Il Maestro Venerabile, avanti di iniziare i lavori, rivolge al Fratello 1° Sorvegliante l'invito a vigilare sulla ''copertura" del Tempio. E il 1° Sorvegliante, prima di dare risposta al Maestro Venerabile, ordina al Copritore interno di fare il suo dovere.

Il Copritore Interno esegue: controlla, chiude la porta del Tempio a chiave ed assicura che "Il Tempio é debitamente coperto"...

In questo lavoro sono riportate alcune riflessioni del carissimo Fratello D. Colucci Lo scritto costituisce un opera della maestria dell'autore. Il suo contenuto non riflette di necessità la posizione della Loggia o del G.O.I.

Il documento è stato pubblicato su "Hiram" n.1 nel mese di febbraio del 1982.

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Sullo stesso soggetto sono presenti in archivio due altri documenti

Dei Copritori in Loggia

Il Fratello Copritore

 

 

Il Maestro Venerabile, avanti di iniziare i lavori, rivolge al Fratello 1° Sorvegliante l'invito a vigilare sulla ''copertura" del Tempio. E il 1° Sorvegliante, prima di dare risposta al Maestro Venerabile, ordina al Copritore interno di fare il suo dovere.

Il Copritore Interno esegue: controlla, chiude la porta del Tempio a chiave ed assicura che "Il Tempio é debitamente coperto".

Premetto, anche se superfluo, che in Loggia non esistono compiti più importanti e compiti meno importanti. Esistono solo compiti, e tutti hanno uguale dignità ed uguale valore simbolico.

Esistono compiti che i Fratelli hanno affidato ai Fratelli, e che vanno tutti assolti con il medesimo impegno, con la medesima serietà, con il medesimo senso di responsabilità.

I ruoli in Loggia, infatti, non sono né perpetui, né carismatici; non conferiscono particolari dignità inalienabili ed eterne; non rappresentano titoli onorifici; non hanno il significato dell'unzione. Sono solo "incarichi". La Dignità inalienabile, il titolo d'onore, l'unzione, risiedono unicamente nell'Iniziazione, non nel posto che si occupa in Loggia.

E il passare dalla carica di Maestro Venerabile alla carica, ad esempio, di Fratello Elemosiniere o Copritore non é una degradazione ma significa impegno di lavoro lì dove si é chiamati, così come passare dalla carica, ad esempio, di Elemosiniere o di Copritore a quella di Maestro Venerabile non é aumento di importanza, ma diversità di ruolo, identità di impegno, gioia di servizio.

Tutto dipende, dalla serietà e soprattutto dall'umiltà con cui si accettano e si assolvono i compiti che sono stati affidati dalla Loggia e che la Loggia può, nella sua libertà, revocare per attribuirli ad altri senza perciò stesso sentirsi offesi o perseguitati o sminuiti. Tutti i compiti hanno uguale dignità. Tutti in Loggia, purché Maestri, sono in grado di fare il Maestro Venerabile, o il 1° Sorvegliante, o il 2° Sorvegliante, o l'Oratore, o il Segretario, o il Copritore, o l'Ospedaliere: i Fratelli decidono ed é Massonico obbedire.

Occorre però, dicevo dianzi, serietà nello svolgere il compito, umiltà nel servizio senza assumere l'atteggiamento del Profeta o del Messia, o, a volte, del Martire.

Ogni Massone, in Loggia o fuori, é solo Missionario. Ogni carica é simbolo. Ogni Simbolo ha un suo valore. Il Copritore Interno, dunque, é un Simbolo.

Vi sono alcune Logge che sono solite conferire l'incarico di Copritore Interno al più giovane degli Apprendisti. E queste Logge sono, nella loro sovranità, libere di farlo. [Anche se questo non è condivisibile]

A me, però, sembra che più adatto al compito sia un ex Maestro Venerabile (perciò ho chiesto per me questo incarico) o, per lo meno un Maestro, e neanche tanto giovane di grado.

