l'uomo perdonato da Dio può preparare ed approntare un oggetto o sostanza del citato rosso o bianco, di Sole e Luna, che è chiamato Lapis Philosophorum o antichissima acqua-pietra del Saggio, da una creatura in cui Dio ha posto tale potenza alla creazione o genesi del mondo o i spesso citati Materia o soggetto che Dio per amore e grazia ha posto nell'uomo di Dio altamente dotato.

Io credo dunque che l'essere divino che è stato lasciato a lui nella prima Creazione del mondo dallo Spirito Vitale o dalla ispirazione dello stesso in tutte le creature, è lo stesso Spirito che è stato immerso in questa massa ed è fermamente rinchiuso nella profondità della terra ed è stato indicato e lasciato agli uomini saggi di dissotterrarlo, di estrarlo, di usarlo e di fare con esso gli stessi Miracula attraverso la Santa Sapienza e che ancor oggi gli dà forza e si trova come impiantato in lui.

Ambedue le sostanze menzionate sopra come il Sole e la Luna, o rosso e bianco o molto più la Præparatio e del Mercurio sono gli ingredienti nella Compositio della nostra Pietra Filosofale. Ora poiché i materiali sono purificati e puliti attraverso sufficienti e spesso ripetute Sublimazioni e quindi pesati con cura e subito composti; anche tu quindi non devi essere ignorante di quale sia la forza e la possibilità dei due citati ingredienti, ma devi sapere come disporre i pesi di ambedue, secundum proportionem physicam, poiché una buona parte del é già riempito con una piccola parte dell'animæ Solis vel Sulphuris, appena i due con un giro di mano delicato si uniscono e così infine la Preparatio e il lavoro più difficile é completato.

Devi però sapere che prima devi tingere il tuo con le tintura rossa sebbene esso non diventi rosso in continenti (nel contenente) ma rimanga bianco, perché il Mercurio ha il privilegio di voler essere tinto prima di tutti gli altri. I Filosofi dicono anche cosa fare in aggiunta con l'Anima Solis di questa tintura del Mercurio e da dove deve essere preso. Il fermento dell'oro é oro, come il fermento della rugiada é rugiada. Inoltre é il fermento dell'oro dalla propria natura e quindi la sua potenza é perfetta quando é ritrasformato in terra, e poiché questo é l'inizio dei Filosofi, la vera Prima materia Philosophorum metallorum da cui i veri mæstri sperimentati nell'Arte cominciano a stimolare il loro ingenium a grandi opere.

E allora l'Artifex prosegue con tale opera con la benedizione di Dio e la porta al termine cui tende e dove é incarnato Dio, cioé all'altamente benedetta Pietra Filosofale così che da niente altro che per Spiritum universalis secretum la vera Materia Prims Philosophorum é preparata. Ora colui che comprende bene questo Spiritum secretum comprende pur senza dubbio i segreti e le meraviglie della Natura e ha la conoscenza della luce della Natura, perché egli é motus hermonious sympaticus et magneticus da cui nascono l'Harmonia e la Concordanza della forza magnetica e simpatica o l'azione del superiore e dell'inferiore. Ma nota che la natura dei due ingredienti sono all'inizio diverse una dall'altra a cause delle loro opposte qualità.

Perché una é calda e secca, l'altra é fredda ed umida e devono naturalmente essere unite. Quando però questo sta per succedere le loro opposte qualità devono lentamente essere cambiate e rese uguali così che né l'una né l'altra natura attraverso un fuoco intenso si sovrapponga all'altra, perché allora non riusciresti mai a riunirle, poiché le due nature devono crescere insieme nel fuoco regolato e allora la Discrasia sarà tolta al corpo e introdotta una Æqualitase, una buona temperatura cosa che avviene attraverso una costante e moderata cottura.

Perché quando ambedue le nature dello zolfo e del Mercurio sono ben rinchiuse in un piccolo spazio e vi rimangono con un calore moderato cominciano a perdere le loro qualità contrastanti e si uniscono, finché da ultimo si sciolgono e avviene un Consipiratio e insieme un salice e sta veramente in alto nel vetro nel numero uno. Essi sono pronti per il matrimonio, appena lo sposo

mette un anello d'oro alla sua sposa, dicono i Filosofi. E quando Mercurius con il suo Sulphur come acqua e terra vengono cotti dopo la nascita, ogni loro superfluità viene rigettata e le parti pure si uniscono l'una con l'altra tanto più quanto più a lungo, e vengono liberati dalle loro scorze, altrimenti le parti impure prevengono l'unificazione e l'ingresso.

