Efficacia magica del Rito; Magia; Occultismo; Esoterismo (Tradizione) Funzione magica del Simbolo Predisposizione e preparazione Diminuzione della Solitudine e pratica del Sacro
 



Vi è un'ultima prospettiva: quella da cui l'animo umano riguarda le soglie più lontane ed improbabili della propria vita psichica e spirituale (1).
Il Rituale può avere un'azione magica (come già visto: un'azione di imperio della psiche sulla natura, concretamente modificatrice dell'esterno, previa mutazione dell'operatore (2), ed a ciò perviene con la mediazione occulta (3) di una operazione prevalentemente simbolica, conosciuta esotericamente (in modo, cioè, proprio esclusivo dell'Iniziato).
Da quanto detto s'intende l'indissolubilità, la compenetrazione dei concetti accennati, alla base dei quali si pone il significato di Conoscenza in Esoterismo (4).
La scienza non rappresenta che un approccio alla Conoscenza, una componente del più vasto e complesso processo conoscitivo; il mondo sognato da Bacone e Cartesio, sta rivelando oggi più che mai la sua effimera illusorietà ed i suoi limiti agonici, nelle atroci problematiche create dal preteso "Progresso scientifico", per troppo tempo scambiato col progresso della Ragione e dell'Uomo.
Rinunziato che si abbia ad ogni assorbente concezione della Scienza, delle Logiche formali e Matematiche, degli Schemi mentali usuali, vincolati alle cosiddette "necessità razionali" (o: condizionamenti a convenzioni preliminari che ci rendono infungibile od inconcepibile il contrario delle proposizioni); ad ogni bagaglio nozionistico, ad ogni fregola di definire e teorizzare, ad ogni apriorismo come ad ogni immanenza, la mente è sgombra per accostarsi ad un nuovo modo di conoscere, che è anche - diversamente che nel campo della cultura profana -"essere il conosciuto", ricercando la conoscenza esoterica più l'identificazione con l'oggetto (5) che non la divagazione interpretativa o la speculazione su tematiche filosofiche.
L'esoterista, pur non cessando certo di essere frutto di cultura ed educazione non ripudiate, ma soltanto ridimensionate in chiave di complementarietà, ricerca un processo psichico-conoscitivo (in gran parte nutrito dei messaggi dei simboli), squisitamente "sperimentale", "pratico" (6) (si intende: di pratica spirituale), alternativo così ai metodi scientifici e filosofici (mentali, intellettuali) come a quelli mistici e religiosi, soddisfacente, in un unico appagamento, l'animo e la mente.
Accostarsi al Rito senza prevenzioni razionali o filosofiche, con animo aperto al ricevere esoterico: che è un ricevere come "pensare", ma anche - differenziandosi dalla conoscenza speculativa - come "sentire"e come "volere" in un dinamismo simultaneo; accostarsi con animo di Iniziato(7); cogliere il linguaggio misterioso dei Simboli, lasciandosene pervadere e fecondare la mente (8), appaiono veste e premessa per un uso propriamente magico del Rito stesso, (cui potranno non essere estranei, di volta in volta, anche ausilii di diversa ed accidentale natura (9), per operazioni che rendano simbolico il reale e reale il simbolico; ove al valore ideale o di intenzione, si accompagni il valore pragmatico realizzativo; ove l'effetto soggettivo interno si confonda con quello oggettivo esterno.
Qui giunti, è bene arrestarsi.
Proseguire non servirebbe.
Il mondo del Rito è un mondo da percorrere, non da raccontare. Ma non serve percorrerlo ottusamente, senza cambiarsi – prima - dei panni profani, o freddamente, con voluto ipercritico sussiegoso distacco (10) senza aver imparato, in una paziente progressiva assuefazione, a cogliere il senso magico della vita, a captare la molteplicità di esperienze "sottili", puntuali contrappunto alle sensorie: l'un Senso e l'altre Esperienze, massimamente rifulgendo nella folgorazione del Simbolo, ed impregnando il Dramma del Rito.
Ove, peraltro, non si sappia trovare in pratiche rituali (esoteriche iniziatiche: corali od individuali) né Comunione, né Elevazione; né Sublimazione d'energie, né Evidenze conoscitive; né eco di Silenzi remoti, né Profondità novelle di se stessi: ebbene, il Rito conferisce tuttavia almeno una dimensione ludica che all'inizio ho rammentato, una magia se non altro dell'immagine, estetica, a metà fra la poesia e il mito; un gioco di illusioni con cui
principalmente si diminuisce la propria solitudine - inevitabile, a fronte i problemi dello Spirito - e si conserva una abitudine, una partecipazione al Sacro, vieppiù ricacciato dalla comune nostra esistenza, e pur, a mio avviso, "genere di prima necessità".
Non sarà, allora, moltissimo, ma sarà qualcosa, in un mondo arido.
 

