State ascoltando "Il Canto dei Sorveglianti"

delle Costituzioni di Anderson

 

In ogni massone, che volentieri coltivi l’evoluzione storica del latomismo in Europa, il nome di Gotthold Ephraim Lessing evoca profondità di pensiero vista con gli occhi dell’innocenza consapevole, che si avvale di un metodo originale.
Utilizzando il dialogo i segreti della Massoneria vengono da Lessing esplicitati, processati e percorsi nel loro significato universale. Nel dialogo stesso trova il suo modo espressivo la via della ricerca onde far pervenire gli interlocutori ai concetti di bonum e di verum. Sarà attraverso questo metodo che potremo cercare di sgrossare la “pietra grezza” e cioè il nostro “Io” imperfetto, per tentare di conseguire lo svelamento del destino umano, che intendiamo governato da libertà, uguaglianza e fratellanza. Esso trova nello spirito di tolleranza, concetto acquisito fondamentalmente da Spinoza, il vero amalgama dell’umana convivenza.
Poiché anche le cose più nobili che l’Uomo pensa non sono che raramente avulse dal contesto degli accadimenti che intorno a lui si svolgono, anzi spesso le influenzano, può essere utile, a migliore comprensione dell’argomento qui proposto, dividere l’esposizione in due parti.
La prima delle quali sarà dedicata alla storia della Massoneria germanica fino all’iniziazione di Lessing, alla quale farà seguito un’analisi dei Dialoghi di Gotthold Ephraim Lessing (1729-1781).