Perché il Mercurius, come primo Corpus, é del tutto grezzo e non può per minima essere mischiato né perpetuato, perché nessun Corpus entra nell'altro né si unisce con esso veramente in radice. Queste cose devono venir così aiutate affinché una vera Tintura venga formata e deve essere preparato da questa un nuovo Corpus spirituale che venga fuori da ambedue, perché dopo la purificazione uno prende le virtù dell'altro e da molti diventano uno, numero e virtute. Se però il fuoco fosse troppo intenso e non fosse controllato secondo le richieste della Natura essi verrebbero soffocati o separati. Se essi non hanno il loro amato modo di agire, di essi non diverrebbe nulla oppure ne uscirebbe un'opera rovinata ed un monstrum. Ma quando uno procede prudentemente e con il calore dovutamente temperato, allora ambedue le sostanze saliranno con la Sublimazione in cima alla concavità del vetro. Quando tu cogli questi piacevoli fiori puoi già gioire dei particolari.

Ma tu puoi osservare   il motum occultum naturæ tanto poco quanto tu riesca a vedere o sentire l’erba crescere, perché uno non può né osservare né aver modo di notare la crescita e lo sviluppo di questi due ingredienti, del Mercurio e dello Zolfo, a motivo del loro sottile, nascosto e lento progresso di ora in ora. Soltanto da segni posti da settimana in settimana può essere osservato e si può trarre una conclusione, perché   il fuoco é molto delicato e sottile. Ma per quanto lento possa essere non sta fermo finché non giunge al fine cui é intento, come si vede in tutte le piante, a meno che una tale sottile ed esperta cottura sia ostacolata attraverso il troppo lungo calore del fuoco e venga bruciato dall'eccessivo calore del Sole o venga impedito da un freddo improvviso; ergo qui scit occultum motum naturæ scit perfectum decotionem (perciò chi conosce il moto segreto della natura conosce la perfetta cottura). Questo moto deve ora prendere il suo corso naturale e auto determinarsi, sebbene uno non possa né sentirlo, né vederlo, come pure uno non può comprendere i Contra et ignem invisibilem seminum invisibilium (i centri e il fuoco invisibile dei semi invisibili) Perciò tu devi affidare un tal fatto alla Natura sola e osservarlo e non cercare neppure una volta di opporti alla Natura ma di avere tutta la confidenza in essa finché porti a maturazione il suo frutto.

Quando uno tratta la Natura con un calore gentile e piacevole essa fa e porta a compimento da se stessa tutto quello che é necessario a creare alcunché o a introdurre una nuova forma, perché la divina parola Fiat é ancora nascosta in tutte le creature e in tutte le piante e ha il suo grande potere anche in questo tempo come era all'inizio.

 

Vi sono tuttavia quattro Virtutes et potentiæ di qui la Natura fa uso in ogni cottura, con cui compie il suo lavoro e lo porta a termine.

 

La prima Virtus e Potentia

É quella chiamata appellativa et attractiva, perché é possibile attrarre da lontano o da vicino il cibo di cui uno é desideroso partendo da risultati e luoghi piacevoli alla sua natura e con cui la può mantenere crescere e ingrandire. E qui ha un potere magnetico, come quello di un uomo per una donna, il Mercurius per il Sulphur, il secco per l'umido, la Materia per la forma.

In conseguenza di ciò l'assioma dei Filosofi é: Natura naturam amat, amplectitur, prosequitur. Omnia namque crescentia, dum radices agent et vivunt, succum ex Terra attrahunt, atque avide arrigiunt illud, quo vivere se et augmentari sentiunt. Ossia: la Natura ama la natura, la abbraccia e la segue; perché tutte le piante quando mettono le radici e cominciano e vivere, traggono succo dalla terra e traggono avidamente e sé ciò di cui sentono sia utile a vivere e con cui possono moltiplicarsi.

Perché dove vi é fame e sete, cibo e bevanda saranno ricevuti con avidità e sorgerà questa Virtus e Potentia e verrà dal calore e da una media secchezza.