 

 

 

1 - L'esplorazione iniziatica degli strati profondi dell' Io non va confusa con la Psicoanalisi.
Diverso: il concetto di Subconscio (in esoterismo non ritenuto congenitariamente tale, ed – inoltre – supposto variamente stratificato: livelli Samsarici, Superindividuali trascendentali, ecc.); diversa: la funzione riconosciutagli (da Freud e da Jung ipotizzata prevalente e prevaricante l'Io, oltrechè - per Freud - sessualmente caratterizzata); diversa, conseguentemente; il ruolo cui la Psicanalisi confina e degrada la coscienza; diverso, dal Simbolo ermetico: il concetto Junghiano d' Archetipo (non folgorazione conoscitiva, ma proiezione irrazionale d'energie psichiche elementari collettive); diverso, dall'Ascesi spirituale: il processo - pure Junghiano - di Individuazione.
É tutto un differenziarsi, anzi: un contrapporsi dell'Esoterismo dalla Psicoanalisi, financo nei di lei aspetti più filosofeggianti.
A parte il rilievo che la seconda si occupa del recupero di neuropatici, il primo dell'elevazione d'una élite d'adepti, e che i metodi adottati (dall'una: disinibitori; dall'altro: di distacco); possono proprio definirsi opposti diametrali.

2 - Cattivo uso ed incomprensione hanno concorso a distorcere l'accezione del termine Magia, come - ad esempio - accaduto al termine/concetto di Alchimia (Arte di trasmutare i metalli vili in Oro: spiritualizzazione della materia, Scienza dei Magi), o al termine/concetto di Occultismo, di cui il termine Magia è largamente sinonimo.

3 - Convenzionalmente, per Occultismo si dovrebbe intendere una (composita) corrente di idee, muoventi dalla asserita esistenza di Forze ed Enti non consapevolmente e sensorialmente sperimentabili, ma avvertibili e dominabili attraverso pratiche che presuppongono cambiamenti psichici individuali.
Da un punto di vista Iniziatico, il senso del Concetto è, tuttavia, profondamente diverso.
Esso, per cominciare, non è coartabile in alcuna "definizione", e solo potrà essere "comunicato" ad altri Iniziati (ciascuno dei quali vivrà – personalizzata la propria Esperienza) attraverso il consueto linguaggio Esoterico dei Simboli.
Tentando una tale comunicazione, non saprei far meglio che rinviare alla bella formula ermetica: V.I.T.R.I.O. L. in cui la parola risulta mirabilmente incastonata, al centro e nel profondo del significato iniziatico: "Visita Interiora Terrae, Rectificando Invenies Occultum Lapidem".