Storia della Massoneria germanica fino all’iniziazione di Lessing
 

La conoscenza della storia della Massoneria germanica costituisce, come si è detto, premessa indispensabile per comprendere il clima culturale in cui è nato e si è sviluppato il pensiero lessinghiano espresso nei Dialoghi.
Va anzitutto ricordato che nella prima metà del XVIII secolo in Francia si assistette nelle Logge ad uno scontro più o meno vivace tra hannoveriani, seguaci della Massoneria inglese di tipo operativo, e Massoneria giacobita o scozzesismo caratterizzata quest’ultima dagli Alti Gradi ad impronta esoterico-speculativa ed alchemica.
In tutto il resto del mondo – dalla Russia al Portogallo, alle colonie nord-americane – a partire dal 1717 e per vent’anni si svilupparono inoltre numerosissime Logge promosse dalla Gran Loggia di Londra, soprattutto ad opera di ufficiali inglesi frequentemente presenti, spesso come consiglieri militari, nei vari eserciti del continente, ed operanti con i classici due-tre gradi.
Negli Stati imperiali la prima Loggia Zurder drei Sternen fu aperta a Praga nel 1726 e non stupisce, come osserva Francovich, che ciò sia accaduto in Boemia, patria del pedagogo Comenius, il cui pensiero contribuì alla stesura delle Costituzioni di Anderson.
Primo M:. V:. della Loggia fu Sporck, grande benefattore perseguitato dai Gesuiti e salvato dal Duca Francesco Stefano di Lorena, egli stesso massone iniziato all’Aja ed in Inghilterra, marito di Maria Teresa (1737) e con lei futuro coreggente. Uomo, questo Stefano di Lorena, fautore di un cattolicesimo meno fideista, più aperto sul piano intellettuale e pertanto assai vicino al giansenismo di un Fénélon nonché alle idee liberali di Ludovico Antonio Muratori, entrambi suoi autori preferiti.
La penetrazione massonica in Germania, facilitata dal fatto che si trattava di un Paese a prevalenza protestante, fu di poco successiva: la prima Loggia denominata Absalon fu aperta nel 1737 ad Amburgo, città di mare molto collegata con Londra attraverso i mercanti.
Due anni dopo un evento di notevole importanza: con una trasferta straordinaria a Brunswick la Loggia Absalon accolse tra le colonne il Kronprinz di Prussia che dopo poco sarebbe diventato Re con il nome di Federico e che passò alla storia con l’appellativo di “der Grosse”, cioè il Grande.
In Prussia, Olanda ed anche in Austria la Massoneria è orientata verso quella anglicana, recependo il messaggio di tolleranza religiosa e politica, senza preclusioni di censo per l’ammissione dei bussanti.
Le Logge massoniche ebbero nella Germania prussiana il chiaro appoggio dello Stato. È noto che nel 1789 il Re Federico Guglielmo III emise un editto che riconosceva il Diritto di esistenza delle tre grandi Logge prussiane di rito inglese, già peraltro  fornite di patenti reali. Una di queste era la Loggia Madre ed una era intitolata Grande Loggia Royal York. Lo stesso editto proibiva ogni partecipazione ad altre società segrete, incluse altre Logge già presenti sul territorio prussiano. Le tre Logge privilegiate si dichiararono “cristiane”, il che comportò l’esclusione degli Ebrei e ovviamente degli atei.
Negli altri stati tedeschi esistevano grandi Logge a Francoforte s.M., Dresda, Bayreuth e in Sassonia. Queste Logge praticavano invece il principio di tolleranza religiosa ed ammettevano perciò tra le colonne gli Ebrei, come riferiscono gli storici Findel ed Eckenstein, ma non gli atei.
In prosieguo di tempo, intorno al 1820, vi sarebbe stata una separazione tra Cristiani ed Ebrei, ma in verità prevaleva nell’Ordine il concetto di una “religione naturale”.
Quando poi le Logge francesi ammisero, contro ogni tradizione universalmente accettata in Massoneria, gli atei, la Grande Loggia tedesca (1878) emise un editto che concludeva con le seguenti parole: “una Massoneria atea ha cessato di essere Massoneria: il massone perciò onora Dio nel Grande Architetto dell’Universo”.
Del resto uno stato di disagio e confusione percorreva la Muratoria in tutta Europa.
Persino in Inghilterra la Massoneria stava subendo qualche evoluzione: la comparsa del terzo grado (Maestro), la tendenza all’esoterismo, la leggenda di Hiram, etc. Ma non basta: studi di Guénon (1952) e di Le Forestier (1970) tendono a dimostrare la presenza in queste Logge di profittatori e persino di truffatori veri e propri.
Deviazioni si ebbero in Francia con l’istituzione degli Alti Gradi ed in Germania con la comparsa dei Cavalieri Templari che ebbero il loro vate nel barone von Hund. La leggenda dei Templari divenne, come dice Francovich, il mito portante della Stretta Osservanza. Di questa fu interprete Johann Augustus Starck (1741-1816): uomo assai dotato quanto ambizioso, credeva di possedere i segreti degli Esseni e dei Persiani, da lui diffusi poi in Russia ove fu ammesso tra i Clerici Templari. Egli portò successivamente in una Loggia di Firenze che egli ignorava essere di rito inglese, il suo credo, il che lo mise in non piccola difficoltà. Ma allora la Massoneria quale era stata concepita dai “padri fondatori” e codificata da Anderson dove stava andando?
È in questo certo non facile momento che nel 1778 compare l’opera di Lessing che qui cercheremo di analizzare nei suoi contenuti e nel suo spirito.
Come dice la Zemella nel suo lavoro, La Pietra Grezza, è indubbio che nel clima arroventato di questa polemica l’opera di Lessing, inneggiante alla libertà politica, alla tolleranza religiosa ed alla fratellanza umana, abbia trovato molti lettori tra quei Fratelli intenzionati a crescere e lavorare all’ombra di questi ideali squisitamente massonici.
 