 

La seconda Virtus e Potentia

É detta natura retentiva et coagulativa, perché la natura non solo de se stessa a sé porta quello che le é utile e serve e favorisce la sua continuazione, o quello di cui sente la mancanza e il desiderio, ma ha anche in se stessa il legame con cui quello che attira e porta a sé lo trattiene anche, anzi lo cambia in se, perché ha scelto le parti più pure di questi due e separa il resto e lo fa uscire e lo fa crescere e non ha bisogno qui di alcuna Calcinatio o fixation: natura naturam retinet (la natura trattiene la natura) e una tale abilità le viene della secchezza, poiché il freddo costringe le parti guadagnate e formate in modo uguale e le secca nella Terra.

 

La terza Virtus e Potentia (naturæ in rebus generandis et augmentandis)

É la Virtus digestiva quæ fit per putrefactionem seu in putrefactione (é la forza digestiva che avviene per mezzo della putrefazione o nella putrefazione) in un calore ed umidità moderati e temperati. La Natura infetti digerisce, cambia, introduce un tipo ed una qualità e insieme la crudezza viene gettata via, l'amaro vien reso dolce, l'aspro mite, il rozzo e spigoloso liscio e ben disposto, quello che é immaturo e selvaggio viene domato, quelle che prima era incapace viene ore reso stabile ed efficiente e conduce alla finale ricercata esecuzione e perfezione dell'Opera, e rappresenta gli ingredientia alla Compositio.

 

La quarta Virtus e Potentia

È la virtus expulsiva, mundificativa, segregativa (è il potere di espellere, purificare, separare) che separa e divide che purifica e pulisce, che lava durante la Sublimazione o Cottura. Allontana dai Sordibus e dall'oscurità e porta alla luce un Corpus o essere, puro e trasparente, potente e illuminato, raccoglie le Partes hpmogeneæ e le libera gradualmente della eterogeneis, respinge i Vitia e tutto quello che é estraneo, esamina quello che é crudo e dà ad ogni parte un posto speciale. Questo é causato e deriva dal piacevole costante calore nell'appropriata umidità ed é la Sublimatio ed il frutto maturo che ora uscirà dal guscio, che all'inizio la Natura e gli artisti si erano proposti,  ossia il Patiens é liberato dall'Agente e viene portato a perfezione. Nam liberatio ilia a partibus eterogeneis est vita et perfectio omnis Rei (infatti quella liberazione dalle parti eterogenee é vita e perfezione di ogni cosa). Perché l'Agens ed il Patiens, che finora avevano conteso l'uno con l'altro così che ognuno dimostrava e forma e resistenza secondo la resistenza del suo avversario, ossia per quanto possibile voleva rompere la resistenza del suo opponente, non devono unirsi durante il tempo della loro Decoctio (cottura), ma la parte migliore deve vincere l'impura; espellerla e soggiogarla.

Ora, quando tutte le Naturales potentiæ hanno svolto il loro officium avviene la nuova nascita e come un frutto maturo si presenta in tutte le altre piante, così anche ora nel nostro Subiecto e opera naturale, che quando é perfezionato non assomiglia sorprendentemente ai suoi inizi e non ha più qualità, non é né freddo né secco e neppure maschio e femmina. Perché il freddo è trasformato in calore, il secco in umido, il pesante in leggero; perché é una nuova Quinta Essentia; un Corpus spiritualis ed é diventato uno Spiritus Corporalis, un tale Corpus é chiaro e puro, trasparente e simile al cristallo; tale che la Natura da sola non potrebbe mai produrre da che mondo é mondo. L'Artifex e l'uomo illuminato tuttavia, auxiliante Deo et Natura lo produce con la sua ragione ed arte e lo pone esso stesso là, con cui esso successivamente farà miracula e questo si chiama: Unguentum, anima, aurum Philosophlorum, flos auri; Theophrastus ed altri lo chiamano Gluten Aquilæ.

 

Ciò che é stato mostrato dalle quattro Potentiis Naturæ, viene portato a termine per mezzo del fuoco, che deve essere incombustibile, piacere alla Natura, e secondo la Natura deve avere continuità ed essere vantaggioso per l'Opera. Ma in questa Opera si deve fare attenzione soprattutto a due generi di fuoco, ovvero al fuoco esterno elementare che l'Artista ha costruito e che ha applicato all'Opera e dopo di questo a quello interno, quello innato e naturale fuoco delle materie. Sebbene in tutte e tre le cose primarie o generi si trovi un fuoco naturale, in altre parole negli animali, vegetali e minerali, attraverso cui sono mossi e condotti  e mantengono la loro vita la fortificano ed accrescono, e anche possono far continuare la innata forza di generare e la virtù originaria secondo la qualità di ciascuno.