Perché? Perché il Copritore Interno é il primo "ostacolo" che il Profano che volesse violare la maestà ed il segreto del Tempio trova sulla sua strada. Perché il Copritore Interno rappresenta il primo "filtro" che garantisce la sicurezza del lavoro in Loggia al coperto dall'intrusione profana. Perché il Copritore Interno rappresenta lo spartiacque fra due mondi: il profano e l'iniziatico; fra due verità: quella "di fuori" profana, quella "di dentro", iniziatica.

Quindi questo diaframma, o filtro, o spartiacque deve essere in grado di riconoscere il "Fratello" nel visitatore che chiede di entrare, deve riconoscerne il grado, deve poter "fiutare" il curioso che può avere scoperto segni e parole per l'indiscrezione o la colposa leggerezza o l'ignavia blasfema di fratelli incauti, o peggio.

E, come potrebbe farlo l'Apprendista ancora inesperto che, fra l'altro, non ha neppure la possibilità di parlare?

Perciò il Copritore Interno per assolvere il suo compito é il solo Fratello che in Loggia é SEMPRE armato, ha SEMPRE la spada in pugno. È armato a simbolica difesa dell'incolumità dei Fratelli in Loggia ed a ricordo dell'inflessibilità nella punizione dello spergiuro rinnovando, ogni volta, il ricordo delle spade puntate al cuore che sono state la prima visione del neofita quando la benda é caduta dai suoi occhi.

Un Copritore Interno che abbandoni il suo posto senza essere sostituito, o che deponga l'arma per sedere più comodamente é come la sentinella che depone il fucile e, magari, sonnecchia.

E l'arma, il Copritore Interno, deve impugnare con la mano sinistra perché questa é la parte del cuore e quindi sta a guardia dei sentimenti contro le passioni.

E poi perché la mano destra deve essere sempre libera e disponibile per assumere quelle posizioni rituali che noi conosciamo.

Trasferendo la spada da una mano all'altra, abbandonandola come cosa inutile in un angolo, si abbassa la guardia. Si diventa vulnerabili.

Alcune Logge adibiscono, secondo me a torto, ma sono nella loro sovranità libere di farlo, il Copritore Interno ad altri compiti non di sua competenza: far circolare il Tronco della Vedova ecc., distraendolo, in tal modo, dal suo compito con altre funzioni e impedendogli di assolvere al suo dovere: non custodisce più il Tempio, abbandona la sua difesa.

Ecco perché il Copritore Interno non deve mai abbandonare il suo posto alla porta del Tempio.

E, se é chiamato a scolpire una Tavola, deve immediatamente essere sostituito. E quando interviene nella conversazione, come é suo diritto, continua ad impugnare la spada e non abbandona il suo posto.

Avete fatto caso, Fratelli, che il Copritore Interno, nello svolgimento del Rituale é chiamato a parlare solo in tre occasioni e sempre come ''garante''?

1 - Assicura che il Tempio é debitamente coperto.

2 - Nelle Cerimonie di Iniziazione avverte che si batte ''da profano'' alla Porta del Tempio.

3 - Garantisce che colui che ha bussato "da profano" é l'iniziando che, però, a maggiore garanzia, é accompagnato dal Fratello Esperto e si chiama....

Il Copritore Interno, quindi, é il garante di quella copertura del Tempio che consente ai Fratelli di lavorare in tranquillità ed assicura che l'ingresso nel Tempio, quando avviene, é "giusto, perfetto, legittimo".

Ecco, quindi, che il Copritore interno assume il nuovo significato, ancora più profondo, di ''GARANTE DEL SEGRETO".

Essendo noi al coperto, esclusi dai rumori esterni, al sicuro da orecchie non adatte perché non iniziate, possiamo lavorare in serenità e in tranquillità alla costruzione del Tempio interiore nella sicurezza che potremo essere compresi e comprendere.

Il Copritore Interno simboleggia per ciascuno di noi la copertura più rigida, la sicurezza più completa e, per conseguenza, il lavoro più fecondo.

Il Copritore Interno simboleggia la bontà del materiale con cui si costruisce il Tempio: l'impermeabilità all'orecchio profano di tutto quello che viene detto in Tempio.

Copritore Interno quindi, Fratello, é ciascuno di noi nei confronti di sé stesso perché a sé stesso ed ai Fratelli che si fidano di lui dice:

"IL TEMPIO È DEBITAMENTE COPERTO".