I dialoghi di Lessing
 

Nel 1778 apparvero anonimi a Wolfenbüttel i primi tre dei cinque Dialoghi scritti dal massone Lessing con il titolo "Ernst und Falk-Gespräche für Freimaurer" e cioè Dialoghi di Ernst e Falk per LiberiMuratori, dedicati al Duca di Braunschweig. Tra il Duca e Lessing vi era stato uno scambio di lettere, poi ritrovate a Copenhagen nel 1929. Il Duca fece esaminare da tre esperti i tre dialoghi per valutarne la veridicità dello spirito massonico, che al Duca appariva,per verità, assai accettabile. Analogo fu il parere dei tre esperti massoni, anche se traspare dai loro rapporti il suggerimento a non porre in troppa evidenza il messaggio ai profani richiamando il signor Lessing al voto sacro del silenzio.
La verità non è da misconoscere nelle lettere del signor Lessing conclude il parere del consigliere segreto Conte Marschall, mentre Feddersen esprimeva qualche preoccupazione per lo scritto di Lessing, quale la deve avere ogni M:.. Il concetto era quello di una Vorzensur (“censura preventiva”) dello scritto, come consigliato già da Zinnendorf per precedenti lavori di Lessing. Si deve dire che Lessing sosteneva già da tempo che il segreto della Massoneria è non averne nessuno. E ciò non stava bene a molti massoni che consigliarono al Duca di lasciar cadere l’argomento, anche in considerazione del fatto che la censura preventiva era il metodo idoneo a garantire la tranquillità dello Stato e dei regnanti e, in tema religioso, per non turbare gli animi dei credenti.
Indicando come “cifra” del segreto massonico nell’interno delle Logge che gli uomini sono tutti uguali, questa affermazione suonava male all’orecchio del Duca per possibili e temute ricadute socio-politiche.
Ed a questa attitudine del Duca, del resto suggerita da loro, si associavano alte cariche dello Stato e nel contempo Alti Gradi della Massoneria per i quali aderire al pensiero di Lessing significava, oltre che uscire allo scoperto, sostenere la scissione tra morale e politica. Ostacolo che, ingenuamente, Lessing sperava di superare dedicando i Dialoghi al Duca Ferdinando, fratello del Duca reggente Carlo I, dato che il primo aveva giudicato lo scritto con benevolenza, ma soprattutto, era G:. M:. di tutte le Logge della Stretta Osservanza.
I commentatori profani dell’epoca dimostrarono una certa perplessità per la forma a dialogo usata da Lessing per l’Ernst und Falk, dimenticando probabilmente che egli era pur sempre un drammaturgo ed un letterato.
Tuttavia la propensione ai dialoghi filosofici di Lessing era già stata rilevata da Meister: per certo questa forma letteraria era per Lessing, uomo di teatro, il modo migliore per raggiungere il lettore.

Lessing del resto aveva affrontato in siffatta forma il tema della tolleranza religiosa l’anno precedente la pubblicazione dei Dialoghi,e cioè nel 1779 in quello che è considerato il suo capolavoro teatrale, Nathan der Weise (“Nathan il Saggio”).
Si tratta, come è noto, di una fiaba drammatica in endecasillabi sciolti, un apologo basato sulla leggenda dei tre anelli, già presente nel Decameron di Boccaccio.
Nel dialogo Nathan il Saggio Lessing affronta il tema della religione naturale, da lui esaminato nel trattato La Religione del Genere Umano (1780) in modo più approfondito ma sostanzialmente in linea con le affermazioni del Nathan che, per la sua trama dialogica, era sicuramente di più immediata percezione ad un universo di uditori, certo meno profondi, ma sicuramente più immediati. Il filo conduttore di entrambe le opere è quello di una difesa della religione naturale fondata sulla ragione.
In questo senso Nathan è illuminante.
Il saggio ebreo Nathan espone al Saladino la famosa favola dei tre anelli. Ciascuno di questi rappresenta rispettivamente giudaismo, cristianesimo ed islamismo: sono essi l’imitazione di un anello originale andato perduto, quello della religione naturale basata sulla ragione.
In ogni caso scopo ultimo della rivelazione per il genere umano è quello che l’educazione è per il singolo: il completo perfezionamento dell’Uomo. Non è chi non veda in questa epifania filosofica lo scopo che si prefiggeva e che si prefigge, per ciascuno di noi, il pensiero della Libera Muratoria.
Da notare che il sistema di procedere per tesi e antitesi ricalca le modalità della forma dialogica della cerimonia di iniziazione massonica.
Allora al profano venivano poste le tre
essenziali domande:

 

1) Cosa deve l’uomo a Dio?

2) Cosa deve l’uomo a se stesso?

3) Cosa deve l’uomo agli altri (cioè all’umanità)?
 