Ma il fuoco, nel nostro Soggetto, é fra tutte le creature ed i minerali non certo il minore in se stesso. Ha nascosto in se stesso il più meraviglioso e potente fuoco, nei confronti del quale il fuoco esterno sembra acqua perché non vi é fuoco comune ed elementare che possa consumare e distruggere il puro oro che é la più durevole sostanza tra tutti i metalli, per quanto intenso possa essere il fuoco, ma l'essenziale e   lo fanno invece da soli.

Ha! Se avessimo quel fuoco con cui Mosé bruciò il vitello di oro e ne sparse la polvere nell'acqua e ne diede quindi da bere ai figli di Israele (Esodo cap. 33)! Lasciatemi avere un tal pezzo di lavoro alchemico di Mosé, l'uomo di Dio! Perché egli era istruito nell'arte egiziana e in essa educato. O il fuoco che il profeta Geremia nascose ai piedi del monte da cui Mosé vide la terra promessa e su cui morì, il fuoco che fu riscoperto settanta anni dopo dagli uomini sapienti i discendenti dagli antichi sacerdoti dopo il ritorno dalla prigionia di Babilonia, ma nel frattempo il fuoco si era mutato in montagna ed era diventato acqua densa (II Maccabei cap. 1-2). Cosa ne pensi? Se non ci scaldassimo con esso e d'inverno non volessimo tenere lontano il gelo da noi?

Tale fuoco tuttavia dorme nel nostro Soggetto del tutto calmamente e in silenzio e da se stesso non ha alcun movimento. Deve ora questo segreto e nascosto fuoco aiutare il proprio corpo così che possa sorgere ed avere il proprio effetto e manifestare la sua forza e potere, così che l'Artista possa raggiungere il fine desiderato e predestinato, deve essere fatto attraverso il fuoco eterno elementare, essere acceso e portato nel suo corso, sia esso il fuoco nelle lampade o il genere che a te piace, esso da solo può eseguire l'attività sufficiente con capacità e facilità ed un tale fuoco ed esterno calore deve fervere e manifestarsi fino alla fine della Sublimazione, così che il fuoco interno ed essenziale sia mantenuto vivo in modo che i fuochi indicati si aiutino a vicenda e il fuoco esterno rispetti il fuoco interiore fino al suo termine determinato, cosicché esso diventi un fuoco così forte ed intenso che riduca subito a cenere, polverizzi e trasformi in se stesso e renda uguale a se stesso tutto ciò che gli viene sottoposto, ma che é tuttavia del proprio genere e natura.

Tuttavia é necessario per ogni Artefice a costo della perdita del suo desiderato fine, conoscere che tra questi due fuochi sopra menzionati, quello più esterno e quello più interno, egli deve mantenere una certa proporzione e accendere in modo corretto il suo fuoco, perché se fa troppo debole il primo l'opera se ne sta ferma e il fuoco esterno non é capace di innalzare quello interno e in quanto egli lo attizza un poco si ha un effetto lento e un processo molto lungo, ma può infine quando egli lo ha atteso con tanta pazienza e ha i suoi dati raggiungere il suo fine proposto.

Ma se uno fa un fuoco più forte di quello che é adatto a questo processo e lo accelera allora ne soffre il fuoco interno, egli é allora del tutto incapace e l'Opera viene sicuramente distrutta e colui che ha troppa fretta non raggiungerà mai il suo fine.