4 - La definizione ufficiale di Esoterismo, è: norma che vieta di rivelare dottrine segrete ai non iniziati. Una norma siffatta, e la conseguente esclusione dei prof ani da Conoscenze riservate, sono comuni alle civiltà antiche, ove i depositari della Scienza, per solito appartenenti a caste sacerdotali o confraternite a sfondo religioso, hanno difeso il proprio patrimonio celando la dottrina dietro un velo impenetrabile agli estranei.
La stessa Religione, per eccellenze essoterica, il Cristianesimo, ha conosciuto atteggiamenti squisitamente esoterici (c.d. "Disciplina dell'Arcano" dei primi Padri della Chiesa, che avrebbe motivato il grande ritardo con cui si principiò a parlare e scrivere, ad esempio, di Eucarestia e Transustanziazione, la divisione dei Battezzati, cui erano aperti i Grandi Misteri - come quelli accennati - dai Catecumeni, ammessi ai soli Piccoli Misteri, ed ai quali si parlava solo del Battesimo e dei Grandi Dogmi; per taluno, lo stesso uso di recitare - nel rito latino - il Canone della Messa a bassa voce, e - in Rito greco - di velare l'Altare durante tale recitazione; innumerevoli, infine, le esplicite affermazioni del Principio da parte di Padri della Chiesa).
Ma Esoterismo è anche: Scienza Nascosta, ricerca della Verità Occulta, della Parola perduta, perennemente frammentata dalla storia, epperò ricucibile attraverso quel retaggio di insegnamenti culturali – misteriosofici - che prende il nome di Tradizione, e che si suppone unico, ancorchè variamente adattato secondo i luoghi ed i tempi, in Occidente e, prima ancora, in Oriente.

5 - "Ognuno diviene ciò a cui pensa".

6 - Tale sperimentalità e praticità della Via, ne fanno allusivamente definire il risultato come Arte (Ars Regia), Opera (Opus Magicum) o Costruzione (del Tempio), in accostamento ad altre consimili definizioni, impregnate di significazioni edificanti-costruttive (il Santo Palazzo interiore dei Cabalisti; . l 'Occulto Palazzo del Re, di Filatete; il Castello Interiore di S. Teresa, Ed ancora: il Pontefice romano; la Pietra Filosofale alchemica; la Pietra Cubica polita nelle Inner Chambers, e - in generale - tutta la simbologia Muratoria)
Né sfugga come la relazione su cui si insiste, fra concretezza della conoscenza iniziatica e riferimenti allegorici che la esprimono, si accentui nella unicità del dio Giano, protettore dell'Iniziazione ai Misteri (Custode, anzi, della porta – lanua -, del Tempio Iniziatico), e protettore dei Collegia Fabrorum (corporazioni artigiane muratorie, possedenti nozioni di dottrina iniziatica,)

7 - Dopo aver chiuso "Ermeticamente" il Vaso di Athanor ad ogni condizionamento esterno,

8 - Pur rimanendo ben presenti a se stessi ed allo scopo: l'esoterista rifuggendo il perdersi e lo sprofondarsi mistici.

9 - Eccitazioni variamente provocate; Suggestioni cerimoniali; Sfruttamento di energie psichiche collettive; Evocazioni, ecc.

10 - L'argomento è di quelli, a fronte i quali la maggior parte degli individui - preoccupati di non parere abbastanza "rigorosi o smaliziati", ovvero di sembrar indulgenti a dottrine più ineffabili che ponderabili quasi che per ciò stesso dovessero ritenersi men degne - si trincerano, con monotona scontata identità di atteggiamenti, o dietro la perentoria richiesta di verifiche probatorie ineluttabili (mostrando puntualmente di non aver capito nulla: come colui che pretendesse la dimostrazione algebrica di un mito, d'una sinfonia, d'un affresco), o teorizzando su parametri ora filosofici, ora culturali, ora morali, laddove cultura, filosofia, morale poco o nulla hanno a che farci (L'argomento, anzi, non è, per natura, suscettibile di alcuna teorizzazione: essendo esclusivamente sperimentabile, e neppure - a rigore - descrivibile, la vera Tradizione risolvendosi, infatti, in trasmissione orale, ed imperfetta); o – infine - ponendo tra sé ed il sospetto d'un sia pur tacito avallo, il sorriso sufficiente di chi - non conoscendo o non comprendendo (o, semplicemente: non essendo disposto a comprendere) - esclude e rifiuta.
 

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