Questi interrogativi, ricorda Boucher, corrispondevano alle domande di sempre:


1) Da dove veniamo?

2) Chi siamo?

3)Dove andiamo?
 

E ciò in accordo con il pensiero filosofico socratico-platonico qui ripreso da Lessing, vero maestro nel dialogo “filosofico” oltre che in quello drammaturgico.
Qui in ogni caso l’accostamento al dialogo platonico, con la sua alternanza di serio e faceto, è tangente al modo espressivo dell’Accademia.
Ed è stato detto opportunamente che qui filosofia e poesia mirabilmente si intrecciano e si confondono.
 

I Dialoghi, cinque in tutto nell’edizione definitiva del 1780, si svolgono tra un Massone (Falk) ed un Recipiendario (Ernst), una persona profana che potrebbe diventare un bussante.
Essi rappresentano il credo mistico-illuministico di Lessing. I Dialoghi andrebbero letti, ma se vogliamo esaminarne il contenuto, esso può essere così sintetizzato:

  • Il primo è relativo alla differenza che Lessing vede tra spirito massonico ed istituzione massonica;

  • Il secondo e terzo dialogo dimostrano la potenza del messaggio di questo spirito massonico nella società borghese nella quale Lessing ed i suoi contemporanei vivono;

  • Il quarto e quinto sono incentrati sulle differenze tra verità casuali della storia e verità eterne della ragione nella Libera Muratoria, nonché sui rapporti con i Templari allora assai attivi in Germania.
     

Lessing considera la Massoneria come categoria eterna dello spirito: essa fu perciò sempre e sempre sarà. Uno studio storicocritico dei Dialoghi sarà fatto solo nel 1855 da Merzdorf nel suo volume ad essi dedicato: qui l’Autore considera, sulla base dell’analisi dei Dialoghi, la Libera Muratoria la religione dell’amore cosmopolita, la strada verso un universo integro. Religione, Loggia, Stato e Chiesa sono entità separate e differenti per Lessing, il quale considera la società massonica una pre-scuola della Massoneria ideale, la quale non riposa su legami esterni, bensì su sentimenti di spiriti universalmente simpatizzanti che non possono venir soppressi o perseguitati fino all’annientamento, perché in essi vi è una esistenza autentica che risale a quella del mondo.
 