Se dopo una lunga Decotio e Sublimatio le parti nobili e pure del Soggetto sono gradualmente, con il vantaggio di un tempo calcolato, separate e liberate della rozza e inutile sostanza terrestre, l'impulso in tale attività deve essere d'accordo con la natura e deve essere regolato con tale Moderatio che sia piacevole e vantaggioso per il fuoco interno in modo che questo non sia distrutto da un eccessivo calore o anche estinto e reso inutile. Anzi sarà mantenuto nel suo grado naturale, sarà rafforzato, mentre le parti pure e sottili si uniscono insieme e convengono l'una contro la altra e quelle rozze e crude vengono separate così che si unisce e la parte migliore raggiunge il suo scopo menzionato. Perciò devi imparare dalla Natura il grado di fuoco che la natura usa nelle sue operazioni finché porta a maturazione il suo frutto, e da questa a creare una Ragione e a fare i calcoli. Perché il fuoco interno essenziale é effettivamente quello che porta il Mercurio Philosophorum all'æqualitatet; ma il fuoco esterno gli porge una mano in modo che il fuoco interno non sia ostacolato nelle sue operazioni, perciò quello esteriore deve avere concordanza con quello interiore e secondo questo regolarsi e viceversa. Perché in tale accensione del comune fuoco elementare deve essere condotto il fuoco interno naturale in modo tale che il fuoco esterno sia ad esso aggiustato e non sorpassi nel Creato il potere dell'umido e caldo Spiritus che é del tutto sottile; altrimenti la calda natura del citato Spiritus sarà subito disciolta e non potrà più tenersi insieme e non avrà alcuna potenza; ne segue perciò che un fuoco più intenso di quello che é necessario per fare vivere e mantenere l'interno fuoco naturale impiantato nella nostra Materia può soltanto essere di ostacolo e di perdizione: In nature et illius Creatis et generationibus sit tua Imaginatio, ossia nella Natura e in ciò che é stato creato e prodotto da lei, sia la tua immaginazione e osservazione. Porta perciò lo Spirito umido nella Terra, rendilo secco, rendilo fervente e modella con un piacevole fuoco. Così tu devi anche portare l'Animam  nel Corpus morto e restituire quello che tu hai portato via; e quanto é senza anima e morto lo riporti alla vita e a sorgere ancora ed essere equipaggiato, quanto però é condotto con la violenza non riuscirà a sostenere la prova, perché non diventa costante, come se fosse ricevuto spontaneamente da se stesso con buona volontà ma con Aria e solo desiderio venisse impresso.

E questa é sicci cum humido naturalis unio et ligamentum optimus (l'unione naturale del secco con l'umido, e il legame migliore). Già, che se uno volesse in modo appropriato parlare della cosa, gli uomini saggi danno notizia di tre fuochi di cui ognuno così si prende cura dell'operis magni, in modo che la forma migliore in sapere é la buona preparazione di cui ciascuna in particolare deve reggere questa, cosicché lavori ciecamente ma sapendo e in modo preveggente, come é giusto che sia per un Filosofo ragionevole.

 

Il primo é il fuoco esteriore che l'Artista o guardiano fa, quello che i saggi chiamano ignem frontem, dal cui Regimen dipende la salvezza o le rovina dell'intera opera, e questo in due modi poiché si dice: nimium fumiget cave (fai attenzione che non faccia troppo fumo), ma é anche detto: combure igne fortissimo (brucia con il fuoco più forte).

 

II secondo fuoco é il nido in cui la Fenice dei Filosofi ha il suo riparo e dove si cova ad regenerationem ed é quindi niente altro che il Vas Philosophorum. I saggi lo chiamano ignem corticum, poiché si scrive che l'uccello Phoenix riunisce ogni legno ben odorante e su di questo brucia, e che se questo non accadesse la Phoenix dovrebbe gelare e non potrebbe giungere alla sua perfezione. Sulphura sulphuris continentur (lo Zolfo é mantenuto attraverso lo Zolfo). Quindi il nido deve custodire all'uccello i suoi piccoli, aiutare, scaldare e fino alla fine mantenere.

 

Il terzo é il fuoco veramente innato interiormente, quello del nobile Zolfo, come si trova in radice Subiecti ed é un ingrediente e quieta il Mercurio e io forma: é questo vero Maestro, il vero Sigillum Hermetis. Per quanto riguarda questo fuoco Creberus scrive: In profundo Mercurii est Sulphur, quod tandem vincit frigiditatem et humiditatem in Mercurio. Hoc nihil aliud est, quam parvus ignis occultus in Mercurio, quod in mineris nostris exitatur et longo temporis successe digerit frigiditatem et humiditatem in Mercurio.

In altre parole: In fondo al Mercurio vi é uno Zolfo che alla fine conquista la freddezza e l'umidità del Mercurio. Questo non è altro che un piccolo fuoco nascosto nel Mercurio, che viene destato nelle nostre Mineris e che col passare del tempo digerisce la freddezza e l'umidità del nostro Mercurio e le rimuove, e questo sia detto anche del Fuoco.

 

FINIS.