Siffatte valutazioni si riferiscono ai primi quattro dialoghi mentre il quinto ha contenuti più storico-critici. Quest’analisi costituisce il tratto originale dell’opera di Merzdorf, mentre gli altri esegeti sono piuttosto orientati ad una suddivisione tra primo, secondo e terzo dialogo da una parte e quarto e quinto dall’altra, in accordo con la cadenza di pubblicazione dei Dialoghi stessi piuttosto che con il loro contenuto.
Centrale resta l’affermazione lessinghiana la Massoneria fu sempre che in modo consapevole ne compendia l’idea e ne riassume la storia.
È l’attitudine di “colui che sa” e che tuttavia, modestamente, per bocca di Falk dice io credo di essere massone, a indicare come alla certezza si arrivi solo attraverso la meditazione ed il dubbio.
È un cammino difficile verso l’irraggiungibile, il vero assoluto. Ma, chiede il neofita Ernst, come può aversi dubbio verso qualcosa che lo stesso Falk ritiene necessario e che soprattutto sempre è esistito?
Si tratta forse della conquista consapevole del già noto? E se così è, come Lessing per bocca di Falk asserisce, allora la Libera Muratoria è un segreto.
Allora questa “strana gente” (drollich Volk) che sono i massoni hanno il loro segreto in cose già note ma che non possono essere rivelate e che non tutti sono in grado di accettare: lo spirito massonico è perciò profetico e non istituzionale. Non si tratta di chiaroveggenza ma piuttosto di saggia premonizione, qui peraltro vissuta come capacità di riconoscere il messaggio già esistente per sé, dice Lessing, e cioè la verità eterna della ragione.
In questi celebri Dialoghi si esprime il credo mistico illuministico di Lessing. Lo scopo della Massoneria non è certo utopico ma volto al bene: le buone azioni (gute Thaten) devono costituire la sua attività nella società reale, perseverando per il “Bene dell’Umanità”, attraverso le fasi più elementari di un’educazione del genere umano, con spirito universalistico.
In questo senso anche il trattato di Lessing Sull’educazione del genere umano (1780) bene si integra, scrive Moncada (2003), con i Dialoghi, ne costituisce anzi una sorta di introduzione filosofica.
Qui Lessing parla delle necessità di una “Chiesa invisibile” capace di illuminare l’educazione del genere umano: senza poter escludere che tale pensiero orientasse verso un ordine sociale “giusto” quale conseguenza quasi inevitabile.
Ma altri esegeti, quale Bauer, interpretano il pensiero di Lessing in funzione di un ruolo dei massoni quali cittadini del mondo impegnati nella lotta contro il male fino al trionfo del bene, a favore dell’Umanità.
Secondo Findel il massone di Lessing è anche animato da un amor di patria privo di egoismo e di violenza o fanatismo; amor di patria che unisce gli uomini al Cielo.
Solo lo Stato libero, ritiene Lessing, consente quella spinta al sociale che il massone deve trovare nel patriottismo quale tappa obbligata alla ricerca della verità del singolo.
In questo senso lo Stato, che sarebbe inutile se l’uomo, ciascun uomo, sapesse governarsi da sé, diviene un topos di genti che parlano la stessa lingua, che abitano lo stesso clima, che hanno gli stessi usi e costumi. Solo attraverso queste comuni condizioni nasce e si sviluppa un consorzio di uomini che dall’interno riuscirà a superare le strutture coercitive esistenti, e un tale consorzio ha nome Massoneria (Zamella).
Ritiene Moncada che Lessing abbia singolarmente contribuito alla diffusione di un panteismo spinoziano. Non ci sembra di poter totalmente condividere questo interessante pensiero che crediamo doversi applicare prevalentemente al principio di tolleranza che in Spinoza costituisce uno degli elementi più caratterizzanti del suo pensiero filosofico-politico.
Questi temi furono successivamente rielaborati da Johann Gottfried Herder (1744-1803), uno dei primi teorizzatori con il giovane Goethe dello Sturm und Drang (letter. “Tempesta ed impeto”) che tanto influsso ebbe sul nascente Romanticismo tedesco.
Nella sua opera Freimaurer (“I Massoni”), pubblicata nel 1801 nella rivista Adrastea da lui fondata, Herder ricerca quell’alto ideale massonico che giustifichi la presenza del singolo individuo nella comunità umana.
In Herder manca del tutto uno studio storico-critico ma egli fa piuttosto riferimento all’Idea, alle Costituzioni di Anderson. In ogni caso il far risalire la Libera Muratoria all’origine del Mondo passando per una serie di riferimenti, da Mosè al Tempio di Gerusalemme, da Augusto ai Maestri Muratori, ha costituito per la Massoneria tedesca, almeno per una parte di questa nell’Ottocento, un riferimento di non piccolo momento.
Il sistema a dialogo, di derivazione lessinghiana, è in Herder a tre interlocutori e, sorprendentemente, uno di questi è una donna che si esprime come un vero e proprio massone.
Sembra evidente, secondo i critici, il desiderio di Herder di rendere comprensibile il messaggio massonico al mondo profano.
L’educazione del genere umano nell’ambito della famiglia, delle istituzioni e della società civile e quindi anche politica, e perfino in quello teologico costituiscono i vari aspetti di un unico problema, quello dell’autoemancipazione e autoeducazione del singolo a favore dell’umanità: in questo senso è stato detto felicemente, che la storia del genere umano corre parallela alla storia della Massoneria.
 

I Dialoghi di Lessing, poco noti in Italia, dalla critica ottocentesca non ricevettero giustizia al vero intento di Lessing, né politico né filosofico stricto sensu.
Per parte nostra crediamo sia giusto considerarli altamente rappresentativi, per dirla con Lessing, di quella “verità assoluta che solo nel G:. A:. D:. U:. l’Uomo può trovare”.

 

 

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© Giulio Cesare Maggi

Tratto da Hiram n. 1 anno 2005